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TFB Non mi piace stare all'inferno - Versione stampabile

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RE: Non mi piace stare all'inferno - Neris - 06-04-2024

Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.

Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Seeth rimase in silenzio mentre Suder spiegava la situazione al capitano T'Dal, la sua mente intenta a considerare quanto avevano scoperto fino a quel momento. Ben poco, in effetti. Non importava quando si spremesse le meningi, le informazioni in loro possesso non erano sufficienti per comprendere cosa stava succedendo.

La Kal'Ruq è già stata informata, ma la ringrazio comunque per la disponibilità. Intervenne, quando fu interpellata. Se notasse qualcosa di sospetto, la prego però di notificare i miei colleghi. Poteva sembrare una richiesta scorretta, in quanto non aveva chiesto al proprio capitano di fare la stessa cosa, ma quello era territorio klingon. Se la Saratoga avesse preso qualche problematica iniziativa (come sparare ad una nave occultata) senza informare la Kal'Ruq, lei si sarebbe ritrovata a dover affrontare l'ennesimo incidente diplomatico.

Vi terremo informati. Aggiunse, prima che la comunicazione si chiudesse.

I am hopeful that one day I will discover my own humanity.

Marjorie Midway Androide

Mid connesse il tricorder scientifico all'ennesima console, rimpiangendo i bei vecchi tempi in cui non avrebbe dovuto girare mezza nave per comprendere quale fosse il problema. Erano state riscontrate alcune piccole anomalie ai sistemi da quando la Saratoga era entrata nello spazio klingon. Nulla che rischiasse di mettere a repentaglio la missione, ma sufficientemente inusuale per far partire un controllo più approfondito. Considerando che la sua "specializzazione" in cibernetica era raramente richiesta, Mid si era ritrovata nuovamente a supportare i suoi colleghi della sezione informatica.

Da dove spunta questo errore di programmazione? Si chiese mentre analizzava una particolare stringa di codice. Se era arrivata a quella specifica console, non troppo distante dalla sala teletrasporto, era perché sembrava essere l'origine della catena di piccoli errori che si erano trovati a tamponare nelle ultime ore. Qualcuno ha fatto delle modifiche? Evidentemente uno dei tecnici a bordo aveva causato quel guaio, magari nel tentativo di risolvere qualche altro problema. Se quello era il caso, forse era meglio fare un'analisi più approfondita prima di mettere mano sull'errore.

..e fu proprio grazie a quel controllo che Mid lo notò. Midway a plancia. Disse attivato il comunicatore. Abbiamo un teletrasporto dal pianeta in corso? Domandò, mentre i suoi occhi seguivano rapidi le stringe di codice di fronte a lei. Il picco di energia era normale se c'era un teletrasporto in corso, ma il resto decisamente no. Potrei aver scoperto un hackeraggio di alcuni sistemi legati alla sala teletrasporto, principalmente quello di sorveglianza. Considerando il picco energetico dalla sala teletrasporto...



RE: Non mi piace stare all'inferno - @Les - 07-04-2024

Gork non meritava di stare a Rura Penthe o, almeno, questo era ciò di cui era convinto il klingon: molte delle sue idee non combaciavano esattamente con quelle dei suoi colleghi e gli avevano creato diverse inimicizie nel corso degli anni... ma anche qualche alleato, che vedeva in lui la possibilità di cambiare le cose, di far uscire l'Impero da quella stagnazione in cui era caduto nell'ultimo secolo. I suoi alleati avevano metodi forse poco ortodossi per dei klingon, ma a volte era necessario per un bene superiore. La fuga dal pianeta prigione era stata pianificata da mesi, nei minimi dettagli. La presenza di Idaris si era semplicemente rivelata fortuita: non avrebbe fatto alcuna differenza che si trattasse di lui o di uno degli altri prigionieri federali... ma visto che il suo caso stava venendo esaminato proprio in quel momento, era stato più semplice forzare la mano della Flotta perché mandasse una nave e degli ambasciatori a chiedere il suo rilascio.

Anche in questo caso a Gork e ad i suoi alleati, bastava in realtà semplicemente la nave. Aspettatemi! gridò l'unico ferengi nel gruppo dei fuggitivi. Il passo degli altri era troppo rapido per lui e giorni di lavoro nelle miniere lo avevano indebolito a tal punto che ormai si reggeva a malapena in piedi. Nessuno, tuttavia, sembrava avere la minima intenzione di tornare indietro specialmente perché, nonostante l'oscurità, qualcosa era spuntato tra le alture, all'orizzonte alle loro spalle. Ci hanno trovati! esclamò Kela, realizzando che si trattava dei loro carcerieri Datti una mossa! esclamò Gork, afferrando senza troppa cura il pesante cappotto di pelli che indossava il trill, per trascinarlo al proprio seguito: per quanto riguardava il klingon non era di grande importanza che il trill sopravvivesse, né nutriva una particolare stima nei sui confronti... ma se volevano far ricadere su di lui la colpa, era necessario che fosse presente quando si sarebbero teletrasportati a bordo della Saratoga.

Gork si guardò attorno, erano ormai fuori dalo scudo magnetico che impediva il teletrasporto, ma questo non significava che fosse un buon momento per eludere la sicurezza a bordo della nave. State giù! ordinò a Kela e ad un boliano che era con loro, spingendoli senza grande cura dietro ad un cumulo di neve mentre prendeva il comunicatore per chiamare i suoi alleati ed avvisarli che erano in posizione, pronti al teletrasporto. Da lontano i latrati degli animali al loro inseguimento si facevano sempre più vicini...


RE: Non mi piace stare all'inferno - T'Dal - 14-04-2024

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Annuii alle parole di Seeth. «Garantisco che qualsiasi sviluppo sarà prontamente condiviso per prevenire malintesi o incidenti diplomatici. La cooperazione è fondamentale, specialmente qui»  ammisi pacatamente.

Poco dopo, la comunicazione di Mid mi raggiunse, una serie di dati e anomalie le avevano fatto sollevare dubbi su possibili alterazioni dei nostri sistemi. «Mid, confermo che non abbiamo attività di teletrasporto in corso a bordo, né da, né verso il pianeta»  confermai prontamente dopo una verifica rapida, ma sapevo che non avevo dato nessun ok per scendere o salire dal pianeta «L'energia che hai rilevato potrebbe indicare una tentata interferenza esterna. È imperativo che conduci un'indagine approfondita per tracciare l'origine di queste anomalie. Siamo in uno stato di allerta elevato, e ogni dettaglio è cruciale per la sicurezza della Saratoga. Qualsiasi anomalia nei sistemi di teletrasporto è da considerarsi non autorizzata e potenzialmente pericolosa.» dissi.

Queste interazioni mi fecero riflettere profondamente sulla fragilità della nostra posizione. Ogni decisione, ogni azione poteva avere ripercussioni ben oltre i confini della nostra nave. Era una responsabilità che non prendevo alla leggera, un peso che sentivo con ogni fibra del mio essere.

«Stanno tentando di teletrasportarsi a bordo» commentò uno dei miei ufficiali di sicurezza dalla sala del teletrasporto, osservando i dati sui sensori.

«Assicuratevi che le nostre misure di sicurezza siano all'erta massima. Allarme giallo»  ordinai, mentre la possibilità di un imminente tentativo di teletrasporto clandestino diventava sempre più concreta. «Dobbiamo essere pronti a contrastare qualsiasi tentativo di infiltrazione e soprattutto, manteniamo alta la vigilanza.»

Ogni momento su quel ponte era un equilibrio tra calcolo freddo e decisioni rapide, tra la logica di un vulcaniano e l'impulsività delle situazioni di crisi. E in quel frangente, il peso del comando non era mai stato così palpabile.


Non voglio dargliela subito vinta Laugh



RE: Non mi piace stare all'inferno - Neris - 17-04-2024

I am hopeful that one day I will discover my own humanity.

Marjorie Midway Androide

Sì, capitano. Sono già all'opera. Confermò Mid, continuando a lavorare freneticamente sul suo tricorder. Il tempo a sua disposizione era poco ma la rapida reazione del capitano lo aveva esteso: con l'attivazione dell'allarme giallo e il conseguente innalzamento degli scudi, il picco di energia si era infatti interrotto.

Chiusa la chiamata, Mid si affrettò a contattare il Laboratorio d'Informatica mentre continuava il suo lavoro. Trovò i colleghi già informati della situazione, probabilmente dalla plancia, e pronti a collaborare con lei.

Non è un hacker, è un virus. Disse d'un tratto, la chiamata col laboratorio ancora aperta. Riuscite a rilevarlo? Sì, esatto. Si è integrato quasi alla perfezione coi sistemi: chiunque l'ha progettato li conosce bene. Il virus aveva origine federale, c'erano pochi dubbi. Debellarlo era fattibile ma per farlo in sicurezza ci sarebbe voluto tempo. Per il momento potevano impedirgli di compiere azioni indesiderate, come disattivare gli scudi. I sistemi della sala teletrasporto erano ancora infetti, ma fintanto che gli scudi fossero rimasti attivi...

Cosa diamine...!? Mid aveva rilevato un nuovo picco di energia nel teletrasporto. Con gli scudi attivi, il teletrasporto non avrebbe dovuto essere possibile. A meno che...

Diede alcune indicazioni ai suoi colleghi, per poi mettere la chiamata in standby e ricontattare la plancia. Capitano, teletrasporto dal pianeta in corso. Non possiamo bloccarlo. Avvertì, per poi spiegare: Stanno sfruttando le finestre EM create dalla rotazione degli scudi.

Se avesse avuto il tempo, sarebbe riuscita - in un modo o nell'altro - ad interromperlo, ma i teletrasporti erano quasi istantanei. Mentre stava parlando con T'Dal, i clandestini stavano venendo portati a bordo.



Nel frattempo, in sala teletrasporto, Charles (detto "Charlie") Loncar stava imprecando. Quel dannato virus. Irrilevabile un corno! Per quanto non avesse nutrito molto speranze di non essere scoperto, non si era aspettato che sarebbe successo ancor prima di aver portato i suoi compagni a bordo. Aveva anche sperato di poter nasconderli fino al loro arrivo in spazio federale, dove Trentuno avrebbe preso il problema nelle sue mani. Invece stava non solo faticando ma aveva anche la sicurezza in arrivo.

Dopo aver inserito le ultime impostazioni, Charlie diede nuovamente energia. La piattaforma di teletrasporto si illuminò mentre gli alleati che aveva agganciato sul pianeta (e che erano sul punto di venire raggiunti dai loro inseguitori) venivano materializzati a bordo.

Mi sto immaginando Charlie come una nuova aggiunta all'equipaggio della Saratoga, quindi vi è stato assegnato alla conclusione della missione quinquennale (o addirittura poco prima della partenza per questa missione Thinking ). Non avevo la forza di scriverlo, ma ci dev'essere almeno un suo collega disteso sul freddo pavimento della sala teletrasporto... che si fa un pisolino causa colpo di phaser in modalità stordimento. Laugh



RE: Non mi piace stare all'inferno - @Les - 17-04-2024

I tre fuggitivi si materializzarono contemporaneamente nella sala teletrasporto della Saratoga, ignari dell'allerta che il loro arrivo a bordo aveva causato, quanto felici di averla fatta sotto al naso ai loro carcerieri. L'espressione sul volto di Charlie, comunque, la diceva lunga ancora prima che avesse modo di aprire bocca. Abbiamo uno stramaledetto problema... brontolò il tecnico, mentre cercava in ogni modo di nascondere le tracce di ciò che aveva fatto, ma ogni suo tentativo di depistaggio, sembrava essere prontamente corretto dal computer. Hanno rilevato il teletrasporto. Gork... e tu, trill... non muovetevi da quella piattaforma. ordinò, procedendo a smaterializzarli di nuovo: era riuscito, per un istante, a creare un loop di feedback tale che il secondo teletrasporto sarebbe stato percepito null'altro che come un'eco del primo. I due erano stati teletrasportati sani e salvi all'interno di uno degli alloggi inutilizzati, preventivamente schermato perché nemmeno con una ricerca con i sensori interni della nave potesse rilevare la loro presenza. Tutto ciò che avrebbero rilevato, sarebbe stato un alloggio, vuoto come tanti altri.

Senza esitare il tecnico estrasse il phaser che si trovava nell'alloggiamento di sicurezza e sparò al boliano rimasto in sala teletrasporto, uccidendolo sul colpo. In quello stesso istante, due ufficiali della sicurezza fecero irruzione, trovando Loncar a terra, sconvolto. E' apparso all'improvviso! Non sono riuscito a fermare il teletrasporto! disse, fingendosi sotto shock. Gli ho detto di non muoversi, ma ha minacciato di uccidermi e... disse, fingendo di non riuscire a completare la frase. Non volevo! mentì. In realtà non era certo la prima volta che uccideva qualcuno a sangue freddo. Probabilmente non lo avrebbero nemmeno considerato come agente della Sezione 31 se la sua morale lo avesse ostacolato in sciocchezze del genere.

T, cerca di non smascherarci subito || Ner, sorry, ti ho fregato il PNG, ma ho pensato che un agente della Sez.31 nascosto da chissà quanto su una nave Federale sapesse come cavarsela meglio degli ultimi arrivati che non sanno nemmeno che ci fanno lì. Aveva più senso che fosse lui a prendere l'iniziativa.



RE: Non mi piace stare all'inferno - T'Dal - 17-04-2024

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Alzai un sopracciglio al rapporto di Mid: La scoperta che il virus non solo interferiva con i nostri sistemi, ma permetteva anche un teletrasporto non autorizzato durante la rotazione degli scudi, richiedeva un'azione immediata e decisiva.

«Mid, isolare il virus deve essere la nostra priorità immediata, collabora con il Laboratorio d'Informatica per neutralizzare questa minaccia. Impedisci al virus di eseguire qualsiasi altro comando indesiderato, soprattutto nella sala di teletrasporto» dissi pacatamente

Mentre parlavo, ero consapevole che era fondamentale proteggere l'integrità fisica e operativa della nave. «Ingegneria, incrementate la frequenza di rotazione degli scudi per minimizzare le finestre di vulnerabilità EM. Questo dovrebbe ridurre la possibilità di altri teletrasporti non autorizzati»

Il prossimo comando era rivolto al capo della sicurezza, dato che la minaccia non era limitata solo ai sistemi elettronici. «Sicurezza, dispiegate squadre in tutti i punti critici della nave, inclusa la sala teletrasporto. Voglio che venga effettuata una verifica completa di tutti i compartimenti e degli alloggi. Arrestare chiunque sia stato teletrasportato illegalmente a bordo e interrogare. Dobbiamo capire le loro intenzioni e se c'è una minaccia maggiore alla sicurezza»

Infine, mi rivolsi al mio ufficiale delle comunicazioni. «Mantieni linee aperte con il comando della Flotta Stellare, con la nave klingon e con le autorità di Rura Penthe. È essenziale che siano informati della situazione e delle nostre azioni. La trasparenza è fondamentale per prevenire malintesi diplomatici.»

Queste direttive erano necessarie non solo per contenere la situazione attuale, ma anche per prepararci a gestire le possibili conseguenze. Ogni decisione, ogni azione doveva riflettere la logica e la prontezza che si aspettavano da un capitano vulcaniano. Il peso del comando in momenti come questi era tangibile, ma era un onere che accettavo con la serietà e il senso del dovere che definivano il mio ruolo e la mia specie. La nave e il suo equipaggio dovevano emergere da questa prova non solo intatti, ma rafforzati, pronti a fronteggiare qualsiasi altra sfida che l'universo potesse presentare.



RE: Non mi piace stare all'inferno - @Les - 22-04-2024

Che stai facendo? chiese Gork in direzione del trill. Kela gli fece cenno di tacere: aveva smontato un pannello accanto alla porta ed ora stava trafficando al suo interno lasciami concentrare, è un po' che non ho a che fare con tecnologie del genere...! protestò l'altro. Fermo! brontolò il klingon, afferrandolo e strattonandolo perché si allontanasse dalla porta qualunque tentativo di manomettere i sistemi potrebbe essere rilevato, attieniti al piano! grugnì con fare minaccioso. Il trill si limit a scuotere la testa ascolta... i tuoi amici hanno intenzione di farmi fuori per un crimine che non ho commesso. Non intendo lasciarmi sfuggire l'unica occasione che ho di andarmene di qui tutto d'un pezzo. Il vostro piano non ha funzionato, fattene una ragione: ce ne serve uno nuovo! esclamò mentre ritornava al lavoro. Passarono solo pochi istanti prima che la porta si aprisse e, dal sorriso soddisfatto che apparve sul suo volto, il suo intento doveva essere esattamente quello.

Questo alloggio è schermato, non possono rilevarci finché rimaniamo qui. gli fece notare il klingon, afferrandolo per un braccio prima che il Trill potesse mettere piede all'esterno. Sanno che ci sono degli intrusi a bordo, magari ci vorrà del tempo, ma prima di andarsene controlleranno tutta la nave, palmo a palmo... e a quel punto ci troveremo qui un'intera squadra della sicurezza con i phaser puntanti contro. Beh... se vuoi rimanere qui ad affrontarli buon divertimento. Io tolgo il disturbo. disse, riuscendo in qualche modo a divincolarsi dalla presa del klingon per avviarsi lungo il corridoio.

Avremo bisogno di armi. Eviterei l'armeria... di solito tengono dei phaser in alloggiamenti di emergenza... iniziò a spiegare, ma prima che potesse finire la frase il klingon aveva fatto a pezzi il tavolo che si trovava all'interno dell'alloggio con un colpo deciso e ne aveva scelto un paio di frammenti che avrebbero potuto fungere da pugnali d'emergenza. Sì... beh... o possiamo fare anche così. convenne il trill, incitando il klingon a seguirlo mentre si avviava verso uno dei poti inferiori.


RE: Non mi piace stare all'inferno - T'Dal - 26-04-2024

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Stavo monitorando attentamente lo stato della nave quando ricevetti un aggiornamento riguardante l'attività sospetta nel settore di alloggio. In quel momento, mi trovavo a valutare le informazioni riportate dal mio ufficiale di sicurezza tramite il comunicatore, dettagli che riguardavano due fuggitivi, un Trill e un Klingon, apparentemente coinvolti in tentativi di manomissione dei sistemi di sicurezza della nave.

Con un tono che manteneva la calma, pur essendo fermamente autorevole, impartii le mie istruzioni. «Aumentate la sorveglianza su tutti i sistemi vitali. Voglio che ogni tentativo di manomissione venga immediatamente rilevato e isolato. Inoltre, attivate misure di sicurezza aggiuntive per prevenire qualsiasi accesso non autorizzato, particolarmente nei sistemi di comunicazione e di controllo delle porte»

Mi rivolsi poi al capo della sicurezza, la cui presenza era richiesta per affrontare la situazione con la giusta gravità. «Signor Bing, formate una squadra di intervento rapido. Voglio che questi individui siano trovati e assicurati senza ulteriori danni a loro stessi o alla nave. Utilizzate tutti i sensori a nostra disposizione per tracciare i loro movimenti, anche se credono di essere nascosti»

Consapevole delle possibili implicazioni di un confronto diretto, e della delicatezza richiesta in una situazione che coinvolgeva membri di specie diverse, con potenziali implicazioni diplomatiche, aggiunsi «Siate pronti a negoziare se necessario, ma mantenete una posizione di forza. È vitale mostrare che il controllo della situazione è saldo nelle nostre mani. In ogni caso avete ordine di catturare, non neutralizzare, a meno che non sia strettamente necessario. Usate phaser impostati su stordimento. Voglio evitare vittime inutili» dissi, cercando i passi migliori da fare.

La tensione nell'aria era palpabile, ma mantenni il controllo delle emozioni, come mi era stato insegnato. La sicurezza della Saratoga e del suo equipaggio dipendeva dalle decisioni prese in quei momenti critici. Ogni scelta doveva essere ponderata e ogni azione doveva essere eseguita con precisione, per garantire che la situazione venisse risolta con il minimo conflitto possibile. Questo era il peso del comando, un peso che portavo con serietà e dedizione, per il bene di tutti a bordo.



RE: Non mi piace stare all'inferno - @Les - 27-04-2024

... e no, questo non va bene decise Kela, bloccandosi all'improvviso e costringendo il klingon a ritornare sui propri passi: nello svoltare nel nuovo corridoio aveva scorto due ufficiali della sicurezza appostati davanti all'infermeria. Evidentemente erano già stati scoperti e qualcuno intendeva assicurarsi che non accedessero alle aree sensibili della nave. Che succede? chiese Gork, facendo sobbalzare il trill shhht! esclamò Kela preoccupato ci sono due uomini di guardia, non possiamo proseguire! spiegò, abbassando nervosamente la voce. Ah. Me ne occupo io disse il klingon e prima ancora che avesse finito la frase si era scagliato contro i due poveri ufficiali, che si trovarono atterrati prima ancora di riuscire ad estrarre il phaser.

Sì, beh... avevo in mente qualcosa di più discreto, ma presumo vada bene anche così... commentò Kela, raggiungendo il compagno. La porta dell'infermeria si aprì non appena i due si avvicinarono al sensore, ma i pochi presenti non fecero in tempo a realizzare cosa stesse accadendo, perché Kela era riuscito ad appropriarsi del phaser di una delle guardie e, senza perdere un istante, lo aveva puntato verso uno dei medici. Allontanati dalle console! lo minacciò, ma non appena si rese conto che l'uomo aveva tutta l'intenzione di raggiungere l'interfono. Il klingon, tuttavia, non sembrava in vena di essere altrettanto diplomatico e si avventò contro l'ufficiale, atterrandolo senza troppe difficoltà. Spero che il tuo piano non sia ritornare sul pianeta brontolò Gork rialzandosi. Non ci penso proprio! Porta qui quei due e blocca le porte. rispose deciso Kela, riferendosi ai due ufficiali che avevano atterrato poco prima ... e voi altri... fate come dico e nessuno si farà male. A terra... e mani bene in vista! ordinò ai presenti, mentre iniziava a lavorare alla console che aveva di fronte per isolare la sala in modo che non potessero teletrasportarli fuori a tradimento.

Solo quando si fu accertato che l'infermeria fosse al sicuro e Gork avesse gli ufficiali medici e della sicurezza sotto controllo, Kela attivò un canale di comunicazione con la plancia. ... sembra che ci siano ritrovati tutti in una situazione spiacevole annunciò ... immagino che a questo punto vi siate resi conto che abbiamo preso il controllo dell'infermeria. Abbiamo qui cinque persone... sarebbe un peccato se dovesse succedere loro qualcosa. Non trovate?

ho trovato il modo per reinserire Ner se le va di muovere Dakona, altrimenti teniamo in ostaggio chiunque fosse in servizio in quel momento, no probs Big Grin



RE: Non mi piace stare all'inferno - Neris - 28-04-2024

Causing people to suffer because you hate them... is terrible. But causing people to suffer because you have forgotten how to care... that's really hard to understand.

Dakona Raal Rigeliano

Dall'infiltrazione nemica, Dakona non aveva avuto un attimo di pausa. Subito dopo l'incidente, era corso in sala teletrasporto. Aveva teletrasportato d'urgenza il boliano in infermeria, lasciando ad una collega il compito di assicurarsi delle condizioni di salute di Loncar. Purtroppo, i tentativi di rianimare il fuggitivo erano falliti. Dakona non aveva potuto far altro che dichiarare il suo decesso, e far portare il suo corpo in obitorio. Si era soffermato in obitorio quel che bastava per ascoltare una prima, sommaria, valutazione da parte del medico forense, poi aveva lasciato il collega alla sua autopsia per tornare alle sue mansioni. Con ostili a bordo, era fondamentale che l'infermeria e il suo staff fossero pronti ad intervenire in caso di emergenza.

Stava percorrendo il corridoio che collegava le varie zone dell'infermeria, compreso l'obitorio, quando una voce lo mise in allerta: Fate come dico e nessuno si farà male. A terra... e mani bene in vista! Dakona si fermò, a pochi passi dalla sottile porta - pensata per isolare il corridoio dai virus, non dai suoni - che dava alla zona principale dell'infermeria. Dalla sua posizione, la voce era parzialmente distorta ma il rigeliano riuscì comunque a farsi un'idea di quello che stava accadendo. I suoi colleghi erano stati presi come ostaggi, dagli stessi passeggeri clandestini che la sicurezza stava cercando. La situazione, dannatamente spiacevole, gli ricordava il periodo in cui aveva lavorato in zone di guerra.

Muovendosi più silenziosamente possibile, Dakona tornò indietro lungo il corridoio, fino a raggiungere il locker di emergenza. Dopo averlo sbloccato, ne estrasse un phaser e trasse un profondo respiro. Da quanto aveva sentito, gli stessi nemici avevano informato la plancia della situazione. In un certo senso, era loro grato perché gli avevano evitato di doversene occupare lui. Così, il rigeliano tornò a muoversi per il corridoio, raggiungendo una finestra da cui sbirciare la situazione. I nemici erano non erano molti: un trill intento ad elencare le sue richieste alla plancia, e un klingon che stava sorvegliando gli ostaggi.

Improvvisato un piano, Dakona tornò alla porta. La trovò bloccata, ma ciò non lo scoraggiò. L'infermeria era stata isolata ma il corridoio in cui si trovava era ancora parte dell'infermeria. Anche in caso di quarantena (e di quarantena qua si trattava) lo staff medico aveva il permesso di muoversi da una parte all'altra dell'infermeria. Per bloccare l'ufficiale medico capo serviva ben altro. Così, settato il phaser a stordimento pesante, Dakona inserì il suo codice di autorizzazione nel pannello di fianco alla porta. Quando questa si aprì, sparò due volte verso il klingon per poi affrettarsi a prendere riparo.