Annuisco sorridendo appena
" sì, credo che l'infermeria sarà perfetta, seguitemi"
faccio strada
" non si preoccupi ammiraglio, se non ci saranno problemi potrà tornare al suo lavoro. Spero che entrambi vi rendiate conto dell'importanza di visite periodiche e che non prendiate la visita come una semplice formalità che vi costringe a perdere tempo prezioso. desidero che entriate uno alla volta. Qui nel corridoio ci sono delle sedie. Non ci vorrà molto"
Poi mi volto verso la professoressa
"professoressa Mayfair, lei sarà la prima, si accomodi pure"
poi mi rivolgo all'ammiraglio
" lei sarà così gentile da attendere qui il suo turno"

Dopo che Saavik mi disse di aspettare li fuori... appena entrerà io esterno con un forte attacco con il mio computer portatile... che mi sono portato dietro attaccherò il computer dell'infermieria per fagli dare i risultati che dicano che sto benissimo... devono solo entrare e io con il mio computer manderò in crisi quel computer...
poi mi rivolsi verso Saavik e gli dissi: << può stare tranquilla io rimarrò qui!!>>

Al 'può stare tranquilla io rimarrò qui' dell'ammiraglio non posso fare a meno di immaginarlo a scappare via quatto quatto. Se fossi al suo posto, forse ci proverei. Potrei approfittarne per mandare un messaggio a qualche collega della Sezione 31 in modo che mi richiami all'Accademia urgentemente, ma - visto che sono io la prima - temo che dovrò sopportare stoicamente il controllo.
"Grazie." Affermo, entrando in infermeria e cercando il più possibile di sembrare tranquilla mentre in realtà vorrei solo spaccare qualcosa... magari sulla testa della vulcaniana. Se mi rovina tutti i piani, credo proprio che potrei diventare violenta. Per quanto questo potrebbe rovinarmi la carriera da santarellina (ehm... tralasciamo le voci che girano tra gli studenti) nell'Accademia della Flotta Stellare.

Sorrido chiudendo delicatamente la porta
poi mi volto verso la professoressa con il più cortese dei miei sorrisi
" si accomodi"
mi siedo alla scrivania accendendo il mio piccolo computer portatile e controllando la cartella clinica dell'umana
"molto bene, mi dica, come si trova sulla nave? so che ultimamente l'atmosfera non è delle più consone al lavoro... una situazione di eccessivo stress può portare modifiche anche molto negative alla personalità di voi esseri umani"

Appena entrarono e chiusero la porta tirai subito fuori il mio computer portatile e lo acesi... ci volle un attimo poi comparse il coso del riconoscimento vocale... dissi avvicinandomi al microfono del computer <<gatto>> il computer rispose subito << riconoscimento vocale completato ben tornato Emil>>, bene adesso basta solo entrare nel computer del infermieria... stavo per entrare nel sistema per spiare le domande che avrebbe fatto... quando... comparse in grande sul monitor ''ACCESSO NEGATO'', e scoppio l'allarme della stazione... spensi subito il pc e l'allarme smise di suonare... tirai un sospiro di solievo... tutti erano terrorizati... si chiedevano cosa è successo come mai e scattata l'allarme... aspettai fuori che loro finissero...

Quando mi dice di accomodarmi, mi siedo sulla sedia senza tanti convenevoli. Sono agitata, per quanto io cerchi di non dimostrarlo. E la colpa è tutta del capo. Se non avesse fatto tutto questo casino, a quest'ora io sarei tranquilla all'Accademia a fare lezione... e lui sarebbe a capo di questa missione. Ma adesso sono io a dover mettere la mia faccia sotto i riflettori, a fingere di essere a capo di una banda di ufficiali sempre più perplessi. Sono io che devo stare attenta a come mi comporto, evitare che certe informazioni vengano rivelate. E, sempre a causa di Emil Sheppard, ora sono davanti a uno 'strizzacervelli' e non posso nemmeno comportarmi come mio solito. Devo fare la brava bambina. O questa missione potrebbe sfuggire dalle mani della Sezione 31.
Cavolo! Se il capo fosse riuscito a spazzar via un po' di basi stellari dalla faccia della Luna non dovremmo preoccuparci dei Klingon! Penso, dando ovviamente tutta la colpa lui. Il fatto che io abbia causato in parte i danni della Constellation è un dettaglio insignificante.

"Oh, non mi sono trovata male." Rispondo. "Ma ho notato che la fiducia rischia di scarseggiare... non mi sembra che l'equipaggio nutra molta fiducia nell'ammiraglio Sheppard, per quanto gli porti ancora rispetto. In un certo senso li capisco: non ero presente nel corso del viaggio, ma mi è stato spiegato a grandi linee cosa è successo. Si è..."

Mi interrompo, mentre scatta l'allarme. Un allarme inconfondibile, per quanto di breve durata. Qualcuno ha tentato di accedere ai sistemi illegalmente, probabilmente per non lasciare traccia. Scommetto il Klingon che devo tagliuzzare che è stato l'ammiraglio. Rifletto, divertita.

"Stavo dicendo? Ah, sì, che l'ammiraglio sembra essersi fatto trasportare dalla situazione." Proseguo, ignorando quello che è appena successo. Dopotutto, è compito della sicurezza capire da dove è partito il tentativo di intrusione.

Annuisco lentamente ascoltando le parole della professoressa
Non mi scompongo minimamente quando sento suonare l'allarme. non è un mio compito, è compito degli addetti alla sicurezza, mio compito è, invece occuparmi della salute dell'equipaggio.
"farsi trasportare dalla situazione...."
ripeto in tono pensoso
"un comportamento umano in fondo, non crede?
Rifletto un attimo, devo scegliere bene le parole, impostare bene il concetto, ma non è facile. Sono più portata per le domande dirette, ma comprendo da sola che a volte non sono appropriate.
"non posso nè voglio criticare il comportamento o le scelte nè suo nè dell'ammiraglio, ma penso che qualche giorno di riposo farebbe bene ad entrambi e vi darebbe il tempo per organizzare al meglio ed a mente più lucida i prossimi passi della missione"
Sorrido appena
" come credo che l'ammiraglio abbia qualcosa da nascondere"
aggiungo alla fine.

Io feci finta di niente quando scatto l'allarme... pensai: se faccio finta di niente non pensano che sia stato io... o forse e meglio fingersi preoccupato... e se... un idea mi era arrivata... visto che io sono ammiraglio devo aiutare gli altri a scoprire da dove viene quel intrusione... e così salto la visita e non faccio pensare che sia stato io... si penso proprio di si... al primo ufficiale che passa correndo gli chiesi cosa era successo... l'ufficiale prontamente rispose che c'era stata un intrusione e non si riusciva a capire da dove proveniva... poi l'ufficiale partì di fretta verso la plancia... si adesso vado in plancia... mi allontanai lentamente per non farmi sentire...

Le prime parole della vulcaniana mi sembrano perfette, mi danno l'impressione di starla portando nella direzione che desidero, ossia a diagnosticare per il capo il bisogno di un po' riposo. Per quanto mi abbia dato ufficialmente il comando, ufficiosamente sarebbe lui a prendere le decisioni e io solo la sua pedina... cosa di cui sono abbastanza stufa. Voglio essere io a decidere, voglio essere io a comandare... soprattutto a comandare.
Ma le parole successive mi sconvolgono non poco. Cosa? Io dovrei riposare? Non posso fare a meno di pensare, mentre la furia monta in me. Non mi piace per niente quando qualcuno cerca di manovrarmi. Nel caso di Emil Sheppard posso anche fare finta di niente e pensare di vendicarmi in futuro, ma un semplice ufficiale medico capo non può permettersi di trattarmi così! Io sono Quetesh, non una semplice professoressa dell'Accademia.

"Scusi?" Mi alzo di scatto, il mio autocontrollo agli sgoccioli. Se la situazione non fosse così critica - sia per la Terra che la mia carriera - probabilmente l'avrei già assalita. Ma devo trattenermi... devo farlo... per quanto sia molto duro farlo. "Non ho idea di quanto lei sappia della missione a cui sono a comando, ma non c'è tempo da perdere. E lei mi dice di aspettare qualche giorno? Abbiamo già perso tempo prezioso tra i danni di Emil Sheppard e le riparazioni!" Ora sto quasi urlando, per quanto una parte di me - molto piccola e schiacciata in un angolino del mio cervello - sappia che tutto questo è solo controproducente. Probabilmente gli sta dando solo la conferma che ho i nervi a pezzi, per quanto questo non sia propriamente vero. Secondo alcuni dottori, i miei problemi sono molto più gravi, anche dubito che lo scriverebbero su carta.

L'umana sta perdendo la pazienza, ma non mi sorpende molto
sorrido lievemente
"non si preoccupi professoressa, tre giorni non faranno la differenza la missione non sarà compromessa, qualunque sia il suo scopo finale e qualunque sia il vostro scopo"
rispondo in tono calmo e cordiale.
"lei faccia questo, prenda questa pausa forzata con filosofia e, a tempo debito saprò farmi perdonare questa piccola seccatura"
Mi volto un attimo lentamente verso la porta, sorrido e torno a guardare la professoressa.
" l'ammioraglio ha resistito più di quanto immaginassi, so che mi farà la gentilezza di comunicargli al più presto che è ufficialmente a riposo a partire da domani. contravvenire a questa mia prescrizione sarebbe soggetta alle sanzioni vigenti e accuratamente descritte nel regolamento ufficiale"