20-03-2024, 06:16 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-03-2024, 06:25 PM da T'Dal.)
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
«La tua fiducia merita sincerità e apertura da parte mia» ammisi con tono tranquillo, sebbene l'equilibrio tra il controllo Vulcaniano e l'emozione umana dentro di me combatterono per un istante per ritrovare l'equilibrio. «Permettimi di condividere con te, attraverso la fusione mentale, ciò che le parole non possono esprimere pienamente.» dissi, posando la mia bibita a terra e la mia mano destra sui punti di contatto del volto di Dakona. Quando mi sembrò pronto dissi «La mia mente nella tua mente, i miei pensieri nei tuoi pensieri.»
Dopo qualche attimo, una quiete solenne avvolse il momento, mentre le barriere tra le nostre menti iniziavano a dissolversi.
Dakona vide me bambina, giocare serena nel deserto di Vulcano, sotto lo sguardo amorevole ma severo dei miei genitori. La complessità del mio rapporto con mio padre si disvelò, marcato da un misto di ammirazione e distanza, il suo insegnamento rigoroso ma amorevole della logica e della disciplina Vulcaniana, nonché un desiderio di approvazione sempre in bilico. Il calore del sole contro la pelle mentre osservavo i miei genitori interagire con quella combinazione di rispetto e affetto profondo che aveva sempre caratterizzato la loro relazione.
Gli mostrai il momento in cui appresi della morte di mio padre e mio fratello maggiore prima e della distruzione di Vulcano poi per lo stesso popolo, un trauma che scosse le fondamenta della mia identità e della mia cultura; seguito dalla mia titubanza di parlare con Mestral, colui che avrebbe dovuto essere il mio sostegno e invece di come preferissi parlare con Elieth. Gli mostrai le fasi stagnanti del mio matrimonio: l'iniziale innamoramento che si era lentamente dissolto in disinteresse, il persistere nel matrimonio più perché era stato combinato dai miei genitori che per volontà propria, e l'incertezza su come porre fine a un'unione ormai vuota.
Poi, il momento in cui vidi Dakona per la prima volta, e l'inspiegabile attrazione che sentii; come quella attrazione divenne un desiderio sempre più forte, la mia ricerca costante della sua compagnia. Condivisi il tormento di vedermi ritrosa nel porre fine al mio matrimonio e vedendo Dakona con altre persone, la gelosia che serpeggiava nonostante me stessa.
Gli mostrai la mia felicità di poter essere me stessa su Nova Velloria e il mio disinteresse riguardo Mestral, il momento di felicità quando ero sul pianeta con Dakona, come quando credetti di essere incinta dopo il incontro intimo avuto su quel pianeta, e la disperazione segreta di scoprire di non esserlo. Condivisi l'ammissione ai miei fratelli del mio amore per lui, l'assalto intimo sulla Saratoga e la visita a un altro medico per la mia paura delle azioni potenzialmente sconsiderate di Dakona riguardo la persona che mi aveva fatto male.
Feci sentire la gelosia al vedere Dakona discutere con una dottoressa, e la confusione e il dolore per quello che era successo su Betazed. I preziosi consigli dei miei fratelli maggiori, nello specifico le parole di Tolaris che mi spingevano ad essere onesta con me stessa. Le discussioni con Mestral e infine il divorzio da quest'ultimo, che aveva preso con sportività, nonostante la sua dichiarazione di amore; un passaggio doloroso ma necessario, marcato da una reciproca mancanza di crescita emotiva e da un'accettazione finale che liberò entrambi a perseguire la nostra vera felicità.
Gli sforzi per confessare i miei sentimenti a Dakona e il mio fallimento nel farlo... per poi arrivare al momento in cui ci trovavamo.
La fusione si concluse e lo guardai negli occhi. «Questo è tutto, dottore» dissi per poi ascoltare le sue parole riguardo Nova Velloria: il commento, leggero ma carico di verità, mi strappò un sorriso. Le circostanze che ci avevano portato a questo punto erano state tanto improbabili quanto preziose. «Forse, ma è la nostra scelta di affrontare quelle circostanze insieme che ha veramente fatto la differenza» dissi accarezzandogli per un attimo il volto, in un gesto fin troppo umano, non riuscendo a spostarmi dal suo abbraccio. Illogico, ma non volevo essere da nessun'altra parte al mondo
Dopo qualche attimo, una quiete solenne avvolse il momento, mentre le barriere tra le nostre menti iniziavano a dissolversi.
Dakona vide me bambina, giocare serena nel deserto di Vulcano, sotto lo sguardo amorevole ma severo dei miei genitori. La complessità del mio rapporto con mio padre si disvelò, marcato da un misto di ammirazione e distanza, il suo insegnamento rigoroso ma amorevole della logica e della disciplina Vulcaniana, nonché un desiderio di approvazione sempre in bilico. Il calore del sole contro la pelle mentre osservavo i miei genitori interagire con quella combinazione di rispetto e affetto profondo che aveva sempre caratterizzato la loro relazione.
Gli mostrai il momento in cui appresi della morte di mio padre e mio fratello maggiore prima e della distruzione di Vulcano poi per lo stesso popolo, un trauma che scosse le fondamenta della mia identità e della mia cultura; seguito dalla mia titubanza di parlare con Mestral, colui che avrebbe dovuto essere il mio sostegno e invece di come preferissi parlare con Elieth. Gli mostrai le fasi stagnanti del mio matrimonio: l'iniziale innamoramento che si era lentamente dissolto in disinteresse, il persistere nel matrimonio più perché era stato combinato dai miei genitori che per volontà propria, e l'incertezza su come porre fine a un'unione ormai vuota.
Poi, il momento in cui vidi Dakona per la prima volta, e l'inspiegabile attrazione che sentii; come quella attrazione divenne un desiderio sempre più forte, la mia ricerca costante della sua compagnia. Condivisi il tormento di vedermi ritrosa nel porre fine al mio matrimonio e vedendo Dakona con altre persone, la gelosia che serpeggiava nonostante me stessa.
Gli mostrai la mia felicità di poter essere me stessa su Nova Velloria e il mio disinteresse riguardo Mestral, il momento di felicità quando ero sul pianeta con Dakona, come quando credetti di essere incinta dopo il incontro intimo avuto su quel pianeta, e la disperazione segreta di scoprire di non esserlo. Condivisi l'ammissione ai miei fratelli del mio amore per lui, l'assalto intimo sulla Saratoga e la visita a un altro medico per la mia paura delle azioni potenzialmente sconsiderate di Dakona riguardo la persona che mi aveva fatto male.
Feci sentire la gelosia al vedere Dakona discutere con una dottoressa, e la confusione e il dolore per quello che era successo su Betazed. I preziosi consigli dei miei fratelli maggiori, nello specifico le parole di Tolaris che mi spingevano ad essere onesta con me stessa. Le discussioni con Mestral e infine il divorzio da quest'ultimo, che aveva preso con sportività, nonostante la sua dichiarazione di amore; un passaggio doloroso ma necessario, marcato da una reciproca mancanza di crescita emotiva e da un'accettazione finale che liberò entrambi a perseguire la nostra vera felicità.
Gli sforzi per confessare i miei sentimenti a Dakona e il mio fallimento nel farlo... per poi arrivare al momento in cui ci trovavamo.
La fusione si concluse e lo guardai negli occhi. «Questo è tutto, dottore» dissi per poi ascoltare le sue parole riguardo Nova Velloria: il commento, leggero ma carico di verità, mi strappò un sorriso. Le circostanze che ci avevano portato a questo punto erano state tanto improbabili quanto preziose. «Forse, ma è la nostra scelta di affrontare quelle circostanze insieme che ha veramente fatto la differenza» dissi accarezzandogli per un attimo il volto, in un gesto fin troppo umano, non riuscendo a spostarmi dal suo abbraccio. Illogico, ma non volevo essere da nessun'altra parte al mondo