TSE [2379] I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio
#21

Rekon

Tellarite

Tutto indaffarato a scollegare sistemi che non voleva venissero danneggiati e a riprogrammare apparecchiature obsolete per fare ciò per cui non erano concepite, Rekon non si accorse del movimento furtivo di Sai.
Con passo felpato e movenze quasi casuali l'asiatico si accostò ad uno dei due armadietti per le emergenze del lato destro (il terzo era stato riconvertito per lasciare spazio ad un replicatore alimentare ad uso del personale di Plancia) e, sempre senza scomporsi, inserì un codice di comando che ne sbloccò facilmente il blocco di sicurezza.
Sbirciando all'interno l'asiatico si sarebbe probabilmente messo le mani nei capelli visto che tutto il materiale, anziché essere ordinatamente riposto, era poggiato alla rinfusa in una maniera tale che - su una nave della Flotta - avrebbe probabilmente comportato un procedimento disciplinare ai danni del responsabile.
In mezzo al ciarpame, comunque, c'erano effettivamente due Phaser Tipo I riposti in altrettanti supporti di ricarica*.

Nel frattempo, dopo un lungo momento di silenzio, il Capitano della nave chiese al vecchio Tellarite (ma, indirettamente, a tutti i presenti) Abbiamo qualche alternativa' Che accadrebbe se ci abbordassero? in fondo non trasportiamo nulla di così prezioso, no?
Nonostante la frase si prestasse ad un umorismo gretto e piuttosto spicciolo, Rekon dovette cogliervi un accenno di disperazione e di senso di inadeguatezza, perché decise di evitare facili sarcasmi rispondendo invece Il fatto di non trasportare nulla di prezioso - cosa di cui non possiamo essere certi, visto che non mi è parso abbiate fatto controlli particolari all'imbarco - non ci mette al sicuro. Se il nostro amico lì fuori pensa di aver preso un granchio potrebbe anche decidere di non lasciare testimoni e vaporizzare sia noi che la Margot...
Quanto alla seconda domanda...non che ve ne fosse reale bisogno, ma rispose ugualmente Rispetto a quel che succederà dopo l'abbordaggio...beh, immagino dipenda da chi ci da la caccia. Se sono Romulani o Cardassiani probabilmente ci uccideranno tutti e basta, mentre se sono Klingon potrebbero anche tenere in vita i più giovani e robusti per offrire loro una morte onorevole combattendo...
Se invece fossero stati Orioniani o Ferengi li avrebbero probabilmente catturati per venderli - o, per lo meno, per vendere i più giovani tra loro - a qualche mercato nero fuori dallo spazio federale, condannandoli in sostanza ad un futuro di schiavitù dal quale difficilmente si sarebbero affrancati, ma questo evitò di dirlo, aggiungendo però potrebbero anche essere professionisti e preferire evitare guai, non torcendo un capello a nessuno... 
Picco di energia a dritta... avvertì in quel momento l'assistente involontario di Rekon.
Ci siamo, si disoccultano... annunciò Rekon con voce gelida e professionale, anche se il cuore in petto cominciava a battergli all'impazzata Capitano, tra un minuto al massimo ci trascineranno a forza fuori dalla curvatura e allora non potremo fare più nulla. Deve decidere ora se vuole arrendersi o provare a scappare! 
Per quanto strane potessero sembrare quelle parole in bocca a qualcuno che aveva lavorato gli ultimi dieci minuti per preparare la propria trappola, Rekon sentiva di essere nel giusto. Abile o no, preparato o meno quel Capitano era sulla sua nave e fino a quel momento si era dimostrato abbastanza intelligente da fare sempre la scelta giusta, anche rimettendosi alle decisioni di perfetti sconosciuti nei campi in cui si erano dimostrati più abili ed esperti.



*NB: i phaser sembrano a posto, ma ti ricordo che sulle navi stellari moderne della Flotta esiste un sistema di inibizione che - di default - impedisce alle armi di bordo di sparare a settaggio superiore a 3 per non danneggiare scafo e sistemi. Questo il tuo PG dovrebbe saperlo, avendo servito attivamente. Di norma il sistema può essere disattivato dalla consolle tattica di plancia, consolle che in questa conformazione non esiste più. 
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#22

Nota OFF:

Interessanti le informazioni sul sistema di inibizione dei phaser! Non è che potresti (se hai voglia e se ti ricordi) indicarci dove hai trovato quelle informazioni in modo che possiamo decidere se inserire o meno questa 'protezione' nel GDR? Io ho provato a cercare informazioni ma non ho trovato nulla. Se ti va di darci una mano, puoi aprire un topic in "A tu per tu con lo staff".

Per il momento, comunque, nel nostro GDR non è presente questo sistema di inibizione. Però, quando un phaser spara su un astronave della flotta, vengono notificati in automatico i colpi con tanto di luogo alle consolle tattica e ops. E dovrebbe anche scattare un allarme sonoro nel luogo dello sparo, ma anche se non partisse la segnalazione arriverebbe in plancia.

In ogni caso, per quanto riguarda questa role, se il mio pg decidesse veramente di distruggere i dati riservati allora ti darei tutto il tempo necessario per intervenire (con Rekon o un npc) nel caso volessi fermarlo. ^^



Let's make a deal: I'll spare you the 'ends justify the means'-speech and you spare me the 'we must do what's right'-speech. You and I are not going to see eye to eye on this subject, so I suggest we stop discussing it.

Sai Fujiwara | Human

Sai si era aspettato che qualcuno notasse il suo movimento furtivo verso l'armadietto, ma a quanto pareva i presenti in plancia erano troppo occupati a trovare il modo di affrontare la minaccia. Se non si fosse trovato anche lui nei guai fino al collo, probabilmente li avrebbe compatiti: un equipaggio civile non era certo attrezzato ad affrontare simili emergenze, anzi non avrebbe nemmeno dovuto trovarsi in una situazione simile. Il fatto che, con ogni probabilità, lui ne aveva la colpa lo turbava, per quando difficilmente l'avrebbe ammesso.

Aperto l'armadietto senza riscontrare problemi, Sai rimase quasi scioccato del disordine presente al suo interno. Ma chi è l'idiota che si occupa degli armadietti? Pensò, attento a non spiccicare parola. Non era certo il momento di attirare attenzioni indesiderate. Ok che questa è una nave civile, ma se metti alla rinfusa il materiale da usare durante le emergenze la vedo dura uscire vivi da una dannatissima crisi! Completò mentalmente, nel contempo cercando con gli occhi un'arma ad energia.

Quando il suo sguardo cadde sui due phaser di tipo I, Sai non poté fare a meno di sentirsi sollevato. Allungata la mano ne prese uno, per riporlo - se nel contempo nessuno l'avesse fermato - in una delle tasche del suo vestito. Non era l'ideale come posizione, ma essendoci attiva la sicura non rischiava di spararsi da solo. E, per quanto una parte di lui fosse convinta che distruggere il microtape all'istante sarebbe stata la cosa migliore da fare, ancora non riusciva a darsi per vinto: fin tanto che ci fossero state delle speranze avrebbe rimandato la distruzione di quella scheda su cui verteva tutta la sua missione.

Chiuso l'armadietto, Sai riportò l'attenzione su quello che stava avvenendo in plancia. La conversazione tra Rekon e il capitano su cosa sarebbe successo all'abbordaggio l'aveva persa in buona parte, se non per qualcosa che aveva ascoltato distrattamente mentre frugava nell'armadietto. Non che la cosa lo interessasse: era ben consapevole di cosa sarebbe successo se fossero stati abbordati. E, soprattutto, era ben consapevole di cosa sarebbe successo a lui se ci fosse stata una fuga di notizie in Trentuno.

Allontanatosi dall'armadietto, Sai ritornò alla sua posizione iniziale, afferrandosi nuovamente al sostegno per sicurezza. Quando Rekon annunciò che la nave inseguitrice si stava disoccultando, il suo sguardo si fissò sullo schermo visore. Non era detto che comprendere chi fosse il nemico gli avrebbe permesso di comprendere se quell'attacco centrasse realmente con la sua missione, ma sarebbe stato comunque un passo avanti. E, per quanto Sai non volesse ammetterlo nemmeno con sé stesso, in quel momento era decisamente spaventato, come dimostrava la mano che tremava leggermente nonostante fosse agganciata al supporto.

Io voto per il tentativo di fuga. Si costrinse a dire. Da quanto ho capito dal vostro discorso tra arrendersi adesso ed essere catturati dopo aver tentato di scappare non ci sarà molta differenza... quindi perché non tentare il tutto per tutto!? Erano parole con un fine ben preciso, ossia spingere l'equipaggio e soprattutto il capitano a scegliere di combattere. Come agente della Sezione 31, Sai non poteva semplicemente arrendersi al nemico: avrebbe potuto farlo se fosse stato certo che la sua copertura stesse ancora reggendo, ma in quella situazione di insicurezza non poteva far altro che combattere.
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#23

In realtà non ricordo dove lo lessi o vidi (30 anni di Star Trek sono tanti)... Forse su uno dei manuali tecnici o magari in un romanzo? Comunque se lo becco posto volentieri la fonte, per ora prendila come una reminescenza..

Rekon

Tellarite

L'azione di Sai ebbe pieno successo e nessuno in Plancia fece caso a lui fino a quando non parlò, tentando di convincere il Capitano ad agire.Alle sue parole il Risiano volse lo sguardo su di lui, uno sguardo in cui si poteva ben leggere il terrore di chi si trova - impreparato - in un luogo buio e ostile.
Prima che potesse rispondere, però, l'attenzione di tutti si riversò sullo schermo visore dove, ondulando a causa del collasso del campo di occultamento, si stava deginendo l'immagine di un'astronave.
Un'astronave grossa e squadrata, costruita come una sorta di pesce con una grossa testa a mezzaluna ed una sorta di "coda" più sottile.
Per la barba di zia Petunia... borbottò sinceramente stupito il tellarite, citando quella che - in gioventù - era stata la sua zia preferita nonostante il nome ridicolo (derivante - pare - da un fiore Centauriano di cui Nonna Isai si era innamorata durante un visggio) Da quando i Cardassiani equipaggiano i loro fo**uti bidoni con sistemi di occultamento romulani? 
Ma non era molto importante. Occultamento o meno, infatti, era innegabile che quello sullo schermo era un incrociatore pesante di Classe Galor, forse uno di quelli sfuggiti alla distruzione nelle ultime fasi drlla Guerra del Dominio, a giudicare dallo stato un po' trasandato delle placche corazzate dello scafo.
Ci intimano di uscire dalla Curvatura... avvertì l'addetto alle comunicazioni, mentre la consolle di Rekon gli segnalava un aumento di potenza nell'emettitore del raggio traente di prua.
Brutto affare... avvertì Rekon La presenza qui di una nave di quella classe è un atto di guerra. Non lasceranno testimoni...
 
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#24

Concordo, ci sono decisamente troppe fonti e troppe informazioni (ma questo è anche il bello Wink ). Non ti preoccupare, quindi, e grazie ancora per l'interessantissima reminiscenza!

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Sai Fujiwara | Human

Sì, Sai compativa il capitano. Lo sguardo che gli aveva lanciato era pieno di evidente terrore. Era così che si sentiva un civile di fronte ad un disastro imminente? Insomma, anche l'orientale era spaventato. Come avrebbe potuto non esserlo!? Ma, per quanto spaventato, aveva l'addestramento e l'esperienza a dargli manforte, a differenza del povero risiano. Sai si era trovato in situazioni peggiori (o almeno sperava) e ne era uscito vivo. Quindi, ce l'avrebbe fatta anche adesso.

Distogliendo lo sguardo dal capitano, evidentemente inutile in quella situazione (non che potesse fargliene una colpa), Sai tornò a guardare lo schermo visore. Ed ecco che l'improbabile ma non impossibile diventa realtà. Fu l'assurdo pensiero che attraversò la sua mente mentre guardava l'incrociatore di classe Galor che non avrebbe dovuto trovarsi in quel settore dello spazio. Perché i cardassiani si trovavano lì? Solo pochi anni prima avrebbe sospettato che quella nave avesse qualcosa a che fare con l'Ordine Ossidiano - servizio segreto che, prima del 2371 e della Battaglia della Nebulosa Omarion, sarebbe anche stato in grado di infiltrarsi in Trentuno - ma ora che l'organizzazione era stata praticamente distrutta, Sai non riusciva a comprendere cosa stava succedendo. Quella nave era un residuo dell'Ordine?

Yan-pret Cardăsa-çăk! (Per l'amor di Cardassia!) Si ritrovò ad esclamare prima di accorgersene, involontariamente richiamando le sue conoscenze della lingua cardassiana e dei suoi insulti. Forse non era l'affermazione ideale vista la situazione, ma Sai non aveva il tempo di considerare il rischio di passare per una spia cardassiana a causa delle parole che gli erano scappate.

Rekon, se hai in mente qualcosa, fallo. Disse deciso. Sicuramente un semplice antropologo non avrebbe scavalcato il capitano così, ma Sai non aveva il tempo di riflettere sui dettagli. A quel punto, tra essere catturato dai cardassiani e dover dare spiegazioni a Trentuno, preferiva la seconda possibilità. Son sicuro che il capitano e l'equipaggio seguiranno le tue istruzioni. Se hai bisogno di tempo per prepararti, possiamo sempre rispondere ai nostri amici cardassiani. Proverò a distrarli in qualche modo.
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#25

Rekon

Tellarite

Rekon guardò il Capitano negli occhi e, dallo sguardo, capì che in lui qualcosa si era rotto.
Non era riuscito a superare la paura e - ora - la sua inerzia poteva costare la vita a molta gente.
Il Tellarite non voleva assumersi la responsabilità di prendere il comando, ma era evidente che in quella plancia c'era bisogno di qualcuno che decidesse, tenendo conto che il secondo meno spaventato, dopo di lui, era un fo**uto antropologo in vacanza!
*Sono troppo vecchio per queste str*nzate, maledizione! Alla mia età dovrei portare un nipotino al parco, non far da balia a un branco di civili che giocano il bis delle Guerre Cardassisne!* si disse grugnendo.
Non gli sfuggì l'uscita in Cardassiano dell'umano ed ebbe un'idea. Per prendere il comando in maniera pulita doveva fare in modo di esautorare il risiano senza che sembrasse ritenerlo inidoneo.
Dopo l'ennesimo ringhio disse Capitano, con il dovuto rispetto ci troviamo a rischio di conflitto armato con un incrociatore da guerra di una potenza straniera. Sono costretto ad assumere il comando ai sensi del regolamento federale numero 47 Epsilon...
A quelle parole il volto del risiano si distese e le sue spale si alzarono, come se un gran peso gli fosse stato tolto dalla schiena. Rekon non sapeva se il ragazzo ignorasse il fatto che un regolamento del genere non esistesse - il regolamento 47 Epsilon riguardava in effetti le procedure di attracco ad una stazione spaziale - o se, più semplicemente, non gli importasse: gli aveva offerto una scappatoia facile e sembrava ben lieto di coglierla.
Molto...molto bene... rispose cercando di mostrarsi deciso e un po' deluso, ma riuscendo solo ad emettere un pigolio ben poco autoritario In tal caso a lei il....il comando. E che il Grande Spirito ci protegga! concluse, l'invocazione all'antica divinità risiana appena sussurrata.
Bene... brontolò Relon, ancora impegnato a fare le sue modifiche. Non era affatto bene, ma la situazione in sè era fuori dal loro controllo, quindi non potevano che adattarsi. Purtroppo lui aveva bisogno di tempo, tempo che non avevano *A meno che...*
Guardò per un istante l'antropologo e il capitano Risiano, poi prese la sua decisione e disse Adesso togliti di lì e vai a fare il tuo lavoro. Tra poco ci sarà uno scossone che impanicherà tutti. Vai in una stanza uffficiale, fatti un whisky e poi fai un videomessaggio tranquillizzante all'equipaggio: di che la tempesta è peggiorata e che chiudi gli oblò per sicurezza.
Quindi, non appena il capitano ebbe lasciato la plancia, disse Bene, adesso mi serve qualcuno che non sembri avere un attacco di colite seduto su quella poltrona a far perdere tempo a quei bastardi dal sangue freddo. Lingualunga... aggiunse lanciando un'occhiata rapida a Sai Posa le chiappe su quella sedia e inventati qualcosa. Raccontagli una barzelletta, minacciali di ritorsioni diplomatiche, digli che siamo un fo**uto Cubo Borg sotto mascheramento olografico, ma dammi un altro paio di minuti...
 
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#26

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Sai Fujiwara | Human

Ai sensi del regolamento federale numero 47 Epsilon!? Questa sì che è bella! Si ritrovò a pensare Sai, alle parole del tellarite. Un sorriso increspò per un istante le sue labbra, ma riuscì quantomeno ad evitare di scoppiare a ridere.

In ogni caso, la pazza idea di Rekon aveva avuto un esito perfetto, visto che il capitano aveva ceduto con evidente sollievo il comando. A Sai sarebbe piaciuto sapere se il risiano si era accorto o meno dell'inganno, ma non si trattava di una domanda che avrebbe potuto fare e, vista la situazione, non c'era la possibilità di indagare su questioni di poco conto. Che fosse a conoscenza o meno che il regolamento 47 Epsilon non riguardava l'assunzione del comando in caso di emergenza, il capitano ne era uscito - più o meno - a testa alta. L'azione di Rekon era stata più di quanto Sai si sarebbe degnato di fare: perché un agente della Sezione 31 avrebbe dovuto preoccuparsi dell'orgoglio e del futuro lavorativo di un comandante civile?

Dopo che il capitano ebbe lasciato la lancia, praticamente ubbidendo all'ordine poco cortese del tellarite, quest'ultimo si rivolse a Sai, approvando la sua proposta di prendere tempo.

Un antropologo sulla poltrona del capitano? Interessante... Non poté fare a meno di commentare il ragazzo, ignorando volutamente il nomignolo affibbiatogli da Rekon. Situazione di emergenza o meno, Sai semplicemente non poteva ignorare l'ironia della situazione. Magari non era un comportamento corretto, ma per Sai il sarcasmo e l'ironia erano qualcosa di dannatamente utile in situazioni come quella: gli permettevano di allontanare la paura e concentrarsi su quello che andava fatto.

Senza aspettare un'eventuale replica, Sai si diresse fino alla poltrona e si ci sedette sopra con apparente naturalezza. Per quanto fosse la prima volta che si trovava seduto sul simbolo stesso del comando (anche se si trattava solo della poltrona del capitano di un trasporto passeggeri), era ben consapevole del fatto che quel posto da solo non significasse niente e che, in quel momento, era Rekon al comando. Cosa di cui Sai era decisamente grato.

Ok, direi che è ora di rispondere al messaggio dei nostri amici là fuori. Commentò, rivolto a nessuno in particolare. Aprire un canale di comunicazione con l'astronave cardassiana. Il tono e il contenuto della frase sembrò alle sue stesse orecchie troppo 'professionale', o quantomeno poco adatto alla sua attuale copertura, di conseguenza si ritrovò ad aggiungere, con tutta la naturalezza possibile: Ho sempre desiderato dirlo, ah ah.

Canale aperto. Rispose l'addetto alle comunicazioni, tralasciando volutamente - come notò Sai divertito - il "signore" che normalmente veniva aggiunto alla frase.

Kiba'avzayn1. Iniziò a parlare. Non aveva ben chiaro dove andare a parare, ma per il momento si sarebbe limitato a tentare di iniziare una comunicazione bidirezionale con la nave nemica. Veçok edikouv2 Kyo Ishikawa, sono il capitano del trasporto passeggeri U.S. Hari Seldon. Chiedo il permesso di parlare col vostro capitano.



Note:
  1. Kiba'avzayn: Saluto generico cardassiano. Letteralmente significa "buone notizie".
  2. Veçok edikouv...: Mi chiamo.../Il mio nome è...
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#27

Rekon

Tellarite

Per un lungo momento lo schermo rimase silente, come se il "nemico" stesse valutando se rispondere o passare ai fatti poi, quando già l'equipaggio della Hari Seldon dava evidenti segni di paura, lo schermo visore si aprì sul primo piano di un soldato Cardassiano.
L'alieno indossava la tipica divisa grigia della Marina Cardassiana ed aveva una espressione ostile sul volto da rettile Sono Gul Coral, del Quarto Ordine si presentò l'alieno in tono formale, prima di aggiungere Uscite immediatamente dalla Curvatura o vi distruggeremo...
Ed io sono Gul Stoca**o lo scimmiottò Rekon senza alzare lo sguardo dal proprio lavoro ed a voce perfettamente udibile nel silenzio della Plancia, anche se troppo bassa perché venisse ritrasmessa all'incrociatore Cardassiano dell'ordine dei Ca**ari seriali...
Era piuttosto evidente che il Tellarite non credesse alla minaccia, convinto del fatto che cercassero di catturarli interi, anche se nel suo intimo era rimasto un po' stupito dal fatto che il Cardassiano si fosse rivolto loro in Federale Standard, mentre lui si era aspettato di sentire in sottofondo il chiacchiericcio nel linguaggio spigoloso dei Cardassiani e la traduzione in standard ad opera del Traduttore Universale.
Nel frattempo, però, il giovane Boliano accanto a Rekon notò qualcosa di strano. Resed, questo era il suo nome, era un giovane ingegnere inesperto che aveva cominciato giovanissimo la propria carriera aggiustando ripetitori audio/video e aveva notato qualcosa di strano.
Per circa dieci secondi tacque, ma alla fine raccolse coraggio sufficiente a disturbare il rissoso Tellarite dicendo Mi perdoni, signor Rekon, ma dovrebbe vedere questo...
A quelle parole l'ex ufficiale della Flotta sollevò lo sguardo, già pronto a riempirlo di insolenze, ma dovette tacere, e anche chiudere la bocca.
Per il Grande Ingranaggio... borbottò infine, facendo cenno al ragazzo di aver capito. Quindi, dopo aver disattivato momentaneamente l'audio in uscita, disse Non voltarti, lingualunga, ascolta e basta. Non so chi sia quella gente, ma non sono Cardassiani. Stanno inviando un segnale video alterato...non fidarti di ciò che sai dei rettili, perché questi fanno solo finta di esserlo...
Ciò detto, però, il vecchio ingegnere si rimise al lavoro.

 
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#28

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Sai Fujiwara | Human

Ci furono diversi secondi di silenzio e, quando ormai Sai si era convinto che i cardassiani non avrebbero risposto, la sua richiesta di comunicare col capitano dell'incrociatore ebbe finalmente risposta. Quando l'immagine del cardassiano comparve sullo schermo, Sai non poté fare a meno si sentirsi sollevato... sollievo che fu presto sostituito da perplessità quando il capitano nemico iniziò a parlare in perfetto federale standard.

Per quanto non fosse impossibile che un gul conoscesse il federale standard, era quantomeno anomalo. Sai si sarebbe sentito più tranquillo se avesse parlato in cardassiano... anche perché nella sua chiamata aveva dimostrato di conoscere almeno in parte la lingua cardassiana. Sai aveva volutamente evitato di parlare completamente nella lingua nemica, preferendo alternare frasi in cardassiano e in federale standard. Insomma, era già strano che un capitano civile conoscesse qualche parola di cardassiano, se avesse parlato in modo perfetto più che suscitare curiosità ed interesse avrebbe potuto suscitare sospetto.

Tralasciando la questione lingua, comunque, Sai non riusciva a comprendere come il Quarto Ordine fosse venuto a conoscenza della sua missione. A quanto sapesse, senza Ordine Ossidiano, i militari cardassiani non avevano grandi abilità di Intelligence. Che i cardassiani non si trovassero lì per lui? E allora cosa cercavano?

Lorhoc çadav-ra edek1, Gul Coral. Rispose, senza far troppo caso alla minaccia del cardassiano, mentre sentiva un lieve chiacchiericcio di sottofondo nella plancia. Sembrava che Rekon avesse fatto una battuta sul gul, ma Sai non ci aveva fatto troppa attenzione. Stava per continuare a parlare quando comparve la notifica della disattivazione dell'audio in uscita. Non si mosse dalla sua posizione, cercando di dare la sensazione al nemico di star cercando le parole giuste o di non saper bene come comportarsi visto la minaccia, mentre ascoltava le parole del tellarite. Non erano cardassiani, eh!? Questo spiegava diverse cose, ma complicava dannatamente la situazione.

Gul... con tutto il rispetto... mi piacerebbe fare quanto mi state chiedendo, ma cosa mi assicura che una volta usciti dalla curvatura non ci distruggerete comunque? Ritornò a parlare, quando l'audio in uscita fu riattivato, fingendo un'insicurezza nel parlare. Personalmente non comprendo perché un'incrociatore cardassiano ci abbia teso una trappola. Siamo un trasporto civile e, che io sia a conoscenza, non trasportiamo nulla di valore. Come possiamo essere utili all'Unione Cardassiana?



Note:
  1. Lorhoc çadav-ra edek: saluto molto formale, utilizzato solitamente nei confronti di alti funzionari, che significa letteralmente "io ti onoro".
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#29

Rekon

Tellarite

Io le assicuro che sarete distrutti se non uscirete immediatamente dalla Curvatura e non vi farete abbordare... rispose il Cardassiano dallo schermo, con una freddezza alla quale raramente Rekon aveva assistito nelle comunicazioni con quella razza, tanto in tempo di pace quanto durante le due guerre combattute. Il presunto Gul, comunque, aggiunse Non abbiamo nulla contro di voi, Capitano, ma sappiamo che state trasportando un pericoloso terrorista già condannato su Cardassia per strage. Non permetteremo fugga, quindi o ci consentirete di catturarlo o vi distruggeremo per giustiziarlo.

In plancia, alle parole "pericoloso terrorista", tutti trattennero il fiato e cominciarono a parlottare.

Anche Rekon si mise a borbottare, solo che il suo commento fu qualcosa che suonava vagamente come  ma per favore...sei più falso di una barra di lathinum in omaggio in un casinò ferengi... seguita da qualcosa come simulazione penosa, non gli si sono nemmeno gonfiate le placche laterali del collo mentre si infuriava... e da un piccolo gemito, dovuto al preciso e potente coppino col quale il vecchio Tellarite rimise al lavoro il povero Resed, reo di essere rimasto a bocca aperta ad osservare lo schermo visore anziché dedicarsi a completare il compito che gli era stato assegnato.

Quaranta secondi... annunciò infine il vecchio ingegnere, rivolto all'Umano in un secondo momento in cui sul visore compariva l'immagine della conversazione audio in uscita interrotta quando saremo pronti assecondali e digli che ti arrendi. Io fingerò di decelerare e poi aumenterò a Curvatura 6.3. Questo dovrebbe indurli a tentare di metterci il guinzaglio...e si pentiranno di aver tentato di farlo con un rottame cardassiano! 

Nel frattempo Resed, completamente concentrato sul proprio lavoro dopo il silenzioso - anche se non proprio indolore - incitamento di Rekon, disse Ecco, dovrei essere riuscito ad isolare l'immagine originale...

E, sullo schermo, l'immagine ondeggiò. La plancia rimase la stessa, segno che quello era davvero un incrociatore cardassiano e non una qualche nave di altre razze mascherata olograficamente, ma i tratti somatici di Gul Coral mutarono, divenendo più sottili ed affilati, con una pelle chiara tendente al verdognolo, una lieve cresta ossea frontale e una coppia di orecchie a punta, il tutto accompagnato da una uniforme grigia metallica adornata dall'effige di un rapace dalle ali spiegate che Rekon - nei suoi lunghi anni di lavoro nello spazio - aveva visto già diverse volte, sia come nemico che come alleato: quella del braccio armato dell'Impero Stellare Romulano!
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#30

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Sai Fujiwara | Human

Trattare col presunto Gul era decisamente snervante. Sai non aveva avuto molte occasioni di incontro con dei cardassiani, ma aveva studiato la loro lingua e la loro cultura, oltre che guardato ore e ore di conversazioni e contatti tra navi cardassiane e navi federali. La freddezza del Gul era sconcertante, tanto che Sai cominciava ad avere quasi timore di scoprire chi ci fosse veramente dietro a quel segnale video alterato.

Quando il Gul disse che sulla Hari Seldon era presente un terrorista, Sai poté sentire del parlottio sorgere in plancia. I membri dell'equipaggio avevano creduto alle parole di quell'individuo? O stavano commentando quando fosse idiota quella spiegazione? Se la situazione non fosse stata così critica, Sai avrebbe avuto la tentazione di sorridere ma, visto il rischio di finire inceneriti, non ebbe difficoltà a mantenere un'espressione seria e preoccupata.

Stava per iniziare a parlare, quando la spia dell'audio in uscita interrotto ricomparve sul visore. Ascoltò senza voltarsi quanto diceva Rekon, decisamente sollevato dal sapere che mancava poco prima che fosse possibile attivare il suo piano di fuga.

Hokrol edek1, Gul. Disse Sai, quando Rekon finì di parlare e la spia scomparve dallo schermo. A quel punto avrebbe potuto smettere di usare termini cardassiani, ma continuare a farlo gli sembrava un buon modo per non suscitare sospetti. Se c'è di mezzo un terrorista dubito che lei sia disposto a lasciar fare alla giustizia federale. Rilasciò un sospiro, tentando di sembrare un povero civile sul punto di spezzarsi e cedere. Insomma, non credeva che la nave nemica avesse veramente intenzione di far fuoco contro di loro, ma era meglio fare il possibile per evitare quella possibilità. C'è qualche possibilità di fare un'accordo per quanto riguarda l'abbordaggio? Sono disposto a collaborare per l'arresto del terrorista, ma ho dei passeggeri a bordo. Civili che non sono al corrente di quanto sta succedendo. Potreste lasciare ai miei uomini il compito di arrestare l'individuo che state cercando? Preferirei ridurre al minimo il contatto tra voi e i passeggeri, per non provocare panico.

Quaranta secondi erano passati? Probabilmente sì, visto quanto caz*ate aveva sparato, ma preferiva aspettare un cenno da Rekon prima di dar l'ordine di decelerare. Mentre aspettava la risposta del finto Gul, l'immagine del cardassiano ondeggiò per poi essere sostituita da quella di un romulano. A quella visione la mente di Sai fu sommersa da un susseguirsi di parolacce, ma fece del suo meglio per non cambiare l'espressione sul proprio volto. I romulani non prendevano prigionieri! Se il piano di Rekon non avesse avuto il successo sperato, passeggeri ed equipaggio della Hari Seldon erano di sicuro morti.



Note:
  1. Hokrol edek: "Capisco"
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