Sarah stava lavorando all'interno del nucleo del computer nr.3, verificando che la scarica di energia che li aveva colpiti non avesse causato danni ai banchi di memoria o ai sistemi di elaborazione.
La Voyager, esattamente come tutte le navi della Flotta di questo secolo, disponeva di quattro computer, uno dei quali dedicato unicamente alla gestione del M.O.E.
Degli altri tre, due erano in uso costantemente, mentre il terzo veniva utilizzato come backup per ogni emergenza. La rossa terrestre aveva già verificato i due computer principali, ricalibrando alcuni leggeri disallineamenti, ed ora si stava occupando di quello di riserva.
Accanto a lei Cippy fluttuava pigramente sui propri sistemi repulsivi, cinguettando di tanto in tanto in linguaggio binario e fornendo alla ragazza le letture che leggeva da uno dei monitor di controllo.
l'Unità non aveva che limitate capacità di elaborazione autonome, ma era estremamente utile per effettuare controlli o verifiche senza il bisogno di impiegare un secondo ufficiale di controllo. E Sarah - in tutta onestà - preferiva non lavorare con l'equipaggio.
Non tanto perché non gli facesse piacere interfacciarsi con gli altri, ma perché era... Difficile. I rapporti interpersonali richiedevano attenzione e concentrazione per non commettere errori, per non fare gaffe. E questo le faceva perdere tempo...
Stava completando un ciclo diagnostico, quando il comunicatore che portava al petto richiamò la sua attenzione
=^=Paris a Mendel... a rapporto sul ponte ologrammi 2.=^=
Si alzò di scatto, come fosse stata richiamata dal Sergente Istruttore durante il Corso di Sopravvivenza, un dannato corso di tre settimane in una delle località più orribili e sperdute dell'Universo, in cui avevano dormito all'addiaccio con un occhio aperto ed il costante rischio di fare una brutta fine.
Solo che su Telara 7 non c'era la solida struttura dell'Ordinatore nr.3 sopra la sua testa quindi, a differenza di allora, il suo scatto fu fermato da diverse tonnellate di duranio, le quali non parvero particolarmente impressionate dalla potenza della sua mente.
Si lasciò sfuggire una gran brutta parola in Klingon poi, mentre Cippy si sbellicava dalle risate con la sua vocalizzazione bitonale, si massaggió la fronte e rispose
"Qui Mendel, arrivo subito, signore..."
Afferrò una valigetta con un kit ingegneristico standard e si avviò, sfregando vigorosamente la fronte nella speranza non le venisse un livido. La sfera metallica che ospitava la sua IA le stava fluttuando attorno allegra, cinguettando, ma lei rispose secca
"Ooh...piantala! Ero sovrapensiero!"
La sua mente intanto stava divagando, chiedendosi cosa potesse volere il Comandante Paris a quell'ora: conosceva a memoria i turni di quasi tutto l'equipaggio - la sua memoria eidetica raramente si lasciava sfuggire qualsiasi informazione, per quanto inutile - e sapeva che sarebbe dovuto essere fuori servizio.
Forse stava andando a rilassarsi ed il Ponte funzionava male? Era una possibilità, visto che - notoriamente - le matrici olografiche erano sensibili agli sbalzi energetici inattesi.
Il Turboascensore si aprì e ne uscì rapida, trovandosi davanti il Primo Ufficiale, che stava tamburellando impaziente sul terminale del Po' te Ologrammi 1.
"Buonasera Signore, posso esserle utile?" domandò, cercando di mantenere il tono il più neutro e professionale possibile, come piaceva ai suoi insegnanti all'Accademia delle Scienze. In quei due anni, su Vulcano, aveva fatto parecchia esperienza.
Sperando che il veterano della prima Voyager non notasse l'arrossamento sulla fronte - aveva sciolto i capelli, che aveva tenuto legati fino a quel momento, per nasconderlo - ascoltò la spiegazione, avvicina dosi subito dopo al terminale per constatarne lo stato di inattività.
Con un cenno di assenso si mise quindi all'opera, aprendo la valigetta che aveva portato con sé e tirando fuori un cacciavite sonico col quale - in pochi semplici gesti - smontò parte della paratia.
Mentre collegava un tricoder ai cavi sottostanti cominciò a sentire l'ansia crescere: ci stava mettendo troppo? Forse sì, quanto ci si aspettava ci mettesse?
Sentiva lo sguardo di Paris sulla nuca e cominciò ad arrossire, nervosa. E, come ogni volta in cui si innervosiva, cominciò a parlare
"Mi dispiace per l'inconveniente, Signore. Probabilmente la matrice olografica è stata sovraccaricata dalla scarica. Sono certa che avesse in programma una serata rilassante. Magari una bella spiaggia, o..."
Aveva parlato sempre più veloce e senza filtri, mentre quasi in automatico la destra danzava sui comando del Tricoder ad una velocità impressionante, tanto da portare inevitabilmente uno spettatore a chiedersi come diavolo facesse a leggere sul piccolo schermo le stringhe di codice che vi scorrevano rapide.
Ad interrompere il suo sproloquio ci pensò Cippy il quale, adempiendo ad una delle sue funzioni prioritarie - l'evitare ove possibile di farle fare figuracce - le ricordó con una serie di fischi che le sue parole la stavano portando ad impicciarsi della vita privata del Primo Ufficiale della nave.
Si interruppe di colpo, per poi aggiungere abbassando il capo, in modo tale che i capelli lunghi le coprissero totalmente il viso
"Cioè, insomma...qualcosa di rilassante, per scaricare le tensioni del comando, sa. Perché comandare la nave deve essere un compito faticoso e...oh, ecco!"
Le mani - ed i suoi sproloqui - si bloccato o, mentre la voce si faceva d'improvviso sicura e spiegava
"Ecco il problema, signore. La scarica ha colpito la matrice del ponte, disallineato i relè di interfaccia. Il Ponte funziona, ma non riesce a comprendere correttamente gli ordini che riceve. L'interfaccia esterna è stata spenta dal suo primo comando, che era di aprire le porte, mentre le comunicazioni sono state disattivate quaranta mi uti fa, quando qualcuno all'interno ha ordinato di visualizzare l'Arco."
Cippy pigolò una lista ia di alcuni secondi, che la ragazza parve ascoltare con interesse, prima di rispondergli
"Sì, è molto probabile sia necessario sostituire il modulatore di sequenza..."
Quindi, tornando a concentrarsi su Paris, spiegò
"In pratica, il computer del ponte interpreta male gli ordini che riceve e li esegue per come li interpreta. Per ripararlo si dovrebbe sostituire un modulo, che però si trova all'interno del Ponte stesso. Il problema è che dall'esterno non riusciamo a rilevare le condizioni interne del Ponte o il programma in esecuzione, poiché uno degli ordini male interpretati ha isolato tutta la zona interna con un campo di forze di contenimento di Livello 9."
Si siatemó i capelli, scoprendo così involontariamente l'arrossatura che aveva cercato di nascondere, e aggiunse
"Normalmente consiglierei di disattivare il Ponte togliendo energia a tutta l'area, ma questo potrebbe provocare scompensi nel flusso EPS. Di base per farlo è meglio uscire dalla curvatura ed eseguire la procedura nello spazio normale, isolando il nucleo per evitare danni, ma ora..."
Non serviva spiegare che, finantanto che erano nel condotto di Transcurvatura, ciò non era possibile, giusto?
Per questo propose l'alternativa
"La sola alternativa è entrare, sfruttando il teletrasporto, dopo averlo allineato alle frequenze di varianza del campo di contenimento, e sostituire la componente danneggiata a programma in esecuzione."
Cippy pigolò e, nonostante Paris non conoscesse il Binario, il tono gli sarebbe probabilmente parso poco convinto. Sarah gli tradusse quanto aveva detto, spiegando
"Il problema, ovviamente, è che il teletrasporto sarà unidirezionale: può portare dentro qualcuno, ma non può riportarlo fuori, perché una volta dentro non avrà un aggancio."
Note