TFB tempo di mettere in chiaro due cose...
#11

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Jim si protese leggermente verso Carol, strappandole un bacio. Si concesse qualche istante per assaporare quel momento, poi le lanciò un'occhiata divertita sai... sospetto ci sia un'opzione che non hai considerato le fece notare: era perfettamente consapevole che le proprie intenzioni nei suoi confronti non erano state delle più nobili, almeno all'inizio, ma con il tempo le cose erano cambiate. Quando lei aveva smesso di farsi vedere in giro, si era reso conto di quanto quella presenza, che per tanti mesi aveva dato per scontata, in realtà gli fosse mancata. Carol... non mi piacciono solo il tuo sorriso e i tuoi occhi azzurri. Amo te, la tua intelligenza, il tuo coraggio, la passione e l'energia che dedichi al tuo lavoro... penso di aver diritto almeno a una possibilità per dimostrarti che faccio sul serio! le fece notare o almeno smetti di evitarmi. Preferirei l'altra opzione, ma non c'è bisogno che ti nasconda giù nei laboratori a causa mia, ti giuro che non sono un criminale! scherzò se non vuoi parlarmi, rispetterò la tua decisione promise, per poi ascoltare in silenzio le sue considerazioni sul progetto a cui lei stava lavorando. Per quanto Jim capisse l'importanza di riuscire a riportare le condizioni necessarie alla vita su pianeti devastati, specialmente dopo averne osservati diversi in prima persona, le questioni tecniche da affrontare perché questo fosse possibile erano al di fuori della sua portata.

Temo che l'unico supporto che sono in grado di offrirti, qui, sia quello morale. disse, mentre faceva atterrare la navetta su un'ampia placca rocciosa a breve distanza dalla riva, per poi eseguire un rapido controllo dell'ambiente esterno con i sensori. Magari una pausa ti aiuterà a trovare la soluzione che cerchi. Comunque buone notizie: non sembra esserci in giro niente interessato a farci diventare la sua cena per il momento... ridacchiò, impostando per sicurezza un allarme di prossimità prima di aprire il portellone.

Il sole azzurro del sistema stava ormai tramontando, tingendo il cielo di una serie di inusuali sfumature di verde e giallo. L'odore del mare si fondeva con quello dei rari cespugli di erbe aromatiche in una sfumatura familiare, ma allo stesso tempo esotica. Jim prese un comunicatore e se lo agganciò alla cintura prima di raggiungere il retro della navetta dove si trovavano i kit di sopravvivenza da cui prese una coperta. Scegliamo dove metterci, poi torno io a replicare qualcosa da mangiare decise, invitando Carol a seguirlo all'esterno.
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#12

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Carol Marcus Umana

Jim si protese leggermente verso di me, strappandomi un bacio. Mi lasciai catturare da quel gesto, assaporando l'effimero momento. Poi lo guardai con un sorriso, mentre mi faceva notare che sospettasse che fosse un'opzione che non avevo considerato, e il mio sorriso si ampliò. Era vero, non avevo considerato tutte le possibilità, soprattutto quella che potessi piacergli davvero e forse ero stata troppo concentrata sui miei dubbi e timori per notarlo.
Arrossii quando mi disse perché mi amava e quel momento era carico di significato. Era come se tutte le incertezze fossero state spazzate via da quella dichiarazione.
«Jim...»  dissi raccogliendo il coraggio per continuare, era come se quelle parole che desideravo sentire da così tanto tempo  «Ti darò una possibilità, una possibilità per noi; ma ti prego, se i sentimenti cambieranno, se dovrà finire, fallo in modo gentile. Non spezzarmi il cuore in maniera brutale, perché ti amo e sarà difficile rimettere in sesto i pezzi. Non sparirò, promesso, al massimo andrò con il trattamento silenzioso.» dissi sorridendo e mentre mi lasciavo andare a quelle parole, sentivo un senso di liberazione, come se finalmente avessi detto ciò che da tanto tempo era rimasto chiuso dentro di me.
La navetta atterrò sulla placca rocciosa, e mi preparai a scendere. «Ti ringrazio, il tuo sostegno morale è di grande valore per me e credo che questa pausa possa davvero aiutarmi a vedere le cose da un'altra prospettiva... e non solo per il lavoro. Posso prendere qualcosa?» dissi sinceramente, poi proponendomi quando prese una coperta. Presi un comunicatore e scesi dalla navetta guardandomi intorno: era un luogo di bellezza naturale e serenità. Il cielo aveva sfumature insolite e il profumo del mare riempiva l'aria. Se avessi potuto scegliere di far diventare Genesis, lo avrei scelto così. Sorrisi quando Jim suggerì di scegliere il luogo in cui sederci. «Sarà difficile, perché è tutto troppo bello.» risposi con un sorriso, guardandomi intorno
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#13

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Jim studiò il volto di Carol, sorpreso di constatare che la donna non solo aveva già deciso che quella relazione prima o poi sarebbe finita, ma nella sua mente sembrava anche dover finire piuttosto male, considerando come aveva deciso di mettere metaforicamente le mani avanti, in previsione di quella fine che a sentir lei l'avrebbe ridotta in pezzi. Ehi! protestò il capitano, sollevandole delicatamente il volto per fare in modo che lo sguardo della donna incrociasse il suo non ho intenzione di prenderti in giro o ferirti cercò di rassicurarla ... parola di boy scout promise con un sorriso e la netta sensazione che sarebbe servito molto di più per convincerla, ma allo stesso tempo determinato nel suo intento. In fondo, anche quella, sarebbe stata una bella sfida.

All'esterno della navetta la temperatura era gradevole, ma con l'avvicinarsi della sera si era alzata una leggera brezza, che alla lunga avrebbe rischiato di rivelarsi fastidiosa. Cerchiamo un posto più riparato suggerì Jim, avvicinandosi alla riva fin dove la placca rocciosa su cui erano atterrati si interrompeva per lasciare posto a una spiaggia. I colori del tramonto si riflettevano sulla sabbia bianca donandole dei riflessi insoliti per chi era abituato all'oceano sulla Terra. Jim scese con un balzo il metro scarso della placca rocciosa per poi voltarsi in direzione di Carol e porgerle una mano per aiutarla a raggiungerlo, nel caso in cui ne avesse avuto bisogno.

Lì sotto l'aria era deviata dalle rocce circostanti, anche se il debole sibilo del vento si riusciva comunque a distinguere tra il rumore della risacca se vi si fosse prestata sufficiente attenzione. Direi che qui è sufficientemente riparato... decise Jim, dispiegando la coperta argentata che iniziò a sbandierare qualche istante al vento, prima che riuscisse a posarla a terra.
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#14

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Carol Marcus Umana

Jim studiò il mio volto, e potei percepire la sorpresa nei suoi occhi. Era evidente che aveva notato la mia insicurezza e la mia diffidenza. Quelle parole che avevo appena pronunciato, mettendo metaforicamente le mani avanti per proteggermi, forse erano state troppo franche, troppo aperte riguardo ai miei timori. Eppure, era così che mi sentivo, costretta a prepararmi a un possibile fallimento.

Quando lui protestò, sollevando delicatamente il mio volto con la sua mano. Il suo sguardo incontrò il mio, e nel suo sguardo c'era una genuina preoccupazione e mi sentii arrossire appena, come una ragazzina quando cercò di rassicurarmi, e la sua voce era sincera. «Parola di boy scout» aggiunse con un sorriso, come se stesse cercando di sdrammatizzare la situazione. Sentii una lieve scossa di calore nel petto, una sensazione di calma che mi avvolse. Avevo sempre pensato che Jim non fosse esattamente un "boy scout" ma sapevo che quello che diceva era vero: sembrava voler fare sul serio e decisi che potevo davvero fidarmi di lui. Almeno per quella volta

All'esterno della navetta, la temperatura era gradevole, ma la brezza crescente aveva un tocco di freschezza e quando Jim suggerì di cercare un posto più riparato, io annuii seguendolo. Ci avvicinammo alla riva, dove la placca rocciosa cedeva il passo a una spiaggia di sabbia bianca. I colori del tramonto si riflettevano sulla sabbia, creando riflessi magici. Jim scese agilmente dalla placca e mi offrì una mano per aiutarmi. Sorrisi lievemente e accettai il suo aiuto, sentendomi protetta e accompagnata in quel gesto. Tenni la mia mano nella sua per un momento, prima di decidermi a lasciarla andare, incerta se fosse un gesto gradito o meno.

Sotto la protezione delle rocce circostanti, l'aria era deviata dalla brezza, ma il suono leggero delle onde era ancora udibile. «Direi che qui è sufficientemente riparato»  decise Jim, stendendo una coperta argentata sulla sabbia. La coperta sventolava leggermente al vento prima di posarsi, creando una scena quasi magica. Mi sedetti accanto a lui, lasciando che quella sensazione di pace e tranquillità si diffondesse dentro di me. «Sembra proprio un posto perfetto» commentai, guardando il cielo colorato sopra di noi. «Grazie, Jim. Per essere qui con me, per aver tentato di capire, per avermi ascoltato, per questa... opportunità.» Sorrisi, sentendomi più leggera, più aperta alla possibilità di ciò che poteva accadere tra noi. Era come se, finalmente, avessi iniziato a vedere le sfumature del futuro.
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#15

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Jim fu felice che Carol avesse deciso di accettare il suo aiuto nel raggiungere la spiaggia. Sapeva che molto probabilmente non ne aveva davvero bisogno, ma gli fece piacere notare che sembrava aver recuperato un po' della sua sicurezza e che avesse deciso di prolungare per qualche istante quel contatto. Te l'ho detto che avevo in mente un posto migliore della sala mensa rispose con un sorriso sornione all'entusiasmo di Carol per quel luogo. Le successive parole della donna, tuttavia, gli diedero nuovamente da pensare: non era solo per lei che aveva deciso di andarla a cercare fino nel laboratorio e non era solo per lei che erano scesi su quel pianeta. Possibile fosse ancora convinta che stesse solo cercando di essere gentile e farle un favore? Che sentisse di doverlo ringraziare, oltre ad essere lì? Che si attribuisse così poco valore da ritenere di essere l'unica a guadagnare qualcosa in quella relazione?

L'opportunità è per tutti e due le fece notare, stringendola a sé e baciandole affettuosamente i capelli per poi rimettersi nuovamente in piedi. Aspettami qui, vado a prendere la nostra cena prima che iniziamo seriamente a rimpiangere la sala mensa scherzò cosa ti porto? chiese, prima di arrampicarsi nuovamente sulla placca rocciosa in direzione della navetta. Passarono alcuni minuti prima che facesse nuovamente ritorno, reggendo in equilibrio precario un vassoio che ebbe la premura di posare sulla placca rocciosa prima di balzare nuovamente fin sulla spiaggia.
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#16

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Carol Marcus Umana

Ero felice che Jim avesse accettato di aiutarmi a raggiungere la spiaggia. Anche se sapevo di poterlo fare da sola, quel gesto mi faceva sentire più vicina a lui, più connessa. Le sue parole suscitarono però un vortice di pensieri. Era vero, non era solo per me che aveva fatto tutto questo. Non eravamo solo io e lui, ma entrambi coinvolti in questo nuovo capitolo. Mi stringeva a sé, e quel gesto era un'ulteriore prova del suo sincero interesse. «L'opportunità è per tutti e due» ribadì, baciandomi i capelli e facendomi sentire protetta. Guardai mentre si alzava di nuovo, osservandolo mentre si dirigeva verso la navetta.

«Aspettami qui, vado a prendere la nostra cena» disse, e annuii sorridendo. «Va bene, ti aspetto qui.» Lo osservai arrampicarsi sulla placca rocciosa, scomparire dalla vista per poi riapparire con un vassoio tra le mani. Posò il vassoio sulla placca e si precipitò di nuovo verso di me. «Cosa ti porto?» chiese, e il suo entusiasmo era contagioso. «Sorprendimi.» risposi con un sorriso, mentre osservavo con curiosità cosa avesse portato con sé.

Mi sentivo più rilassata in quel momento, come se la brezza del mare avesse spazzato via parte delle mie preoccupazioni. Ero lì, con Jim, e tutto sembrava possibile. Sapevo che c'era ancora tanto da affrontare e chiarire, ma per ora, in quel momento, volevo solo godermi la sua compagnia e il tramonto che tingeva il cielo di sfumature magiche.
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#17

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Jim si accucciò sulla coperta, abbassando il vassoio che reggeva abbastanza da rivelare su di esso due fette di una torta salata accompagnata da una colorata insalata di pasta. In un angolo qualche dolcetto dall'aspetto esotico richiamava in maniera curiosa i colori del tramonto. In qualche modo era riuscito a reggere in equilibrio sul vassoio anche due calici di vino e li porse entrambi a Carol Reggimi un attimo questi... chiese, prima di appoggiare il vassoio sulla superficie instabile della coperta. Grazie... disse, prendendone uno per sé mentre si rimetteva a sedere è troppo scontato se brindiamo a noi? suggerì, alzando il calice per farlo tintinnare compiaciuto contro quello rimasto tra le mani di Carol.

Raccontami ancora del tuo progetto... disse, sporgendosi leggermente all'indietro per piantare il bicchiere tra la sabbia, prima di porgere a Carol uno dei piatti e poi prendere il secondo per sé. Non pensava davvero di poterla aiutare in qualche modo, anche perché non gli era nemmeno del tutto chiara l'esatta natura del problema che l'aveva bloccata, ma gli piaceva l'entusiasmo con cui ne aveva parlato poco prima e soprattutto era evidente quanto per lei fosse importante. Abbiamo una xenobiologa a bordo... occhi verdi, capelli castani fino qui disse, indicando un punto un po' sotto la propria spalla Samantha... Samantha qualcosa, non ricordo. Comunque, so che ha studiato progetti di terraformazione. Stavo pensando che magari lei potrebbe avere qualche idea su come potresti procedere. suggerì.
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#18

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Carol Marcus Umana

Jim si accucciò sulla coperta, scoprendo il contenuto del vassoio che aveva portato con sé. Due fette di torta salata e un'insalata di pasta colorata erano visibili, insieme a dolcetti esotici che sembravano richiamare i toni del tramonto. Sul vassoio trovai anche due calici di vino, che Jim porse entrambi.  «Reggimi un attimo questi...»  chiese, piazzando il vassoio sulla coperta. Prese un calice per sé e lo alzò. «Grazie.» risposi, prendendo l'altro calice e sorridendo.

La sua proposta di un brindisi mi fece sorridere ancora di più. «Non è affatto scontato» risposi, alzando il mio calice e facendo tintinnare dolcemente contro il suo. La sensazione del vetro contro il vetro era quasi come un piccolo segno di accordo tra di noi, un modo per celebrare l'opportunità che stavamo esplorando.

Quando Jim mi chiese di raccontargli di più del mio progetto, ci pensai con attenzione. Da che parte iniziare a spiegare?

«Beh...» iniziai, prendendo una delle fette di torta salata e guardando il mare mentre parlavo «il progetto Genesis è il sogno di una vita. Vuole affrontare una delle sfide più grandi e complesse che l'umanità abbia mai affrontato: il ripristino della vita su pianeti ormai devastati. È molto più di un semplice esperimento di terraformazione. Vuole creare nuovi mondi, dare nuova speranza a specie che hanno subito le conseguenze delle nostre azioni.»  Mi lasciai trasportare dalla passione mentre continuavo a parlare. «Lo so... È un'impresa ambiziosa e allo stesso tempo molto delicata dal punto di vista etico e scientifico. Siamo chiamati a prendere decisioni che andranno a influenzare interi ecosistemi, ad agire come custodi della vita stessa. È il culmine di anni di studio, di sforzi, di visioni condivise da scienziati di diverse discipline.» sentii il mio cuore battere più forte, poiché condividere queste parole con Jim mi faceva sentire ancora più vicina a lui.
«Sono sempre stata affascinata dalla scienza e dalla scoperta» confessai, sorridendo di nuovo. «E il progetto Genesis sembra un'incarnazione di tutto ciò che amo. È la mia speranza di rendere il futuro migliore, di porre le basi per un universo più... alla portata di tutti» Mentre finivo di parlare, mi resi conto di quanto le parole fossero fluide, quanto fossero vere.

Le sue parole su una xenobiologa a bordo catturarono la mia attenzione, ma alzai per un istante gli occhi al cielo. «Samantha Harper, è il nome della xenobiologa. Hai ragione, potrebbe essere un'ottima idea. Non avevo nemmeno pensato a coinvolgerla, ma potrebbe avere delle prospettive interessanti.» Sorrisi, apprezzando il suo interesse sincero a trovare soluzioni e mi sporsi per dargli un bacio sulla guancia. «Grazie» Presi una forchettata dell'insalata di pasta, sentendo una miscela di emozioni, dalla gratitudine alla speranza, riempirmi il petto.
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#19

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James T. Kirk | Human

Sei sicura che sia una buona idea? si intromise Jim. Un dettaglio di quel discorso aveva catturato la sua attenzione e forse l'abitudine a considerare tutto ciò che poteva andare storto in quel caso gli stava giocando un brutto tiro, ma in quel discorso c'era qualcosa che gli stonava la natura trova sempre un suo modo per evolversi e sopravvivere... disse, prendendo quel ragionamento forse un po' troppo alla larga mentre osservava le onde che si infrangevano contro la battigia ... la nicchia ecologica lasciata vuota da una specie viene riempita da un'altra e l'ambiente ripristina il suo equilibrio. So che le tue intenzioni sono buone... ma chi dovrebbe decidere quale specie ha diritto di prosperare e sopravvivere e quale no? In base a quali criteri? chiese perplesso nelle mani di qualche burocrate un progetto del genere rischia di privilegiare ciò che è più utile al nostro servizio la avvertì. Era certo che Carol fosse in buona fede e che avrebbe tenuto in debita considerazione anche le problematiche etiche e sociali che un simile progetto coinvolgeva, ma allo stesso tempo temeva che sull'onda del suo entusiasmo quelle questioni potessero passare in secondo piano e l'ultima cosa che desiderava per lei era rimanere ferita dalle conseguenze impreviste di un progetto a cui si stava dedicando con tanta speranza ed impegno.

Harper? chiese, considerando un istante quel nome e realizzando che, no, decisamente non gli diceva niente. Probabilmente non glielo aveva nemmeno chiesto. ... ah. Buono a sapersi. concluse. Il bacio di Carol, comunque, allontanò rapidamente il pensiero della giovane xenobiologa ehi! Solo uno? protestò con voce scherzosa, fingendosi allo stesso tempo seccato che lei avesse deciso di ritrarsi tanto rapidamente.
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#20

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Carol Marcus Umana

La voce di Jim interruppe il mio entusiasmo mentre parlavo del progetto Genesis. Le sue preoccupazioni erano legittime, e lo ascoltai attentamente. Guardai le onde che si infrangevano sulla spiaggia, riflettendo su ciò che aveva detto. Jim aveva sempre un modo di vedere oltre le apparenze, di scavare più a fondo nei dettagli. Era un tratto che ammiravo in lui, anche se in quel momento stavo cercando di difendere il mio progetto con tutta la mia passione.
«Capisco le tue preoccupazioni, Jim» risposi con calma, cercando di spiegare il mio punto di vista.

«Hai ragione, la natura ha il suo modo di regolarsi da sola; ma a volte, a causa dell'azione dell'uomo, questa capacità naturale di adattamento viene compromessa. Il mio è un tentativo di accelerare questo processo in modo che le specie non vadano perse irrimediabilmente prima che l'equilibrio sia ristabilito. Quanto ai criteri di selezione, è una delle questioni più complesse con cui dobbiamo confrontarci. È proprio per questo che dobbiamo essere molto attenti e guidati da principi etici solidi, spero in un processo decisionale possa coinvolgere scienziati, etici e rappresentanti delle comunità coinvolte, non dovrebbe essere una decisione unilaterale, ma una collaborazione tra diverse parti interessate. Sono disposta a considerare tutte le possibili conseguenze e ad agire in modo responsabile.» la mia voce era calma ma determinata.

Guardai il mare, cercando di trovare le parole giuste. «Credimi che non voglio in nessun modo, che il progetto privilegi una specie a discapito di un'altra, ma spero che possa aiutare quelle in pericolo di estinzione. Siamo solo dei custodi temporanei di questo pianeta, Jim, e dobbiamo fare del nostro meglio per proteggere la diversità della vita.»

La menzione di Samantha Harper sembrò passare in secondo piano, sapevo che Jim non era mai stato un santo con le donne, ma il suo scherzo mi fece sorridere. Le sue parole su Samantha Harper mi fecero sorridere. «Sì, Harper» risposi con un sorriso giocoso. «Ma non preoccuparti, non ha alcuna importanza. Quello che conta è che tu sia qui con me.» Il suo commento sul bacio mi fece arrossire leggermente. «Oh, ne avrai molti altri se vuoi» dissi scherzando, mentre mi avvicinavo a lui e gli ponevo un leggero bacio sulle labbra.
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