Seeth si era aspettata che il capitano della Saratoga avrebbe reagito alla sua richiesta finale in una maniera tipicamente vulcaniana, ossia analizzandola logicamente. Ciò avrebbe con ogni probabilità significato una sua esclusione dalla lista delle possibilità, ma la mezza klingon non aveva avuto sin dall'inizio grandi speranze sulla sua fattibilità: aveva semplicemente voluto provarci. Invece, la donna era andata nella direzione totalmente opposta, rinunciando a logica e prudenza per percorrere una via più... klingon, forse. Seeth non poteva di certo affermare che il suo popolo fosse un asso nel campo della prudenza: i klingon erano guerrieri e come tali alle volte tendevano ad essere delle teste calde. Non certo il comportamento che si sarebbe aspettata da un vulcaniano. Non conosceva T'Dal ed era consapevole di quanto fosse sbagliato categorizzare un'intera specie secondo preconcetti ma non poteva far a meno di pensare che ..forse Erulen non è l'unico sulla Saratoga che avrebbe bisogno di riposo.

Mi trovo d'accordo col Console Suder. Disse quindi, per quanto lievemente a malincuore. Sapeva che quella era la via migliore ma non poteva dire di trovarsi a suo agio nel non avere nemmeno un minimo controllo sulla situazione. Non ci possiamo permettere di compiere mosse azzardate, per quanto il mio sangue klingon alle volte dica altrimenti.

Sapevo che la mia reazione aveva sorpreso entrambe e forse stavano valutando la mia abilità al comando. Non temevo la reazione della diplomatica Klingon, quanto Korinna: mi conosceva lei meglio di altre persone. In condizioni normali, sicuramente anche io avrei dubitato di me stessa o comunque di un capitano che cercava di... essere leggermente più proteso verso la sua parte irrazionale. Imparai a mie spese, in generale, che continuare a gestire in maniera logica un equipaggio con culture molto diverse dalla mia, era meglio utilizzare quel lato umano che avevo ereditato da mia madre. Stavo imparando a capire che ascoltare e consigliare in maniera illogica era in un certo senso migliore per la produttività del mio equipaggio; ma avrei fatto di tutto per proteggere chiunque stava servendo sotto il mio comando.
«D'accordo.» dissi pacatamente rivolta a Korinna, sebbene sapessi che il comando avrebbe fatto domande a priori.

Ascoltai anche le parole delle due con attenzione.

«Va bene, farò quanto mi suggerite, sebbene non sia una pratica che io abbia utilizzato molto negli anni. Preferite attendere qui sviluppi o ci sentiamo più tardi?» chiesi. Non amavo usare la telepatia, ma avrei utilizzato la fusione mentale se non fossi riuscita a leggere i pensieri del mio primo ufficiale, per me molto più pratica ed efficace.

Seeth non poteva dire di essere un'esperta di telepatia vulcaniana: le sue conoscenze in proposito si limitavano alla loro tecnica simbolo - la fusione mentale - ed erano piuttosto confusionarie. A tal riguardo poteva solo aver fiducia del capitano T'Dal e aspettare sue notizie. La ringrazio per la sua disponibilità e le confermo che, se riuscirà ad occuparsene entro le prossime ore, potrà contattare questa nave. Disse alla vulcaniana, quando la betazoide le chiese con lo sguardo se aveva qualcosa da aggiungere. Le invio le informazioni di contatto e un codice identificativo temporaneo in modo tale che la sua chiamata venga automaticamente reindirizzata a noi. Aggiunse, mettendosi all'opera sul terminale del computer in modo tale da inviare alla Saratoga quanto appena promesso. Una volta fatto si prese un istante per scrivere un breve appunto in proposito ai suoi superiori, in modo tale da evitare problemi o intromissioni.

Ascoltai le parole delle due donne e annuii. Alle parole della Klingon che mi ringraziò e che poi mi disse che mi avrebbe mandato le coordinate per il contatto annui di nuovo leggermente.
«Non mi ringrazi prima del tempo, non abbiamo ancora scoperto nulla. D'accordo, a più tardi. Vi chiamerò non appena scoprirò qualcosa, grazie per le coordinate. T'Dal, chiudo.»
Mi cambiai e tornai in plancia, avrei dovuto trovare il modo di toccare il mio primo ufficiale, ma ce l'avrei fatta. Non era facile per me toccare una persona, era fuori dall'ordinario, ma non era difficile per il capitano toccare il primo ufficiale se ci fosse la necessità. Lo trovai chino sulla sua postazione e gli toccai una spalla, mentre sondavo nella mente del primo ufficiale di Saratoga, le mie dita premute delicatamente contro la sua spalla; ma mentre la fusione mentale procedeva, le mie sopracciglia si aggrottarono confuse.
"Questo è assolutamente illogico, non è chi afferma di essere. Come ho fatto a non accorgermene subito? ", pensò lei, ritirando la mano dalla spalla dell'ufficiale.
Chiesi al mio ufficiale alle comunicazioni di fare una chiamata, che l'avrei presa nei miei alloggi e diedi le coordinate, chiedendo di nuovo il codice di sicurezza 47.
Tornai la mia stanza, esattamente dove mi trovavo in precedenza e attesi che mi rispondessero; c'erano delle novità.

Guardai Korinna, con serietà, cercando di mantenere il mio tono neutro e professionale, nonostante la preoccupazione che dentro di me, la parte umana stava provando. «Sì, Korinna, ho scoperto qualcosa di importante e sconcertante. Ho usato la mia telepatia e ho scoperto che il mio primo ufficiale non è chi diceva di essere.» ammisi pacatamente, congiungendo le punta delle dita pensosamente. Rimasi in silenzio un lungo momento prima di tornare a parlare.

«In realtà, ci sono state alcune cose che non mi tornavano nei suoi pensieri, non sono coerenti con un ufficiale della Flotta Stellare e nei suoi comportamenti. Non ha frequentato l'Accademia e posso dirti che non è Erulen, ma non è nemmeno un betazoide, ma mi sembra piuttosto un Klingon; ma non credo abbia mentito consapevolmente sulla sua identità per infiltrarsi nella Flotta Stellare e ha raggiunto una posizione di comando a bordo della Saratoga... di proposito. Non voglio allarmare il resto dell'equipaggio prima di aver raccolto tutte le informazioni necessarie, perciò concordo sul fatto che devo agire con cautela, ma posso dirvi che alcune cose che sono successe, tra cui mettere in pericolo me o il mio equipaggio stanno iniziando ad avere un senso logico. Ammetto che è un errore che non avrei mai pensato di commettere, dato che conosco i betazoidi grazie a te, ma questa volta mi è sfuggito.»

Lavorare per risolvere la questione 'Kela Idaris' non era per nulla semplice. Al momento il trill non sembrava a rischio condanna a morte ma di certo il suo destino era passare il resto della sua vita ai lavori forzati. Non era proprio impossibile richiederne il trasferimento in territorio federale ma, fino a quando l'Impero non avesse messo le mani sui veri colpevoli, difficilmente avrebbe accettato di lasciarlo andare. Fratello di un capitano della flotta federale o meno, era un criminale coinvolto nella distribuzione della San. Se la betazoide desiderava farlo scagionare, ci sarebbe voluto ben di più di quello che avevano tra le mani. Stavano discutendo dei passi necessari per permettere a Suder di entrare in territorio klingon in modo da indagare il metodo di diffusione della droga e chi era coinvolto, quando una chiamata venne reindirizzata automaticamente nella sala. Riconoscendo il codice identificativo come quello da lei stessa fornito al capitano T'Dal, Seeth accettò immediatamente la chiamata.

ghuy'cha'¹! Alla spiegazione della vulcaniana, un'imprecazione attraversò la sua mente. Quella non era per niente una buona notizia, in quanto poteva significare che la sua indagine avesse compromesso un operativo klingon. Anche se il comportamento descritto è decisamente anomalo per un nostro operativo. Che il capitano T'Dal si stia sbagliando? Pensò, per poi prendere parola: Non voglio mettere in dubbio le sue abilità nelle arti telepatiche, capitano T'Dal, ma è certa che si tratti di un klingon? Non posso negare né confermare nulla, Seeth non era informata sulle operazioni segrete dell'Intelligence Imperiale o delle Grandi Case e, anche se ne avesse saputo qualcosa, non avrebbe potuto parlarne. ma il comportamento da lei descritto non sembrerebbe coerente nemmeno per un nostro operativo. ...a meno che non sia andato rogue. Completò, tetra, nei suoi pensieri.



¹ghuy'cha': Imprecazione comune, spesso usata dopo aver ricevuto una comunicazione non positiva/inquietante.

Guardai la klingon, comprendevo a pieno la sua preoccupazione.

«Comprendo le sue preoccupazioni e non sono certa al cento per cento della sua identità, attualmente non ho nomi da offrire. Da quello che ho visto da alcuni ricordi confusi e agitati, tra sensi di colpa e pronta rabbia... ci sono prove che potrebbero essere fondamentali per la mia indagine. Ad esempio, nei suoi pensieri ho sentito una parola "Kaas" e ho notato che il suo modo di pensare e il suo atteggiamento in alcune situazioni erano simili a quelli di un klingon, tuttavia c'è un elemento che ho letto nella sua mente, alcuni ricordi, sembra una chirurgia.. mi perdoni la pessima pronuncia, ma ho trovato questo nei suoi ricordi... ChoH'a'. Non voglio fare false accuse, ma non potevo ignorare queste prove. Sono consapevole dell'importanza delle operazioni segrete, ma se il nostro primo ufficiale fosse effettivamente un klingon, la sua presenza a bordo della USS Saratoga è davvero un problema..» dissi pacatamente per poi aggiungere «so che non può dire nulla senza compromettere la sua posizione, ma in via del tutto ipotetica, è possibile che qualcuno prima del 2261 e dell'accordo diplomatico tra Federazione e l'Impero abbia pensato di... inserirsi nella Flotta per farla cadere dall'interno? C'erano molte tensioni all'epoca, che mi sembrano risolte allo stato attuale, tanto che stiamo parlando qui in maniera molto... educata.»