Non mi piace stare all'inferno -
Neris - 14-12-2023
Role per @
@Les e @
T'Dal
Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.
Seeth Rahnaz Mezza Klingon
Quadrante Beta
Blocco Omega Leonis
Settore Qu'Vat
Sistema stellare Beta Penthe
In orbita attorno ad un planetoide ghiacciato, la IKS Kal'Ruq era seguita nel suo moto da una nave dallo stile decisamente non klingon. Con Suder rimossa dall'incarico e, di fatto, trasformatasi in una specie di rifugiato politico nell'Impero Klingon, la Federazione aveva affidato l'incarico di portare avanti le trattative ad un altro diplomatico. Considerando che parte della trattativa riguardava la scarcerazione di un certo contrabbandiere trill chiamato Kela Idaris, la nave klingon si era ritrovata a scortare la USS Saratoga nel cuore del territorio dell'Impero.
Seeth non sapeva esattamente che pensare della scelta della Saratoga come nave scorta dell'ambasciatore. Da una parte, era una consolazione sapere che il suo capitano non era dalla parte della Sezione 31, dall'altra era indubbio che lei e Suder avessero rapito un ufficiale della flotta proprio su quella nave solo qualche tempo prima. Se non avessero rimosso (con la forza) Erulen dalla Saratoga, certamente il capitano T'Dal si sarebbe trovata costretta a consegnarlo alla Sezione 31, ma non si poteva dire che l'ex-primo ufficiale/spia klingon se la stesse vedendo molto meglio sulla Kal'Ruq. La sua condanna a morte per alto tradimento era stata temporaneamente sospesa ma Seeth non aveva idea per quanto tempo sarebbe riuscita a mantenere quella delicata situazione di standby. Se non fosse successo un miracolo, non ci sarebbe voluto molto perché la testa di Erulen lasciasse il suo collo.
La situazione di Idaris era solo parzialmente migliore. Mentre Suder e lei erano intente a tentare di salvare la vita a Erulen, il pover'uomo era stato trasferito nella colonia penale più temuta nella galassia. Se doveva essere sincera, anche solo pensare di mettere piede in quello che era conosciuto come il
Cimitero degli Alieni metteva a disagio anche lei. E lei era lì solo per parlare con uno dei detenuti, non per esservi incarcerata!
Comincio a pensare che, tra i due, sia Kaas ad aver ottenuto la pena meno pesante. Pensò, mentre raggiungeva l'hangar dove sia lei che Suder erano attese. In un certo senso, si trattava di una differente condanna a morte. La vita a Rura Penthe era così dura che la vita media dei carcerati era di un anno. Molti preferivano una rapida condanna a morte ad un doloroso anno nelle sue gelide miniere. Quindi no, la situazione di Idaris non era per niente buona e stava dimostrandosi più complicato del previsto ottenere il suo trasferimento in un carcere federale.
Diplomatica Rahnaz, diplomatica Suder, siamo pronti per la partenza. Li informò il pilota appena salite sulla navetta. Per evitare la fuga dei detenuti, uno scudo magnetico avvolgeva il complesso carcerario e i vari impianti minerari, oltre che l'area circostante. Questo significava che sia loro che i loro alleati federali sarebbero stati costretti a scendere in navetta.
Le coordinate del complesso carcerario sono state inviate alla Saratoga.
RE: Non mi piace stare all'inferno -
T'Dal - 14-12-2023
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
In orbita attorno a un planetoide ghiacciato, la USS Saratoga, sotto il mio comando, era lì per una missione delicata. Guardavo l'IKS Kal'Ruq, una nave klingon, con una certa apprensione: non era una cosa da tutti i giorni il fatto che la Saratoga fosse stata scelta per scortare l'ambasciatore Elieth, mio fratello maggiore, in una delicata missione diplomatica (ero ignara che fosse stata una richiesta esplicita di mio fratello)… e nemmeno che venisse accompagnata in territorio klingon da una delle loro navi.
Dopo aver presentato Elieth a Dakona e ricevuto la sua inaspettata approvazione sulla nostra relazione, sapevo che una questione più urgente richiedeva la mia attenzione: Korinna e la diplomatica Rahnaz erano impegnate nel tentativo di salvare la vita di Erulen, il mio ex primo ufficiale accusato di tradimento. Ora mio fratello doveva trattare il rilascio di Kela Idaris, un contrabbandiere trill, dalla spaventosa colonia penale del Cimitero degli Alieni, nonché fratello di Elina.
Quando espressi il desiderio a Elieth di accompagnarlo in superficie, la sua risposta fu chiara: «T'Dal, apprezzo il tuo supporto, ma la tua presenza qui sulla Saratoga è essenziale. La nave e l'equipaggio richiedono il tuo comando, soprattutto in queste circostanze delicate.»
Con un misto di riluttanza e comprensione, risposi: «Elieth, capisco le tue ragioni e rispetto la tua decisione. Rimarrò in attesa e pronta a intervenire se necessario. Tuttavia, tieni presente che la mia preoccupazione per la tua sicurezza rimane. Se dovesse sorgere qualsiasi imprevisto, non esiterò a scendere sulla superficie per prestare assistenza.» risposi pacatamente.
Per un osservatore esterno, la nostra discussione sembrava tranquilla e pacata. Tuttavia, ero internamente irritata dalla sua decisione. Capivo la logica dietro le sue parole, ma sentivo un forte bisogno di essere al suo fianco in superficie, soprattutto considerando i pericoli che avrebbe, avremmo potuto incontrare.
Il pilota ci informò che era tutto pronto per la partenza. Dovevamo utilizzare una navetta per raggiungere la colonia penale a causa di uno scudo magnetico che proteggeva l'area. Riflettevo sulle complessità della nostra missione, consapevole che ogni decisione avrebbe potuto avere conseguenze significative. La posta in gioco era alta, e non c'era spazio per errori.
RE: Non mi piace stare all'inferno -
@Les - 14-12-2023
Ho avuto qualche contatto con il capitano T'Dal da quando mi trovo sulla Kal'Ruq spiegò Korinna ... non è mai facile comprendere cosa passa per la mente dei Vulcaniani, ma se la conosco almeno un poco, credo che alla fine abbia capito perché abbiamo fatto ciò che abbiamo fatto. Nonostante tutto, penso che lei per prima sia più felice che le cose siano andate così. sussurrò Korinna in direzione della collega Klingon. La situazione in cui si trovavano in quel momento era estremamente delicata: Idaris si ritrovava su un pianeta prigione noto per la rigidità del trattamento che offriva, mentre Erulen sarebbe stato probabilmente condannato a morte, per quanti sforzi avrebbero potuto fare. Ma la cosa che in quel momento disturbava maggiormente Korinna era la sofferenza dei condannati: migliaia di persone i cui pensieri erano lacerati dal dolore, l'odio verso i carcerieri, la sofferenza fisica... per quanto solitamente fosse abile nello schermare pensieri ed emozioni indesiderate, in quel momento stava facendo davvero fatica a mantenere le sue difese mentali e contemporaneamente seguire la conversazione. Sapeva che mostrare segni di debolezza non sarebbe stato preso molto bene dai colleghi klingon, ma non si sentiva per nulla bene e il colorito insolitamente pallido del suo volto tradiva lo sforzo che stava facendo per non lasciarsi soffocare dalla sofferenza di quel luogo da quanto Idaris si trova qui? chiese, sconvolta al pensiero che qualcuno potesse resistere più di qualche ora in quel luogo.
Percepire la presenza di T'Dal che si avvicinava fu un debole sollievo. L'impressione che il negoziato che si accingevano ad intrattenere non sarebbe riuscito a smuovere i klingon era più che concreta. T'Dal, riesci a sentirmi? chiese, cercando di contattare telepaticamente l'amica puoi trovare una scusa per ritardare il vostro arrivo sul pianeta? chiese, sperando che l'amica riuscisse a percepire i suoi pensieri in mezzo a tutto quel caos.
RE: Non mi piace stare all'inferno -
Neris - 16-12-2023
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Seeth Rahnaz Mezza Klingon
Come sempre, Suder era stata rapida a percepire le sue preoccupazioni. Normalmente la cosa l'avrebbe preoccupata, in quanto significava che i suoi pensieri non erano al sicuro, ma Seeth aveva ormai imparato a fidarsi della betazoide. Vorrei poter dire che così facendo abbiamo evitato il peggio, ma non è così semplice. Non aveva intenzione di arrendersi: avrebbe fatto tutto quello che poteva per Erulen, ma le probabilità erano decisamente contro di loro. Tra i klingon che volevano il suo sangue e la Sezione 31 che lo voleva per i suoi scopi, il futuro dell'ex-klingon era tutt'altro che roseo. Spero che lei abbia ragione. Aggiunse poi. Preferirei non dover affrontare una vulcaniana arrabbiata. Ormai si tende a dimenticarlo, ma quello di T'Dal era un popolo guerriero.
Da una settimana. Rispose alla successiva domanda della betazoide. Sinceramente, la notizia aveva sconvolto anche lei: sapeva che l'uomo era stato arrestato ma non si sarebbe mai aspettata che venisse trasferito proprio in quella colonia penale. Il contrabbando di materiale per la produzione di droga era un grave crimine, ma Idaris non era consapevole né di cosa stesse portando nell'Impero né di chi fossero realmente i suoi clienti. Non meritava Rura Penthe, ma evidentemente non era da sottovalutare l'odio che il suo popolo provava per chiunque fosse coinvolto nella San. Non dovrebbe essere un tempo sufficientemente lungo da mettere in pericolo la sua vita, ma Rura Penthe è un inferno. Augurerei solo ai miei peggiori nemici di passare anche solo una settimana là dentro. Era difficile che Idaris ne sarebbe uscito indenne. A proposito, crede di farcela a scendere sul pianeta? Domandò poi, facendo cenno al pilota di attendere. Prima fossero scesi sul pianeta, prima si sarebbero assicurate delle condizioni di Idaris, ma farsi prendere dalla fretta non sempre era un bene. Non poteva dirsi un'esperta di telepatia, tutt'altro, ma Suder aveva reagito in più occasioni alle sue emozioni. Come avrebbe reagito alla disperazione e al dolore provati dai prigionieri di Rura Penthe?
RE: Non mi piace stare all'inferno -
T'Dal - 18-12-2023
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Ricevere il messaggio telepatico di Korinna fu una sorpresa, non pensavo di poter ricevere un messaggio telepatico a distanza, non ero nemmeno sicura che funzionasse con Dakona; ma se mi contattava in questo modo, doveva esserci un motivo urgente per farlo.
Pensando alla sua richiesta di ritardare il nostro arrivo, valutai rapidamente le opzioni. Ritardare il nostro arrivo poteva offrire a Korinna e alla sua squadra il tempo necessario per stabilizzarsi emotivamente e prepararsi meglio per i negoziati, o almeno così pensavo. Tuttavia, era fondamentale agire con discrezione per evitare sospetti.
//Ho bisogno di un consiglio. Mio fratello Elieth ha intenzione di scendere da solo su Rura Penthe, dato che non vuole che io mi metta in pericolo dato il mio ruolo, posizione che trovo alquanto logica. Devo trovare un modo per convincerlo a rimandare o modificare i suoi piani senza destare sospetti. Hai suggerimenti su cosa posso dire per convincerlo? Io posso fare in modo che sia un motivo logico, ma attualmente l'unica cosa logica possibile è quello inventare un problema tecnico per giustificare un ritardo, tuttavia anche qui abbiamo ricevuto l'ok per la discesa.// continuai, cercando di non guardare mio fratello che per ora non sembrava essersi accorto di nulla.
RE: Non mi piace stare all'inferno -
@Les - 20-12-2023
Korinna sorrise tra sé e sé nel sentire la risposta della Klingon. Non era certa che ai Vulcaniani avrebbe fatto piacere sentirsi ricordare il loro passato bellicoso, ma non la sorprendeva affatto che al contrario la Klingon sembrasse tenerlo in grande considerazione. Quel sorriso, tuttavia, sparì rapidamente dalle sue labbra appena un attimo di distrazione fece sì che il dolore dei prigionieri la raggiungesse di nuovo. Seeth doveva aver notato l'istante di esitazione, perché si affrettò a chiederle se se la sentisse di scendere sul pianeta. Non sarà facile rispose Korinna, con la sincerità che contraddistingueva i suoi connazionali ... e non potremo contare sulle mie abilità: l'unico modo che conosco per potermi avvicinare ad un posto come questo è alzare tutte le difese mentali che possiedo, ma questo mi impedirà di percepire qualunque cosa. Minacce comprese. la avvertì, per poi muovere un cenno di assenso, ad indicare che poteva dare ordine di procedere con l'avvicinamento al pianeta. Non credo resisterò a lungo, laggiù. Cerchiamo di sbrigarci. la avvertì.
Non pensava che il suo messaggio sarebbe riuscito davvero a raggiungere T'Dal e fu con una certa sorpresa che accolse la sua risposta. Non sarà necessario mentirgli. disse la betazoide ... credo che Idaris sia in pericolo. Non so quanto siano affidabili le mie percezioni in queste condizioni, ma potrei ritrovarmi a dover agire... non esattamente secondo manuale. Se questo sarà il caso, la Federazione deve risultare completamente estranea all'accaduto. Non possiamo permetterci che siate coinvolti, sono certa che Elieth comprenderà la necessità di esercitare una certa prudenza in questa sutuazione. avvertì l'amica.
RE: Non mi piace stare all'inferno -
Neris - 28-12-2023
Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.
Seeth Rahnaz Mezza Klingon
Se Suder fosse stata una sua nemica, Seeth si sarebbe sentita sollevata al sapere che difficilmente sul pianeta sarebbe riuscita ad utilizzare le sue abilità telepatiche. Invece, si ritrovò costretta a rivalutare i suoi piani. Non era mai stato nei suoi progetti di lasciare a Suder la rilevazione di eventuali minacce, ma certamente aveva pensato di poter contare su di lei durante l'interrogatorio di Idaris. Le emozioni del trill, per quanto non sarebbero state considerabili prove, avrebbero potuto aiutarle a comprendere la veridicità delle sue parole.
...e dubito che otterremo l'autorizzazione di portarlo sulla nave. Pensò.
Mi avvisi se la situazione si rivelasse insostenibile. Si premurò di sottolineare.
Sforzarsi oltre i limiti, mettendo a rischio la sua salute, difficilmente aiuterà Idaris. Non ne sapeva a sufficienza di telepatia per sapere quanto un'eccessiva permanenza sul pianeta avrebbe potuto nuocere la betazoide, ma non aveva intenzione di rischiare.
Dato il via libera al pilota per la partenza, Seeth si sedette al suo posto. Una volta la loro navetta ebbe lasciato l'hangar, domandò:
Status della Saratoga? Inconsapevole della comunicazione mentale tra Suder e il capitano T'Dal, la mezza klingon dava per scontato che la navetta federale li avrebbe seguiti nella discesa.
RE: Non mi piace stare all'inferno -
T'Dal - 28-12-2023
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Ascoltando il messaggio telepatico di Korinna, mi resi conto della delicatezza e complessità della situazione in cui ci trovavamo. La sua abilità di comunicare telepaticamente nonostante la sofferenza e il caos emotivo che la circondava era notevole. Lei era - o stava raggiungendo - su Rura Penthe, un pianeta prigione noto per la sua durezza, e la sua situazione era tutto fuorché semplice; mentre riflettevo su come affrontare la questione con Elieth, il mio fratello, Korinna mi comunicò che non sarebbe stato necessario ingannarlo per ritardare il nostro arrivo. Lei sospettava che Idaris fosse in pericolo e che avrebbe potuto trovarsi costretta ad agire in modi non convenzionali, forse anche al di fuori dei protocolli standard della Federazione.
Guardai mio fratello maggiore, che era assorto nei suoi pensieri, probabilmente stava meditando sulle sfide diplomatiche che ci aspettavano. «Elieth» iniziai, cercando di essere il più diretta possibile. «C'è una situazione complessa che si sta sviluppando su Rura Penthe. Korinna, sostiene che la situazione potrebbe richiedere azioni impreviste e delicate.» dissi.
Elieth, sempre calmo e riflessivo, ascoltò attentamente e annuì leggermente. «Capisco, dovremmo procedere con cautela. Se ci sono rischi imprevisti, è saggio prendere tempo per valutare e pianificare la nostra mossa successiva.»
Gli spiegai che ritardare il nostro arrivo su Rura Penthe avrebbe dato a Korinna e a Seeth il tempo di valutare meglio la situazione e agire di conseguenza. «Sono d'accordo» disse Elieth dopo una breve pausa. «SUtilizzeremo questo tempo per preparare una strategia più informata. La tua decisione di ritardare è logica, T'Dal. Procediamo con prudenza.»
Con il consenso di Elieth, informai per prima cosa Korinna dicendo che potevano procedere e noi saremo rimasti in attesa, così mi diressi verso il ponte per coordinare con il mio equipaggio e rimanere in attesa. Era essenziale agire con discrezione e sicurezza, mantenendo l'integrità della missione e proteggendo Elieth, e con lui, i nostri interessi diplomatici.
La situazione era tesa, ma ero fiduciosa che con il giusto equilibrio di cautela e azione avremmo potuto navigare attraverso questa sfida complessa. La comunicazione con Korinna era fondamentale, e la sua intuizione e coraggio erano risorse inestimabili in un contesto così difficile.
RE: Non mi piace stare all'inferno -
@Les - 29-12-2023
So che probabilmente non è un buon momento per una lezione di cultura... rispose Korinna in direzione di Seeth ma è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere: per noi è piuttosto doloroso infliggere sofferenze a chi abbiamo attorno e non riusciremmo a costruire luoghi come questo... non ho la minima idea di quanto a lungo sia tecnicamente possibile resistere, ma immagino che lo scopriremo presto. spiegò, mentre prendeva posto a bordo della navetta. Le poltrone non avevano certo la comodità cui era abituata sulle navi federali, ma in quel momento era l'ultimo dei suoi problemi. Korinna chiuse gli occhi un istante, per riuscire a concentrarsi sulla risposta di T'Dal senza che le immagini provenienti dai prigionieri si infiltrassero tra i suoi pensieri, ma nonostante fosse una telepate esperta, era più complesso di quanto avesse messo in conto...
La Saratoga si trova alle coordinate prestabilite, ma comunicano che... iniziò il pilota ... ci vorrà del tempo per terminare la procedura di sbarco dell'ambasciatore secondo il protocollo. terminò sbrigativamente Korinna per lui. C'è una cosa che dovrebbe sapere... disse, rivolgendosi alla collega con un tono di voce sufficientemente basso da non farsi sentire dal pilota. Non che fosse realmente necessario, la betazoide aveva momentaneamente disattivato il suo traduttore e dubitava che sarebbe stato in grado di comprendere il federale standard, ma preferiva non correre rischi. Posso parlare liberamente? si informò, sapendo che sarebbe stata una pessima idea mettere a verbale quella questione, ma allo stesso tempo decisa ad informare la collega su quanto aveva riferito a T'Dal.
Il pilota, ad ogni modo, non era particolarmente interessato alla conversazione, anche perché la procedura per avvicinarsi al pianeta richiedeva tutta una serie di istruzioni e comunicazioni da effettuarsi nel giusto ordine per essere correttamente identificati e ottenere i permessi necessari all'atterraggio. L'atterraggio stesso doveva avvenire in un'area ben precisa e sarebbero stati tenuti sotto tiro tutto il tempo, una prudenza forse eccessiva, ma necessaria nel caso in cui si fossero rivelati dei traditori o malintenzionati. Anche per un pilota esperto non era esattamente un compito rilassante.
Erano ormai a poche decine di metri dal suolo quando, all'improvviso, la navetta fu scossa violentemente e divenne incontrollabile. D'istinto Korinna si aggrappò saldamente ad una delle console, ma non fece in tempo ad avvertire gli altri di fare altrettanto: il pilota fu sbalzato dalla sua postazione, andando a sbattere violentemente contro la paratia di fondo. Korinna cercò di guadagnare la console di pilotaggio, ma le poche parole di klingon che aveva imparato non erano sufficienti per decifrarne i comandi e, anche se vi fosse riuscita, non era certo un pilota. Rahnaz!? chiamò, cercando la collega per ricevere un po' d'aiuto. Non potevano sapere che qualunque cosa avessero tentato di fare difficilmente avrebbero potuto fare meglio del pilota, visto che i propulsori di manovra erano stati completamente distrutti da una bomba artigianale.
RE: Non mi piace stare all'inferno -
Neris - 31-12-2023
Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.
Seeth Rahnaz Mezza Klingon
Rura Penthe è... un inferno anche per noi klingon. Ammise, alla lezione di cultura di Suder. Non è un luogo dove rieducare e riabilitare i criminali, è un luogo dove liberarsene. Per quanto io comprenda le ragioni culturali della sua esistenza, mi rendo anche conto che agli occhi di un federale - soprattutto di un betazoide - risulti inaccettabile. In parte era inaccettabile anche ai suoi di occhi: tra l'influenza di Sef (e di sua madre) e il timore quasi reverenziale che ogni klingon aveva di quel posto, non poteva dire di essere esaltata all'idea di star per camminare sulla sua superficie ghiacciata. Lei non era una telepate, e questa era una consolazione, ma sospettava che avrebbe rivissuto nei suoi sogni quanto stavano per vedere.
La risposta del pilota alla sua domanda la colse parzialmente di sorpresa, ma non quanto l'intervento di Suder. Che la betazoide sapesse qualcosa riguardo il ritardo dell'ambasciatore federale? Mi dica... La spronò a parlare, abbassando anche lei la voce. Qualunque cosa Suder volesse riferirle, era evidente che non fosse per le orecchie del loro accompagnatore. Non fece in tempo a ricevere risposta che ci fu uno scossone e la navetta divenne incontrollabile. Fu un vero e proprio miracolo se Seeth riuscì ad afferrare qualcosa in tempo, evitando di venir spedita contro la paratia a far compagnia al suo compatriota. Considerando che dopo l'impatto l'uomo non si era più mosso, l'ideale sarebbe stato controllare le sue condizioni ma il tempo era contro di loro. Se non avessero agito in fretta sui comandi, la sopravvivenza del pilota non sarebbe stata l'unica incognita.
QI'yaH1, Imprecò sonoramente appena ebbe raggiunto i comandi. abbiamo perso i propulsori di manovra. Se ne avessero perso solo uno, Seeth immaginava che in qualche modo sarebbero riuscite a far atterrare la navetta, ma avendoli persi entrambi la situazione si faceva dura. Il motore ad impulso è danneggiato ma ancora funzionante. Il quesito era per quanto, ma Seeth non era sicura che sarebbe riuscita ad atterrare con successo con la scarsa manovrabilità dell'impulso. Il loro pilota probabilmente ce l'avrebbe fatta, ma lei? Non sono un pilota, ghuy'2, ma in qualche modo atterreremo! Dammi una mano, Suder. Esclamò in un mezzo lamento, mentre lottava per mantenere la navetta in posizione più o meno stabile. Non erano ancora esattamente in caduta libera, ma ci erano quasi. Sfruttando al massimo le sue limitate conoscenze di pilotaggio, cercò di dare istruzioni alla sua compagna di sventura, consapevole che il problema più grande della betazoide era la comprensione dei comandi scritti in klingon. Un buon atterraggio era sicuramente impossibile ma atterrare senza finire in mille pezzi sembrava ancora possibile. La loro traiettoria era sbagliata, la loro velocità troppo rapida e la loro manovrabilità pressoché nulla quindi non c'era assolutamente modo di atterrare anche solo nelle vicinanze dell'area prevista, ma Seeth avrebbe pensato alle conseguenze una volta fossero atterrate. Per il momento, i ghiacci di Rura Penthe e la reazione dei guardiani klingon al loro ingresso in zona non autorizzata erano l'ultimo dei suoi problemi.
Qualche istante dopo la navetta si schiantò nel bel mezzo del Ghiacciaio TaDHoHwl, a diversi chilometri di distanza dal complesso carcerario sua destinazione, mezza sotterrandosi tra neve e ghiaccio.
1QI'yaH: imprecazione piuttosto volgare
2ghuy': Dannazione!