Ero esausta, ero rientrata da una ricognizione che mi lasciò una gamba dolorante, alcune escoriazioni al viso e una caviglia dolorante. Tutto venne prontamente guarito dal mio primo ufficiale medico e di conseguenza ricevetti la solita reprimenda: ero stata troppo impulsiva.
«Strano per un vulcaniano. Doveva rimanere qui e lasciare che se ne occupasse il suo primo ufficiale. Ha pur sempre un marito da cui tornare.» disse il buon dottore.
«Dottore, non c'è stato alcun pericolo e come vede sono in perfetta forma.» dissi
«Se non c'era nessun pericolo, io ero già nel mio ufficio a compilare dei rapporti prima di andare a cena e non qui con lei. Beh, credo che lei capitano mi porterà al prepensionamento se continua così.» disse con tono scherzoso.
«Come dite voi umani, non ci credo nemmeno se lo vedo. Le piace un po' troppo questo lavoro.»
L'uomo rise, dicendomi di andare nei miei alloggi e cercare di riposare, lo vedeva dai valori che non ero riposata: per una volta, decisi di assecondare il dottore. Alcune scelte prese sul pianeta, erano state logiche, ma avevano portato alla morte di un mio sottoposto e io sapevo che avevo agito in un paio di occasioni non al massimo delle mie capacità. 
Feci una doccia, indossai uno dei pochi abiti vulcaniani che possedevo - una sorta di vestaglia -, replicai un the vulcaniano e mi dissi che avrei chiamato Mestral, quando un trillo dall'interfono mi richiamò all'ordine.
«Capitano. Chiamata in entrata. Codice di sicurezza 47.» disse il mio ufficiale addetto alle comunicazioni.
«D'accordo, la prendo qui nel mio alloggio. Grazie.» dissi pacatamente, chiedendomi che stava succedendo, era rarissimo che quel codice venisse usato e alzai un sopracciglio notando Korinna in quella che sembrava a tutti gli effetti un vascello klingon. Che diavolo succedeva?
«Korinna, che posso fare per te o per voi? Mi sembra logico che tu stia collaborando a qualcosa.» dissi.

Una piccola, piccolissima parte di me, era felice che non fosse una collaborazione con i Romulani. Erano passati anni dall'assassinio di parte della mia famiglia, ma non li avrei mai perdonati. Vedendo tuttavia Korinna in un vascello klingon, che facendo fronte comune, cercavano di evitare una guerra.
Quando Korinna, nominò Jor Erulen, io annuii impercettibilmente.
La guardai seria, ascoltando le sue parole: non ero tenuta a rispondere ed era vero, sarebbero venuti a cercare me. La mia carriera era importante, ma quanto ero interessata a mantenere il comando della Saratoga? Conoscendomi, mi sarebbe piaciuto rimanere al comando della nave il più possibile, ma dall'altra parte... avrei potuto dedicarmi ad altro. Sarei potuta diventare una casalinga come mia madre. Al quel pensiero mi sentii vagamente a disagio: non avevo sacrificato così tanto per poi ritrovarmi ad essere come lei.
i.
Jor Erulen, è il mio primo ufficiale, lo hai visto in video, o quanto meno hai sentito la sua voce, recentemente. dissi facendo riferimento ad una delle nostre comunicazioni, quando le espressi i miei pensieri riguardo diventare genitore, ma non ero certa che Korinna avesse intenzione di fare riferimento a quella comunicazione nello specifico. Non era logico o di interesse rimarcare quella conversazione.

Capisco. dissi, sperando che Korinna cogliesse, avrei cercato in tutti i modi di aiutarla e alla sua domanda, da uno a cinque riflettei per un istante. Negli ultimi tempi non si era comportato in maniera esemplare e la missione a cui avevo partecipato io stessa, aveva messo il mio primo ufficiale sotto una nuova luce. Sapevo che dovevo fare rapporto al comando e rimuoverlo dalla sua posizione di primo ufficiale, ma quello che non mi stava dicendo Korinna mi allarmava e forse avevo fatto bene a non farlo prima.
Avrei detto tre, ma due dopo avvenimenti recenti è una valutazione più realistica. ammisi.

Ora molte cose iniziavano ad avere senso, ma a metà: il mio primo ufficiale si stava comportando in maniera bizzarra non solo con me, ma anche con la sua famiglia. Se lo avessi congedato, forse sarebbe cambiato qualcosa? Non ne avevo la minima idea, forse sarebbe stata una scheggia impazzita, ora potevo tenerlo sotto controllo, anche se... beh, non era facile nemmeno in questo frangente, anzi non era la scelta più logica da fare.

No, niente di inconsueto prima della missione, il suo comportamento è diventato insolito durante le prime fasi della suddetta che già conosci; è sempre molto teso e questo ha reso tesa tutta la pancia. Devi sapere che da quel momento ha iniziato ad alternare momenti di... estremo nervosismo ad altri in cui tornava ad essere la persona che ho imparato a conoscere. Oggi ad esempio sembrava essere la persona che conoscevo, ma alcune scelte fatte mentre io ero sul pianeta, sono state pessime. Il medico di bordo non ha riscontrato grosse differenze, tuttavia io stessa credo che ci sia qualcosa che non va, ma non riesco ad andare a fondo alla questione. Se ti stai chiedendo perché non l'ho sollevato dall'incarico è perché è sempre stato un ottimo ufficiale e volevo capire se si trattava di qualche problema personale o altro, ma non parla né con me né con il mio medico di bordo e alcune tue affermazioni mi danno da pensare. Suggerimenti? A parte contattare la flotta, che mi sembra l'unica scelta logica che ho.

Alzai un sopracciglio: a quanto pare la mia soluzione logica apparentemente non lo era ad occhio esterno, tantomeno ad un'amica che mi conosceva da quando ero ancora un tenente.

«Assolutamente, si potrebbe fare. Qualche suggerimento, a tal riguardo? L'unica cosa che mi verrebbe in mente è quella di ritrovare vecchi amici, il che non è proprio una bugia.» chiesi. Per noi vulcaniani, c'era il fattore che non sapevano mentire, ma... bastava una spiegazione logica per chiudere un occhio. Non amavo il fatto che i klngon fossero presenti, ma si faceva di necessità virtù, con la speranza che il mio aiuto potesse servire ad evitare un disastro di portata colossale.

«Temo che io dovrei fare a meno di un primo ufficiale. Saresti mica interessata Korinna? Di... emozioni qui ne stiamo provando tante» dissi scherzando, ben sapendo che la risposta che sarebbe arrivata sarebbe stata negativa.

Era rimasta in silenzio durante lo scambio di battute, lasciando che Suder informasse il capitano vulcaniano di quanto necessario senza inutili interferenze. Solo quando la betazoide si rivolse a lei, Seeth si spostò per assicurarsi di essere visibile sullo schermo. Sono desolata per la mia presentazione tardiva, capitano T'Dal. Disse, ritardando la risposta per un breve istante in modo da potersi presentare all'ufficiale federale. Sono Seeth Rahnaz, l'ufficiale diplomatico klingon incaricato di risolvere l'attuale incidente diplomatico. Proseguì, rimanendo volutamente sul vago in modo da non rischiare di compromettere le indagini.

Per quanto riguarda la sua domanda, Console Suder, una risposta non è facile. Dopo la sua breve presentazione, la klingon andò come sua abitudine al dunque. Se il comandante Jor Erulen si rivelasse essere in possesso di informazioni rilevanti sull'accaduto, temo saranno necessarie ulteriori indagini. Indagini ufficiali. Seeth aveva ormai accettato la buona volontà della betazoide ma il suo governo era lungi dal farlo. Lei poteva accettare la sua parola ma l'Impero difficilmente l'avrebbe fatto senza prove inconfutabili che la sostenessero. Per quanto ne sappiamo al momento, Erulen potrebbe essere del tutto estraneo ai fatti. Considerando che stiamo soltanto vagliando una possibile pista e ci stiamo muovendo per via informale, mi rimetterò al suo giudizio per questa faccenda.

Non poteva dire che l'idea le piacesse ma non c'era altra opzione, se non far partire un'indagine ufficiale che avrebbe messo le due flotte in allerta per qualcosa che avrebbe potuto rivelarsi una falsa pista. Sempre che il Capitano T'Dal non abbia modo di portare la sua nave nel Settore Betazoide.

Guardai Korinna sistemarsi la ciocca di capelli per mostrare l'abito che era ben lontano dalla fattura della divisa che indossavo. Ricordavo bene l'ultima volta che indossai degli abiti civili e onestamente non sapevo se mi mancava o meno. Se avessi indagato bene nella parte sentimentale che avevo ereditato da mia madre, avrei potuto dire che si, mi mancava e avrei davvero potuto cambiare carriera un giorno. I vulcaniani sotto un certo aspetto non erano così diversi dagli umani, alla lunga dovevano cambiare carriera, c'era la tendenza di... annoiarsi.
«Nessun problema, Seeth Rahnaz. Speravo di poterla conoscere in un momento meno teso dell'attuale.» dissi tranquilla.

In quel momento, mentre le due donne parlavano e discutevano, si vedeva che c'erano già stati dei trascorsi, avrei voluto chiamare il mio primo ufficiale e conferire con lui, ma non potevo. In quel momento dovevo fare affidamento a me stessa, al mio giudizio e alla logica.

"Struttura, logica, funzione, controllo. Una struttura non può reggersi senza fondamenta. La logica è il fondamento della funzione. La funzione è l'essenza del controllo. Io possiedo il controllo. Io possiedo il controllo" pensai e l'unica idea che mi era venuta in mente era muovere la nave, cercare di risolvere un potenziale conflitto era di vitale interesse. Avrei dovuto spiegare al comando tante cose, a partire dal motivo per cui non avevo sollevato il mio primo ufficiale dal suo incarico al primo momento di instabilità al mio possibile coinvolgimento in un caso diplomatico piuttosto difficile. In ogni caso, potevo risolvere diplomaticamente in quanto vulcaniana o coinvolgere mio fratello Elieth come attuale ambasciatore vulcaniano. 
"Al diavolo la prudenza" pensai.

«Una sosta è prevista, ma non nell'immediato. Se mi date delle coordinate, farò il modo di raggiungervi nel settore betazoide, o almeno a metà strada. Il comando di Flotta mi farà delle domande, ma se riusciamo ad evitare ulteriori tensioni è già una cosa positiva. Se non dovessimo trovare una soluzione, contatto mio fratello su Vulcano e vediamo se possiamo fare qualcosa per evitare ulteriori tensioni.» ammisi.