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TFB Destroying an Empire to win a war is no victory - Versione stampabile

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RE: Destroying an Empire to win a war is no victory - Neris - 16-04-2015

Nérios Aev s'Rehu

Vulcan/Romulan

Ricucire lo strappo con i vulcaniani? Era veramente necessario? Per quanto Syvar fosse contrario a quell’idea, per quanto avesse osannato più di una volta Nero per la distruzione di Vulcano, non poteva non chiedersi se la debolezza dei vulcaniani potesse essere sfruttata per il bene dell’Impero. Le parole di Maiek avevano fatto chiaramente intendere quello, ma in che modo New Vulcano e la Federazione potevano essere utilizzati? Il ragazzo non capiva e, in effetti, non aveva intenzione di capire.

“Non son sicuro di approvare quello che mi stai dicendo, non son sicuro di aver intenzione di accettare il sangue yyaio che mi scorre nelle vene, ma se io decidessi di seguire i tuoi… consigli, come vorresti che io agissi? Come pensi che sia possibile per me accettare qualcosa di così lontano dal mio modo di essere? Non sono un vulcaniano, non accetto la loro ridicola logica e il loro modo assurdo di pensare. Sono un romulano, e ne sono orgoglioso! Dove mi vuoi portare? Dove è diretta questa nave?”

A dire il vero, visto la scelta della nave e le parole del patrigno, un sospetto ce l’aveva. Un brutto sospetto.



RE: Destroying an Empire to win a war is no victory - Master - 18-04-2015

Maiek s'Rehu

Romulan

“Mi rendo conto di aver sbagliato a pensare che T'Shanik, la tua madre naturale, potesse riuscire a farti comprendere la cultura vulcaniana. Una cosa del genere è risultata impossibile, immerso com’eri nella società romulana, società che tua madre non ha mai compreso né apprezzato. Quello che T'Shanik è soltanto riuscita a trasmetterti è stato il suo odio per i romulani e il suo tentativo di renderti a tutti i costi vulcaniano. Un gesto che, giustamente, tu non hai apprezzato.” Commentò, prendendo sul largo la domanda del figlioccio. “Per insegnarti ad apprezzare la cultura vulcaniana c’è bisogno di qualcuno che rispetti e comprenda quella romulana, che sappia trattare con un romulano e che sia disposto ad accettare l’impossibilità di inculcarti la logica vulcaniana. Non è adatto il cuore di una madre, che allontana il proprio figlio convinta di fare invece il suo bene.” Fece una breve pausa, osservando le eventuali reazioni di Nérios, poi riprese: “Credo che tu abbia già sentito parlare dell’ambasciatore Spock, il vulcaniano proveniente dallo stesso universo parallelo di Nero. Nella sua dimensione di origine ha già trattato più volte con l’Impero: conosce noi romulani e il nostro modo di pensare molto bene, è la persona adatta per insegnarti, per renderti l’Imperatore che tuo padre desiderava. L’ho contattato e si è detto d’accordo ad aiutarci, in quanto il suo obbiettivo è da anni quello di ricucire lo strappo vulcaniano-romulano. Ha bisogno di noi come noi abbiamo bisogno di lui. Ti aspetta a New Vulcano.”



RE: Destroying an Empire to win a war is no victory - Neris - 18-04-2015

Nérios Aev s'Rehu

Vulcan/Romulan

Ecco, il nome che temeva. New Vulcano, il luogo doveva aveva passato i momenti più difficili della sua vita. Oh come era stato difficile sopportare i vulcaniani, far finta di essere uno di loro! Ne aveva le tasche piene della loro logica e della loro idiozia! Se avesse potuto sarebbe rimasto ben alla larga da quel pianeta, come sarebbe rimasto lontano dalla Federazione, ma dubitava di aver qualche scelta. Per quanto una parte di lui avrebbe voluto colpire Maiek, fargli del male, rifiutare le sue parole e la sua volontà, era cosciente di come un’azione simile sarebbe stata inutile e ridicola. Se non voleva sancire la sua fine, se non voleva trovarsi costretto a rinunciare ai suoi sogni, doveva chinarsi agli eventi e seguire ciò che il destino (un destino incarnato nel presidente della Tal’Shiar) aveva in serbo per lui. Altrimenti… no, probabilmente non sarebbe morto, ma sicuramente sarebbe finito in qualche luogo sperduto della galassia conosciuta, rinchiuso in qualche struttura di massima sicurezza. Una gabbia dorata, degna del figlio del presidente, ma comunque una gabbia.

“Non ho molta scelta, vero!?” Commentò, con un sorriso ironico sulle labbra. “E sia, andrò a conoscere questo ambasciatore. Ma non mi sento responsabile della sua salute mentale.” Uno scherzo? Forse sì, forse no. In effetti, non era sicuro che l’ambasciatore Spock si sarebbe trovato bene con lui. Probabilmente si sarebbe pentito di aver accettato di fare un favore simile.