01-08-2024, 11:14 AM
Dietro tutte le cose che crediamo di conoscere bene, se ne nascondono altrettante che non conosciamo per niente.
Lorelei Sherazi Betazoide
Ora che aveva ripreso a mangiare, non le ci volle molto per finire i pierogi. La porzione che aveva preso era piccola, poco più di un assaggio. Per quanto amasse i cibi esotici, non c'era nulla di meglio della cucina di casa. Così, quando portò alle labbra la prima forchettata della sua insalata di oscoid, tutto il dispiacere per aver finito i pierogi scomparve. Sì, la cucina betazoide era la migliore. Il gusto del pesce, esaltato dalla leggerezza dell'insalata a foglia blu, portava con sé molti ricordi. Persi nell'immensità dello spazio, aveva un effetto quasi rassicurante. Dimostrava che casa non era poi così distante.
Mi pare un'ottima idea. Rispose, alla proposta di Polina. Organizziamo qualcosa per la nostra prossima pausa in comune? Quando sei libera? Domandò. Svolgendo ruoli così diversi, avrebbe potuto essere complesso trovare un incastro tra i loro momenti liberi. Tra l'altro, se avessero davvero voluto invitare un vulcaniano, sarebbe stato necessario considerare anche i suoi orari.
Sì, sarebbe interessante esplorare quelle tecniche. Confermò, riflessiva. Noi betazoidi siamo un popolo decisamente più emotivo dei vulcaniani, quindi difficilmente potremo applicare le loro tecniche così come sono, ma sarebbe affascinante scoprire come un altro popolo vive la telepatia. La sua era deformazione professionale, lo sapeva, ma le era impossibile evitare di guardare la telepatia con lo sguardo da antropologa. Se le cose stavano così, perché non sfruttare la cosa? Guardare all'altro era un modo per comprendere meglio sé stessi: se voleva affinare la sua telepatia, esplorare quella vulcaniana non era un'idea da scartare. ...ma chi tra i nostri colleghi vulcaniani potrebbe essere interessato?
In realtà la ricerca di un compagno di meditazione vulcaniano non era così urgente: potevano iniziare loro due e, più avanti, vedere se invitare qualcun altro. Forse era anche la strategia più adatta, considerando il suo talento nel farsi distrarre da qualsiasi cosa riguardasse l'antropologia. La priorità era l'allenamento telepatico, non lo studio antropologico delle tecniche telepatiche vulcaniane.
Mm... Haru... mi pare di aver già sentito quel nome. Si ritrovò a dire quasi inconsapevolmente, mentre la sua mente collegava la ricerca di un compagno di meditazione con quanto detto da Polina sul suo babysitter. Haru non era un nome particolarmente raro ma, se si parlava di individui di discendenza vulcaniana, il campo si restringeva. Qualche legame con T'Dal, per caso?
Mi pare un'ottima idea. Rispose, alla proposta di Polina. Organizziamo qualcosa per la nostra prossima pausa in comune? Quando sei libera? Domandò. Svolgendo ruoli così diversi, avrebbe potuto essere complesso trovare un incastro tra i loro momenti liberi. Tra l'altro, se avessero davvero voluto invitare un vulcaniano, sarebbe stato necessario considerare anche i suoi orari.
Sì, sarebbe interessante esplorare quelle tecniche. Confermò, riflessiva. Noi betazoidi siamo un popolo decisamente più emotivo dei vulcaniani, quindi difficilmente potremo applicare le loro tecniche così come sono, ma sarebbe affascinante scoprire come un altro popolo vive la telepatia. La sua era deformazione professionale, lo sapeva, ma le era impossibile evitare di guardare la telepatia con lo sguardo da antropologa. Se le cose stavano così, perché non sfruttare la cosa? Guardare all'altro era un modo per comprendere meglio sé stessi: se voleva affinare la sua telepatia, esplorare quella vulcaniana non era un'idea da scartare. ...ma chi tra i nostri colleghi vulcaniani potrebbe essere interessato?
In realtà la ricerca di un compagno di meditazione vulcaniano non era così urgente: potevano iniziare loro due e, più avanti, vedere se invitare qualcun altro. Forse era anche la strategia più adatta, considerando il suo talento nel farsi distrarre da qualsiasi cosa riguardasse l'antropologia. La priorità era l'allenamento telepatico, non lo studio antropologico delle tecniche telepatiche vulcaniane.
Mm... Haru... mi pare di aver già sentito quel nome. Si ritrovò a dire quasi inconsapevolmente, mentre la sua mente collegava la ricerca di un compagno di meditazione con quanto detto da Polina sul suo babysitter. Haru non era un nome particolarmente raro ma, se si parlava di individui di discendenza vulcaniana, il campo si restringeva. Qualche legame con T'Dal, per caso?