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RE: Ho sempre pensato che la speranza fosse un sentimento tipicamente umano - T'Dal - 14-07-2024
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Mentre Dakona descriveva la complessa tessitura culturale di Rigel, un senso di meraviglia si insinuava in me. La storia di un popolo che era fuggito dalla filosofia di Surak per proteggere antichi insegnamenti e che, nel tempo, era stato riavvicinato a quella stessa filosofia attraverso la Diaspora Romulana, mi affascinava profondamente. La dinamica di come le culture, persino quelle originariamente in conflitto, potessero evolversi e influenzarsi reciprocamente era una testimonianza della complessità delle relazioni interculturali.
«Sì, è affascinante come le culture si intrecciano e si evolvono. Questo ibrido tra la cultura romulana e quella vulcaniana qui su Rigel rappresenta una sintesi unica. È una dimostrazione di come il passato e il presente possano convergere, dando vita a nuove forme di espressione culturale, che è una manifestazione di apertura e di ricerca di equilibrio, un autentico scambio reciproco, un arricchimento per tutti.» dissi, riflettendo sulle parole di Dakona con il tono misurato che la mia educazione vulcaniana aveva affinato.
L'idea di poter incontrare un monaco che aveva scelto di sottoporsi al Kolinahr suscitava in me un interesse particolare. «Sarebbe molto istruttivo apprendere di più su questo monaco che ha optato per il Kolinahr. Potrebbe offrire una prospettiva unica su come le due culture possono arricchirsi a vicenda e certamente anche mio fratello Elieth troverebbe estremamente interessante questa storia, data la sua passione per la filosofia vulcaniana.»
Il fatto che nel monastero fossero conservate copie di testi sacri vulcaniani e che vi fossero studiosi specializzati nella Filosofia di Surak alimentava ulteriormente la mia curiosità e il mio desiderio di approfondimento. «Questo luogo è un tesoro di sapere e tradizione, perché non solo conserva frammenti della storia di Vulcano, ma testimonia anche come le idee possano trascendere i confini planetari e culturali» commentai, osservando l'imponente architettura del monastero.
Esplorare questo luogo insieme a Dakona non era solo un percorso attraverso uno spazio fisico, ma anche un viaggio nella storia e nell'intersezione delle culture che, nonostante tutto, trovavano modi per coesistere e prosperare. Mi sentivo fortunata ad avere al mio fianco qualcuno con cui condividere queste riflessioni e scoperte, un compagno che apprezzava la profondità e il significato di questi scambi tanto quanto me.
«Dottore, grazie.» dissi guardando Dakona, sapendo che avrebbe potuto intuire che ero sincera.
RE: Ho sempre pensato che la speranza fosse un sentimento tipicamente umano - Neris - 30-07-2024
Causing people to suffer because you hate them... is terrible. But causing people to suffer because you have forgotten how to care... that's really hard to understand.
Dakona Raal Rigeliano
Sì, è affascinante. Confermò. Non credo che i miei antenati si aspettassero un'evoluzione in questa direzione quando si sono fermati nel sistema rigeliano. Magari non approverebbero Gli antichi rigeliani avevano lasciato Vulcano per sfuggire alla via di Surak, difficilmente sarebbero stati contenti di scoprire che alla fine essa aveva raggiunto ed influenzato i loro discendenti. ma io sono grato che sia finita così. È anche grazie alla filosofia vulcaniana che siamo diventati ciò che siamo. Senza la sua influenza, temo non saremmo diversi dai romulani. Le antiche tradizioni pre-Surak meritavano di essere tramandate, ma non la violenza dell'antica via. I rigeliani non avevano rinunciato alle proprie emozioni: convivevano con gli impeti di rabbia e violenza, ma avevano imparato a gestirli con l'esercizio fisico e la meditazione di stampo vulcaniano.
Mi informerò se è possibile incontrare il monaco. Aggiunse. Non so se potrà offrirci una soluzione ai nostri dubbi, ma sicuramente ci indirizzerà sulla strada giusta. Sì, valeva la pena tentare. Se c'era qualcuno che poteva mostrar loro la strada era proprio lui, che aveva toccato con mano entrambi i loro 'mondi'.
È stato un piacere. Disse infine, in risposta al ringraziamento della vulcaniana. Io sono qui per te, T'Dal. Sempre.
Concludiamo? Ci sarebbe un incontro con Elieth da ruolare. Ti va di passare a quello? (Ovviamente con tutta calma.)
RE: Ho sempre pensato che la speranza fosse un sentimento tipicamente umano - T'Dal - 24-08-2024
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Mentre Dakona esprimeva il suo pensiero sul percorso di evoluzione culturale del suo popolo, riflettevo su quanto la storia e il tempo possano modellare anche le tradizioni più radicate. Ogni parola che condividevamo era un passo avanti nella comprensione reciproca, un dialogo che ci arricchiva e che ci avvicinava ulteriormente.
«È davvero affascinante» risposi, mantenendo il tono calmo e riflessivo tipico della mia natura vulcaniana. «I vostri antenati forse non avrebbero approvato questa evoluzione, ma la storia spesso supera le intenzioni originali. La filosofia di Surak, pur con la sua disciplina e distacco, ha portato pace e logica, contribuendo a preservare la vostra cultura senza rinunciare alla vostra identità»
Quando Dakona parlò del possibile incontro con il monaco, sentii nascere in me un genuino interesse. "Sarebbe un'opportunità preziosa. Comprendere la prospettiva di qualcuno che ha abbracciato entrambe le filosofie potrebbe fornirci indicazioni utili per il nostro percorso. Sono curiosa di sapere cosa potrebbe rivelare.[/b]»
Il legame tra noi si fece più forte con il suo ringraziamento finale. «Il tuo sostegno e la tua presenza sono essenziali, Dakona» risposi con la compostezza tipica dei vulcaniani, ma con un calore che si insinuava sotto la superficie. «Non abbiamo ancora finito di esplorare queste possibilità, e sono certa che proseguiremo questa conversazione. E sappi che, il sentimento è reciproco: come te, sono qui per te, sempre.»
Proprio in quel momento, il nostro dialogo venne interrotto dal suono del comunicatore della nave. L'ufficiale delle comunicazioni apparve nell'aria con un ologramma che proiettava il volto serio ma composto di un giovane ufficiale. «Capitano T'Dal, c'è una chiamata in arrivo dall'ambasciatore Elieth. Dice che è importante.»
Soppesai per un attimo l'informazione, mantenendo il controllo delle mie emozioni. Mio fratello aveva un’abilità particolare nell’interrompere i momenti interessanti. Nonostante l’importanza della sua chiamata, sapevo che non avevamo finito questa discussione. «Tenente, avvisi l’ambasciatore che prenderò la comunicazione nel mio ufficio» risposi all’ufficiale, mantenendo il tono professionale, «ma comunichi gentilmente che la situazione attuale richiede un momento di pazienza» dissi, sapendo che mio fratello, normalmente, non aveva fretta. Era abituato ai miei ritmi dai tempi dell'accademia, la fretta non era mai stata... logica.
Voltandomi verso Dakona, dissi con un accenno di ironia, «Elieth ha un talento nel presentarsi nei momenti più critici. Ma non temere, non abbiamo finito questa conversazione. Riprenderemo da dove ci siamo fermati.»
Con un ultimo sguardo al paesaggio olografico, seguii il percorso che mi avrebbe condotto fuori dal ponte ologrammi, pronta a gestire la comunicazione importante, ma con la ferma convinzione che la nostra esplorazione, sia personale che culturale, avrebbe trovato presto il suo prosieguo.
Certo! Concludiamo questa e passiamo volentierissimo all'incontro con Elieth!