Questa discussione è chiusa

A Klingon Christmas
#1

I'm not good in groups. It's difficult to work in a group when you're omnipotent.

Q

La valle in cui Q aveva deciso di costruire la sua villa non era poi così grande. Con l'aiuto dell'alicorne olografico non risultava difficile esplorarla, per quanto fosse possibile essere rallentati dall'incontro con qualche pericoloso predatore. Eppure, di un sentiero che portasse giù dalle montagne non si vedeva nemmeno l'ombra.

In una piccola foresta di conifere, non troppo distante dalla villa, sorgeva un portale. La luce da esso rilasciata illuminava di viola l'ambiente, permettendo ad eventuali visitatori di riconoscere le creature che la abitavano: i giganteschi ragni Glikar'ma.

Per quanto il veleno di quelle creature fosse fatale per i piccoli mammiferi, non lo era per gli umanoidi. Questo, però, non significava che non avesse effetti nocivi. Quel veleno, infatti, aveva lo spiacevole effetto di paralizzare la vittima per diverse ore, mantenendola nel contempo cosciente. Ore più che sufficienti per permettere ai Glikar'ma di succhiarle il sangue e poi divorarla.

Chi fosse riuscito a superare i ragni e dare un'occhiata al portale, avrebbe notato al suo interno immagini del luogo da cui proveniva. Se, convinto di aver trovato il modo per tornare a casa, l'avesse attraversato, si sarebbe però trovato in una gelida grotta.

Per quanto la grotta sembrasse essere sicura, il portale era svanito. Evidentemente, non c'era alcuna possibilità di tornare indietro. Su di un tavolo nelle vicinanze erano posati altri pacchi regalo, quasi a dimostrazione di come i presenti non avessero ancora lasciato il terreno di gioco preparato da Q.

Se avessero deciso di lasciare la grotta, i visitatori si sarebbero trovati in un'altra distesa ghiacciata, decorata da alberi che assomigliavano a pini e abitata da grossi felini dalla pelliccia viola. I più esperti, avrebbero anche potuto comprendere di non trovarsi più su Andoria.

Keltara, quello era il nome del planetoide ghiacciato in cui si trovavano. Conosciuto anche come the Frozen Death, era situato nel Settore Lapeders, in pieno Quadrante Gamma. Scoperto nel XXIV secolo, dopo che il quadrante era diventato esplorabile grazie al tunnel spaziale bajoriano, era sotto il controllo dell'Impero Klingon.

A poco più di un chilometro dalla grotta, sorgeva un accampamento klingon. Si trattava di un vero e proprio campo d'addestramento, dove i giovani guerrieri imparavano a sopravvivere in ambienti ostili. Sicuramente, la presenza di klingon in quel pianeta era un grosso problema per gli inaspettati visitatori. Se, mentre cercavano gli eventuali indizi lasciati da Q, fossero stati catturati, il loro destino si sarebbe fatto incerto. Q li avrebbe salvati? O avrebbe abbandonato chi aveva fallito la sua prova? Difficile a dirsi.

Questa role fa parte dell'evento "Dies Natalis Solis Invicti".
Controlla il Calendario dell'Avvento 2018.

Dono della Settimana


[Immagine: 189c93e04968c07b00ea2055378a0d82.jpg]Dispositivo Camaleontico Questo dispositivo, dalla forma di un bracciale, è in grado di alterare il pigmento della pelle e il colore dei vestiti di chi lo indossa per un massimo di tre turni. A differenza di un dispositivo di occultamento portatile, non rende il suo utilizzatore invisibile ma si limita a mimetizzarlo nell'ambiente circostante.
#2

Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.

Seeth Lyrrin Rahnaz/Sef | Trill/Klingon

qaStaH nuq jay’ (Che caz*o sta succedendo)!? L'imprecazione sfuggì dalle sue labbra in maniera del tutto involontaria. A causa dell'influenza del simbionte Sef, non si poteva dire che Seeth apprezzasse la volgarità tipica dei klingon ma il sangue ereditato dal padre e gli anni passati a Qo'noS in più occasioni finivano per avere la predominanza, portandola a comportarsi più come una klingon purosangue che come una mezza trill. E quanto appena accaduto era sicuramente sufficiente per farla ricadere in quella pessima abitudine. Se ce l'avesse avuto davanti, visto quanto era furibonda, con ogni probabilità avrebbe sommerso di insulti Q.

Ragni. Fot*uti giganteschi ragni. Quando lei e la sua squadra erano entrati nella piccola foresta di conifere erano stati subito attaccati. Diversi aracnidi erano stati uccisi dai loro colpi di disgregatore ma, alla fine, quelle creature si erano rivelate troppo numerose anche per dei guerrieri klingon. Mentre cercava di raggiungere un compagno che era stato morso, per dargli supporto, Seeth era stata isolata dal resto della squadra. Senza altra via di scampo, circondata da innumerevoli ragni, non aveva potuto far altro che gettarsi nello strano portale non troppo distante. Un portale che sembrava condurre sulla IKS Kal'Ruq... e per questo ai suoi occhi decisamente sospetto. Era possibile che quel portale fosse veramente la via per tornare a 'casa'?

La risposta si era rivelata negativa. Che si trattasse di una prova o di un semplice scherzo, Q l'aveva presa in giro un'altra volta, schiacciando ogni sua speranza. Oltrepassando il portale, era passata da un ambiente ghiacciato ad un altro. Non sapeva se si trovava nello stesso pianeta, non sapeva nemmeno se Q era stato così gentile da farle lasciare almeno la valle... l'unica cosa di cui era certa era che era sola. Al di fuori della grotta in cui era comparsa la aspettavano di sicuro innumerevoli pericoli. E non aveva nemmeno modo di tornare indietro, di riunirsi coi suoi compagni, perché... Qu'vatlh! Quel fot*uto portale è scomparso!
#3

I'm not good in groups. It's difficult to work in a group when you're omnipotent.

Q

Quando torna la mamma? La domanda della piccola Nilani fece sorridere il vecchio cardassiano al suo fianco. A causa della decisione della madre, il capitano Elina Dax, la piccola trill era rimasta ad Andoria, nella villa all'interno piccola valle sulle Montagne Thoran. Per quanto molti avessero lasciato la sala nel tentativo di trovare una via d'uscita da quello strano test ideato da Q, il locale era ancora pieno di gente soprattutto civili. Nemmeno lo stretto controllo del Cadetto Sybok, che aveva ricevuto da Dax il compito di prendersi cura della figlia, aveva impedito alla bambina di farsi un giro della sala... per poi fermarsi a giocare con l'anziano alieno. La mamma è impegnata, mia cara Nil. Le rispose l'uomo, accarezzandole gentilmente il viso. Ma non ti preoccupare... ci sono io con te.

E anche Syb! Ma mi manca lo stesso la mamma. Rispose la bambina, indicando con la manina il vulcaniano che si era trovato, volente o nolente, a farle da balia. La zia dice che i vulcaniani son noiosi... ma Syb non mi sembra noioso. Il cardassiano rise. Sybok è speciale, mia cara. Non è il solito vulcaniano noioso. La bambina sembrò riflettere, poi annuì con decisione. Mm... sì. È un bravo vulcaniano. È questa sala che è noiosa! Nonnino, non possiamo uscire a cercare la mamma?

Nonnino? Un lampo di divertimento attraversò gli occhi del cardassiano. La mamma si sta divertendo, sai? Le rispose. Non puoi disturbarla adesso. Facciamo così: ora ti faccio vedere un gioco di magia... e dopo facciamo un giro. Che ne dici? Quando Nilani annuì, tutta esaltata, il cardassiano proseguì: Ma mi devi promettere una cosa: niente nonnino. Chiamami zio, ok? Zio Q.

Ok, zio Q. Ripose la bambina, del tutto inconsapevole di cosa esattamente quel nome composto da una sola lettera significasse. Il cardassiano sorrise nuovamente, poi il suo sguardo su spostò sul vicino vulcaniano. Vedi, anche Sybok è annoiato. Mandiamo il vulcaniano a divertirsi... A quelle parole, l'uomo schioccò le dita e una luce bianca avvolse il cadetto. Quando la luminosità svanì, nella sala del vulcaniano non c'era traccia. Wow! È sparito! Dov'è andato? Domandò Nilani, battendo le mani esaltata. In una grotta molto lontano... a far compagnia ad una strana klingon. Fu la semplice risposta. Ma è ora che andiamo anche noi. Mm... cosa potremmo visitare? Una sfera borg? No, sei troppo piccola. Ci sono! Il Q Continuum!
#4

Each man hides a secret pain. It must be exposed and reckoned with. It must be dragged from the darkness and forced into the light. Share your pain. Share your pain with me, and gain strength from the sharing.

Sybok S'chn T'gai | Vulcan

Stare in quella sala non mi piaceva, per niente. Quello che desideravo di più al momento era esplorare il mondo esterno col mio capitano, ma il compito che mi aveva assegnato era troppo importante perché io potessi permettermi di rifiutarlo. Portare con sé una bambina durante l'esplorazione di un ambiente potenzialmente ostile sarebbe stato come metterla volutamente in pericolo. Così comprendevo perfettamente perché l'avesse lasciata nelle mie mani. Il problema era che non ci sapevo fare con i bambini. E Nilani ne aveva subito approfittato. Quando era andata a disturbare il cardassiano, mi ero preso quasi un colpo ma l'anziano sembrava averla presa bene. Non ero sicuro che fosse una buona idea lasciar interagire la figlia di un capitano federale con un uomo appartenente ad una potenza non esattamente alleata, ma la situazione non sembrava poi così brutta. Almeno Nilani aveva smesso di correre per la sala, costringendomi ad intervenire ogni due secondi per impedirle di incontrare brutti ceffi.

Zio Q. Ero rimasto nelle vicinanze, ascoltando senza realmente ascoltare la conversazione tra i due, quando quell'appellativo attirò improvvisamente la mia attenzione. Q. Quella lettera... quella dannata lettera... non era il nome dato dal capitano Dax durante il suo discorso? Non era il colpevole che li aveva trascinati in quel luogo? Una serie di imprecazioni attraversò la mia mente, mentre mi giravo verso i due. Dovevo recuperare Nilani, dovevo allontanarla da quel falso cardassiano... e subito! Ma non ce ne fu il tempo. Un lampo di luce mi accecò e, quando le mie doppie palpebre si degnarono di riaprirsi, mi trovavo in una grotta... in sola compagnia di quella che evidentemente era una klingon. Maledizione, Nilani!
#5

Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.

Seeth Lyrrin Rahnaz/Sef | Trill/Klingon

Nilani? Non era quello un nome trill? Quando il vulcaniano comparve in un lampo di luce bianca, segno del fatto che era stato inviato lì da Q, Seeth si ritrovò a fissarlo decisamente confusa, una mano posata sul disgregatore come pronta ad estrarlo. Che stava succedendo? Perché un membro di una specie solitamente controllata e riservata sembrava quasi disperato? Chi era quella Nilani per far perdere in quel modo il controllo ad un vulcaniano? Se doveva essere sincera, una parte di lei era sollevata dal non essere più sola. Klingon o meno, nel suo cuore Seeth era una diplomatica e non una guerriera. Non importava quanto si fosse addestrata o quanto fosse abile nelle armi, in alcuni momenti sentiva una certa distanza spirituale dal combattimento e dall'onore tipico della specie di suo padre. Eppure, quel sollievo non era certo sufficiente a farla fidare di una persona che non conosceva. Non senza prima assicurarsi che non fosse una minaccia.

Chi sei? Domandò dunque, in federale standard. Forse non il migliore modo di approcciarsi, ma sicuramente più cortese e diplomatico di un colpo di disgregatore. Perché, influenza di Sef o meno, il sangue klingon che scorreva nelle sue vene non poteva essere negato... e spesso prendeva prepotentemente la predominanza. Da dove arrivi? Perché Q ti ha inviato qui? Domande più che lecite, visto che era evidente che l'uomo non aveva raggiunto quella grotta tramite il portale, ormai chiuso, che lei aveva attraversato.
#6

Each man hides a secret pain. It must be exposed and reckoned with. It must be dragged from the darkness and forced into the light. Share your pain. Share your pain with me, and gain strength from the sharing.

Sybok S'chn T'gai | Vulcan

Quando la klingon cominciò a parlare, la mia mente fece quasi fatica a comprendere le sue parole, tanto ero disperato. Pensare che quella bambina fosse nelle mani di Q era straziante. Il capitano me l'aveva affidata, aveva avuto fiducia in me... e io mi ero fatto fregare in quel modo! Nilani sarebbe stata al sicuro? Quell'entità le avrebbe fatto del male? Non lo sapevo e, quello che era peggio, non avevo modo di assicurarmi della sua incolumità. A dirla tutta, non avevo idea se la piccola si trovasse ancora in quella sala! Per quanto ne sapevo, con le abilità di Q, non gli sarebbe stato difficile farle fare una passeggiata per l'universo! Ma deprimersi non sarebbe servito a nulla, lo sapevo. L'unica cosa che potevo fare era sperare... e trovare il modo di tornare in quella strana villa.

Cadetto Sybok, USS Constellation. Risposi finalmente, girandomi verso la klingon. A quanto sembra, a Q non piaceva che non mi fossi mosso dalla sala. O forse voleva soltanto giocare in santa pace con Nilani. Battuta idiota, ma anche una possibilità da valutare. Che Q trovasse simpatica la bambina? Lo speravo... perché se fosse successo qualcosa alla piccola, al mio ritorno il capitano mi avrebbe ucciso. Dove ci troviamo?
#7

Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.

Seeth Lyrrin Rahnaz/Sef | Trill/Klingon

Un cadetto dell'Accademia della Flotta Stellare? E al quarto anno, visto era stato assegnato ad un'astronave. O almeno così le pareva di ricordare dalle memorie di Sef. In effetti, visto che la tuta termica indossata da entrambi nascondeva il loro abbigliamento, solo alla sua presentazione Seeth si era resa conto che il vulcaniano era un militare. Vorrei saperlo anch'io. Rispose, con un sospiro. Per quanto una parte di lei sentisse il bisogno di sfogare le sue frustrazioni sul giovane uomo, qualcosa in lei - forse Sef, forse il suo addestramento da diplomatica - glielo impediva. Che senso avrebbe avuto prendersela con lui? Sybok non era altro che un'altra vittima di Q.

Seeth Rahnaz, ufficiale diplomatico della IKS Kal'Ruq. Decise dunque di presentarsi, seguendo l'esempio del vulcaniano. Son stata divisa dalla mia squadra mentre cercavamo un'uscita da questo luogo. Purtroppo, son stata costretta a superare quello che sembrava essere un... varco spaziale. Quindi non ho idea di dove esattamente ci troviamo. La temperatura, rimasta estremamente bassa, le faceva sperare che non si fossero allontanati troppo dalla villa... ma con Q non si poteva mai sapere. Se arrivi dalla villa... sei stato fortunato. Q almeno si è degnato di farti indossare una tuta termica...
#8

Each man hides a secret pain. It must be exposed and reckoned with. It must be dragged from the darkness and forced into the light. Share your pain. Share your pain with me, and gain strength from the sharing.

Sybok S'chn T'gai | Vulcan

Al sospiro della klingon, le mie speranze in parte crollavano. Nemmeno lei lo sapeva? Come era possibile? Perplesso, stavo per aprir la bocca per farle altre domande, quando la donna proseguì, spiegandomi di aver attraversato un varco spaziale. Decisamente una brutta notizia, perché rendeva estremamente complesso comprendere dove ci trovavamo. Quello era lo stesso pianeta dove sorgeva la villa? O era uno differente? Difficile da dire.

Capisco. Affermai, decisamente depresso, mentre il mio sguardo cadeva sulla tuta che mi ero accorto solo ora di indossare. Fortunato, eh!? In un certo senso era vero: vista la bassa temperatura, se Q non mi avesse dotato di quella tuta termica, sarei congelato all'istante. E, se nella grotta faceva così freddo, ero certo che fuori di lì mi avrebbe aspettato una landa ghiacciata simile a quella di Andoria. Non l'ideale per un vulcaniano. A quanto pare non abbiamo altra scelta che scoprirlo noi stessi. Commentai, incamminandomi verso l'uscita della grotta. Che ne dici? Ti va di esplorare questo posto assieme ad un vulcaniano? Non mi piaceva l'idea di partire all'esplorazione di quello che poteva rivelarsi un mondo sconosciuto, come non mi piaceva doverlo fare con una klingon. Ma non avevo altra scelta.
#9

Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.

Seeth Lyrrin Rahnaz/Sef | Trill/Klingon

Tutto dipende dal vulcaniano. Fu l'inevitabile risposta. Agli occhi di un klingon tutto era bianco o nero, non esisteva una via di mezzo. Come diplomatica Seeth avrebbe dovuto stare attenta alle sue parole ma il sangue, anche quello sporco come il suo, non mentiva. E, se doveva realmente collaborare col vulcaniano, aveva intenzione di mettere subito le cose in chiaro. Ho bisogno di qualcuno che mi copra le spalle... non di un corso estensivo di logica vulcaniana.

Nel passato, prima della nascita di Surak, i vulcaniani erano stati una specie guerriera, esattamente come i klingon. Se avesse avuto a che fare con un antico vulcaniano, non avrebbe avuto problemi a combattere al suo fianco ma non aveva la minima idea dell'affidabilità di quel Sybok. Beh, quantomeno non era un romulano. Per quanto i romulani affermassero di aver ereditato la via guerriera degli antichi vulcaniani, agli occhi dei klingon erano solo dei doppiogiochisti famosi per lavorare nell'ombra. Nel loro modo di fare... dov'era l'onore? Il mnhei'sahe romulano aveva ben poco a che fare col batlh klingon.

Per un attimo ebbe la tentazione di aggiungere altro, ma poi decise di lasciar perdere. Al momento, la cosa più importante era comprendere dove si trovavano... non denigrare la sacrosanta logica vulcaniana. Così, Seeth iniziò a camminare verso l'uscita della grotta, affiancandosi all'imprevisto compagno di avventura.
#10

Each man hides a secret pain. It must be exposed and reckoned with. It must be dragged from the darkness and forced into the light. Share your pain. Share your pain with me, and gain strength from the sharing.

Sybok S'chn T'gai | Vulcan

Alle parole della klingon, un sorriso comparve sul mio volto. Nessun problema. Risposi, rallentando il passo in modo da permetterle di raggiungermi. Io e la logica non andiamo molto d'accordo. Avrebbe potuto sembrare strano, soprattutto se detto da un vulcaniano, ma era la pura verità. Mia madre, T'Rea, non mi aveva insegnato a sopprimere le mie emozioni ma, al contrario, ad abbracciarle. Per quanto l'ambasciatore Spock tentasse ormai da anni di inculcarmi gli insegnamenti di Surak, ai miei occhi la logica vulcaniana continuava a rimanere un'incomprensibile creatura aliena. Come antropologo la trovavo interessante ma nulla di più. Non era qualcosa in cui potessi immedesimarmi... o far mia.

Spock. Pensare a lui fece sorgere nella mia mente emozioni contrastanti. Ero grato a quel mio strano fratellastro, proveniente da un futuro ormai irraggiungibile, di avermi salvato, facendomi comprendere di non essere il messia destinato a unire tutte le religioni. Eppure, il mio rapporto con lui non poteva essere definito semplice: l'ambasciatore era per me un tutore e un maestro... ma anche un doppio troppo cresciuto di quel fratellino con cui non ero mai riuscito ad andare veramente d'accordo. Una situazione decisamente non facile da accettare.
Questa discussione è chiusa


Vai al forum:


Utenti che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)