Non appena Paris ebbe dato l’assenso all’esecuzione del piano, Sarah si volse verso la Zaldan e la Vulcaniana che avrebbero dovuto proiettarla in aria: le due donne erano vicine e T’val si era già messa in una posizione accovacciata dando le spalle a Cippy, pronta a sfruttare lo slancio dell’informatica per fornirle la spinta necessaria.
”Al tre vado…” avvertì la rossa, mentre Oyuro avviava un tiro di soppressione sul cavaliere scheletrico armato di squalo, col chiaro intento di abbatterlo prima che potesse fare danno a qualcuno
”Uno…”
Il colpo dell’arma ad energia impugnata dall’Ufficiale della Sicurezza in bermuda si abbatté sulla spalla dello scheletro in armatura, vaporizzandola, e l’esplosione avanzò di un mezzo metro buono. Solo che il braccio a cui quella spalla era attaccato si trovò d’improvviso senza sostegno e uno squalo Borg morto eseguì un lungo arco parabolico.
Vedendolo, Sarah urlò terrorizzata
”Duetrearrivo!!!” e si lanciò in corsa verso le due donne che l’attendevano poco più avanti.
Mentre l’enorme squalo si schiantava sulla gabbia dove era imprigionato Klo’ph schiacciando le gambe dell’ufficiale, che cominciò ad urlare dal dolore, l’informatica dai capelli rossi raggiunse in corsa Saff, la quale le diede un poderoso spintone verso T’Val.
L’Allieva Vulcaniana attendeva solerte il superiore e, quando Sarah pose il piede nudo sulle sue mani poggiate a terra a coppa, utilizzò tutta la propria forza per proiettare l’umana alle proprie spalle.
Nella mente di Sarah quello sarebbe dovuto essere una sorta di volo epico, ma fu più una scena tragicomica degna di un olofilm di terza categoria. Sbracciando nel vuoto, infatti, la ragazza percorse svariati metri urlando, fin quando non abbrancò goffamente in un abbraccio l’immobile Cippy, che si mosse per intercettarla.
L’impatto con la palletta di metallo causò uno schiocco secco all’altezza di una costola e Sarah sentì il fiato mancarle, ma i repulsori della IA furono sufficienti a ridurre notevolmente la velocità del suo volo, che attraversò senza difficoltà la paratia olografica della Sala macchine, solo per poi schiantarsi sulla vera parete del ponte ologrammi posta subito dietro.
L’impatto, ancorché attutito dai sistemi antigravitazionali di Cippy, fu tutt’altro che morbido e dovette danneggiare alcune sezioni della griglia olografica perché Paris e gli altri, per pochi secondi, poterono vedere quella sezione di simulazione ondeggiare e la rossa accasciarsi al suolo boccheggiando, nel tentativo di ritrovare un minimo di fiato nonostante la costola – e forse qualcos’altro - fratturata.
Quando lo squalo colpì la gabbia di Klo’ph, comunque, alcuni Droni parvero riprendersi e cominciarono una rapida fuga dalla Sala Macchine, teletrasportandosi chissà dove per evitare l’esplosione del Nucleo, che nel frattempo si era allargata di altri due metri incenerendo la coda del Drago.
Fu forse quello a risvegliare la belva delle fiabe la quale, ruggendo di dolore, si erse in tutta la sua notevole mole e decise di sfogare il proprio dolore prendendo di mira i soli bersagli mobili che vedeva: Paris, T’val e Saff!!!
”Me la pagherete per aver disturbato la mia tana! Adesso vi distruggerò!!!” ringhiò, sollevando l’enorme collo ed aspirando una grande boccata d’ossigeno, come se si stesse apprestando ad accumulare quanto più aria possibile nei polmoni.
Mentre lo faceva, però, con la sola ala sana colpì ino dei serbatoi dell’idrogeno liquido impiegato nei sistemi di raffreddamento del reattore, che si incrinò pericolosamente cominciando a congelarsi sulla superficie della frattura, come se parte del contenuto si stesse riversando all’esterno.
Ormai al di fuori della simulazione, Sarah venne richiamata da Cippy, che pigolava senza sosta chiedendole come stesse e spronandola a sbrigarsi a spegnere la simulazione, prima che tutti i suoi colleghi morissero atrocemente.
La rossa non aveva fiato per rispondere alla palletta di metallo, ma annuì e con uno sforzo si trascinò fino ad un pannello, dal quale avrebbe potuto accedere ai sistemi manuali di controllo del Ponte Ologrammi. Le ci vollero tre tentativi per rimuovere la paratia e, quando lo ebbe fatto, si trovò di fronte ad una matassa di cavi dati.
Conosceva dal punto di vista teorico ognuno di quei componenti, ma in quel momento la sua mente – forse intontita da una commozione cerebrale - faticava a capire come sistemarli per disattivare il tutto: provò a strappare alcuni cavi, mentre lo sguardo correva alla simulazione che si sviluppava a meno di cinque metri da lei, ma l’urlo della costola rotta le impose di smettere.
Disperata, la ragazza osservò il condotto di energia che correva accanto al cavo ODN ed una idea folle le attraversò la mente, spingendola a… mettere mano alla parte superiore del proprio costume da bagno!
@All