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Come da programma... - @Les - 14-05-2023

Thomas Eugene Paris

Umano

Da diversi giorni la Voyager aveva ormai lasciato il Quadrante Alpha per la sua nuova missione. Qualche settimana prima un incidente, fortunatamente senza gravi conseguenze, con i condotti di transcrurvatura che consentivano un rapido colleamento con il Quadrante Delta aveva fatto sorgere qualche dubbio sullo stato di manutenzione dell'intera rete. La concreta possibilità che nel futuro prossimo quegli incidenti avrebbero rischiato di ripetersi, magari diventando perfino letali, aveva convinto il Comando di Flotta ad assegnare loro il compito di mappare per la prima volta tutti i condotti e di redigere un accurato rapporto sul loro stato in vista di una manutenzione. Mentre attendevano che venisse selezionato qualcuno con le competenze tecniche necessarie, disponibile a supervisionare il processo, avevano iniziato quello che avrebbe dovuto essere un tranquillo se non noioso lavoro di mappatura.

Si prospettava una missione semplice e ad onor del vero i tre giorni precedenti erano stati all'altezza delle aspettative. Poi qualcosa era andato storto e ora Tom si trovava di fronte ad uno dei ponti ologrammi, litigando con il computer perché non solo stava rifiutando di mostrargli che programma fosse in esecuzione, ma sembrava aver deciso di rifiutare anche qualunque altro comando. Stai scherzando?! protestò in direzione del terminale, sbuffando seccato. Aveva programmato una serata di assoluto relax ed ora quel dannato computer sembrava aver deciso di aggiungere l'ennesimo problema. Non serviva certo una grande intuizione per capire che quell'ultimo compito della giornata rischiava di prorogarsi ben oltre il suo orario di servizio: dopo che una scarica di energia proveniente dal condotto che stavano attraversando aveva colpito la nave, diversi sistemi erano saltati. La maggior parte era ormai stata ripristinata, ma all'appello mancavano ancora alcuni ufficiali che risultavano impegnati in una simulazione di addestramento. Questione che si sarebbe potuta risolvere in pochi istanti se solo non fossero completamente saltate le comunicazioni con il ponte ologrammi e il computer non si fosse rifiutato di accettare i suoi comandi. A mali estremi... con un tocco rapido attivò il proprio comunicatore Paris a Mendel... a rapporto sul ponte ologrammi 2 chiamò, sperando che la donna avesse qualche idea in più su come aggirare quel problema e contattare i dispersi.

@1701E


RE: Come da programma... - 1701E - 15-05-2023

Sarah Mendel

Augmented Human

Sarah stava lavorando all'interno del nucleo del computer nr.3, verificando che la scarica di energia che li aveva colpiti non avesse causato danni ai banchi di memoria o ai sistemi di elaborazione.

La Voyager, esattamente come tutte le navi della Flotta di questo secolo, disponeva di quattro computer, uno dei quali dedicato unicamente alla gestione del M.O.E.

Degli altri tre, due erano in uso costantemente, mentre il terzo veniva utilizzato come backup per ogni emergenza. La rossa terrestre aveva già verificato i due computer principali, ricalibrando alcuni leggeri disallineamenti, ed ora si stava occupando di quello di riserva.

Accanto a lei Cippy fluttuava pigramente sui propri sistemi repulsivi, cinguettando di tanto in tanto in linguaggio binario e fornendo alla ragazza le letture che leggeva da uno dei monitor di controllo.

l'Unità non aveva che limitate capacità di elaborazione autonome, ma era estremamente utile per effettuare controlli o verifiche senza il bisogno di impiegare un secondo ufficiale di controllo. E Sarah - in tutta onestà - preferiva non lavorare con l'equipaggio.

Non tanto perché non gli facesse piacere interfacciarsi con gli altri, ma perché era... Difficile. I rapporti interpersonali richiedevano attenzione e concentrazione per non commettere errori, per non fare gaffe. E questo le faceva perdere tempo...

Stava completando un ciclo diagnostico, quando il comunicatore che portava al petto richiamò la sua attenzione =^=Paris a Mendel... a rapporto sul ponte ologrammi 2.=^=

Si alzò di scatto, come fosse stata richiamata dal Sergente Istruttore durante il Corso di Sopravvivenza, un dannato corso di tre settimane in una delle località più orribili e sperdute dell'Universo, in cui avevano dormito all'addiaccio con un occhio aperto ed il costante rischio di fare una brutta fine.

Solo che su Telara 7 non c'era la solida struttura dell'Ordinatore nr.3 sopra la sua testa quindi, a differenza di allora, il suo scatto fu fermato da diverse tonnellate di duranio, le quali non parvero particolarmente impressionate dalla potenza della sua mente.

Si lasciò sfuggire una gran brutta parola in Klingon poi, mentre Cippy si sbellicava dalle risate con la sua vocalizzazione bitonale, si massaggió la fronte e rispose "Qui Mendel, arrivo subito, signore..."

Afferrò una valigetta con un kit ingegneristico standard e si avviò, sfregando vigorosamente la fronte nella speranza non le venisse un livido. La sfera metallica che ospitava la sua IA le stava fluttuando attorno allegra, cinguettando, ma lei rispose secca "Ooh...piantala! Ero sovrapensiero!"

La sua mente intanto stava divagando, chiedendosi cosa potesse volere il Comandante Paris a quell'ora: conosceva a memoria i turni di quasi tutto l'equipaggio - la sua memoria eidetica raramente si lasciava sfuggire qualsiasi informazione, per quanto inutile - e sapeva che sarebbe dovuto essere fuori servizio.

Forse stava andando a rilassarsi ed il Ponte funzionava male? Era una possibilità, visto che - notoriamente - le matrici olografiche erano sensibili agli sbalzi energetici inattesi.

Il Turboascensore si aprì e ne uscì rapida, trovandosi davanti il Primo Ufficiale, che stava tamburellando impaziente sul terminale del Po' te Ologrammi 1.

"Buonasera Signore, posso esserle utile?" domandò, cercando di mantenere il tono il più neutro e professionale possibile, come piaceva ai suoi insegnanti all'Accademia delle Scienze. In quei due anni, su Vulcano, aveva fatto parecchia esperienza.

Sperando che il veterano della prima Voyager non notasse l'arrossamento sulla fronte - aveva sciolto i capelli, che aveva tenuto legati fino a quel momento, per nasconderlo - ascoltò la spiegazione, avvicina dosi subito dopo al terminale per constatarne lo stato di inattività.

Con un cenno di assenso si mise quindi all'opera, aprendo la valigetta che aveva portato con sé e tirando fuori un cacciavite sonico col quale - in pochi semplici gesti - smontò parte della paratia.

Mentre collegava un tricoder ai cavi sottostanti cominciò a sentire l'ansia crescere: ci stava mettendo troppo? Forse sì, quanto ci si aspettava ci mettesse?

Sentiva lo sguardo di Paris sulla nuca e cominciò ad arrossire, nervosa. E, come ogni volta in cui si innervosiva, cominciò a parlare "Mi dispiace per l'inconveniente, Signore. Probabilmente la matrice olografica è stata sovraccaricata dalla scarica. Sono certa che avesse in programma una serata rilassante. Magari una bella spiaggia, o..."

Aveva parlato sempre più veloce e senza filtri, mentre quasi in automatico la destra danzava sui comando del Tricoder ad una velocità impressionante, tanto da portare inevitabilmente uno spettatore a chiedersi come diavolo facesse a leggere sul piccolo schermo le stringhe di codice che vi scorrevano rapide.

Ad interrompere il suo sproloquio ci pensò Cippy il quale, adempiendo ad una delle sue funzioni prioritarie - l'evitare ove possibile di farle fare figuracce - le ricordó con una serie di fischi che le sue parole la stavano portando ad impicciarsi della vita privata del Primo Ufficiale della nave.

Si interruppe di colpo, per poi aggiungere abbassando il capo, in modo tale che i capelli lunghi le coprissero totalmente il viso "Cioè, insomma...qualcosa di rilassante, per scaricare le tensioni del comando, sa. Perché comandare la nave deve essere un compito faticoso e...oh, ecco!"

Le mani - ed i suoi sproloqui - si bloccato o, mentre la voce si faceva d'improvviso sicura e spiegava "Ecco il problema, signore. La scarica ha colpito la matrice del ponte, disallineato i relè di interfaccia. Il Ponte funziona, ma non riesce a comprendere correttamente gli ordini che riceve. L'interfaccia esterna è stata spenta dal suo primo comando, che era di aprire le porte, mentre le comunicazioni sono state disattivate quaranta mi uti fa, quando qualcuno all'interno ha ordinato di visualizzare l'Arco."

Cippy pigolò una lista ia di alcuni secondi, che la ragazza parve ascoltare con interesse, prima di rispondergli "Sì, è molto probabile sia necessario sostituire il modulatore di sequenza..."

Quindi, tornando a concentrarsi su Paris, spiegò "In pratica, il computer del ponte interpreta male gli ordini che riceve e li esegue per come li interpreta. Per ripararlo si dovrebbe sostituire un modulo, che però si trova all'interno del Ponte stesso. Il problema è che dall'esterno non riusciamo a rilevare le condizioni interne del Ponte o il programma in esecuzione, poiché uno degli ordini male interpretati ha isolato tutta la zona interna con un campo di forze di contenimento di Livello 9."

Si siatemó i capelli, scoprendo così involontariamente l'arrossatura che aveva cercato di nascondere, e aggiunse "Normalmente consiglierei di disattivare il Ponte togliendo energia a tutta l'area, ma questo potrebbe provocare scompensi nel flusso EPS. Di base per farlo è meglio uscire dalla curvatura ed eseguire la procedura nello spazio normale, isolando il nucleo per evitare danni, ma ora..."

Non serviva spiegare che, finantanto che erano nel condotto di Transcurvatura, ciò non era possibile, giusto?

Per questo propose l'alternativa "La sola alternativa è entrare, sfruttando il teletrasporto, dopo averlo allineato alle frequenze di varianza del campo di contenimento, e sostituire la componente danneggiata a programma in esecuzione."

Cippy pigolò e, nonostante Paris non conoscesse il Binario, il tono gli sarebbe probabilmente parso poco convinto. Sarah gli tradusse quanto aveva detto, spiegando "Il problema, ovviamente, è che il teletrasporto sarà unidirezionale: può portare dentro qualcuno, ma non può riportarlo fuori, perché una volta dentro non avrà un aggancio."

Note
Se vuoi possiamo fare che il programma all'interno sia un collage di programmi vari, vista la confusione del computer. Ambienti mischiati, razze che non c'entrano nulla col programma originale o ambientazioni che cambiano da una stanza all'altra...




RE: Come da programma... - @Les - 15-05-2023

Thomas Eugene Paris

Umano

Utile? Se riesce a convincere il computer a collaborare direi di sì. Mi serve capire cosa sta succedendo lì dentro, ma ogni volta che tento di immettere un'istruzione il computer la rifiuta o fa tutt'altro. Adesso non fa più nemmeno quello. disse, cercando di richiamare il file del programma attivo senza ottenere alcunché. Sospirò, facendosi da parte nella speranza che la donna avesse qualche idea in più su come venirne a capo, perché per quanto lo riguardava le aveva esaurite una decina di minuti prima.

Non fece nemmeno in tempo a spiegare perché fosse realmente interessato al ponte ologrammi che la sfera che svolazzava a mezz'aria tra loro iniziò a fischiettare allegramente, attirando l'attenzione della giovane riesce a capire cosa dice? chiese curioso.  Non che non avesse mai visto quell'arnese svolazzare per la nave, ma non si era mai realmente fermato ad osservarlo ed ora, per la prima volta, gli era abbastanza evidente che tutti quei suoni che emetteva dovevano essere una qualche forma di comunicazione, visto il modo in cui la donna si era fermata ad ascoltarlo prima di riprendere il suo monologo. Il risultato di tutto quel discorso, comunque, era che in sostanza la situazione era molto più semplice prima che iniziasse a mettere mano ai controlli del ponte ologrammi: se voleva ringraziare qualcuno per il tempo extra che risolvere quel problema gli avrebbe richiesto, doveva rivolgersi a se stesso. Fantastico...

Sembra l'opzione migliore convenne, preferendo evitare di creare ulteriori complicazioni data la situazione Possiamo comunicare con chi si trova all'interno o almeno sapere cosa sta succedendo, prima di spedire qualcuno lì dentro? si informò, per poi chiamare il capitano e fare rapporto sull'intera situazione.

Mi piace, approvato! Faremo passare un incubo sotto allucinogeni per una trama sensata al confronto! Tongue Comunque volendo possiamo fare altri danni in corso d'opera. Ci vuole niente a far anche collassare il condotto o chissà che altro nel mentre. Laugh

@T'Dal dacci un attimo per impostare la situazione, poi inseriamo anche te e @argonath se vuole.



RE: Come da programma... - 1701E - 16-05-2023

Sarah Mendel

Augmented Human

"Certo, Signore..." rispose leggermente perplessa Sarah, quando il Comandante Paris le domandò se davvero capisse cosa la piccola sfera pigolasse quando ci parlava. In fondo era semplicemente una comunicazione in codice binario, non era così complicato, no? "Cippy comunica utilizzando il codice binario: fischio lungo vuol dire uno, fischio breve zero. Ovviamente comprende lo Standard ed alcuni altri linguaggi, ma purtroppo quando l'ho costruito non ho trovato proprio lo spazio per installare anche un vocalizzatore, così ho optato per questa soluzione... Dopo un po' ci si fa l'abitudine..."

Dopodiché non ebbero più tempo di parlare di questo, perché il problema di come sistemare il Ponte Ologrammi divenne l'unico argomento di conversazione: lì dove Sarah si stava preoccupando dell'aspetto meramente meccanico della cosa, infatti, il Primo Ufficiale aveva innanzitutto pensato alla situazione in cui si stavano trovando i precedenti occupanti della simulazione.

Sarah pensò un lungo momento alla domanda dell'uomo dalla divisa dal colletto rosso, quindi cominciò a digitare alcuni comandi su un padd, prima di rispondere "Stando ai registri del computer c'erano cinque membri di equipaggio nella simulazione, ma i loro comunicatori risultano non raggiungibili. La prima ipotesi che mi viene in mente è che il campo di contenimento che risulta attivo inibisca la comunicazione. Ciononostante..."

Sollevò lo sguardo sul Primo Ufficiale e Paris - nei suoi occhi - avrebbe potuto forse scorgere uno sguardo divertito mentre proponeva "Forse c'è un modo per sapere almeno le condizioni che troveremo lì dentro..."

Attese un cenno di assenso, dopodiché iniziò a digitare sul padd una serie di comandi. La bassa statura e la posizione accovacciata che aveva assunto avrebbero facilmente consentito a Paris di vedere cosa stesse facendo, nonostante la grande rapidità con cui le schermate si sovrapponevano sullo schermo dello strumento.

Con grande rapidità Sarah entrò infatti in una interfaccia col computer principale, creando una sorta di postazione di accesso ai sistemi di teletrasporto, dopodiché usó la pedana della Sala Teletrasporto 1 per materializzare una ampolla vuota ed ermetica di fianco a lei. Subito dopo iniziò a compilare una complessa equazione che, probabilmente, rappresentava una curva armonica.

Mentre il rumore del teletrasporto si faceva nuovamente sentire, la ragazza spiegò "Mi scusi se ci ho messo molto, ho dovuto calcolare la varianza di fase del campo di contenimento per teletrasportare attraverso. Ad ogni modo ho prelevato un campione di atmosfera da dentro la sala, non ci dirà come stanno i nostri, ma almeno dovrebbe darci un'idea dell'ambiente all'interno..."

Col tricoder analizzò l'ampolla, spiegando "Non mi pare ci siano gas tossici o composti chimici nell'aria. La temperatura è alta - circa 40° - con dosaggio di ossigeno nella norma, almeno non serviranno tute EVA."

Lo disse con palese felicità: evidentemente non doveva piacerle l'attività EVA, cosa che anche Cippy doveva aver rimarcato, vista l'occhiataccia che gli lanciò.



RE: Come da programma... - @Les - 16-05-2023

Thomas Eugene Paris

Umano

C'erano? non poté fare a meno di chiedere Tom, notando non senza una certa preoccupazione l'uso del passato. Il fatto che i comunicatori non fossero raggiungibili lo preoccupava solo relativamente data la situazione, ma il fatto che potessero essere spariti anche i membri dell'equipaggio lo metteva molto meno a suo agio con quell'intera situazione. Ancora una volta non fece in tempo a formulare un pensiero al riguardo che la giovane era già corsa dietro a un'altra delle sue idee e aveva preso a digitare qualcosa sul PADD che reggeva tra le mani, scorrendo le schermate ad una velocità tale che non ci volle molto prima che Tom rinunciasse anche solo a provare a seguire. Sapeva che la Mendel era un'umana potenziata, ma la sua rapidità stava cominciando a lasciarlo stordito.

Ci ha messo molto? chiese confuso, riuscendo a malapena a realizzare che era riuscita a collegare in qualche modo la pedana del teletrasporto al ponte ologrammi, prelevare un campione dal suo interno e analizzarlo nello stesso tempo che lui aveva impiegato a capire cosa stesse succedendo. Allo stesso tempo si trovò a realizzare che la cosa non gli dispiaceva: se c'era qualcuno in grado di risolvere rapidamente il problema, lo aveva evidentemente trovato. Ci sono degli esseri umani lì dentro che non hanno delle tute EVA... e vogliamo sperare che non siano necessarie nemmeno mute da sub, bombole di ossigeno, phaser, bat'leth, daghe o non so che altro. L'ideale sarebbe ritrovare tutti su una spiaggia tropicale a sorseggiare cocktail la frenò per un istante, cercando contemporaneamente di prendere il suo stesso ritmo. Prenda quello che le serve per riparare quel componente danneggiato. La accompagno là dentro... ma mi lasci il tempo di chiamare una squadra della sicurezza e un medico disse, mettendo le mani avanti per assicurarsi che non riprendesse a scattare in qua e in là assieme alla sua sfera fischiettante.

Dottoressa Saf, mi raggiunga in sala teletrasporto: abbiamo dei membri dell'equipaggio dispersi, non sappiamo in che condizioni possano essere avvertì il medico dopo averla raggiunta con il comunicatore.

@T'Dal quado vuoi, ma ti conviene fare in fretta, non so quanto riesco a trattenerla questa...



RE: Come da programma... - T'Dal - 17-05-2023

I'm a perfectionist, so my bossiness definitely comes out.

Saff | Zaldan

Stavo curando un paziente, quando il mio comunicatore emise un sibilo distintivo, seguito dalla voce familiare di Tom Paris. Il suo tono urgente con cui parlava il primo ufficiale, rivelava l'importanza della chiamata. Quando mi disse che dovevo raggiungerlo sospirai appena, odiavo interrompere il lavoro sul paziente davanti a me sebbene fosse una cosa di routine.

«Qui Saff. Ricevuto, comandante. Prendo l'attrezzatura e vi raggiungo immediatamente.» risposi, stringendo il comunicatore nella mano palmata.

Delegai gli ultimi controlli ad un collega, abbandonai con un po' di dispiacere l'infermeria dato che volevo finire il lavoro che avevo iniziato; per poi dirigermi con passo deciso verso la sala olografica. Mi chiesi cosa potesse essere successo nel posto che segretamente (o forse no?) preferivo di tutta la nave.

Quando arrivai alla posizione che mi venne comunicata, vidi Tom Paris e Sarah Mendel. Il volto del primo ufficiale, solitamente sorridente, era ora segnato da una seria preoccupazione.

«Ciao, tenente Mendel. Comandante, cosa sappiamo finora? Come posso essere utile?» chiesi, mentre mi avvicinavo a lui. In quel momento, ero l'unica con il grado più basso e forse ero quella con meno esperienza sul campo se mi paragonavo alle due, ma ero davvero contenta di essere stata convocata, dato che non credevo di essere popolare tra i medici della Voyager.



RE: Come da programma... - 1701E - 18-05-2023

Sarah Mendel

Augmented Human


"Con l'ombrellino?" le scappò detto subito dopo che Paris aveva citato i cocktail da sorseggiare sulla spiaggia.

Era una cosa che le sarebbe sempre piaciuto, in effetti, andare su una grande spiaggia di sabbia bianchissima a sorseggiare un cocktail con l'ombrellino mentre il mare cristallino faceva da specchio per un tramonto mozzafiato.

Peccato che, come molte persone dai capelli rossi, avesse una pelle particolarmente pallida ed inadatto all'esposizii e al sole. Per non parlare di una certa dose di agorafobia che, seppur non le impedisse di stare all'aperto, tendeva a metterla a disagio in luoghi ove la vista potesse spaziare oltre un certo limite, motivi per i quali non si era mai sognata neppure di programmare una spiaggia olografica, figurarsi visitarne una vera!

Ad ogni modo, nonostante ormai una piccola parte della sua mente stesse riva gando la ricetta di praticamente tutti i principali cocktail in voga nella Federazione e nei Mondi non Allineati, rimase attenta agli ordini ricevuti ed aggiuse "Certo Signore, sto facendo portare un nuovo modulatore di frequenza e le componenti che statisticamente è più facile si siano deteriorate in Sala Teletrasporto. D'altra parte per trasferire persone attraverso un campo di contenimento è più sicuro partire dalla Pedana..."</b>

Non disse moto di più perché, mentre si avviavano alla Sala Teletrasporto, li raggiunse la Dottoressa Saff, già pronta con una valigetta medica.

Saff le piaceva, anche se non aveva mai pensato alei in sé so diverso da quello professionale: era diretta, non mentiva, non faceva complimenti e non se ne aspettava. Con lei Sarah poteva evitare di impantanarsi in chiacchiere di cortesia che tanto poi non sarebbe stata capace di gestire bene [b]"Buonasera Dottoressa, lieta che sia dei nostri. Sperando che il suo aiuto sia solo una precauzione inutile, ovviamente..."


L'ultima aggiunta era forse qualcosa che, per scaramanzia, sarebbe stato meglio non dire, ma non ci aveva pensato. Ci pensò comunque Cippy a ricordarglielo con un pigolio divertito mentre le si posava su una spalla.

Ascoltandolo, la rossa informatica sbatté due volte le palpebre, quindi disse solo "Oh, giusto...scusate, non avrei dovuto dirlo a voce alta..."

Arrivarono comunque in sala Teletrasporto, dove li attendeva un Capo della Sezione Ingegneria con in mano un kit sterile con i componenti richiesti, nonché un ufficiale della Sicurezza Boliano, la cui testa blu spiccava notevolmente nel confronto col colore ocra del colletto della divisa. L'ufficiale aveva alla cintura un phaser Tipo II e ne porse un altro a Paris.

Non fece cenno a porgerne altri alle donne, anche se li aveva portati anche per loro, ma Sarah di certo non si offese. Ovviamente sapeva sparare ma non le piaceva, inoltre si sperava non servissero armi per cambiare un modulo difettoso del Ponte Ologrammi, no?

La rossa mise il componente nuovo nella valigetta ingegneristica, quindi si mise davanti ai comandi del teletrasporto e iniziò a programmarli a velocità assurda, quindi lasciò il posto al collega dell'Ingegneria e corse verso la pedana del Teletrasporto.

Pochi secondi dopo il raggio li smaterializzò tutti e quattro, impiegando un tempo apparentemente infinito a rimaterializzarli. Per almeno due volte la ragazza sentì il proprio corpo assumere consistenza fisica e le parve quasi di percepire un suolo solido sotto le suole degli stivali.

La sensazione durava appena un istante, poi il corpo perdeva nuovamente ogni percezione fisica. La terza, invece, parve essere la volta buona.

Il corpo riassunse la propria consistenza fisica in maniera uniforme e sulla pelle nuda la ragazza poté finalmente sentire una brezza calda, che scivolava sull'epidermide generando uno strano contrasto.

I piedi nudi affondarono in una superficie sabbiosa e.... aspetta un momento...

"Piedi nudi? pensò con una punta di panico, notando che - effettivamente - l'aria calda accarezzava un po' troppa pelle nuda oltre quella del viso.

Si guardò le braccia nude, quindi il corpo...indossava un costume a due pezzi dai motivi floreali, non particolarmente esagerato, ma comunque decisamente meno coprente dell'uniforme della Flotta. Alla vita, oltre al costume, aveva un gonnellino di foglie di palma e una corona di fiori le adornava il collo.

Con una punta di panico si volse verso Paris e Saff, i quali avevano ricevuto un trattamento analogo. La dottoressa aveva un abbigliamento simile al suo, anche se nelsuo caso il motivo del costume era la frutta esotica, mentre il Primo Ufficiale indossava un paio di bermuda con motivo a palme e, sopra, una camicetta azzurra lasciata aperta sul torso nudo.

Con un misto di disappunto e panico Sarah cominciò a guardarsi attorno, notando che anche il Guardiamarina Oyuro - l'ufficiale della Sicurezza che le aveva accompagnate - indossava bermuda ma, anziché una camicia hawaiana, aveva la corona di fiori. Al posto del Phaser che i due uomini stringevano, comunque, c'erano due palette per la sabbia e al posto dei kit trasportati dalle due donne c'erano dei secchielli.

A bocca aperta Sarah continuò a fissare stupita il secchiello vuoto, cominciando a dire "Io...credo che il ponte ologrammi abbia considerato i nostri effetti personali... inadatti al programma in esecuzione, e in fase di materializzazione li abbia sostituiti con...altro..."

In fondo il ponte ologrammi funzionava combinando tecnologia olografica, campi di forza e tecnologia di replicazione, quindi la spiegazione più semplice era che, tra le ultime due fasi della materializzazione, il computer avesse analizzato attrezzature e vestiario ritenendoli incompatibili con la simulazione e li avesse semplicemente riciclati, ricombinando e la materia con altro di più...intonato all'ambiente.

Fu Cippy a richiamarla alla situazione contingente, facendole notare l'anomalia in cui si trovavano: era infatti indubbio che quella in cui si erano materializzati era una spiaggia, una spiaggia di sabbia probabilmente terrestre, a giudicare dalle palme che si vedevano. Solo che la spiaggia, il mare e tutto il resto erano all'interno di quello che - guardando bene - sembrava essere un Cubo Borg!

Le pareti metalliche spiccavano infatti in ogni direzione, spuntando dal mare e dalla foresta di palme ed inerpicandosi fino al cielo, ove comunque brillava un bel sole, che probabilmente contribuiva a scaldare quella simulazione.

Persino il ciringuito sulla spiaggia, ove spiccavano decine di bottiglie di alcolici necessari a preparare i gustosi cocktail ambiti dal Comandante Paris, era pieno di alcove Borg, alcune delle quali piene di droni in rigenerazione, mentre altri Droni si accalcavano al bancone.

Effettivamente, guardandosi attorno Paris e gli altri avrebbero potuto vedere diversi Borg stesi sulla spiaggia o immersi in acqua, con i dosso costumi da bagno colorati sopra gli innesti cibernetici e le nere corazze.

Per il momento tutti li ignoravano, ma voltarono all'unisono le teste verso quello che - sullo sfondo, proprio a ridosso di una parete del Cubo - sembrava essere un castello del medioevo terrestre dall'aria particolarmente tetra, ove una nube tempestosa (presente solo ed esclusivamente sul castello stesso) aveva appena scaricato un fulmine.

Sarah si sentì - a torto o a ragione - lo sguardo degli altri tre addosso e si affrettò a dire "Hem...io credo che il sovraccarico abbia anche danneggiato i circuiti logici del Ponte Ologrammi. Probabilmente il programma originale era una simulazione di addestramento contro i Borg, poi qualcuno deve aver tentato di caricare il programma della spiaggia e anche quello del castello - qualunque cosa sia..."

Quello della spiaggia, pensò Sarah mentre il mare le sfiorava i piedi, facendola rabbrividire ed indietreggiare istintivamente, poteva essere opera di Paris, ma chi aveva avviato il castello? Forse qualcuno che aveva tentato prima di lui di entrare non sapendo ci fosse una simulazione in corso?

La sensazione di avere gli occhi di tutti puntati addosso la colpì all'improvviso, portandola istintivamente a stringersi le braccia al petto. Era un atteggiamento abbastanza inappropriato in quella condizione e se ne rendeva conto, ma si sentiva fortemente a disagio.

Ciononostante - o forse proprio per questo - cercò di concentrarsi sul lavoro, spiegando "Solo che il Ponte, anziché sostituire i programmi, li ha sovrapposti...a questo punto non so dove possano essere i nostri. E trovarli non sarà facile, senza i nostri strumenti..."

E quello, probabilmente, era la meno. Cosa sarebbe successo nel momento in cui i bagnanti Borg si fossero sentiti indispettiti dalla loro presenza?




RE: Come da programma... - @Les - 19-05-2023

Thomas Eugene Paris

Umano

Mancano all'appello cinque ufficiali, erano impegnati in una simulazione sul ponte ologrammi, ma le comunicazioni hanno smesso di funzionare circa un'ora fa. Non sappiamo in che condizioni siano e non riusciamo a terminare il programma dall'esterno. Quindi l'idea è entrare là dentro con il teletrasporto... disse, prendendo il phaser che l'ufficiale della sicurezza gli porgeva ... assicurarci che stiano bene, riparare il computer e chiudere il programma. riassunse per i nuovi arrivati. Limpido, lineare, cosa mai avrebbe potuto andare storto?

... senza ombrellino rispose non appena il suo corpo riprese consistenza e un vento tiepido gi scompigliò i capelli. La sabbia non era un problema e non poteva dire di non apprezzare l'upgrade delle uniformi deciso dal ponte ologrammi, ma il fatto che il suo phaser fosse diventato una palettina per la sabbia gli piaceva molto meno e ancor meno gli piacquero le parole della Mendel. Se il ponte ologrammi aveva deciso di sostituire il phaser, quella che aveva in mano ora non solo sembrava una paletta, ma non era nemmeno in grado di sparare. Scosse la testa sconsolato e depositò senza troppi complimenti la palettina sul vassoio di una delle cameriere olografiche che stavano attraversando la spiaggia in direzione del bar. La prossima volta ricordatemi di fare più attenzione a quello che mi auguro... ma ci tengo a precisare che quelli non li ho voluti io disse, indicando i Borg in bermuda.

Fu allora che un fulmine squarciò il cielo, attirando l'attenzione di tutti, droni compresi, verso un castello medievale abbarbicato su di una parete metallica, il cui aspetto tenebroso non prometteva nulla di buono. Va bene... disse, forse più per convincere se stesso che perché lo pensasse davvero cerchiamo di capire con cosa abbiamo a che fare: questa è una simulazione della spiaggia di Waikiki, sulla Terra. Quello... disse, indicando i Borg e il cubo che li circondava fa parte della simulazione di addestramento delta-47... e il castello? Qualcuno ha idea di cosa sia? si informò, non riconoscendo il programma. E c'era, probabilmente, una questione ancora più rilevante: dovevano localizzare e riparare il guasto, oltre ai membri dell'equipaggio dispersi, ma non avevano più nemmeno un tricorder. ... per prima cosa ci servono i nostri strumenti, per come la vedo io abbiamo due opzioni: possiamo provare a caricare un nuovo programma che contenga quello che ci serve, ma se il computer continua a rispondere in modo imprevedibile rischiamo di ritrovarci nel Far West con i borg armati di rivoltelle. Oppure possiamo provare ad utilizzare la tecnologia presente nel cubo borg, ma questo allerterà i droni, e con i protocolli di sicurezza fuori uso non sarà divertente. Altre idee?.

T, se non sai cosa rispondere tu avvisa che noi siamo brutte persone e ti rubiamo senza problemi il turno ;P



RE: Come da programma... - T'Dal - 20-05-2023

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Saff | Zaldan

Dovevo ammettere che ero visibilmente infastidita da tutta la situazione, sebbene adorassi l'ambiente circostante: mi serviva un'ambientazione marittima, mi ricordava un po' casa che mi mancava, tuttavia mal sopportavo la compagnia estranea dei borg o del castello che cozzava con il tutto il resto. In condizioni ottimali avrei anche apprezzato il cambio di abito in un abito tipico terrestre e invece della mia valigetta medica un bel secchiello, ora ero solo molto impaziente sia di salvare le cinque persone disperse sia di avere una simulazione degna di nota. La mia voce risuonava con un tono di impazienza mentre cercava di concentrarsi sul problema principale.
«Prima di tutto, io rivorrei i nostri strumenti. Senza di essi, saremo in una posizione svantaggiata in caso di conflitto con i Borg.» dissi, osservando attentamente i Borg presenti. «Dobbiamo anche evitare di attirare troppa attenzione su di noi. I Borg sono noti per la loro sensibilità nei confronti delle minacce, e potrebbero reagire in modo aggressivo se si sentono minacciati.»

Mantenevo il mio atteggiamento serio e concentrato, focalizzandomi sull'obiettivo principale: risolvere la situazione e garantire la sicurezza del gruppo. Ero consapevole che la mia mancanza di familiarità con la cortesia e la cavalleria potesse sembrare fredda o distante, ma la mia priorità era agire in modo efficiente e ragionevole.

Mi voltai verso Paris, il primo ufficiale. «Quanto al castello medievale non l'ho mai visto, potrebbe essere parte integrante della simulazione o potrebbe essere un elemento estraneo. Potremmo investigare ulteriormente per capire la sua origine e se rappresenta una minaccia per noi e magari possiamo trovare qualcosa che possiamo usare dato che i nostri attrezzi sono stati convertiti.» dissi in un primo momento, quando il primo ufficiale chiese se avessimo altre idee. Non ero certa che la mia risposta fosse adeguata, ma decisi di dire la mia in ogni caso.

«La mia idea è che dobbiamo rimanere al sicuro e propongo di sfruttare la mia conoscenza medica per valutare lo stato di salute dei membri dell'equipaggio dispersi non appena li troveremo. Potrebbe essere necessario fornire cure immediate o stabilizzarli per il trasporto in infermeria. La prudenza è la nostra alleata in questa situazione. Dobbiamo affrontare le sfide con cautela, senza correre rischi inutili. Manteniamo la calma e lavoriamo insieme per risolvere questa situazione nel modo più sicuro ed efficiente possibile.» dissi pacatamente.



RE: Come da programma... - 1701E - 21-05-2023

Sarah Mendel

Augmented Human


Sarah stava ovviamente ascoltando gli scambi tra Paris e Saff, ma la sua attenzione era innegabilmente attratta dal castello sullo sfondo tanto che - quando la Dottoressa propose di esplorarlo - rabbrividì visibilmente.

"Sembra un castello infestato..." commentò, e non era chiaro se stesse parlando da sola o rispondendo ai colleghi "...uscito direttamente da un racconto dell'orrore, di quelli con maghi cattivi e mostri famelici..."

Ovviamente i due colleghi non potevano saperlo ma, tra le innumerevoli stranezze della scienziata, vi era anche un po' di sana fobia per i racconti dell'orrore.

Ad onor del vero ciò dipendeva da un banale errore di valutazione commesso in buona fede dagli addetti dell'Istituto Mendel, quando era molto piccola. All'età di due anni, infatti, Sarah era già in grado di leggere e scrivere come una bambina di otto e, per questo, i suoi tutorisi erano trovati nella condizione di dover trovare modi per coltivare quel talento senza farla annoiare.

Una cosa che aveva funzionato egregiamente era stata la lettura, motivo per cui le sue tate avevano selezionato accuratamente svariati testi adatti al suo livello di comprensione del testo, prediligendo libri di fiabe ed altri testi per bambini.

Il problema, ma questo lo compresero solo dopo un po', era che le sue eccezionali capacità di lettura e comprensione del testo non andavano minimamente al passo con la sua maturità, che era appunto quella di una bambina di due anni!

Quelle che per bambini più grandi erano storie di fantasia avventurose, ricche di mostri ed eroi che le sconfiggevano, per lei divennero incubo ricorrenti popolati di draghi, fantasmi e mostri spaventosi...incubi che ancora adesso, di tanto in tanto, si affacciavano nei suoi sogni dopo una giornata particolarmente stressante.

Quello però non era il momento...adesso avevano questioni più serie da affrontare: se i protocolli di sicurezza erano disattivi - ed era probabile che lo fossero, dato lo stato della simulazione - quei Borg olografico sarebbero stati letali nel momento in cui gli si fossero rivoltati contro.

La domanda del Primo Ufficiale era pertanto perfettamente logica e sensata, e meritava una analisi approfondita per trovare la giusta risposta.

"Stando a quanto sappiamo dei Borg, cominceranno a reagire con ostilità nel momento in cui ci riconosceranno come una minaccia, non prima, quindi credo che la cosa migliore sarebbe evitare comportamenti che possano essere visti come aggressivi..."

Cippy pigolò qualcosa che - probabilmente - doveva significare grazie al cavolo, perché la rossa lo fulminò con lo sguardo e si affrettò ad aggiungere "Probabilmente sottrarre e usare componenti Borg sarebbe visto come un gesto ostile, ma non credo valga anche per componenti di altre simulazioni. Per come la vedo abbiamo due alternative: o cerchiamo di avviare una nuova simulazione, nella speranza che sovrapponga a questa qualcosa di utile e che i Borg non considerino come roba loro..."

Non sembrava del tutto convinta, però. Forse l'idea di Paris circa i Borg Cow Boy in bermuda la agghiacciava...

"Oppure cerchiamo di aggirare la loro logica..." aggiunse subito dopo "Mi spiego: se in questa simulazione fossero presenti anche elementi non Borg - che so, resti di persone assimilate - probabilmente tali elementi non sarebbero di interesse per loro. Forse potremmo cercare nelle camere di assimilazione. Se la simulazione è stata programmata con sufficiente accuratezza, potremmo trovare oggetti utili di proprietà di creature divenute Droni. Quegli oggetti, probabilmente, non innescherebbero allarme se presi..."

Lasciò ovviamente fosse Paris a decidere la strada migliore, precisando "Ad ogni modo, signore, anche se riuscissimo ad attrezzarci resterebbe il problema di come uscire: è sicuramente possibile usare uno dei computer presenti nella simulazione per entrare nei controlli del Ponte, ma senza il pezzo da sostituire non posso garantire di poterne riprendere il controllo..."