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RE: Non mi piace stare all'inferno - @Les - 24-05-2024
Bisogna essere onesti per vivere fuori dalla legge.
Kela Idaris Trill
Kela lanciò un'occhiata scettica in direzione del medico: il suo ostaggio avrebbe potuto essere anche il capitano in persona, ma non si sarebbe sentito "a proprio agio" finché non fosse stato da solo, su una navetta, a ragionevole distanza da qualunque nave federale e/o klingon. Allo stesso tempo, doveva ammettere che quella proposta sembrava abbastanza equa, non fosse stato che implicava uscire da lì, attraversare chissà quanti corridoi, dove molto probabilmente si trovavano appostate decine di ufficiali della sicurezza pronti ad aprire il fuoco per liberare l'ostaggio. Mio buon dottore, mi perdonerà se non credo a tutta questa improvvisa disponibilità nei miei confronti, visto che mi sono dovuto arrangiare da solo per andarmene da quel pianeta infernale. fece notare il Trill, prestando grande attenzione affinché alle sue spalle si trovassero solamente le paratie che separavano l'infermeria dagli ambienti circostanti, in modo da evitare brutte sorprese, tipo qualche ttacco a tradimento.
Doveva ammettere, tuttavia, che le richieste del capitano, per quanto inaccettabili, non erano irragionevoli. Ok. Ok... stringiamo un accordo. disse, intravedendo una via d'uscita che avrebbe forse potuto accontentare entrambi ... libererò uno degli ostaggi in segno di buona volontà propose allargando le braccia, quasi a voler dimostrare di non aver niente da nascondere. Quel gesto sarebbe stato tuttavia molto più credibile se, nelle sue mani, non ci fosse stato un phaser ... mi metta in comunicazione con il capitano Dax e ne libererò un secondo. Degli altri potremo discutere dopo che avrò parlato con mia sorella. suggerì, pronto a fare esattamente quanto dichiarato se la vulcaniana avesse acconsentito. Sarebbe comunque rimasto con altri tre ostaggi, più che sufficienti a proteggerlo nel caso di scherzi inattesi da parte di qualche ufficiale della Flotta.
RE: Non mi piace stare all'inferno - Neris - 25-05-2024
For a joined Trill, nothing is more important than to protect the life of the symbiont. Nothing.
Elina Milayn Dax Trill Unita
L'esordio di T'Dal non promise esattamente bene ma parzialmente la rassicurò. Kela era ancora vivo. La sua situazione poteva essere difficile, forse la sua vita era a rischio, ma c'era ancora speranza. Elina non sapeva bene cosa aspettarsi ma, quando la sua amica proseguì, venne totalmente presa alla sprovvista. Ha preso degli ostaggi... sulla Saratoga? Ripeté lentamente, quasi incredula. Cosa diamine stava succedendo? No, non dovrei sorprendermi. Riflettendoci, è da lui. Suo fratello era un idiota, Elina non aveva ombra di dubbio. Attaccare chi era venuto a salvarlo... e prendere degli ostaggi su una nave della flotta stellare! A quel punto sarebbe stato difficile tenerlo fuori dal carcere. Elina era addirittura tentata di andare a prenderlo lei stessa e trascinarlo per le orecchie in cella. Una cella federale, ovvio. Qualunque crimine avesse commesso, Kela rimaneva suo fratello. Non poteva lasciarlo morire su Rura Penthe.
Sono desolata per la situazione. Si scusò. Passamelo, gli parlo io. Farò il possibile per farlo ragionare. Elina non era una negoziatrice ma aveva avuto diverse esperienze in campo diplomatico durante i suoi anni come capitano. Kela poi era suo fratello. Poteva vedere la flotta e l'intero universo come suo nemico, ma non lei. O almeno così Elina voleva sperare. C'è qualcosa che devo sapere prima di parlargli?
Ho risposto solo con Elina perché Dakona non aveva molto da fare vista la situazione. Sappiate solo che non si muoverà dall'infermeria fino a quando l'ultimo dei suoi sottoposti non sarà stato liberato.
RE: Non mi piace stare all'inferno - T'Dal - 29-08-2024
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Mentre monitoravo lo sviluppo della situazione, riflettevo sulla complessità delle dinamiche familiari e sul modo in cui queste potessero influenzare le scelte e il comportamento di un individuo. Kela, nonostante la sua apparente calma e risolutezza, era chiaramente un uomo disperato, spinto all'estremo dalle circostanze. La sua sfiducia nei confronti della Flotta Stellare e il suo timore di essere tradito erano palpabili. «Mio buon dottore, mi perdonerà se non credo a tutta questa improvvisa disponibilità nei miei confronti, visto che mi sono dovuto arrangiare da solo per andarmene da quel pianeta infernale.» aveva detto, il suo tono impregnato di amarezza e sospetto. Comprendevo il motivo per cui Kela fosse così scettico: Rura Penthe non era un luogo da cui si usciva indenni, né fisicamente né mentalmente. La prigione klingon era famosa per essere una delle più dure dell'intero quadrante, un luogo dove ogni giorno rappresentava una lotta per la sopravvivenza. Per un istante, ripensai ai miei fratelli maggiori e alla nostra infanzia su Vulcano, poi tutto quanto era successo su New Vulcano e quanto avevo fatto io. Nonostante il nostro rapporto fosse complesso, come spesso accade tra fratelli, non avevamo mai dovuto affrontare nulla di così terribile. La vita, con la sua imprevedibilità, poteva condurti in luoghi e situazioni che non avresti mai immaginato. Pensai a quanto sarebbe stato doloroso vedere uno dei miei fratelli affrontare qualcosa di simile. Anche per me, che ho sempre cercato di mantenere un distacco logico e razionale, quei legami familiari rappresentavano al contempo una fonte di vulnerabilità e di forza. Mi chiesi di nuovo, per un momento come avrei reagito se uno dei miei fratelli si fosse trovato in una situazione simile a quella di Kela.
Percepii la preoccupazione immediata di Elina, seguita da una sorpresa mista a frustrazione. «Ha preso degli ostaggi... sulla Saratoga?» aveva ripetuto lentamente, come se stesse cercando di comprendere l'assurdità della situazione; ma la sua incredulità lasciò presto il posto a una risolutezza familiare. Sapevo che, nonostante tutto, Elina non avrebbe mai abbandonato suo fratello, indipendentemente dalle scelte discutibili che lui potesse aver fatto.
«Esatto.» risposi con la calma e l'onestà che il nostro lungo rapporto di collaborazione e amicizia aveva sempre facilitato. «Kela è a bordo della nave e ha preso degli ostaggi. È chiaro che Rura Penthe è stato estremamente duro per lui, e adesso si trova in una posizione in cui sente di dover lottare con ogni mezzo per la propria sopravvivenza. Vuole parlare con te, e credo sinceramente che tu possa essere la chiave per farlo ragionare e aiutarlo a uscire da questa situazione senza ulteriori danni.»
Elina, nonostante la tensione della situazione, dimostrava una forza interiore che avevo sempre ammirato in lei. Quando si scusò, le feci un cenno, dato che non era necessaria alcuna scusa. Questa situazione era il risultato di circostanze che andavano oltre il controllo di tutti noi. Prima di trasferire la comunicazione, le offrii le informazioni che ritenevo potessero essere utili. «Kela è estremamente sospettoso e nervoso. Si sente tradito e abbandonato, e la sua priorità è allontanarsi il più possibile dai Klingon. Ha già abbassato il settaggio del phaser su stordimento, il che indica che non vuole davvero fare del male. La tua voce e la tua presenza potrebbero essere ciò di cui ha bisogno per vedere una via d'uscita sicura.»
Trasferii la chiamata a Kela, sperando che il legame tra fratelli, qualcosa che conoscevo bene, potesse penetrare la cortina di paura e sospetto che lo avvolgeva. «Kela, tua sorella è in linea» annunciai con serenità, sperando che la sua voce, la sua presenza, potessero calmare le acque agitate dell'animo di Kela. Sapevo che la strada verso una risoluzione era ancora lunga e incerta, ma avevo fiducia nelle nostre capacità, nella nostra esperienza, e nel legame che univa quei due fratelli. Restai vigile, pronta a intervenire se necessario, ma con la ferma convinzione che, insieme, avremmo trovato una soluzione pacifica a questa crisi.
RE: Non mi piace stare all'inferno - @Les - 29-08-2024
Bisogna essere onesti per vivere fuori dalla legge.
Kela Idaris Trill
La voce del capitano T'Dal per poco non lo fece sussultare: Kela era abituato a negoziare con criminali, ma generalmente girava il più lontano possibile dalla Flotta e dalle sue navi. Quella era una situazione del tutto nuova e particolarmente rischiosa. Certo, sembravano più disposti a discutere dei suoi abituali clienti, ma erano anche ufficiali addestrati a situazioni di ogni genere, i migliori tra i migliori, e il Trill non era tanto ingenuo da pensare di poterli facilmente fare fessi. Sapeva che ogni minuto passato a discutere poteva essere l'ultimo, ogni secondo gli ufficiali avrebbero potuto trovare un modo per riconquistare l'infermeria, gli ostaggi fare qualcosa di stupido...
Elina!? chiamò con una nota d'urgenza nella voce, mentre il suo sguardo saettava per la stanza, pronto a cogliere ogni movimento, ogni potenziale tentativo di fuga o attacco. Sis, sei tu!? volle accertarsi, concedendosi solo una frazione di secondo per osservare l'immagine sullo schermo nel tentativo di riconoscere la sorella o smascherare l'eventuale inganno. Non che, vista la situazione, avesse molta scelta se non fidarsi Sis, qualche fot***o bas****o mi ha incastrato! Ti giuro che stavolta era un lavoro pulito, posso dimostrarlo! Devi contattare il governo di Betazed, erano loro il committente... non ho fatto niente di male! Il governo di Betazed, hai capito!? Trasportavo solo fiori, te lo giuro sulla mia nave! disse tutto d'un fiato. I Klingon... quella prigione è solo una scusa per far sparire testimoni scomodi. Io lì non ci torno! Dillo a chi comanda questa nave!
RE: Non mi piace stare all'inferno - Neris - 30-08-2024
For a joined Trill, nothing is more important than to protect the life of the symbiont. Nothing.
Elina Milayn Dax Trill Unita
Rura Penthe. Sapeva ben poco su quel carcere, ma quel poco bastava a farla rabbrividire. Difficile dire che danni - fisici ma soprattutto mentali - suo fratello avesse riportato durante la sua permanenza. L'analisi fatta da T'Dal era indicativa: Kela era un sopravvissuto. Aveva lottato con tutte le sue forze per sopravvivere in un ambiente ostile e, anche ora che ne era uscito, stava continuando a farlo. Non riusciva pienamente a comprendere perché se la prendesse coi suoi salvatori ma, non avendo competenze in psichiatria, non aveva alcuna idea di cosa potesse passare per la mente del fratello in quel momento. Tra l'altro, era probabile che le mancasse qualche informazione. Sapeva più di quanto avrebbe dovuto grazie alla Sezione 31, ma ancora non aveva idea di come Kela fosse salito sulla Saratoga né cosa fosse successo sulla nave per scatenarlo. Almeno non sembra aver veramente intenzione di far del male a qualcuno. Pensò, mentre l'immagine sul terminale cambiava in una visione dell'infermeria.
Sono io, Kela. Rispose, un'espressione di sollievo sul volto. La situazione era incasinata, ma suo fratello era vivo. Era preoccupata per quello che stava succedendo e per la sicurezza degli ostaggi, ma in primis era una sorella che vedeva suo fratello per la prima volta dalla notizia del suo arresto. Aveva avuto paura per lui, aveva temuto di non poterlo riabbracciare. Nei suoi incubi peggiori l'aveva visto sepolto nei ghiacci di Rura Penthe e aveva temuto che i klingon non le avrebbero nemmeno restituito un corpo su cui piangere. Era stata forte, perché doveva esserlo in quanto capitano, ma dentro si era sentita morire.
Lo so, Kela. Lo so. Cercò di rabbonirlo mentre lui partiva in quarta. Come aveva detto a Korinna nel loro colloquio, Kela era un contrabbandiere: non un terrorista. Poteva aver accettato il lavoro sapendo che non era esattamente legale, ma non avrebbe mai... Un attimo, il governo betazoide? Ne sei sicuro? La sua catena di pensieri fu bruscamente interrotta a quell'informazione. Non so quanto ti sia stato detto, ma i fiori che ti hanno chiesto di trasportare sono stati utilizzati per creare una droga che ha danneggiato pesantemente l'Impero Klingon. Ci sono delle negoziazioni in corso ma un passo falso significherebbe guerra. Spiegò. Forse non erano le informazioni adatte per trattare con qualcuno che aveva preso ostaggi, ma era l'unico modo che aveva per assicurarsi che Kela le credesse. Ti conosco Kela: so che non saresti mai stato così idi*ta da immischiarti volutamente in un complotto simile. Quindi ti credo quando mi dici di essere stato incastrato.
Fece una breve pausa, poi proseguì: E non sono l'unica a crederti. Un'indagine è stata aperta su questo incidente. Non sono stata informata su tutti i particolari, ma so che la Saratoga è stata inviata nell'Impero per trattare il tuo rilascio. La nave non si trovava lì solo per quello, ma ciò che contava al momento era che quello fosse uno dei suoi obiettivi. Conosco il capitano della Saratoga e le affiderei la mia vita. T'Dal non è un tuo nemico, Kela: è una mia cara amica ed è qui per aiutarti. So che per te è stato un periodo difficile - diamine, non oso nemmeno immaginare cosa tu abbia passato su Rura Penthe - ma ho bisogno che tu ti fidi. Lascia andare queste persone e parla con lei. Non verrai riportato a Rura Penthe, te lo prometto.
RE: Non mi piace stare all'inferno - @Les - 31-08-2024
Bisogna essere onesti per vivere fuori dalla legge.
Kela Idaris Trill
Lo so? Kela non era del tutto convinto che la sorella avesse bene chiari i dettagli della situazione, ma al momento la sua priorità era evitare di farsi prendere dai Klingon, perché era rimasto su Rura Penthe abbastanza da sapere quale fosse la punizione per chiunque provava a fuggire... e non voleva scoprire quale fosse quella per chi, oltre e provarci, riusciva nell'intento. La sorpresa di Elina, comunque, lo fece quasi sorridere per l'assurdità della situazione. Yep. rispose con decisione se permetti so leggere una bolla di accompagnamento... e so riconoscerne una autentica. Aveva tutte le autorizzazioni al posto giusto, compreso il nulla osta all'esportazione del governo betazoide. disse con una vena di orgoglio: chiunque lo avesse fregato, non era stato certamente il committente. Qualcosa doveva essere successo dopo, ma cosa fosse successo, nello specifico, sfuggiva anche alla più selvaggia delle sue fantasie. Il problema è che i documenti erano sulla mia nave e se li sono presi i Klingon che mi hanno catturato. Dieci a uno che li hanno distrutti. Devi procurarti la copia dello spedizioniere per dimostrare la mia innocenza! insistette.
Aspetta... cosa!? chiese incredulo non appena la sorella gli rivelò la ragione per cui era stato inseguito da ben due navi della Flotta Imperiale. Il trill scosse la testa, imprecando tra sé e sé mentre cominciava a realizzare tutte le implicazioni di quel casino in cui si era andato a cacciare. Me lo sentivo che c'era sotto qualcosa! Klingon che acquistano fiori!? Avrei dovuto farmi pagare almeno dieci volte tanto! protestò frustrato, mentre cercava disperatamente una via d'uscita da quella assurda situazione.
Senti, sis... non che non mi fidi dei tuoi amici, eh, per carità...! Però i Klingon non sono esattamente rinomati per la loro clemenza. Se non ce ne andiamo subito da qui, troveranno un modo per farmi fuori prima delle vostre negoziazioni, te lo assicuro! disse, lanciando un'occhiata al gruppo di ostaggi. Aveva promesso che ne avrebbe liberato un secondo se lo avessero lasciato parlare con Elina e il capitano aveva effettivamente mantenuto la sua parola. Tu! disse, puntando il phaser contro uno degli infermieri ... puoi andare. gli concesse, deciso a mantenere la propria parte dell'accordo. Ma quello era il massimo che fosse disposto a fare finché la Saratoga non fosse stata in moto verso lo spazio federale.
auguri...
RE: Non mi piace stare all'inferno - Neris - 03-09-2024
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Elina Milayn Dax Trill Unita
Da quanto diceva Kela, tutto nella spedizione sembrava in ordine. Sì, la parola chiave era: sembrava. La presenza di nulla osta non era troppo sorprendente, mentre per quanto riguardava il committente Elina non aveva sufficienti informazioni sull'indagine per decidere se essere preoccupata o meno dell'informazione. Forse il venditore non era stato consapevole dell'uso che veniva fatto delle piante, forse stava volutamente cercando di destabilizzare il fragile equilibrio tra Federazione e Impero Klingon. Anche il coinvolgimento della Sezione 31 nella faccenda era sospetto. Si erano offerti di aiutarla, ma la domanda da cento milioni era: perché? In ogni caso, dubitava fortemente che i klingon avessero distrutto quei documenti. Ai loro occhi, erano probabilmente la prova della colpevolezza del governo betazoide.
Mi procurerò una copia dei documenti, te lo prometto. Aver qualcosa da fare al posto di limitarsi ad attendere l'avrebbe aiutata, e aveva degli intrusi a bordo da mettere al lavoro. ..e ho tutte le intenzioni di tenerti ben alla larga dai klingon. Aggiunse, mentre osservava Kela liberare uno degli ostaggi. Era già un passo avanti, ma non migliorava di molto la situazione del fratello. Non augurerei a nessuno, nemmeno al mio peggior nemico, di venir rinchiuso in una loro prigione. Abbiamo avuto le nostre difficoltà ma tu sei mio fratello. Sei famiglia. La mia priorità è riportarti in territorio federale. Voglio davvero aiutarti ma tu mi devi... ci devi dare una mano. La situazione è già complessa così com'è, non complicarla ulteriormente. Lascia andare quelle persone e parla con T'Dal. Dalle le informazioni che le servono per portarti via da lì. La Saratoga è nel cuore dell'Impero Klingon: non può improvvisamente prendere e andarsene. Dovete giocare d'astuzia. Non posso prometterti che sarà semplice, ma sei su una nave federale. I klingon non possono toccarti. Aiutaci a fare in modo che rimanga così.
RE: Non mi piace stare all'inferno - @Les - 04-09-2024
Bisogna essere onesti per vivere fuori dalla legge.
Kela Idaris Trill
Elina sembrava sincera, senza contare che non sarebbe stata la prima volta che faceva tutto il possibile per tirarlo fuori da un guaio in cui lui stesso si era cacciato e Kela sapeva che probabilmente la cosa giusta da fare era assecondarla e parlare con il capitano della Saratoga. Era la via più facile, sebbene le probabilità di successo fossero comunque molto scarse... ma non poteva. La cosa è un po' più complicata di così... fu costretto ad ammettere. Non pensare che non sia riconoscente per il tuo aiuto, o quello della tua amica... ma non me ne sono andato da solo da quel pianeta. Eravamo in sei. Sono riuscito a raggiungere la Saratoga solo perché ci siamo fidati gli uni degli altri e... se ora li abbandonassi li condannerei a morte. Non posso farlo. disse, scuotendo la testa.
Dici che la Saratoga può negoziare il mio rilascio, ma che ne sarà degli altri? chiese, abbassando lo sguardo su Gork, ancora a terra sul pavimento dell'infermeria a pochi passi da lui non posso lasciarli nelle mani dei Klingon. annunciò, con la netta sensazione che di lì a breve Elina avrebbe iniziato una delle sue lunghe prediche sul fatto che fosse un idiota. Forse aveva ragione: un idiota con un'etica. I peggiori. Non potete darmi una navetta? Se riesco a raggiungere lo spazio federale i Klingon non potranno farci nulla. suggerì.
RE: Non mi piace stare all'inferno - Neris - 04-09-2024
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Elina Milayn Dax Trill Unita
Quindi non era stata la Saratoga a tirarlo fuori da Rura Penthe? Kela era fuggito con un gruppetto di prigionieri, era salito sulla nave e aveva preso in ostaggio l'infermeria? Elina sarebbe stata quasi ammirata, se non fosse stato per l'assurdità della situazione. Difficile dire come la fuga di Kela e degli altri avrebbe complicato le trattative diplomatiche.
Ammiro la tua lealtà nei confronti dei tuoi compagni, Iniziò a dire. Il fatto che Kela non avesse intenzione di abbandonarli era indice di un certo altruismo, per quanto Elina avrebbe preferito che i compagni in questione non fossero stati criminali. ma ti rendi conto che ti trovi in pieno territorio klingon? Anche se vi dessimo una navetta, cosa credi succederebbe una volta lasciata la protezione della Saratoga? I klingon vi inseguirebbero. Verrete ricatturati o direttamente eliminati. No, non avrebbe permesso al fratello di suicidarsi per inseguire la sua etica. Se vuoi veramente aiutarli, l'unico modo è la diplomazia. Stabilì, per poi domandare: Dove si trovano ora? Sono tutti sulla nave o qualcuno non è riuscito a lasciare il pianeta?
La posizione di uno dei suoi compagni era evidente, considerando il klingon incosciente sul pavimento dell'infermeria, ma gli altri quattro? Se erano ancora su Rura Penthe sarebbe stato complesso, se non impossibile, salvarli. Se erano sulla Saratoga, poteva solo sperare che si trovassero in qualche cella e non a zonzo per la nave. C'era anche da stabilire quali fossero i loro crimini e se erano cittadini federali o, come era più probabile, cittadini klingon. Se la sua priorità al momento non fosse stata la liberazione degli ultimi ostaggi, difficilmente si sarebbe mostrata così disponibile.
RE: Non mi piace stare all'inferno - @Les - 05-09-2024
Bisogna essere onesti per vivere fuori dalla legge.
Kela Idaris Trill
... ed eccola. Tipico di sua sorella andare sempre a trovare il pelo nell'uovo, sminuire i suoi progetti per farli sembrare l'ennesima idiozia. Beh... Pok e Mara li abbiamo persi prima di uscire dall'area di sicurezza, se i Klingon li hanno presi c'è poco che possiamo fare per loro... rispose, ragionando su che fine avessero fatto gli altri ... quando abbiamo attivato il teletrasporto per arrivare qui eravamo solo io, Gork e Gallin. Korax era praticamente accanto a noi... forse si è rimaterializzato in un'altra area della nave, ma non ne ho idea. Il nostro arrivo ha fatto scattare un allarme... e... eh... c'è stata un po' di confusione. Abbiamo perso di vista Gallin, probabilmente la tua amica lo ha catturato. Il nostro piano era di procurarci un mezzo di trasporto e poi cercare di recuperarlo confessò, abbassando lo sguardo sul klingon a terra. Una cosa era certa: avrebbe avuto bisogno di un bel po' di collaborazione arrivati a quel punto se voleva uscirne come previsto, perché dubitava seriamente che sarebbe riuscito a caricarsi Gork in spalla e trascinarlo fino a una navetta.
... e lo so che siamo in territorio Klingon. Ma non abbiamo intenzione di farci prendere. Abbiamo un piano. garantì, anche se non aveva la minima idea di quale fosse. Quando Gork gli aveva garantito di avere un modo per andarsene da lì non aveva fatto troppe domande e, ad essere del tutto sinceri, anche solo come avessero potuto arrivare fino alla Saratoga gli era un mistero.
prima che iniziate a strapparvi i capelli ho una possibile soluzione.
riassunto di quello che avevamo deciso: La Sezione 31 sta tentando di indebolire i Klingon e è uno dei responsabili della diffusione della droga. A bordo della Saratoga avevano infiltrato Erulen e Charlie, il tizio in sala teletrasporto che ha aiutato i fuggitivi a salire a bordo. L'idea era usare la fuga di Idaris per far sembrare che l'avessero organizzata i federali e coprire invece la fuga di Gork. Si pensava di farli arrivare nello spazio federale e da lì farli sparire grazie ai contatti della Sez31.
come potremmo continuare: Kela cerca di aiutare i suoi compagni di sventura perché pensa che siano tutti sulla stessa barca. Non sa che Gork sarebbe pronto a pugnalarlo alle spalle pur di fuggire, né che i suoi compagni hanno ucciso Gallin in sala teletrasporto. T'Dal al contrario sa che Gallin è stato ucciso da un phaser, anche se magari non chi ha sparato (è stato Charlie, il tecnico del teletrasporto della sez.31). Se riuscite a capire che Gork e i suoi avevano intenzione di incastrare Kela, gli passerà la voglia di proteggerlo e a voi non toccherà trattare con i Klingon per liberare dei criminali.