RE: I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio -
1701E - 17-05-2017
In nome della fattiva collaborazione tra i nostri popoli potrà procedere lei all'arresto, concesse il Romulano, che non era evidentemente a conoscenza del fatto di avere perso il proprio mascheramento olografico ma capirà che - trattandosi di un pericoloso terrorista - non possiamo fidarci delle vostre sole forze. Uscite dalla Curvatura e disattivate il vostro sistema di smorzamento del teletrasporto. Invieremo a bordo una squadra di sicurezza che vi assisterà.
Il Romulano sorrise e Rekon, che mentre lavorava aveva smesso di imprecare ma di tanto in tanto alzava lo sguardo per guardare il "nemico" non fece alcuna fatica ad immaginare come quel sorriso dovesse sembrare ambiguo anche se appiccicato posticciamente a dei lineamenti da Cardasisano.
Il tempo di giocare, però, era finito. Sperando di aver considerato tutte le variabili il vecchio ingegnere rivolse una silenziosa preghiera al Grande Ingranaggio, agli antenati e a qualunque divinità assistesse i pazzi e disse Siamo pronti...sto passando il controllo del timone alla mia consolle...
Il giovane timoniere, che da quanto aveva sgranato gli occhi alla vista del Romulano ora sembrava più un pesce palla che un Umano, neppure si accorse del fatto che la sua consolle veniva isolata, ma appena ebbe il controllo Rekon impostò una specifica sequenza di volo e tenne le grosse mani vicine al comando di avvio.
RE: I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio -
Neris - 20-05-2017
Let's make a deal: I'll spare you the 'ends justify the means'-speech and you spare me the 'we must do what's right'-speech. You and I are not going to see eye to eye on this subject, so I suggest we stop discussing it.
Sai Fujiwara | Human
Disattivare il sistema di smorzamento del teletrasporto? Cosa pensava il romulano, che loro fossero dei perfetti idioti? Non che quanto Sai aveva detto fino a quel momento potesse in alcun mondo innalzare il livello di intelletto riconosciuto dai romulani all'equipaggio di quella ferraglia civile, quindi in un certo senso poteva comprendere la sicurezza del nemico, le cui parole potevano essere interpretate come un "certo, certo, va bene tutto, tanto finirà con voi tutti stecchiti e la nave nelle nostre mani". E, d'altro canto, i romulani dovevano aver ripetuto quella ridicola trafila anche con l'equipaggio della U.S. Margot, quindi perché avrebbero dovuto anche solo sospettare che con la U.S. Hari Seldon le cose avrebbero potuto finire diversamente?
Gorhoç edek, Gul1. Si limitò a dire in risposta, per poi - mentre la connessione era ancora attiva - rivolgersi all'equipaggio... ossia, in realtà, solo a Rekon.
Uscire dalla curvatura. Ordinò, dando quindi il definitivo via libera al tellarite nel mettere all'opera il suo piano. Ok, visto che in quel momento Rekon lo considerava solo un antropologo bravo a giocare all'attore, forse era meglio dire che le sue parole, più che un ordine, erano semplicemente un modo per spiegare ai romulani perché la Hari Seldon d'un tratto avesse iniziato le procedure per uscire dalla curvatura.
Se mi permette, Gul... potrei avere qualche informazione sul terrorista? Ricominciò a parlare, per distrarre i romulani dalla questione smorzatore del teletrasporto ancora attivo. A dire il vero non sapeva come risolvere la questione... far finta che fosse sovraccarico e che non riuscissero a spegnerlo? Non era una scusa troppo evidente?
Nella lista passeggeri non vedo cardassiani a bordo, quindi posso teorizzare che si sia fatto una plastica. Continuò, mentre faceva finta di controllare i dati grazie i sistemi della poltrona multifunzionale su cui era seduto.
Avete qualche informazione sul suo attuale aspetto o sul nome con cui potrebbe essersi registrato?
Note:
- Gorhoç edek, Gul: "Obbedisco, Gul"
RE: I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio -
1701E - 20-05-2017
Alle parole di Sai, sul volto del Romulano si dipinse una espressione che non lasciava dubbi su cosa sarebbe successo loro dopo l'abbordaggio ma, probabilmente certo del proprio mascheramento olografico, rispose È sicuramente alterato chirurgicamente, ma disponiamo della tecnologia necessaria ad individuarlo, uscite dalla Curvatura e abbassate il vostro campo di sm... ma si interruppe quando qualcuno gli disse fuori schermo ciò che stava accadendo.
La sua è stata una decisione molto stupida, Capitano... sentenziò, mentre Rekon faceva eseguire ala Hari Seldon una finta decelerazione con successivo cambio di rotta e nuova accelerazione, in quella che si sarebbe potuta facilmente scambiare per un maldestro tentativo di manovra evasiva Ed ora ne pagherà le conseguenze...
Lo schermo si spense mentre l'incrociatore adeguava rotta e velocità affiancandoli nuovamente senza difficoltà, questa volta sul lato di dritta come desiderato dal vecchio Tellarite che, avendo immaginato la manovra grazie alla propria esperienza, stava gia procedendo con le contromisure.
Stanno estendendo il loro campo di curvatura per inglobare il nostro... affermò stupito il navigatore, mentre sulla sua consolle vide accendersi luci che fino ad allora - in dieci anni di servizio - erano sempre state silenti.
Ovvio... rispose distrattamente l'ex ufficiale Secondo te intendevano agganciarci con un raggio traente attraverso due campi di curvatura distinti? Stiamo parlando di un catenaccio Cardassiano di almeno vent'anni, mica di un Cubo Borg...adesso tenetevi ed attivate gli allarmi di collisione, inizia la fase uno...
La Fase uno iniziò con il violento scossone provocato dal raggio traente che li agganciava, ma la cattura durò molto poco. Mentre Rekon borbottava Fase due... ci furono una serie di piccoli scoppi in un punto preciso del vecchio scafo. Non vere e proprie esplosioni ma pannelli che venivano volontariamente rimossi per sganciare diverse celle di stoccaggio di antimateria.
Le celle ed i frammenti dello scafo - infinitamente più piccoli e di massa minore della Hari Seldon - vennero rapidamente attratti verso la zona ventrale dell'incrociatore Cardassiano e, quando furono vicini, Rekon disse Fase tre...ora è meglio se vi tenete...
Detto ciò il vecchio Tellarite attivò il programma che aveva scritto, generando una serie di sovraccarichi nella rete EPS. Ciò provocò l'esplosione di numerosi sistemi e generò un sovraccarico di energia lungo lo scafo, sovraccarico che si incanalò lungo il flusso di gravitoni come se si trattasse di un parafulmine.
I Romulani, accortisi del trucco, tentarono di disattivare il raggio traente, ma era tardi. Forse su un Falco da Guerra i tempi di risposta sarebbero stati diversi, ma gli enormi generatori di gravitoni Cardassiani impiegarono più di un secondo a depolarizzardi, con la conseguenza che l'intero apparato venne colpito dal sovraccarico, subendo ingenti danni.
Nella plancia oscurata e piena di fumo della Hari Seldon, Rekon si trovava sul pavimento con un brutto taglio sulla fronte e gli abiti civili sporchi di fuliggine a causa delle scosse ed esplosioni che avevano generato sovraccarichi un po' ovunque, ma riuscì ugualmente a contare correttamente il tempo e a sussurrare Fase quattro....
Quasi in contemporanea alle sue parole, il sovraccarico esplosivo del raggio traente incendiò ciò che vi era ancora imprigionato, avviando il processo di annichilimento delle celle di antimateria precedentemente espulse.
Un piccolo sole di antimateria si accese tra le due navi e, mentre la Hari Seldon procedette lungo la sua rotta subendo solo qualche altro scossone e sovraccarico, l'incrociatore Cardassiano subì la piena potenza della detonazione venendo proiettato fuori dalla Curvatura inerte, con un grosso squarcio nella zona che un tempo aveva ospitato il disco deflettore primario e l'apparato del raggio traente.
E adesso via, prima che si riprendano e vengano a cercercarci...
RE: I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio -
Neris - 23-05-2017
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Sai Fujiwara | Human
L'espressione del romulano, ancora convinto che il mascheramento olografico funzionasse perfettamente, era in un certo qual modo comica. Eppure Sai non si sentiva in vena di ridere, anzi era decisamente teso. Dalle prossime mosse di Rekon sarebbe dipesa la sopravvivenza di equipaggio e passeggeri, oltre che il successo o il fallimento della propria missione.
Così, quando i romulani chiusero il collegamento, Sai spostò la sua attenzione su quello che succedeva in plancia e sulla conversazione tra il navigatore e il tellarite. È il momento di vedere se il tuo piano avrà successo. Pensò, mentre il suo sguardo si soffermava per un attimo su Rekon.
Al primo avvertimento dell'ex ufficiale, Sai si tenne stretto alla poltrona del capitano, ma non poté salvarsi del tutto dal contraccolpo della fase tre. Diversi sovraccarichi si susseguirono nella plancia - come, probabilmente, nel resto della nave - provocando piccole esplosioni di sistemi che Sai sperava essere secondari, e lo sbalzo lo fece quasi cadere dalla poltrona. In qualche modo riuscì a non volare sul pavimento, per quanto la sua manovra non esattamente corretta gli avesse come minimo provocato una distorsione del polso sinistro, e si guardò attorno nella plancia piena di fumo.
La sua vista era offuscata dal fumo, che aveva anche iniziato a sollecitargli le vie respiratorie, tanto che Sai aveva cominciato a tossire. Si guardò intorno, cercando di comprendere la situazione dell'equipaggio di plancia, ma prima che potesse far qualcosa partì la fase quattro, e la nave fu scossa nuovamente mentre veniva spinta lontano dall'astronave nemica.
L'affermazione di Rekon gli fece comprendere che la manovra aveva avuto successo. In qualche modo non erano esplosi ed erano riusciti a provocare grossi danni alla nave di classe Galor. Non erano ancora fuori pericolo ma erano riusciti a sfuggire dalla tela del ragno. Se non fosse stato impegnato a tossire avrebbe tirato un sospiro di sollievo.
Coprendosi come meglio poteva la bocca col colletto della maglia, Sai borbottò: Ottima manovra, Rekon. Insomma, non ci capisco granché, ma se siamo ancora vivi direi che lo dobbiamo a te. Cosa facciamo adesso? Ci nascondiamo da qualche parte? O cerchiamo di raggiungere il porto più vicino?
RE: I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio -
1701E - 23-05-2017
Già, beh...immagino sarebbe stato meglio se non fossi finito col c*lo per terra... borbottò Rekon, accettando implicitamente il complimento del "capitano" adesso però leviamoci da qui. Quando avranno rimesso insieme i pezzi non saranno tanto contenti...
Il vecchio ingegnere provò quindi ad alzarsi a sedere, ma la botta doveva essere stata forte, perché ci rinunciò subito, gridando invece al timoniere Portaci nel sistema che avevate visto a massima curvatura ed infilati in orbita geostazionaria sul polo magnetico di uno dei giganti gassosi. Se ce n'è uno con nucleo solido in ferro/nikel meglio. E tieniti quasi nell'atmosfera, tanto quanto questa bagnarola riesce a stare.
Ascoltò quindi le parole dell'umano che stava impersonando il capitano della nave - e che era comunque più utile della maggior parte delle scimmie senza peli presenti - e rispose No, siamo troppo lontani da qualsiasi pianeta dotato di forze spaziali decenti. E quella carretta non starà fuori combattimento per molto, purtroppo. Li abbiamo colti di sorpresa, ma non abbiamo molti altri assi nella manica. Dobbiamo cercare di far passare un SOS e tenerci fuori dai guai fino a quel momento.
Quasi a chiosa delle sue parole, uno degli ufficiali di bordo aggiunse Ci sono ancora forti disturbi alle comunicazioni...non so come, ma ancora non possiamo mandare messaggi...
RE: I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio -
Neris - 26-05-2017
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Sai Fujiwara | Human
All'affermazione di Rekon sul fatto che sarebbe stato meglio non essere volato per terra, Sai si limitò a sorridere tristemente. Per quanto lui non fosse caduto, comunque il suo polso sinistro era dolorante. Guardandolo poteva rendersi conto che si era anche gonfiato, ma quantomeno era certo che non fosse rotto in quanto riusciva ancora a muovere le dita e, con difficoltà e dolore, il polso stesso. Appena la situazione si fosse calmata, Sai avrebbe fatto di certo un salto in infermeria, ma per il momento era costretto a sopportare e rimandare.
La situazione fumo era già migliore - forse perché l'impianto di aerazione della nave stava facendo il suo lavoro, forse perché il sistema di sicurezza aveva staccato la corrente alle consolle danneggiate, o forse perché lui stesso si era abituato - e Sai riusciva a respirare senza tossire come un matto.
Le parole del tellarite erano sensate: non c'era nessuno in zona che avrebbe potuto affrontare con successo una nave cardassiana pilotata da romulani. Di conseguenza la loro unica alternativa era nascondersi nel sistema solare che già in precedenza avevano cercato di raggiungere. 36 Ursae Majoris, eh!? Pensò, mentre cercava di riportare alla memoria qualsiasi informazione utile. Il tutto inutilmente, in quanto le uniche informazioni che possedeva su quel sistema solare erano quelle che diversi minuti prima (quanto tempo era passato?) aveva letto sulla consolle di controllo di volo.
Avendo notato che Rekon aveva tentato di rialzarsi senza riuscirci, Sai si alzò dalla poltrona e lo raggiunse. Hai bisogno di aiuto per alzarti? Domandò, porgendogli la mano sana.
RE: I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio -
1701E - 26-05-2017
No, che ti viene in mente ragazzino... rispose Rekon all'agente della Sezione 31 da sdraiato sul pavimento, mentre l'intera nave gemeva e sussultava accelerando a massima curvatura sto qui perchè mi piace il panorama del soffitto con i condotti di plasma bruciati a vista...
Ciò detto, il vecchio ingegnere allungò una zampa massiccia all'umano, per farsi aiutare, lamentandosi ininterrottamente di essere "troppo vecchio per queste stron*ate".
Con una certa difficoltà il Tellarite si arrampicò fino alla consolle ingegneristica e fece una scansione dei danni, prima di annuire soddisfatto Una vecchia carretta, ma solida...
Dopo una mezz'ora la nave giunse finalmente alla tanto agognata meta e - subito - entrò nell'orbita del più piccolo dei giganti gassosi, un pianeta di dimensioni di poco superiori a Sol V con un enorme nucleo in Ferro-Nikel. Al comando c'era ancora il vecchio Tellarite, mentre il Capitano rimaneva in infermeria, con la testa spaccata.
Siamo in orbita geostazionaria sul polo sud del paese, a 3.000 km dalla superficie... annunciò il timoniere. Forse avrebbe anche aggiunto qualcos'altro ma - a costo di piantarsi una costola rotta nel polmone sinistro - Rekon ringhiò con la cattiveria di un Klingon.
3.000 km? Cosa sei alla scuola guida astronavi? No, perché - casomai non lo avessi ancora capito - abbiamo una nave da guerra piena di Romulani inca**ati neri con noi. Scendi a meno di 250 km o togliti da quella consolle...
RE: I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio -
Neris - 28-05-2017
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Sai Fujiwara | Human
Mentre faceva del suo meglio per mantenere l’equilibrio nonostante i sussulti della nave che accelerava alla massima curvatura disponibile, Sai sorrise all'affermazione di Rekon. Se il tellarite era in grado di scherzare in quel modo, significava che, nonostante tutto, stava bene. Afferrò la mano che Rekon gli aveva teso e lo aiutò ad alzarsi. Durante quei pochi attimi, il tellarite riuscì a lamentarsi interrottamente sul fatto di essere troppo avanti negli anni per occuparsi di una situazione come quella, ma Sai si limitò ad ignorarlo. Sicuramente Rekon non era giovane, ma secondo l’orientale era ancora più che in grado di svolgere le mansioni di un membro, anzi di un ufficiale, della Flotta Stellare.
Mentre Rekon controllava la consolle ingegneristica, sentenziando che – nonostante tutto – quella carretta aveva retto, Sai non poté evitare di rilasciare un sospiro di sollievo. Probabilmente, se quella non fosse stata una vecchia astronave della flotta riconvertita ad uso civile, non avrebbe retto a tutti quei danni. Sicuramente la Hari Seldon era una nave dannatamente arretrata, ma forse Sai avrebbe dovuto riconsiderare la sua opinione su di essa: non era corretto definirla una ‘carretta’, visto che aveva permesso loro di sfuggire ai romulani. Romulani su di una nave cardassiana e probabilmente nemmeno molto recente, ma questo era un dettaglio.
Nei trenta minuti che erano stati necessari alla nave per raggiungere 36 Ursae Majoris, il polso sinistro di Sai aveva pulsato dolorosamente e, probabilmente, si era anche gonfiato un poco, ma il ragazzo non aveva dato segno di voler andare in infermeria. Quella era solo una distorsione, aveva sopportato di peggio, e Rekon era decisamente ridotto peggio di lui. Sì, probabilmente un semplice antropologo avrebbe approfittato della tranquillità del momento per farsi curare, ma Sai non aveva intenzione di lasciare la plancia prima che l’emergenza fosse conclusa. Non avrebbe sopportato di non sapere cosa esattamente stava accadendo.
All’affermazione del timoniere, Sai quasi si prese un colpo: 3000 chilometri dalla superficie? Con una nave di classe Galor che li stava cercando? Cos’era quello, un tentativo di suicidio? Come ci si faceva a nascondere se si rimaneva a quella distanza dal pianeta? Ma, prima che potesse dire alcunché, fu Rekon a riprendere l’inesperto ufficiale. Alle sue parole, Sai quasi si dispiacque per il timoniere, ma non c’era semplicemente tempo per preoccuparsi del possibile orgoglio di un idiota.
Qual è la situazione comunicazioni? Domandò, avvicinandosi all’addetto alle comunicazioni. Fino a quel momento aveva deciso di rimanere in disparte, per non attirare attenzioni superflue (ok, forse sarebbe stato meglio nemmeno entrare in quella plancia se non voleva attirare l’attenzione su di sé), ma stava cominciando a riconsiderare la cosa. Avendo frequentato la sezione ‘Tattica e Sicurezza’ dell’Accademia della Flotta Stellare, Sai aveva qualche conoscenza per quanto riguardava le comunicazioni, per quanto non avesse seguito corsi specifici per lavorare in quel campo. La sua idea, allora, era quella di diventare un ufficiale tattico non di occuparsi di comunicazioni ma, forse, le sue conoscenze avrebbero potuto risultare utili.
RE: I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio -
1701E - 31-05-2017
Le comunicazioni civili sono disurbate... rispose Rekon con un brontolio, spostando il proprio peso sulla parte sinistra del corpo. Si era fatto portare uno scranno perché le costole gli dolevano, ma aveva malamente scacciato il marinaio che gli aveva proposto di andare in infermeria Nulla di strano. Le comunicazioni civili operano su sole sette frequenze, possono essere disturbate da distanze considerevoli...
Non era chiaro se il vecchio Tellarite stesse parlando tra se e se o se stesse rispondendo alla domanda, ma comunque proseguì Dovremo trovare un'altra soluzione. La cosa migliore sarebbe far passare un segnale su una frequenza criptata della Flotta, ma non possiamo farlo con un trasmettitore civile...a bordo di questo rottame c'è qualcosa di utile per costruire un trasmettitore? domandò rivolto a nessuno in particolare.
Ma nessuno pareva avere una risposta. D'altra parte, non è che si può costruire un ripetitore subspaziale con un tavolo da Dabo, no?
RE: I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio -
Neris - 03-06-2017
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Sai Fujiwara | Human
Sette dannatissime frequenze. Essere bloccato su di un vascello civile - ok, un ex-vascello della flotta ma pesantemente modificato prima di essere reso ad uso non militare - era particolarmente frustante. Una parte di lui avrebbe voluto saltare fuori con un "Nessun problema, possiamo usare il trasmettitore installato da Trentuno" (magari senza la parte legata alla Sezione 31), ma la verità era che gli unici aiuti del Bureau erano stati un fott*to phaser di tipo 1 e il piano di viaggio. Non c'era nessun super trasmettitore e neppure un piano di recupero in caso di emergenza. Era solo, non poteva contare sull'aiuto di nessuno e non aveva i mezzi per tentare di contattare il Bureau o, comunque, il Comando di Flotta.
Costruire un trasmettitore!? È una cosa fattibile? Si ritrovò a domandare perplesso, all'affermazione di Rekon. Cosa ti servirebbe per costruirne uno o modificare quello già esistente? Dubitava che si potesse costruire un trasmettitore con gli oggetti e le attrezzature presenti su di una nave civile, ma non era un ingegnere quindi c'era sempre la possibilità che si sbagliasse. Beh, a dire il vero il silenzio in plancia dopo che Rekon aveva domandato se c'era sulla nave il materiale adatto a costruire uno confermava la sua teoria dell'impossibilità della cosa, ma la speranza era l'ultima a morire.