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USS Saratoga Io non sono una spia klingon - Versione stampabile

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RE: Io non sono una spia klingon - @Les - 27-04-2023

Korinna Suder

Betazoid

Korinna andrà bene e suggerisco di abbandonare le formalità dottor Raal, anche perché da quanto ho saputo è molto probabile che avremo modo di conoscerci a fondo in futuro rispose la betazoide con un sorriso ... comunque, a titolo informativo, il contatto fisico non mi disturba. si sentì in dovere di precisare, grata che l'uomo si premurasse di non disturbarla e allo stesso tempo divertita da quell'eccesso di premura, anche se forse un po' troppo incurante di come le sue parole avrebbero potuto venir fraintese da chiunque non fosse in grado di cogliere il pensiero a cui quel discorso rispondeva.

Elina Dax rispose invece in direzione del primo ufficiale era anche lei tra gli ufficiali di plancia al tempo, ma sinceramente sono rimasta troppo poco a bordo per poter dire di conoscerla. spiegò, guardandosi attorno con aria interessata mentre attraversavano i vari ponti fino a giungere a destinazione. Ciò che si aspettavano da lei era delicato quanto rischioso ma inseguendo il desiderio di tornare a lavorare su qualcosa di grosso, aveva probabilmente sopravvalutato le proprie capacità: per quanto fosse una telepate esperta, non aveva mai incontrato una mente dalla struttura tanto insolita come quella del comandante: percepiva chiaramente di essere relegata ad esplorarne il livello superficiale e sentiva altrettanto chiaramente come ci fosse molto altro, ben protetto da un numero tale di difese che nel migliore dei casi sarebbe stato inutile e nel peggiore rischioso cercare di superare.

Stava ancora cercando di valutare quanto fosse opportuno cercare di forzare la mente di Erulen, e contemplando l'idea di chiedere un consulto direttamente al dottore, quando l'aspetto della sala in cui si trovavano si trasformò all'improvviso, riproducendo una qualche struttura in stile klingon. Korinna si guardò attorno, incuriosita dalle spiegazioni della Rahnaz. Per qualche istante non successe nulla di rilevante, ma nell'esatto istante in cui il klingon olografico colpì il connazionale con il suo bastone, nella mente di Erulen cominciarono a riversarsi in rapida sequenza una serie di immagini terrificanti associate ad un dolore così tangibile che Korinna fu costretta ad abbandonare all'istante il contatto telepatico, alzando d'istinto tutte le proprie difese mentali. Scusate... disse Erulen, allontanandosi in tutta fretta senza ulteriori spiegazioni.



RE: Io non sono una spia klingon - T'Dal - 30-04-2023

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus | Vulcan

Guardai Dakona e risposi al suo occhiolino con una piccolissima increspatura del viso, un minimo accenno di sorriso. 

«Concordo, solitamente è molto loquace.» dissi pacatamente guardando entrambi, pensando che sarebbe stato interessante vederli chiacchierare tutto il tempo. Io imparai con il tempo a chiacchierare, ma non ero esattamente un'oratrice, quello era mio fratello maggiore Elieth. Lui come ambasciatore era esattamente loquace e aveva la capacità oratoria che talvolta a me mancava.

Alzai un sopracciglio quando Korinna disse di aver saputo fosse molto probabile che lei e Dakona avrebbero avuto modo di conoscersi a fondo in futuro: c'era una parte di me - quella più illogica - che voleva chiedere lumi e vedere come i due potessero reagire ad una domanda del genere, ma non era una gita di piacere e mi stavo un poco agitando.

Erulen sembrava molto interessato a quella discussione dei vecchi ufficiali e quando mi guardò, chiedendomi di approfondire, decisi di spiegargli nel modo più semplice possibile. «Io ed Elina abbiamo un rapporto stretto, più o meno come il mio con Korinna, avendo passato molto tempo insieme; se io ero il navigatore, lei era il timoniere.» dissi pacatamente, decidendo non condividere un'avventura che ci aveva portato a spasso per la galassia, in compagnia di un cadetto - mio connazionale - di nome Sybok. Mi chiesi che fine avesse fatto quel ragazzo. Ripensai a Q e a quello che aveva combinato: con il senno di poi, nonostante la confusione era stata un'esperienza del tutto sgradevole, ma dovevo dire che non era un'avventura che avrei voluto riprovare... non a breve per lo meno.

Annuii quando Seeth disse che avrebbe voluto vedere come vedevamo i klingon e decisi di lasciare campo libero al computer, non volevo succedesse un ulteriore incidente diplomatico. 

Osservai la cerimonia d'iniziazione con certo un distacco: pur non essendo il mio popolo a sottoporsi a simili rituali, compresi l'importanza che attribuivano a tali cerimonie: nonostante il dolore inflitto durante il rito possa sembrare incomprensibile ai miei occhi, per i klingon doveva rappresentare una dimostrazione di forza e coraggio, e perciò un'importante prova di maturità. Rimasi impassibile di fronte alla scena, osservando con distacco e rispetto a quello che stavo osservando, decisi di non emettere alcun giudizio su quello che stavo guardando, poiché supponevo fosse o una scelta personale del singolo che rientrava nella sua cultura e tradizione, chissà se a livello culturale klingon potesse essere simile a ciò che per i vulcaniani era il Kolinahr. Tuttavia, mi chiesi se nel caso della cerimonia a cui stavo assistendo, l'approvazione di affrontare la cerimonia da parte dei genitori fosse necessaria per la sua validità, o se sia sufficiente che il guerriero stesso decida di compierla. Sarebbe potuto essere un tema interessante da approfondire in futuro. 

Pensai fosse interessante notare che i klingon che vivevano in territorio federale mantenessero le loro tradizioni culturali, anche quando queste potessero risultare dolorose o scomode. Tuttavia, mi trovai a considerare che la cerimonia d'iniziazione klingon fosse una pratica particolarmente riservata, quindi mi chiesi se la sua rappresentazione all'interno di un programma olografico potesse sollevare questioni di appropriazione culturale.

Quando vidi Erulen allontanarsi decisi di seguirlo, rimandando un istante il momento di chiedere al computer l'uscita dalla simulazione, dato che avevamo dei klingon a bordo e magari desideravano guardare qualche altro istante. Erulen era pallido e sembrava turbato ed in preda alla paura. «Numero uno, devo ricordarti che è solo una simulazione. Nessuno verrà ferito. È un rito di passaggio, una dimostrazione di coraggio e forza, totalmente rappresentativa.» dissi cercando di rassicurarlo, cercando di utilizzare le poche parole della diplomatica per cercare di dare una spiegazione logica a quello che avevamo assistito, alzando però gli occhi verso il dottore e Korinna. Io non ero esattamente in grado di fornire quel tipo di richiesta emotiva. Ci stavo provando, ma... non era il mio campo. La parte più illogica di me, ricordava quel giorno da cadetta alle prese con il test della Kobayashi Maru che cercai di aiutare il mio compagno al timone della nave su cui ci trovavamo.

«Lo so, capitano, io... non ero pronto per questo. Non era esattamente ciò che avevo in mente quando ho accettato di venire qui. Forse sono un po' confuso

«Non preoccuparti, numero uno, se lo desideri ce ne andiamo immediatamente.» risposi.



RE: Io non sono una spia klingon - Neris - 05-05-2023

Causing people to suffer because you hate them... is terrible. But causing people to suffer because you have forgotten how to care... that's really hard to understand.

Dakona Raal Rigeliano

La reazione di Erulen fu quasi immediata. Nel momento stesso che uno dei bastoni toccò l'ologramma, rilasciando nel suo corpo una fittizia (ma non per questo meno realistica) scarica elettrica, il volto del primo ufficiale si tinse di un'espressione di sofferenza. Quando l'uomo si scusò e si allontanò, Dakona non poté fare a meno di sentirsi lievemente in colpa. Era giusto quello che stavano facendo? La reazione dell'uomo non era necessariamente sufficiente per stabilire se era una spia klingon, anzi probabilmente era più imputabile all'empatia betazoide che ad un ricordo del passato. Per i klingon questa cerimonia è un onore: il dolore che essa comporta non è qualcosa da cui rifuggire ma qualcosa da ricordare con orgoglio. Le parole di Rahnaz non fecero che confermare il suo pensiero: Erulen non si stava comportando da klingon. Difficile stabilire se questo bastasse a scagionarlo, ma sicuramente era sufficiente a costringerlo ad agire. Klingon o meno, Erulen era un suo paziente.

Computer, fine programma. Al suo ordine, la camera cerimoniale klingon scomparve assieme a tutto il suo contenuto, rendendo visibile la struttura spoglia del ponte ologrammi. Sono desolato, diplomatica Rahnaz, ma temo che questa cerimonia sia troppo... forte per noi federali. Che ne dite di testare qualche programma ricreativo? La principale funzione del nostro ponte ologrammi è proprio la ricreazione. Spiegò, per poi spostare lo sguardo dalla klingon alla betazoide. Ti va di fare gli onori, Korinna? Aggiunse, abbandonando le formalità come richiesto. Non era sicuro che sarebbero arrivati a 'conoscerci a fondo' come lei aveva giocosamente scherzato, in quanto quello avrebbe probabilmente richiesto una decisione a lui favorevole nel conflitto sentimentale che stava passando la donna da lui amata, ma un'amica di T'Dal era anche una sua amica.

Tornando alla simulazione che aveva appena disattivato, era possibile che stava rischiando di mandare a rotoli tutto ma aveva delle regole personali che era intenzionato a seguire. Se Erulen fosse stato davanti a loro, arma in mano ed intenzionato ad ucciderli, non avrebbe avuto scrupoli a ricambiare il fuoco. Invece, tutto quello che vedeva era un uomo bisognoso di aiuto. D'altra parte, anche una simulazione ricreativa completamente opposta al credo klingon potrebbe offrirci qualche indizio. Forse. Si consolò, lanciando un'occhiata verso T'Dal e il primo ufficiale per controllare che fosse tutto a posto. Considerando che già era intervenuta lei, un suo intervento avrebbe potuto risultare di troppo e fare più male che bene, ma era pronto a raggiungerli se uno dei due gli avesse fatto un cenno in proposito.



RE: Io non sono una spia klingon - @Les - 05-05-2023

Korinna Suder

Betazoid

Alla proposta del medico Korinna drizzò la testa in deirezione del terminale del computer: era la prima volta che aveva a che fare con un ponte ologrammi e non aveva un programma preferito, né idea di cosa fosse in grado di proporre Computer, dammi una lista dei programmi disponibili decise, per poi studiare con interesse i titoli dei vari programmi comparire in sequenza sullo schermo. Dopo averli rapidamente scorsi avanti e indietro per un paio di volte, scelse a caso un oloromanzo ambientato sulla Terra all'inizio del ventesimo secolo. All'improvviso tutti i presenti si ritrovarono improvvisamente in una delle sale da ballo del Titanic. Qualcuno sa spiegarmi il contesto? chiese, guardandosi attorno perplessa. Sembrerebbe una nave dedusse dal modo in cui il pavimento ondeggiava, prendendosi poi un momento per ammirare come il computer riuscisse a simulare quella sensazione. I personaggi, al contrario, si muovevano, ma sembravano del tutto privi di vita. Non poteva né leggere i loro pensieri, né percepire le loro emozioni, era una situazione davvero curiosa.

Fu allora che la sua attenzione fu catturata dal turbamento di Erulen. Ancora una volta provò a sondare i pensieri più profondi dell'uomo, senza successo: la scena dei klingon lo aveva scosso ed era sicura di aver visto affiorare qualcosa, ma non abbastanza da poter confermare o fugare i loro sospetti su di lui. Non posso fare quello che avevamo previsto comunicò telepaticamente sia in direzione di T'Dal che di Dakona, dando per scontato che non avendo grandi differenze fisiologiche con i vulcaniani, anche i rigeliani fossero in grado di ricevere i suoi pensieri. Qualcosa mi impedisce di raggiungere i suoi pensieri più profondi. Potrei violarli con la forza, ma non sono disposta a farlo: c'è qualcosa nascosto tra gli strati più profondi della sua mente, qualcosa che sta facendo di tutto per non far riemergere. Forzarlo sarebbe non solamente scorretto, ma anche molto doloroso. Per quanto ci servano quelle informazioni, non intendo torturare un uomo. mise in chiaro, per poi avvicinarsi a T'Dal e al comandante.

Non so bene come funzioni questa cosa... disse in direzione di Erulen ... ma penso che dovrebbe invitarmi a ballare. decise, prendendolo a braccetto e proiettando verso di lui la curiosità che provava per quello strano programma e il piacere nell'ascoltare quella musica aliena che risuonava nell'aria, nel tentativo di placare l'agitazione che percepiva in lui.



RE: Io non sono una spia klingon - T'Dal - 07-05-2023

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus | Vulcan

In questa particolare simulazione olografica, mi ritrovai improvvisamente a bordo del RMS Titanic, una nave da crociera terrestre che navigava durante il primo quarto del ventesimo secolo. Il pavimento ondeggiava come ci si sarebbe aspettato sulla superficie di un'acqua in movimento, e il computer era in grado di simulare questa sensazione con grande realismo.

Mentre Korinna comunicava con me telepaticamente, ascoltavo attentamente, ma la mia mente continuava a cercare possibili spiegazioni per il comportamento di Erulen. Era possibile che stesse semplicemente lottando con la cerimonia Klingon, o che avesse qualche trauma profondo che lo stava facendo reagire in quel modo. O mi chiesi se non ci fosse qualcosa di più sinistro in gioco.

//Capisco. Forzare la nostra strada nella mente di Erulen non sarebbe solo immorale, ma anche potenzialmente dannoso per lui. Dobbiamo trovare un altro modo per determinare se i nostri sospetti sono fondati oppure no. Forse un cambiamento di scenario è ciò di cui abbiamo bisogno. E chissà, grazie a questo oloromanzo ci imbatteremo in qualche informazione utile.//

Dovevo ammettere che quella che stavo vivendo era la mia prima volta con un oloromanzo e in quel momento apprezzavo segretamente il cambio di location: mi ritrovai nella sala da ballo del Titanic, una nave terrestre del ventesimo secolo, il computer era riuscito a simulare la sensazione del movimento dell'acqua, rendendo l'esperienza ancora più realistica. Era un deciso cambiamento in confronto a quello che stavamo vivendo poco prima e in generale, mi chiesi quale fosse lo scopo di questo oloromanzo nello specifico.

Alla domanda di Korinna la guardai seriamente: la storia umana era un argomento che mi piaceva molto e cercai di non essere troppo prolissa a tal riguardo.

«Si tratta di un evento storico del passato terrestre, precisamente del 1912, dove il transatlantico RMS Titanic, considerato all'epoca il più grande e lussuoso al mondo, quando colpì un iceberg e affondò durante il suo viaggio inaugurale. Il disastro ha causato la morte di oltre 1500 persone, tra passeggeri e membri dell'equipaggio, e ha avuto un impatto significativo sulla comunità internazionale. Le cause dell'incidente furono oggetto di molte inchieste e dibattiti, ma il naufragio portò a una maggiore attenzione sulla sicurezza delle navi passeggeri e ha portato alla creazione di nuove norme di sicurezza. La storia del Titanic è spesso citata come esempio di come l'arroganza umana può portare a conseguenze disastrose. Sembra che il programma abbia ricreato accuratamente l'oscillazione dei movimenti della nave. È una simulazione interessante

Quando Korinna propose ad Erulen di danzare, Erulen esitò per un momento, ma poi le prese la mano e le permise di guidarlo sulla pista da ballo. Mentre ondeggiavano al ritmo della musica, lentamente ma inesorabilmente, la tensione del primo ufficiale cominciò a dissiparsi.

Io guardavo i due, i loro movimenti fluidi e aggraziati. Non ero ancora del tutto convinta dell'innocenza di Erulen, ma sapeva di aver bisogno di più prove prima di fare qualsiasi accusa. Per ora, tutto ciò che potevo fare era guardare e aspettare, sperando che la verità uscisse il prima possibile.

Per prima cosa chiesi a bassa voce, sia rivolta a Dakona che a Seeth «Cosa ne pensate della reazione di Erulen alla cerimonia Klingon?» per poi aggiungere ad un volume più alto, «Dato che è la mia prima volta con un oloromanzo, qual è la procedura da tenere, Dottore? Pensavo fosse il caso di cambiarci di abito, ma le persone intorno a noi non sembrano molto interessate a quello che indossiamo.» chiesi a Dakona



RE: Io non sono una spia klingon - Neris - 08-05-2023

Causing people to suffer because you hate them... is terrible. But causing people to suffer because you have forgotten how to care... that's really hard to understand.

Dakona Raal Rigeliano

Temo di non riconoscere il programma. Ammise, alla domanda di Korinna. Si guardò attorno con curiosità, lanciando di tanto in tanto un'occhiata a T'Dal ed Erulen per controllare che non avessero bisogno di lui. È un oloromanzo? Quello che la betazoide aveva attivato era evidentemente un programma olografico terrestre, ambientato nel passato della Terra. Che fosse basato su un avvenimento storico o fosse pura invenzione era difficile da definire, quantomeno non per un rigeliano, ma non aveva grande importanza. Ciò che importava veramente era il potere rilassante e ricreativo della sala da ballo in cui si trovano. Non era sicuro di come avrebbe reagito una spia klingon appena (o parzialmente?) attivata, ma ballare non avrebbe di certo fatto male ad un betazoide in crisi. Poteva solo sperare che Erulen ricadesse nella seconda categoria e tenersi pronto ad intervenire se così non fosse stato.

Hai fatto bene a fermarti. Pensò, portando quei pensieri nella parte superficiale della sua mente in modo che Korinna potesse leggerli con facilità. Per quanto il suo popolo avesse tramandato le arti telepatiche vulcaniane, l'insegnamento di quelle arti non era preciso quanto quello su (New) Vulcano. Dakona era in grado di compiere una fusione vulcaniana ma mandare messaggi telepatici senza contatto fisico era ancora al di fuori delle sue competenze. T'Dal era decisamente più abile di lui in quel campo. Scoprire la verità al prezzo di torturare un uomo non è accettabile. Troveremo un altro modo.

Ascoltò la spiegazione di T'Dal con interesse, segnandosi mentalmente di scoprire di più della storia del Titanic e del suo disastroso incidente, e sorrise quando Korinna letteralmente trascinò Erulen sulla pista da ballo. Non ha reagito da klingon, questo è sicuro. I klingon non rifuggono dal dolore, non è onorevole. Rispose Rahnaz alla domanda di T'Dal, tenendo il tono di voce sufficientemente basso perché Erulen non potesse sentirli dalla pista da ballo. La sua espressione era strana, quasi fosse disturbata o disgustata da qualcosa, ma il rigeliano non aveva idea di cosa. La sua teoria era che la donna non avesse apprezzato la reazione del primo ufficiale o non stesse apprezzando l'ambientazione dell'oloromanzo ma la verità era ben diversa: la mezza klingon era semplicemente turbata dal dover parlare a voce bassa per non farsi sentire, atto che il suo popolo decisamente non vedeva bene. Qualche novità da Suder?

La domanda gli rese evidente che la betazoide non aveva riferito anche a lei i risultati della sua indagine, forse perché Rahnaz non apparteneva ad una specie telepatica, forse perché non era una federale. Lasciò con tatto che fosse T'Dal a rispondere a quella domanda, in modo da non rischiare inavvertitamente di rivelare informazioni che la flotta avrebbe preferito mantenere riservate, e riprese a parlare solo una volta che lei ebbe terminato: Non sono molto esperto di questo tipo di oloromanzi ma, considerando che i personaggi non sembrano essere inorriditi dal nostro abbigliamento, direi che non si rivelerà un problema. Proporrei di unirci a Suder e Erulen, ma... Il suo sguardo cadde su Rahnaz, un'espressione interrogativa sul volto. Oh, son sicura di poter trovare un accompagnatore tra gli ologrammi, se volessi unirmi al ballo. Nel tono di voce della klingon era evidente un certo divertimento. Era così evidente quanto T'Dal e lui provavano l'una nei confronti dell'altro? Non che Dakona avesse intenzione di lamentarsi. T'Dal, ti andrebbe un ballo?



RE: Io non sono una spia klingon - @Les - 08-05-2023

Korinna Suder

Betazoid

Korinna non sapeva più dello stretto necessario sulla storia terrestre, ma conosceva bene quella del suo pianeta e, essendo la superficie in gran parte ricoperta da oceani, anche loro avevano avuto la loro lunga storia di navigazioni... e incidenti. La breve spiegazione di T'Dal era stata più che sufficiente per farle comprendere a fondo cosa dovesse aver significato. A parte l'abbigliamento curioso dei presenti e il loro buffo modo di danzare, quella scena non era molto diversa da quelle che si potevano leggere nei libri sulla storia di Betazed. Fu solo quando notò il modo di ballare dei ballerini olografici che le sfuggì una risata divertita: senza realmente soffermarsi a riflettere o concordare ciò che stavano facendo, sia lei che Erulen avevano adattato i passi di una delle danze tradizionali del loro pianeta al ritmo della musica che risuonava nella sala e quella era probabilmente l'unica ragione per la quale non si stavano inciampando una sull'altro.

Fu sorpresa, tuttavia, di non ricevere alcuna risposta da parte del dottore e sondò i suoi pensieri, riuscendo a cogliere solo l'ultima parte del suo discorso: evidentemente il rigeliano non era in grado di utilizzare attivamente la sua telepatia, sebbene dalla risposta fosse evidente che era in grado di ricevere i suoi pensieri. Invece che rispondere nuovamente con un messaggio telepatico, Korinna si limitò a muovere un cenno di assenso nella sua direzione. Su Betazed utilizzare la telepatia in una qualunque conversazione era naturale come respirare, ma sapeva bene che non era lo stesso per gli altri popoli della Federazione: sebbene i vulcaniani fossero sufficientemente esperti in quell'arte da riuscire a sostenere una conversazione mentale, aveva l'impressione che questo richiedesse loro qualche sforzo e profonda concentrazione e non era sua abitudine imporre la telepatia a coloro che la trovavano faticosa, solo per assecondare la propria comodità.

Non le manca l'aria di casa, comandante? suggerì Korinna con un sorriso allegro, cercando quantomeno di tirare fuori qualcosa di buono da quella missione e fare felice la famiglia di Erulen che aveva chiaramente espresso il desiderio di rivederlo. Percepì dell'esitazione a quella domanda, ma non ne fu realmente una sorpresa, dato che sapeva che da mesi evitava i contatti con la propria famiglia devo confessarle una cosa: quando si è saputo che mi era stato affidato questo negoziato sulla USS Saratoga, sua madre mi ha contattata per chiedermi di dirle che vorrebbe sentirla più spesso precisò Korinna, ottenendo un secondo, lungo, silenzio. Un silenzio insolito. Poi, senza una parola, l'uomo collassò a terra. Dottore! chiamò Korinna, cercando di sorreggere il comandante per evitare che si facesse male.

E' strano, T'Dal. Non ho mai percepito una mente strana come la sua. comunicò alla vulcaniana, senza riuscire realmente a spiegare la propria sensazione.



RE: Io non sono una spia klingon - T'Dal - 13-05-2023

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus | Vulcan

Ascoltai le parole di Korinna e feci un cenno di assenso. //Hai fatto bene a fermarti.// dissi pacatamente, pensai che l'ultima spiaggia sarebbe stata la fusione mentale: se non era in condizioni di parlare, forse quella mia abilità poteva aiutarci. Non era una cosa che facevo a cuor leggero, ma non era un'eventualità che volevo scartare.

Ascoltai le parole di Seeth e annuii.
«Questo mi dà da pensare, grazie mille.» dissi pacatamente e alla sua domanda, riguardo se avessimo novità, riflettei un istante per poi mettere  «La situazione è delicata, la mente sembra eccezionalmente molto protetta.»

Osservai Seeth per un momento, cercando di leggere le sue emozioni attraverso le sottili espressioni del viso, ma non riuscii a capire se la klingon avesse o meno capito che tra me e il dottore c'era del tenero. Non ero Korinna, perciò la mia era una supposizione. Quando Dakona mi chiese se volessi ballare con lui, sollevai un sopracciglio, considerando la sua offerta. Non era una pratica comune tra i vulcaniani partecipare a balli sociali, ma il mio interesse per la cultura umana mi aveva insegnato le basi del ballo di coppia.

«Mi piacerebbe molto.» risposi con una leggera inclinazione del capo, riconoscendo che la situazione attuale richiedeva di abbassare le proprie barriere emotive e di mostrare una certa apertura nei confronti degli altri membri dell'equipaggio, ma con Dakona mi risultava facile per ovvi motivi. Con un leggero gesto del capo, mi diressi verso la pista da ballo. 

C'era una curiosità che avevo, facendo talvolta dei sogni ad occhi aperti o pensavo a Dakona, mi chiesi se in qualche modo non gli fossero arrivati ed eventualmente se fosse confuso avrei dovuto dargli una spiegazione. In realtà io stessa ricevevo dei sogni ad occhi aperti, ma mi chiesi se non fosse Mestral. Se avevamo creato un legame sul pianeta come pensavo, i miei pensieri dovevano arrivargli, se no... non avevo altre spiegazioni da dargli. Decisi così di provare a comunicare con Dakona, credevo avessimo creato un legame sul pianeta, ma volevo tentare e decisi di parlargli mentre stavamo ballando.

//Ehi, dottore. Sto facendo un tentativo, non so se mi senti i miei pensieri. Se accade, credo dovrei darti una spiegazione. Non avrei mai pensato di ballare con qualcuno e sono felice che sia tu. Sono contenta di averti qui.// dissi usando il nomignolo che avevo affibbiato a Dakona molto tempo prima e che illogicamente continuavo ad usare; cercando di nascondere la mia ansia - sperando che dal legame non trasparisse - e speravo che le mie guance non diventassero color verde, per poi sentire la voce di Korinna che lo chiamava. 
La mia ansia svanì ed ebbi due sentimenti distinti: la prima era la delusione di dovermi staccare da Dakona e quel senso di normalità che avevo assaggiato dopo molto tempo, mentre la seconda ebbe quasi subito la meglio sulla prima: la preoccupazione per Erulen e per la sua salute, venivano prima di me e del mio desiderio di vita normale. Questo secondo sentimento portò con sé un certo senso di colpa, ma lo ignorai: non era il momento adatto per sentirsi in colpa.

«Computer, fine programma. Lo portiamo in infermeria, lascialo a me Korinna.» dissi raggiungendo la mia amica e prendendo Erulen in braccio. Non volevo chiedere aiuto a Seeth e avevo bisogno che Dakona avesse le mani libere. Non mi pesava portarlo di peso fino alla nostra destinazione.
«Dottore, se mi dai l'ok, potrei provare con la fusione mentale: prima mi disse di essere confuso e ora è collassato, magari riesco ad entrare in contatto con la sua mente.» chiesi, era pur sempre il mio primo ufficiale e prima di procedere volevo un parere medico.

Alle parole di Korinna, alzai un sopracciglio in segno di curiosità. Consideravo curioso il fatto che Korinna non riuscisse a percepire correttamente la mente di un individuo, ma non era del tutto impossibile. Cercai di analizzare razionalmente la situazione.
//Capisco... Dovremmo prestare attenzione alle sue condizioni e cercare di capire la causa del suo malore, ma ho l'impressione che la richiesta della madre di sentirlo più spesso, unito ai klingon di prima, abbia  scatenato un'onda di stress emotivo incontrollabile...//


Per Ner: Dato che immagino che sul pianeta abbiano consumato, ho pensato al legame che leggi qui , dato che nella parte dedicata all'episodio di Star Trek Enterprise dice: "A telepathic bond also might be formed through sexual contact between an unmarried male and female. It was possible for a Vulcan to form a telepathic bond with a male or female from another species as well as with another Vulcan." (episodio ENT: "Bound") e leggendo qui c'è scritto  "When Vulcans mate, she notes, a psychic bond is formed — feelings, thoughts and images can be shared. This, then, is why Trip is immune — and explains the strange, shared daydreams both he and T'Pol have been having." ma nel caso non tenerne conto.



RE: Io non sono una spia klingon - @Les - 13-05-2023

Korinna Suder

Betazoid

Korinna fu più che felice di lasciare che fosse l'amica a farsi carico del peso dell'uomo: non aveva certamente la forza fisica di una vulcaniana e non era certa che sarebbe riuscita a sorreggerlo ancora a lungo. Grazie disse, concedendosi un momento per riprendere fiato. L'ambiente olografico sparì rapidamente come l'impressione di essere a bordo di una nave e all'improvviso si ritrovò nella silenziosa sala ologrammi della Saratoga, in compagnia delle uniche persone che non erano generate dal computer. Lanciò un'occhiata al comandante ancora privo di sensi: Niente di utile disse in direzione della diplomatica Klingon.

Quasi contemporaneamente le giunse il messaggio telepatico di T'Dal. La betazoide si fermò un istante a riflettere, come se quelle parole stonassero in qualche modo. Impiegò alcuni istanti a realizzare perché, poi alzò lo sguardo sull'amica Per Altha! T'Dal, hai ragione! realizzò notandolo solo in quel momento non so come ho fatto a non capirlo prima. Sono le sue emozioni! esclamò, cercando di riordinare i propri pensieri e le proprie sensazioni in un discorso sufficientemente coerente perché i presenti potessero seguirlo siamo in tanti su questa nave e non è semplicissimo isolare i pensieri di una sola persona. Per riuscire a concentrarmi ho lasciato che le sue emozioni passassero in secondo piano... ma... i suoi pensieri raccontano una storia, le sue emozioni ne raccontano un'altra. spiegò a fatica, lasciandosi sfuggire un moto di frustrazione di fronte alla limitatezza del linguaggio.

Nel senso... disse, trasmettendo a T'Dal la freddezza e il controllo che aveva percepito nelle emozioni del comandante, contemporaneamente ai pensieri che aveva letto riguardo alle pratiche Klingon e al suo apparente fastidio per le stesse, che non appariva tuttavia tra le sue emozioni, quasi come se i primi appartenessero a una persona, i secondi ad una dfferente.  ... capisci cosa intendo? chiese all'amica.



RE: Io non sono una spia klingon - Neris - 16-05-2023

Causing people to suffer because you hate them... is terrible. But causing people to suffer because you have forgotten how to care... that's really hard to understand.

Dakona Raal Rigeliano

Le offrì il braccio mentre si dirigevano verso la pista da ballo, diviso tra il desiderio di assaporare quei preziosi momenti tra di loro e la consapevolezza di dover rimanere in allerta a causa dell'operazione in corso. Mentre volteggiavano sulla pista, seguendo i passi di un ballo terrestre antico ma sufficientemente simile a quelli che erano stati insegnati loro in previsione delle occasioni ufficiali, Dakona percepì la mente di T'Dal sfiorare la sua tramite al legame telepatico che si era formato tra loro sul pianeta. Lo stesso legame che il rigeliano si era costretto ad ignorare per permettere alla vulcaniana di prendere una decisione tra lui e Mestral senza venir da lui stressata e spronata. Ti sento. Confermò telepaticamente, un sorriso gentile sulle labbra. Una certa sensazione di sollievo attraversò la sua mente, probabilmente percepibile attraverso il loro legame. Dakona sapeva che quel gesto di T'Dal non significava necessariamente qualcosa, ma il fatto che l'avesse raggiunto tramite il legame non per riferirgli qualcosa su Erulen ma per dirgli di essere felice di star ballando con lui era decisamente promettente. Anch'io son felice che sia tu. Essere con te è ciò che rende questo ballo un momento prezioso. Era consapevole di starsi facendo trascinare dalle emozioni del ballo, di star perdendo di vista il motivo della loro presenza su quella pista, eppure non riuscì a fermarsi. So che non è il momento più opportuno, ma io... Ti amo, T'Dal. Erano quelle le parole che avrebbe voluto dire, ma fu interrotto dal richiamo allarmato di Korinna.

Lasciò andare T'Dal con uno sguardo di scusa e raggiunse con lei i due betazoidi. Erulen era collassato e, se non era caduto a terra, era solo per il rapido intervento di Korinna. Mentre T'Dal disattivava il ponte ologrammi e prendeva il primo ufficiale dalle mani della betazoide, Dakona estrasse il suo tricorder medico in modo da fare i primi controlli mentre si muovevano verso l'infermeria. Le sue condizioni fisiche sono stabili, quindi un teletrasporto in infermeria dovrebbe essere fattibile. Confermò, leggendo con attenzione i dati del tricorder mentre passava lo scanner mobile, a forma di piccolo cilindro, sul corpo del paziente. Non sono però sicuro riguardo alle sua condizioni neurali. Aggiunse. Prima di fare qualsiasi tentativo di fusione mentale, raggiungiamo l'infermeria. Lo voglio sul bioletto, e seguito da un neurologo. Dakona aveva con sé lo psychotricorder, quindi avrebbe potuto scansionare le onde celebrali di Erulen, ma non era specializzato in neurologia e le sue conoscenze di psicologia erano limitate. Prima di fare più danni di quelli già fatti, voleva essere sicuro di avere tutto il supporto necessario per salvare la giornata se le cose si fossero messe male.

Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.

Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Suo padre le aveva insegnato a pensare tutto bianco o tutto nero eppure, se avrebbe dovuto catalogare Erulen, si sarebbe ritrovata ad inserirlo in una scala di grigio. In certi momenti era sicura che non poteva trattarsi di una spia klingon, in quanto il suo comportamento era totalmente opposto a quello del suo popolo, in altri si ritrovava a dover rivalutare la questione. L'aveva osservato ballare col Console Suder dalla sua posizione tra il pubblico, arrivando quasi a ringhiare verso l'umano olografico che aveva osato chiederle un ballo, e l'aveva visto accasciarsi ad un commento della donna. Si era avvicinata al gruppo quando il dottor Raal aveva cominciato ad analizzarlo, e aveva ascoltato in silenzio la conversazione tra la betazoide e la vulcaniana.

È possibile che questo sia dovuto ad un conflitto tra personalità opposte? Domandò mentre si muovevano, ripassando mentalmente le informazioni che G'Vera le aveva fornito sulla chirurgia choH'a'. Quando gli agenti dormienti vengono attivati, la loro personalità fittizia viene cancellata o quantomeno soppressa. Se fosse veramente un agente klingon e questo non fosse accaduto, probabilmente sarebbe difficile comprendere dove finisce Erulen e dove inizia... Kaas, sempre che sia quello il suo nome. Ma sicuramente la dottoressa Roc ne sa più di me, volete che la chiamo?