USS Saratoga Ricominciare a lavorare con un nuovo sottoposto
#1

Per @Neris Big Grin

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus | Vulcan

Per la prima volta da quando ero tornata su New Vulcano per la licenza ero riluttante a ricominciare al lavoro. Non mi era mai capitato ma nei giorni di licenza, mi sembrava di non essere stata affatto produttiva, ma sapevo che non era affatto vero. Ero stata da Korinna che nonostante i momenti di tensione mi fece riflettere - e ragione - che dovevo essere chiara con me stessa e con le persone che mi stavano intorno, tenni un paio di seminari all'accademia e lavorai sul mio PADD quando Mestral era al lavoro, mangiai al ristorante L'Oasi alcune volte tra pranzo e cena, da sola o in compagnia della mia famiglia e passai molto tempo con i miei fratelli e i miei nipoti: grazie a questi incontri mi ero ricaricata. Segretamente mi mancava da sempre la loro compagnia che non veniva minimamente lenita dal parlarsi a settimane alterne. Adoravo che loro fossero più logici della sottoscritta che mi bastava affidarmi a loro perché i miei dubbi o perplessità venissero ridimensionati o guidati logicamente verso una soluzione. Quando quello accadeva, per un istante ad essere la T'Dal prima dell'accademia, prima del matrimonio. Una parte di me avrebbe voluto entrambi sulla Saratoga perché mi dessero più alternative, più opzioni, ma sapevo che non era possibile ed era un attaccamento illogico. Riuscivo a sentirmi più... rilassata e concentrata, cosa che non mi sembrava accadere da molto tempo. 

Quando mi proposero il trasferimento di T'Mihn sulla Saratoga guadai il suo curriculum e accettai immediatamente, era una vulcaniana giovane dal futuro brillante, sperai in cuor mio che la ragazza potesse diventare lei stessa un capitano un giorno. Avevamo lavorato qualche tempo insieme e credevo che le sue competenze sarebbero state sicuramente utili a guidare una nave, ma non ero certa fosse il suo desiderio. Persino io ero arrivata a patti con la questione che nonostante amassi il mio lavoro da navigatore, adoravo il mio attuale compito da capitano. 

Andai in sala mensa con la mia arpa vulcaniana e suonai: non mi capitava da molto tempo di suonarla e mi riportava indietro di anni, quando questo desiderio di diventare capitano, mi risultava ancora un sogno da perseguire. 

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#2

Logic is the cement of our civilization, with which we ascend from chaos, using reason as our guide.

T’Mihn K'vek Vulcaniana

La musica di una ka'athyra accolse il suo ingresso in sala mensa. T'Mihn si fermò sulla soglia, la sua attenzione tutta sulla melodia. Il suono chiaro dello strumento le ricordò la musicalità dello stormire del vento tra gli alberi o dello scrosciare d'un ruscello tra le rocce rosse del pianeta Vulcano. Le ricordò casa. La casa che aveva perduto e la casa che aveva ritrovato, per quanto su un differente pianeta. Spostatasi leggermente di lato per evitare di intralciare chiunque volesse entrare, lo sguardo della giovane vagò brevemente per la sala e i suoi silenziosi occupanti prima di ricadere sulla fonte di quella melodia. T'Dal, il capitano della Saratoga, stava suonando in solitario, quasi rapita dalla sua stessa esibizione. Era la prima volta, da quando era stata trasferita su quella nave, che T'Mihn la sentiva suonare. Non era detto però che fosse la prima volta che il capitano si esibiva in quel modo, per il benessere proprio e del suo equipaggio.

Il più silenziosamente possibile, la vulcaniana si mosse attraverso la sala mensa e si sedette non troppo distante dal punto in cui il capitano si stava esibendo. Il cibo poteva attendere, al momento l'unica cosa che desiderava era rilassarsi al suono dell'arpa vulcaniana. Le sarebbe piaciuto dire che la sua competenza nella Logica la rendeva sufficientemente immune da certe emozioni, ma la verità era ben diversa. Ultimamente si sentiva leggermente stressata. Non tanto per il lavoro in sé ma per la novità nell'ambiente: aver imparato la mappa della Saratoga a memoria non rendeva necessariamente la nave un posto familiare, come aver già fatto esperienza sull'Enterprise non le rendeva più facile interagire con colleghi che ancora non conosceva a sufficienza. Così quella musica le stava facendo bene, aiutandola a riordinare pensieri ed emozioni quasi quanto la meditazione.
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#3

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus | Vulcan

Continuai a tenere la mia ka'athyra con delicatezza, accarezzando le corde con le dita mentre T'Mihn si sedeva. Sentivo la sua presenza non troppo distante da dove sedevo, mi chiesi se il mio stesso stato d'animo rifletteva il suo, la necessità di calma in un periodo complicato.

La vita a bordo di una nave stellare poteva essere estenuante, trovare modi per mantenere la salute mentale e il benessere personale era fondamentale e l'avevo capito a mio discapito, il burnout era dietro l'angolo e prendeva tutti. Io non ero esente in quanto essere il capitano di una nave stellare richiedeva di mantenere un livello di razionalità e autocontrollo costante, ma nonostante la mia logica vulcaniana, anche io avevo bisogno di momenti di rilassamento e di sfogo emotivo. Riscoprii che suonare l'arpa vulcaniana era una pratica che mi aiutava a mantenere il controllo delle mie emozioni e a centrarmi sul momento presente.

C'era da dire che ero sempre stata piuttosto riservata riguardo ai miei pensieri e alle mie emozioni, quando suonavo la ka'athyra mi sentivo esposta, quasi nuda di fronte agli altri; ma in quel momento era un rischio che volevo e dovevo correre, perché pensavo che la mia musica potesse avere un effetto positivo sul mio equipaggio. Se potevo aiutare qualcuno a trovare un po' di tranquillità ne sarei stata segretamente lieta.

"Forse dovrei approfittare di questa occasione per conoscere meglio la mia nuova ufficiale, chiederle della sua esperienza a bordo della nave e di come sta gestendo il cambiamento dalla sua precedente assegnazione." pensai.

Decisi, così di terminare e guardare T'Mihn, dicendo «Sei la prima persona che assiste ad una mia... esibizione e spero sia stato di tuo gradimento.».

La mia voce era calma e pacata, come sempre, ma speravo che le mie parole potessero trasmettere una piccola dose di conforto alla giovane vulcaniana. Pensai che in un certo senso la mia esibizione potesse essere anche un modo per comunicare con il mio equipaggio, senza usare necessariamente parole, ma come capitano ero pronta ad ascoltare chiunque avesse qualcosa da dirmi e ad offrire il mio supporto, se necessario. Sapevo che la mia responsabilità non era solo quella di guidare la nave, ma anche quella di prendermi cura del benessere dei miei sottoposti.  Era importante che T'Mihn sapesse che la Saratoga era una nave accogliente e speravo che la ragazza si sarebbe integrata presto con tutti i suoi colleghi, ma fino ad allora avrei fatto del mio meglio per farla sentire a casa, su questa nave che ormai consideravo davvero la mia casa.
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