TSE Festeggiando il Giorno del Primo Contatto
#1

One man's villain is another man's hero.

Regis Riker Umano

5 Aprile 2390
San Francisco, Union Square

Su, su, fai il bravo Kanar. Regis stava camminando lentamente per la piazza, cercando inutilmente di calmare il furetto che teneva tra le braccia. I rumori, gli odori e il movimento della zona avevano eccitato la piccola peste, che non vedeva l'ora di saltare dalle sue braccia per partire all'esplorazione. Se non lo avesse conosciuto così bene, Regis sarebbe rimasto stupito dalla sua totale assenza di timore verso la folla: un altro furetto forse avrebbe odiato quella situazione, ma Kanar era abituato a muoversi tra la gente. Si stava facendo una certa reputazione in Accademia per i suoi dispetti e i suoi furti. Regis aveva imparato a tenerlo sotto stretto controllo quando c'era di mezzo del cibo, che si trattasse della sala mensa dell'Accademia o di una piazza piena di bancarelle, ma non sempre era facile.

Sì, lo so. C'è un buon odorino. Ammise. Fai il bravo, più tardi mangiamo qualcosa. Se avesse potuto, l'avrebbe anche lasciato andare. Kanar era legato con pettorina e guinzaglio, quindi era difficile che potesse scappargli, ma il luogo era semplicemente troppo affollato. Regis non sapeva se fidarsi: e se qualcuno lo avesse schiacciato?

Union Square lo stava sorprendendo. Aveva già avuto l'occasione di passarci di sfuggita ma, essendosi da poco trasferito a San Francisco per frequentare l'Accademia della Flotta Stellare, non l'aveva mai vista così addobbata. Ovunque si potevano vedere decorazioni che richiamavano il primo contatto tra umani e vulcaniani, e l'asfalto della zona pedonale era stato coperto da una specie di moquette verde. Non era l'unico luogo di San Francisco ad organizzare un evento per il Giorno del Primo Contatto, ma Regis era rimasto attratto dalle possibilità che offriva: bancarelle di strada, grande varietà di negozi e ristoranti, un concerto organizzato dal coro dell'Accademia, una commemorazione in memoria delle vittime dell'attacco a Marte, e molto altro. Probabilmente si sarebbe mosso per la città durante la giornata, ma partire da Union Square gli era sembrato l'ideale.

@T'Dal
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#2

A hybrid can withstand these things, my heart can beat with bricks and strings.

Julian Troi Mezzo betazoide

Il fresco vento primaverile di San Francisco sfiorava il mio viso mentre osservavo la vivace scena di Union Square. La piazza era un tripudio di colori e suoni, con decorazioni che evocavano il primo contatto tra umani e vulcaniani. Mi piaceva pensare che quel momento storico avesse in qualche modo predetto e facilitato la mia stessa esistenza, frutto dell’unione tra due culture distinte.
Avrei amato passeggiare per questo evento con Lorelei, lei amava questo genere di cose... o almeno credevo!, ma la Voyager era ancora dispersa ed era per quel motivo che decisi di fare due passi per la festa, tornare in stanza e raccontarle qualcosa. Non avevo realmente in tensione di fare chissà cosa, ma almeno avevo l'idea che eravamo insieme almeno con il pensiero. Sapevo però, che sicuramente avrei ceduto ad un certo punto e avrei acquistato diverse cose: per me, per lei e per i miei genitori.

Nonostante fosse solo il mio primo anno all'Accademia della Flotta Stellare, mi sentivo già parte di quella grande comunità, legato a doppio filo con il destino di tutti coloro che, come me, ambivano a servire la Federazione ed ero fiero di quel giorno di commemorazione. Mentre avanzavo tra la folla, noi ad un certo punto Regis e il suo irrequieto furetto Kanar, così decisi di avvicinarmi: non potevo far a meno di sorridere alla scena. Kanar, con il suo pelo bianco e l'energia irrefrenabile, sembrava incarnare lo spirito vivace di questa giornata di festa. L'aria è saturata di rumori e profumi, una vivida rappresentazione delle celebrazioni per il Giorno del Primo Contatto, e ogni angolo di Union Square brulicava di attività.

«Regis, sembra che Kanar abbia deciso di godersi la festa più di noi» commentai mentre mi avvicinavo a loro, lasciando che il mio sguardo si perdesse un attimo nei colori vivaci delle decorazioni e nell'euforia contagiosa della folla..
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#3

One man's villain is another man's hero.

Regis Riker Umano

Era strano camminare tra le bancarelle, immergendosi in suoni e odori che da una parte gli ricordavano i mercati di Cardassia, e dall'altra gli sembravano alieni. Erano anni che viveva sulla Terra, quindi avrebbe dovuto farci l'abitudine, ma c'erano ancora momenti in cui si sentiva fuori posto, sbagliato. Quello non era esattamente uno di quei momenti, ma avrebbe potuto esserlo se non fosse stato per l'atmosfera allegra della piazza e le buffe reazioni di Kanar. Vedere il furetto allungarsi verso una bancherella di spiedini, tentando di divincolarsi dalla sua stretta, portò infine Regis a cedere.

Ok, ok: hai vinto. Una vena di divertimento tinse la sua voce mentre si avvicinava alla bancarella. Non poté fare più di qualche passo che una voce conosciuta lo chiamò. Ehilà, Julian! Lo salutò, voltandosi verso il nuovo arrivato. Non era ancora sicuro di come considerare il compagno di corso: da una parte la sua compagnia gli piaceva, dall'altra un po' diffidava di lui. Julian era un mezzo betazoide. La cultura betazoide non vedeva di buon occhio leggere senza autorizzazione i pensieri altrui, ma passare troppo tempo con un telepate poteva essere un rischio. Eppure, ciò che più lo preoccupava non era la sua telepatia ma il suo cognome: difficile che avesse qualche legame di parentela con zia Deanna (se non molto alla lontana), ma per qualche ragione sentire il cognome Troi bastava a metterlo a disagio. Tutta colpa di Deanna, ne era certo.

Ti va uno spiedino? Domandò, quando un lamento di Kanar lo riportò alla realtà. Kanar ne vuole assolutamente uno. Spiegò, alzando gli occhi al cielo in un gesto quasi teatrale. Sì, si sta decisamente godendo la festa. Alle volte si chiedeva chi fosse il padrone, tra lui e Kanar. Forse non avrebbe dovuto chiamarlo col nome di un liquore?
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#4

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Julian Troi Mezzo betazoide

Ero immerso nell'atmosfera vivace di Union Square, lasciandomi trasportare dai profumi esotici che si mescolavano con la brezza marina di San Francisco. Nonostante il tempo che stavo passando sulla Terra, c'erano ancora momenti in cui il senso di alienazione mi sorprendeva, ma quella giornata non era una di quelle. Invece, ero colmo di un senso di appartenenza, rafforzato dalla gioia palpabile che pervadeva la piazza.

Regis si voltò verso di me, un'espressione di divertita rassegnazione sul volto. «Ehilà, Julian! Ti va uno spiedino?» mi chiese, mentre Kanar emetteva un altro lamento impaziente.

Mentre osservavo Kanar, ridacchiai divertito: era impossibile non essere contagiati dall'entusiasmo del piccolo animale. «Direi di si, soprattutto perché sto iniziando ad essere affamato e sembra proprio che sia stato scelto dall'esperto, il cibo migliore della pizza» dissi, avvicinandomi a loro con un sorriso. Non ero certo fosse così, ma volevo fare un complimento alla bancarella, che era una delle poche che non aveva una lunga fila davanti a sé.

L'ombra di diffidenza nei suoi occhi non mi sfuggì. La mia eredità betazoide, il mio cognome, questi erano spettri che talvolta mi seguivano nelle interazioni con gli altri, specialmente con chi conosceva la fama associata al nome Troi e personalmente nemmeno sapevo se ero in qualche modo imparentato con Deanna Troi. Se non sapevo dei suoi pensieri riguardante la donna, sapevo che la mia eredità betazoide poteva causare disagio agli altri, e nonostante non avessi mai abusato delle mie capacità empatiche, comprendevo la preoccupazione degli altri e stavo cercando comunque di smettere di mettere le mani avanti ad ogni occasione. Avevo imparato sulla mia pelle quanto fosse importante rispettare i confini degli altri, specialmente in un ambiente così diversificato come l'Accademia della Flotta Stellare. Ogni gesto di comprensione e rispetto contribuiva a costruire quella fiducia reciproca necessaria per navigare le complessità delle nostre interazioni interculturali.

«Come ti vanno le lezioni? Io sono esausto, ma non mi voglio lamentare, non dopo tutta la fatica che ho fatto per entrare» chiesi mentre facevo il mio ordine, per poi guardarmi intorno per una bancarella per bere. Avevo una voglia matta di provare una birra terrestre.
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#5

One man's villain is another man's hero.

Regis Riker Umano

La leggera diffidenza che ancora provava verso Julian non gli impedì di ridacchiare al suo commento. L'hai sentito, Kanar? Sei diventato l'esperto di cibo... Disse. Il furetto non ebbe alcuna reazione alle sue parole, troppo intento a puntare gli spiedini per far veramente caso a quanto detto dal suo padrone. Ok, ok... per prima cosa acquistiamo il cibo migliore della piazza. Riempirsi lo stomaco è una priorità, vero Kanar?

Fece un cenno a Julian, chiedendogli silenziosamente di seguirlo, e si avvicinò alla bancarella, fermandosi alla fine della breve coda di persone in attesa di comprare gli spiedini. Evidentemente, il delizioso aroma di carne cotta non aveva attirato solo Kanar. Se doveva essere sincero, Regis non aveva la minima idea di quale fosse la carne con cui erano stati realizzati gli spiedini: il suo nome era segnato sulla bancarella, assieme al pianeta di importazione e al prezzo, ma entrambi i termini gli dicevano ben poco. Non che avesse importanza: che fosse manzo terrestre o carne arrivata da chissà dove, per lui non c'era molta differenza. Se non era cardassiana, era comunque carne esotica.

Sono esausto anch'io, ma non è poi così male. Rispose. Non avendo idea della situazione del compagno di studi, preferì non commentare la fatica da lui accennata. Tra l'altro, non vi si poteva immedesimare in quanto, nonostante le difficoltà, era riuscito a superare l'esame d'accesso al suo primo tentativo. Eppure, quello non significava che l'Accademia fosse per lui un gioco da ragazzi. Ammetto che un po' me l'aspettavo diversa. Regis era cresciuto con la convinzione di frequentare l'Istituto Bamarren per l'Intelligence di Stato, non l'Accademia della Flotta Stellare federale. I corsi lo stavano prendendo, ma dentro di sé sentiva come la mancanza di qualcosa. Che fosse la severità e la lotta per la sopravvivenza per le quali era ben conosciuto l'Istituto Bamarren?
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#6

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Julian Troi Mezzo betazoide

Mentre seguivo Regis verso la bancarella degli spiedini, il ricordo del mio primo tentativo fallito all'Accademia della Flotta Stellare tornò vivido nella mia mente. Il mio cammino verso l'accettazione all'Accademia non era stato lineare, marcato da ostacoli e delusioni che avevano messo alla prova la mia determinazione e il mio spirito. Riflettevo su quanto le aspettative potessero essere ingannevoli, modellando la nostra percezione della realtà in modi che a volte ci lasciano disorientati. Mi aspettavo, come Regis, che l'esperienza all'Accademia fosse differente, forse più in linea con le storie raccontate da mia madre o le leggende udite in famiglia. Le descrizioni idilliache di successo e di realizzazione avevano dipinto un quadro che la realtà si era affrettata a correggere con toni più sobri e complessi.

«Capisco cosa intendi» risposi a Regis, i miei passi risuonando leggeri sul marciapiede. «Anch'io mi aspettavo che fosse diverso. La mia Imzadi mi aveva parlato di sfide, certo, ma... in un certo senso, speravo in un percorso più liscio. Forse è anche dovuto alla diversità dei nostri percorsi, il mio e quello della mia ragazza» La mia voce si ammorbidì, ripensando a Lorelei.

La fila alla bancarella non era lunga, ma ogni istante di attesa mi dava tempo per ponderare. «Non voglio lamentarmi, però. Alla fine, ogni passo, ogni ostacolo, mi ha insegnato qualcosa di prezioso. Forse è proprio questo il cuore dell'esperienza all'Accademia—non solo imparare a essere un ufficiale, ma anche a comprendere noi stessi, le nostre aspettative e come adattarci quando non corrispondono alla realtà» aggiunsi, un sorriso incerto che sfiorava le mie labbra.

Guardai Regis, cercando un segno di comprensione nei suoi occhi. «.E tu? Come stai vivendo questa esperienza, al di là delle aspettative e della realtà dell'Accademia? Spero che, nonostante tutto, trovi il tuo percorso arricchente» Era una domanda sincera, cercavo di conoscere meglio quel ragazzo sfuggente.

Mentre finalmente la fila si muoveva, riflettevo su come, nonostante le difficoltà iniziali, l'Accademia stava lentamente diventando un luogo dove potevo vedere il mio futuro prendere forma, plasmato non solo dalle mie vittorie, ma anche dalle mie battute d'arresto. E in quel pensiero, c'era un tipo di serenità che solo chi ha attraversato la tempesta poteva davvero comprendere. Guardai un posto dove prendere una bibita da bere, fino a che non vidi una ragazza tenere in mano un bubble tea di color verde mela, mi intrigava assai!
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#7

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Regis Riker Umano

Era interessante il modo in cui Julian guardava alle sfide. Magari l'accademia non era come si erano aspettati, ma era veramente un male? Regis non era ancora riuscito ad accettare pienamente la sua vita nella Federazione. Considerandosi più cardassiano che umano, faceva fatica ad interagire con gli altri. Alle volte nemmeno lui sapeva dove finisse l'inganno e dove iniziasse sé stesso. Potrebbe essere un'occasione. Disse, mentre la persona appena in fila davanti a loro faceva il suo ordine. Non sarà il percorso che ci aspettavamo ma, proprio per la sua diversità, potrebbe insegnarci qualcosa di importante. Il suo tono era riflessivo ma anche quasi incerto. Era davvero così? Sicuramente studiare sulla Terra era ben diverso di studiare su Cardassia, ma valeva davvero la pena rinunciare all'Istituto Bamarren per l'Accademia della Flotta Stellare? Una parte di lui voleva soltanto tornarsene a casa, stufo di venir usato come pedina in qualche lotta politica, ma dall'altra voleva dimostrarsi degno delle aspettative di Cardassia. Qualunque esse fossero.

La tua fidanzata è nella flotta? Domandò poi, nel tentativo di sviare il discorso su un argomento meno rischioso. I betazoidi difficilmente violavano la privacy altrui ma era comunque preferibile evitare discorsi che gli portassero alla mente il suo ruolo di pseudo-spia. Beato te, io sono single. Non poté evitarsi di commentare. Julian era più grande di lui, quindi forse era assurdo esserne geloso, ma ciò non cambiava il fatto che Regis non avesse ancora avuto una relazione. Era parzialmente colpa sua, perché nelle scuole superiori aveva allontanato tutto e tutti, ma anche dell'ambiente in cui si era ritrovato costretto a vivere. Sulla Terra, dove la trovava una bella cardassiana? Non considerava le donne umane brutte - farlo avrebbe significato rischiare la furia della sua gemella (se mai si fossero rincontrati) - ma lui era cresciuto su Cardassia. Non solo aveva un'ideale di bellezza diverso da quello terrestre, ma provava un senso di inferiorità nei confronti dei cardassiani. Così, quando fantasticava su una fidanzata, se la immaginava cardassiana.

Buongiorno. Desiderate? La voce del commesso della bancarella lo distolse dai suoi pensieri.
Due... no, tre spiedini. Si corresse. Uno per lui, uno per Julian e uno per Kanar. Forse uno intero era troppo per il furetto, ma Regis voleva assicurarsi di riuscire a mangiare qualcosa. Uno quindi sarebbe stato tutto suo, mentre il secondo lo avrebbe diviso con Kanar. Sempre che questi non avesse deciso di voler un'indigestione.
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#8

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Julian Troi Mezzo betazoide

Mentre Regis ordinava gli spiedini, i miei pensieri si persero nei ricordi del mio percorso fino a quel momento. La sua domanda sulla mia fidanzata mi riportò alla mente Lorelei, e tutto ciò che avevamo attraversato insieme.

«Sì, Lorelei è nella flotta » risposi a Regis, la mia voce un po' più bassa del solito, carica di un misto di nostalgia e speranza. "E per un certo periodo, questo ha creato non poco attrito tra noi, specialmente quando non sono riuscito ad entrare all'Accademia al primo tentativo. Per me è stato un duro colpo. Ero piuttosto insicuro all'epoca, e quel fallimento ha creato un po’ di attrito tra di noi. Era come se tutte le mie paure e le mie incertezze si fossero materializzate, mettendo in discussione non solo il mio futuro nella Flotta, ma anche la nostra relazione[/b]» risposi con un tono che mescolava nostalgia e speranza.

Sospirai, il peso di quei momenti difficili ancora palpabile nel mio cuore. «Per colpa mia e delle mie insicurezze, la nostra relazione ne ha risentito profondamente. Finimmo per lasciarci. Quel periodo... è stato il peggiore per me. Ma, in qualche modo, mi è servito. Mi ha costretto a riflettere, a crescere e a trovare una nuova determinazione dentro di me.» dissi pensoso, quasi come se stessi cercando di chiarire i miei pensieri ad alta voce. «Dopo quella rottura, ho deciso di dare una seconda possibilità al mio sogno. Mi sono ritirato dal lavoro nel settore della sicurezza privata e ho lavorato duramente per entrare finalmente all'Accademia»

Un sorriso si formò sul mio viso mentre pensavo al presente. «Ora, Lorelei ed io siamo tornati insieme. Il nostro legame è più forte che mai, e spero... no, ho intenzione di chiederle di sposarmi. Questa esperienza mi ha insegnato tanto sull'importanza di affrontare le proprie paure e di non arrendersi mai»

Il commesso della bancarella ci interruppe per prendere l'ordine di Regis, e io approfittai di quel momento per riflettere sulle parole di Regis riguardo alle sfide e alle aspettative.
Osservai Regis mentre pagava e prendeva gli spiedini. «Ti ringrazio. E per quanto riguarda le relazioni» aggiunsi con un tono più leggero, «sono sicuro che troverai qualcuno speciale, anche qui sulla Terra. La diversità può sembrare estranea all'inizio, ma a volte è proprio ciò che ci arricchisce e ci completa.»

Mentre il commesso ci serviva gli spiedini, pensai a come ogni scelta, ogni errore e ogni successo mi avevano portato a quel preciso momento. Ero grato per il percorso tortuoso, perché senza di esso, non avrei mai potuto apprezzare pienamente la felicità e la stabilità che ora sentivo con Lorelei. Con uno spiedino in mano, mi voltai verso Regis, pronto a godermi il cibo e la compagnia, sentendomi un po' più leggero per aver condiviso una parte così cruciale della mia storia.
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#9

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Regis Riker Umano

Lorelei è fortunata ad averti. Disse, porgendogli uno spiedino mentre si allontanavano dalla bancarella. Se mi fossi trovato in quella situazione, non so se avrei avuto la tua stessa determinazione. Ammise, più sincero di quanto avrebbe voluto. Per quanto amasse fingersi forte e coraggioso, Regis era ben consapevole della fragilità insita nel suo carattere. In un certo senso, lui aveva mollato la spugna. Quando era stato portato sulla Terra, si era ripromesso che avrebbe trovato il modo di tornare su Cardassia. Nel breve periodo su Nepenthe, Regis si era impegnato al massimo per sfuggire al controllo di William Riker. Era fuggito di 'casa' più volte, in un'occasione era anche riuscito a lasciare il sistema solare, ma tutti i suoi tentativi di fuga avevano avuto vita breve. Alla fine aveva ceduto e aveva deciso di dare un'opportunità al vecchio Kyle ed era andato a vivere sulla Terra. Aveva retto fino a quel momento ripromettendosi di tornare su Cardassia una volta maggiorenne, per poi ritrovarsi impossibilitato a farlo a causa degli intrighi dei Servizi Segreti.

Il vortice di pensieri cupi che minacciava di sommergerlo fu placato dall'improvviso scatto di Kanar, che si fiondò su uno degli spiedini. Ops, sembra che qualcuno sia impaziente. Ridacchiò, osservando il furetto rubare un boccone di carne. Spostiamoci in un posto più tranquillo, ci sarà una panchina da qualche parte. Esplorare la piazza con un furetto vorace in braccio non era esattamente l'ideale. Così potrai raccontarmi per filo e per segno i tuoi piani per questa proposta di matrimonio. Concluse, il riso nella voce.
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#10

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Julian Troi Mezzo betazoide

La generosità delle parole di Regis mi colse di sorpresa mentre accettavo lo spiedino dalle sue mani. «Lorelei è fortunata ad averti» aveva detto, e quelle parole risuonavano dentro di me con un'eco che non mi aspettavo. La mia mente si aggirò per un attimo sulla strana intrecciarsi di destino e scelte che aveva portato entrambi noi, così diversi eppure così simili, a condividere quel momento di amicizia.
«Grazie, ma non è sempre stata facile, la determinazione... ci sono stati molti momenti di dubbio, molti tentativi di trovare una scorciatoia o anche solo di mollare tutto. C'è da dire che ognuno di noi ha la sua battaglia. Quello che importa è come scegliamo di affrontarla, come decidiamo di andare avanti nonostante tutto.» ammisi, grato e imbarazzato allo stesso tempo, dando un morso pensieroso allo spiedino.

La nostra conversazione si svolgeva mentre camminavamo verso un angolo più tranquillo della piazza. Il sole di aprile scaldava piacevolmente l'aria, e il vociare della folla creava un sottofondo vivace ma distante, quasi come se stessimo in una bolla di quiete personale. Kanar, nel frattempo, con un'improvvisa scatto, rubò un boccone di carne dallo spiedino di Regis, strappando una risata a entrambi. Annuii alla proposta di Regis e una volta trovata una panchina, ci sedemmo, mi trovai ad osservare Kanar giocare con il pezzo di spiedino che era riuscito a rubare. La sua energia sembrava inesauribile, e il suo entusiasmo per ogni piccola scoperta era contagioso.

Regis, con un sorriso, mi chiese di raccontare i miei piani per la proposta di matrimonio a Lorelei. Seduti su una panchina, con il furetto finalmente sazio che giocava ai nostri piedi, iniziai a delineare i contorni di ciò che avevo in mente.. L'idea di una proposta di matrimonio era qualcosa che avevo considerato a lungo, ma discuterne ad alta voce mi faceva sentire vulnerabile, esposto. Tuttavia, con Regis, sentivo di poter condividere i miei pensieri più intimi.

«Ho iniziato a pensare a come farlo» iniziai, il cuore un po' più leggero. «Ho in mente qualcosa di speciale.

Voglio che sia qualcosa di speciale, Regis. Qualcosa che parli di noi, del nostro viaggio insieme. Penso di portarla in uno dei nostri luoghi preferiti sulla Terra, forse durante una passeggiata al tramonto o sotto un cielo stellato. Qualcosa di intimo, che rispecchi il profondo legame che abbiamo riscoperto dopo tante sfide. Sai, dopo tutto quello che è successo, dopo aver rischiato di perderla per sempre, ora apprezzo ogni momento che abbiamo insieme come se fosse un regalo prezioso. E voglio che lei sappia quanto è profondo il mio impegno, quanto sia importante per me. Voglio che sia un momento che rifletta tutto ciò che abbiamo superato insieme, qualcosa che parli di noi, del nostro viaggio. Non solo una promessa per il futuro, ma anche un riconoscimento di tutto quello che abbiamo già costruito... Un posto dove possiamo essere solo noi due, lontani dal caos della vita quotidiana
» ammisi. Il pensiero di quel momento mi riempiva di un'emozione palpabile.

Guardando Kanar, poi, una risata mi sfuggì. «E forse senza furetti intorno» aggiunsi scherzando, anche se l'idea di includere Kanar in un momento così speciale non mi dispiaceva affatto.

«Il vero problema» continuai, più serio, «è superare la paura di non essere abbastanza. Di non essere il partner che Lorelei merita; ma poi mi ricordo di tutto quello che abbiamo superato insieme, e mi rendo conto che queste paure sono solo ombre nella mia mente.»

Con quelle parole, sentii un senso di risoluzione. La mia storia con Lorelei, le mie sfide e le mie vittorie, tutto sembrava convergere verso un futuro che, sebbene incerto, era pieno di possibilità. E con amici come Regis al mio fianco, sapevo che sarei stato pronto ad affrontare qualsiasi cosa ci riservasse il destino.
«Scusami, mi sono lasciato trasportare» ammisi con tono divertito, sebbene fossi davvero imbarazzato.
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