TFB tempo di mettere in chiaro due cose...
#1

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Era sera sull'Enterprise, per quanto fosse praticamente impossibile distinguere giorno e notte nell'ambiente artificiale della nave. L'unico indizio dello scorrere del tempo era dato dal fatto che a quell'ora la plancia cominciava lentamente a svuotarsi e le sale ricreative a riempirsi di ufficiali che, dopo aver terminato il loro turno, decidevano di svagarsi in compagnia. Dopo la brutta sorpresa dei Romulani, il viaggiatore del tempo e le esplorazioni in cui avevano invariabilmente rischiato la vita, era arrivata finalmente una settimana tranquilla. Nelle ultime ore l'unica cosa vagamente degna di nota era stato il passaggio vicino a una nebulosa, che non era riuscita a catturare l'attenzione dell'equipaggio per più di qualche manciata di minuti. Lo spazio sconosciuto si faceva sempre più familiare mano a mano che si avvicinavano nuovamente alla Terra e Jim aveva passato l'ultima parte del suo turno a riflettere su questioni che nel bel mezzo delle grandi e piccole emergenze quotidiane di norma era costretto a ignorare.

Tra queste, non aveva potuto fare a meno di realizzare che negli ultimi tempi Carol era sempre più assente: non si era fatta vedere alla festa per il compleanno del guardiamarina Potter (che continuo a shippare insieme a Bones dalla scorsa role: ti sei persa un'occasione!), non si era vista alla serata musicale... ultimamente non l'aveva nemmeno incontrata per caso nella sala ricreativa e quell'assenza cominciava a farsi sentire, così, non appena ebbe terminato il suo turno, Jim chiese direttamente al computer di localizzarla. Non senza una certa sorpresa, il capitano scoprì che si trovava ancora in uno dei laboratori scientifici, ben oltre il termine del suo turno, e punto dalla curiosità decise di scendere a dare un'occhiata.

La porta si aprì immediatamente al suo passaggio rivelando la stanza ormai deserta, come ci si sarebbe aspettati a quell'ora. Solo Carol faceva eccezione, ancora concentrata su uno dei computer. Per un istante Jim rimase ad osservarla in silenzio, dando per scontato che, prima o poi, si sarebbe accorta della sua presenza... ma ben presto realizzò che non sarebbe successo. L'uomo si concesse un sorriso, divertito da quella bizzarra situazione, poi decise di annunciarsi bussando un paio di colpi contro la cornice della porta. Disturbo? si informò, facendosi avanti.

@T'Dal
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#2

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Ero seduta di fronte al computer, immersa nei dati e nei calcoli del progetto Genesis. La mia mente era completamente concentrata su come trasformare la materia in energia, creando nuove forme di vita e rigenerando pianeti interi. Era una sfida senza precedenti, un'opportunità per dimostrare che la scienza poteva davvero superare ogni ostacolo, ma continuavo ad inciampare in errori; ma l'entusiasmo e la passione che nutrivo per quell'idea erano così forti che spesso mi facevano dimenticare tutto il resto. Le parole di Rekon risuonavano nella mia mente, quel consiglio di bilanciare il lavoro con la vita personale (o forse era di lasciare perdere un po' il lavoro in favore della vita fuori dal laboratorio? Iniziavo ad avere un grosso dubbio a riguardo, ma non lo avrei ammesso apertamente); ma c'era una parte di me che credeva che l'unico modo per dimenticare il passato - dalla morte di mio padre ai miei sentimenti complicati per Jim - fosse immergersi completamente in qualcosa di nuovo e significativo. Avevo lavorato così duramente, non solo per realizzare il progetto Genesis, ma anche per cercare di evitare Jim e le emozioni complesse che ancora suscitava in me, che si erano acuite post missione nei Romulani. Mi ero sentita impotente, preoccupata a morte e poi sollevata quando era tornato alla navetta, che mi dissi semplicemente che era tutto sbagliato. Dovevo parlare con il consigliere di bordo? Probabilmente, ma non c'era niente di meglio di una bella sessione di lavoro aggiuntiva, poi mi sarei presa un po' di pausa in sala ologrammi... tutto ben lontano dalla plancia e dal capitano.
Quando qualcuno bussò e chiese se disturbava, alzai lo sguardo non rendendomi conto che fosse Jim, ma quando lo vidi entrare con il sorriso che aveva il potere di farmi dimenticare momentaneamente tutto il resto; non potei fare altro che sorridere di rimando, alzandomi per allontanarmi dal computer. Era difficile per me restare concentrata in sua presenza.
Sollevai leggermente un sopracciglio, cercando di rimanere seria nonostante il mio cuore accelerato. «.Disturbare assolutamente no, ma sicuramente stai interrompendo una sessione di lavoro intensa. A tal proposito, cosa ti porta qui, Capitano? Non sei solito farti vivo nei laboratori scientifici a queste ore. Non mi sembra di aver sentito un allarme.»dissi con un sorriso divertito, ma stanco.
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#3

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Jim si avvicinò al computer, studiando rapidamente la moltitudine di dati e cifre sullo schermo senza realmente riuscire a comprendere di cosa si trattasse. Bene. rispose allegro ... allora anche per oggi ho compiuto la mia buona azione quotidiana. decise, spegnendo lo schermo prima che Carol potesse avere modo di trattenerlo: qualunque cosa fosse quella a cui stava lavorando, era evidente dallo sguardo stanco di lei che il momento di una pausa era arrivato già diverse ore prima... e lo aveva completamente ignorato.

Niente allarmi, comunque: cercavo te... e visto che ormai ho irrimediabilmente interrotto il tuo lavoro... disse, piazzandosi tra lei e il computer per impedirle di proseguire ... ti andrebbe di raccontarmi cosa ti tiene tanto impegnata, davanti a una cena? propose con un sorriso cordiale e un cenno in direzione della porta.
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#4

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

La richiesta di Jim ruppe l'atmosfera concentrata che aveva avvolto la stanza. Il suo tono allegro rese difficile non sorridere in risposta, il modo in cui riusciva ad alleggerire l'atmosfera era sia una benedizione che una sfida a dirgli di andare al diavolo. Sospirai quando spense lo schermo, quando in realtà tentai di allungare una mano, poco convinta cercando di bloccarlo dal procedere.
«Buona azione quotidiana, eh? Spero che questa mia ossessione per il lavoro non ti stia facendo pentire di essere venuto fino a qui. » risposi scherzai un sorriso leggero, dando un'occhiata allo schermo ormai spento e passando la mano che avevo alzato in precedenza e la passi davanti agli occhi. La sua proposta di cena era inattesa, ma l'idea di condividere del tempo insieme fuori da quella stanza era allettante, avevo davvero bisogno di staccare, più di quanto volessi ammettere a me stessa.
«Raccontarti cosa mi tiene impegnata potrebbe portarci via più tempo di quanto pensi, ma in fondo, una pausa non guasterebbe. Allora, dove mi porterai a cena, Capitano Kirk? Nella favolosa sala mensa?» dissi, arretrando leggermente per mettere una piccola distanza tra me e il computer, con un sospiro.
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#5

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saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Sono sempre più convinto che venire fin qui sia stata una buona idea rispose Jim, che in fondo era sollevato da ciò che aveva appena visto: si era accorto che Carol, negli ultimi tempi, aveva fatto in modo da evitare di ritrovarsi in plancia assieme a lui e ad essere del tutto precisi anche nel resto della nave era difficile da incrociare. Si era ormai convinto che stesse cercando di evitarlo e, anche se quella curiosa passione per il suo lavoro non aveva del tutto fugato il dubbio, il fatto che non avesse rifiutato con decisione la sua proposta gli lasciava quantomeno una mezza speranza di poter chiarire qualunque cosa la avesse fatta allontanare a quel modo.

... e io ho più tempo di quanto pensi ribatté mentre faceva strada verso il corridoio pensavo a qualcosa di meno affollato della sala mensa ridacchiò Jim riflettendo che favoloso non era esattamente l'aggettivo che avrebbe scelto per descriverla ... hai preferenze o decido io? chiese pensieroso, mentre un'idea si formava nella sua mente.

... e considera che l'idea in realtà l'ha avuta Les, quindi rispondi a tuo rischio e pericolo... *ridacchia*
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#6

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Mi sorpresi leggermente dalla sua risposta: Jim aveva notato il mio distanziamento? Avevo cercato di mascherare le mie emozioni, ma sembrava che il capitano fosse più attento di quanto avessi creduto. "Forse il fatto che Spock è un vulcaniano, non dovrebbe essere difficile intuire cosa mi passa per la testa. Sempre se non ha parlato con il dottor McCoy." mi ritrovai a pensare. Sorrisi notando il fatto che stava cercando di creare un'opportunità per noi due di trascorrere del tempo insieme e sembrava che Jim avesse un'idea diversa in mente dalla sala mensa. Sentii la curiosità crescere dentro di me quando chiese delle preferenze e non potevo negare che quella prospettiva di passare insieme del tempo non in mensa, mi intrigasse e mi chiesi quale sarebbe stata la sua proposta. Cercai di nascondere il mio interesse, ma non ero certa di riuscirci.

«Mi sembra un'ottima idea, evitare la folla e il trambusto della sala mensa, se dobbiamo parlare del mio lavoro, non voglio farmi rubare le idee e voglio approfittare di un consiglio datomi da Rekon.» risposi con un sorriso complice, intuendo che non volesse davvero parlare di quello che stavo combinando poco prima, o comunque solo in parte e... appunto, svagarmi un attimo e chiarirmi intanto le idee sulla persona che avevo davanti «Per quanto riguarda la scelta, ho fiducia nel tuo gusto. Se c'è una cosa che ho imparato dai viaggi spaziali, è che l'inaspettato spesso riserva delle piacevoli sorprese. Fammi strada.» ammisi con un sorriso

Io e Carol abbiamo paura, ma tentiamo la sorte, mal che vada... sappiamo che nel futuro c'è David e temo debba uscire da qualche parte Laugh ... sempre se lo manteniamo e/o Carol non se lo adotti Laugh
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#7

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James T. Kirk | Human

Jim rispose con un cenno di assenso, sorpreso quanto grato di quella fiducia che Carol aveva improvvisamente deciso di accordargli e altrettanto determinato a non farsi sfuggire quell'occasione di chiarire le cose. Allora... di là decise il capitano, indicando la direzione opposta rispetto a quella verso cui si erano appena incamminati. Ormai gli era evidente che Carol non fosse arrabbiata. Non con lui, almeno. Cos'è questa storia dei consigli di Rekon, comunque? Credevo avesse deciso di fare il possibile per non influenzare la linea temporale... o qualcosa del genere. si informò, trovandosi a riflettere che molto probabilmente il tellarite, dopo tutto l'aiuto che era stato costretto a dare loro nel corso della vicenda con i Romulani, doveva essersi stufato anche solo di provare a mantenere la discrezione che si era prefissato.

Hangar navette ordinò al turboascensore, per poi fermarsi un istante ad avvertire uno degli ufficiali della sicurezza che si sarebbero allontanati per un po'. L'Enterprise era ormai ferma da alcuni minuti, intenta a svolgere rilievi di un insolito fenomeno stellare, e sarebbe servita ancora qualche ora prima che potessero terminare il lavoro e ripartire. Nelle vicinanze si trovava un piccolo pianeta di classe M, che sebbene non facesse ancora parte della Federazione, era considerato alleato ed abitato da gente cordiale. I locali non avrebbero avuto niente da ridire se fossero sbarcati per concedersi un pic-nic fuori porta. Certo, non era un'uscita del tutto regolamentare, ma Jim considerava parte dei suoi privilegi in quanto capitano piegare di tanto in tanto i regolamenti in suo favore. Prego... disse, invitando Carol a salire a bordo ... so che l'ultima volta che ti ho invitata a fare una passeggiata non è andata esattamente come previsto, ma stavolta conosco il posto. la rassicurò.

ah! L'infinità di cose che possono andare storte... Heart Laugh
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#8

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Carol Marcus Umana

Guardai Jim, cedendo a un sorriso di complicità. Avevo deciso di abbassare le difese che avevo costruito attorno a me e permettere a Jim di avvicinarsi di nuovo, continuavo ad avere paura ma era giunto il momento di affrontare il passato e cercare una strada per il futuro.
«Sei geloso di Rekon?» scherzai, per poi ammettere «Non ha detto niente di specifico in realtà, un consiglio a cui stavo pensando. Mi ha suggerito di non vivere sempre solo al lavoro e di vivere un po' più la vita fuori dal laboratorio, ma ho avuto l'impressione che il mio progetto, di quei calcoli che hai visto fanno parte... potrebbero aver visto la luce ad un certo punto da dove viene lui. Avrei voluto saperne di più e mi sono pentita di non aver almeno chiesto; dato che sono in una fase di stallo e se è successo qualcosa nel mio futuro, spero di positivo, devo impegnarmi di più. Forse poteva controllare qualche mio calcolo. Potrebbe cambiare la vita delle persone in positivo.» ammisi con un sorriso.
Accettai il suo invito a salire sulla navetta, sentendo il brivido dell'emozione che saliva dentro di me, mentre mi sistemai a bordo. Non potevo negare che l'idea di un pic-nic su un pianeta misterioso mi intrigasse.
«Spero che tu abbia ragione questa volta, Jim. Ma anche se dovesse andare diversamente, almeno sarà un'avventura interessante. Dimmi solo cosa posso aspettarmi da questa misteriosa destinazione» chiesi gentilmente
Per la prima volta in un lungo periodo di tempo, ero disposta a lasciarmi guidare da ciò che il futuro avrebbe portato e chissà, forse avrei avuto finalmente l'opportunità di chiarire le cose almeno a me stesa e di andare avanti una volta per tutte.

Troppe, vediamo che succede Laugh Heart
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#9

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James T. Kirk | Human

Jim prese il posto del pilota e, dopo aver rapidamente avviato tutti i sistemi della navetta, tracciò la rotta per l'unico pianeta abitabile del sistema. Geloso? chiese pensieroso, mentre attivava il pilota automatico. Sapeva che Carol stava scherzando, ma allo stesso tempo si rese conto che non aveva completamente mancato il bersaglio. Forse. ammise, studiando con sguardo serio l'espressione di lei mentre proseguiva ... pensavo che noi due fossimo qualcosa di più che amici... ma poi non so cosa sia successo. All'improvviso ti ho sentita distante e non so perché. Come vedi ho anch'io una ricerca scientifica a cui lavorare: voglio scoprire cos'è successo... e ti garantisco che troverò una soluzione. promise con un sorriso carico di determinazione.

Ad ogni modo non mi preoccuperei troppo di quello che ha detto o visto Rekon: per quanto ne sappiamo il nostro futuro potrebbe essere completamente diverso da quello che conosce lui. Non credo dovremmo vivere nell'ombra di quello che l'universo dice che dovremo o non dovremo fare... per come la vedo io, conoscere il futuro significa solo sapere che cosa succederà, ma non sapremmo comunque niente di quello che non succederà o quello che potrebbe succedere se le cose andassero diversamente. Magari imboccare una strada diversa da quella prevista ci porterà ad un futuro migliore, chi può dirlo? azzardò Se accetti un consiglio da parte mia, oltre che dai tellariti brontoloni, forse per uscire dalla tua fase di stallo devi solo cambiare prospettiva.

... a cos'è che stai lavorando, comunque? chiese, realizzando che l'intero progetto di cui si stava parlando non gli era affatto chiaro. Non credo di essere riuscito a seguire tutti i tuoi calcoli. confessò, tornando a studiare i controlli della navetta per riprendere il controllo mentre si avvicinavano all'atmosfera. In ogni caso... se questo posto non è cambiato negli ultimi quattro anni, ci aspetta una serena cena in riva al mare, circondati da nient'altro che pace e tranquillità promise, ma subito fu costretto a ripensarci ... al netto di qualche animale selvatico.
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#10

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Carol Marcus Umana

Guardai Jim lavorare e mi voltai a guardarlo quando mi disse "forse" alla mia domanda sulla gelosia. Sorrisi tristemente, guardandolo, per poi rivolgere lo sguardo verso l'esterno della navetta.
«In realtà»  iniziai con sincerità «per me, è stata una situazione complicata fin dall'inizio. Da quando ci siamo conosciuti, sono sempre stata innamorata di te, anche se credevo di non avere alcuna possibilità, così tempo fa decisi di mettere da parte quei sentimenti. Ho pensato che fosse meglio così, che fossimo più forti come amici e collaboratori. Il lavoro mi aiutò.» ammisi.
Mi sentii vulnerabile a dirlo ad alta voce, ma sapevo che era giunto il momento di essere sincera con lui, così mi voltai verso di lui, cercando di esprimere quanto stavo vivendo interiormente. «Ho cercato di ignorare quei sentimenti, Jim. E ho cercato di non farti sapere quanto mi stesse influenzando. Prima della missione con i Romulani, pensavo di aver finalmente messo da parte i sentimenti che provavo per te. Credevo di essere riuscita ad andare avanti, a ricominciare da un punto diverso, pensavo di essere tornata a essere l'amica che eri abituato a vedere, senza sentimenti romantici in gioco; ma ora... ora sembra che tutto sia tornato più forte di prima, e non so cosa fare. L'unica soluzione era dedicarmi al lavoro più duramente, esattamente come la prima volta; ma questa volta il progetto Genesis è diventato non solo il mio lavoro, ma anche un modo per distogliere la mia mente da ciò che provavo.»
Le sue parole sulla ricerca scientifica e sulla determinazione mi colpirono profondamente. Era così tipico di Jim, cercare una soluzione in mezzo a tutti i dilemmi.
«Apprezzo la tua determinazione. Sono sicura che troverai una soluzione, come hai sempre fatto.» dissi con un sorriso, per poi ascoltare attentamente le sue riflessioni sulla prospettiva e sul futuro. Aveva ragione, il futuro non era scritto e potevamo influenzarlo con le nostre scelte.
«Un bel punto di vista, non dobbiamo vivere nell'ombra di ciò che il futuro sembra indicare. Dobbiamo trovare la nostra strada e scoprire cosa ci rende davvero felici, indipendentemente da quello che sembra predestinato; ma non è facile e comunque quel progetto per me è vitale. Ci sto lavorando da troppo tempo per lasciarlo andare» ammisi.
Risi leggermente, ritrovando una certa leggerezza quando mi chiese del protetto. «Sto lavorando al progetto Genesis» risposi, cercando di spiegargli senza addentrarmi troppo nei dettagli scientifici. «Il progetto Genesis è il mio sogno, Jim. Sto cercando di creare un dispositivo in grado di generare vita su pianeti inospitali, riportando l'equilibrio ecologico su pianeti devastati da catastrofi o carenze ambientali; così da renderli vivibili per le specie umanoidi; ma ho bisogno di trovare il modo di farlo funzionare senza creare instabilità o danni. È una sfida complessa, ma credo che sia possibile. Non so come, ma... è qualcosa che mi dà uno scopo.»
L'idea di una cena tranquilla in riva al mare mi fece sorridere.
«Sembra quasi troppo bello per essere vero e spero che gli animali selvatici non siano troppo curiosi e vogliano unirsi a noi per cena. O che decidano che siamo noi la loro portata principale» dissi divertita, per poi rimanere in silenzio.
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