03-08-2024, 02:50 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 04-08-2024, 04:26 PM da @Les.)
Jarem Kaz
Trill Unito
La mente dell'ufficiale medico era confusa e la tensione di certo non lo aiutava a ragionare. Fu solo quando la voce di Polina lo informò che c'era bisogno di lui in infermeria che il trill si costrinse ad uscire da quel torpore che avvolgeva i suoi pensieri. C'era bisogno del suo aiuto... e se una cosa era riuscita a sopravvivere alla confusione causata dalla malattia era che lui era un ufficiale medico. L'ufficiale medico capo della Voyager.
Con quella consapevolezza Kaz si guardò attorno e realizzò che si trovava nella propria cabina. Un'occhiata verso la porta e si ricordò di Polina. L'infermiera. Avanti! disse dopo quello che sarebbe probabilmente parso un tempo interminabile a chiunque non fosse nelle sue stesse condizioni. Prontamente il computer interpretò quella risposta come un'indicazione a sbloccare il meccanismo di chiusura e la porta sibilò, aprendosi sulla stanza in penombra. Ci fu un istante di silenzio, poi il medico fece ricorso a tutta la sua determinazione per uscire da quella situazione di stallo. Sono qui... annunciò, facendosi forza per uscire dal nascondiglio improvvisato dietro alla poltrona della zona giorno, con le mani bene in vista per evitare che la donna potesse considerarlo un atto aggressivo. Che succede? si informò, rivolgendo un'occhiata interrogativa a Polina. Se l'infermiera in quel momento non avesse chiuso la propria mente a tutto ciò che la circondava, avrebbe percepito la confusione dell'uomo, tenuta a malapena a bada dalla determinazione e dal senso del dovere, in una strenua lotta contro la paura e un incombente senso di minaccia.
Con quella consapevolezza Kaz si guardò attorno e realizzò che si trovava nella propria cabina. Un'occhiata verso la porta e si ricordò di Polina. L'infermiera. Avanti! disse dopo quello che sarebbe probabilmente parso un tempo interminabile a chiunque non fosse nelle sue stesse condizioni. Prontamente il computer interpretò quella risposta come un'indicazione a sbloccare il meccanismo di chiusura e la porta sibilò, aprendosi sulla stanza in penombra. Ci fu un istante di silenzio, poi il medico fece ricorso a tutta la sua determinazione per uscire da quella situazione di stallo. Sono qui... annunciò, facendosi forza per uscire dal nascondiglio improvvisato dietro alla poltrona della zona giorno, con le mani bene in vista per evitare che la donna potesse considerarlo un atto aggressivo. Che succede? si informò, rivolgendo un'occhiata interrogativa a Polina. Se l'infermiera in quel momento non avesse chiuso la propria mente a tutto ciò che la circondava, avrebbe percepito la confusione dell'uomo, tenuta a malapena a bada dalla determinazione e dal senso del dovere, in una strenua lotta contro la paura e un incombente senso di minaccia.
Nina
MOE Mark IX
Nina rimase sulla soglia per un lungo istante, rendendosi conto che non era stata programmata per quello: era concepita per essere un sistema di emergenza e disattivata non appena l'emergenza fosse terminata. Nessuno aveva previsto che si trovasse bloccata da sola, in infermeria, con dei pazienti che già erano monitorati dalla strumentazione a cui erano collegati e delle informazioni che momentaneamente non aveva la possibilità di riferire. L'ologramma interrogò il proprio programma in cerca di una qualche subroutine che potesse attivare in quella situazione, ma si rese conto, con la rapidità che solo una forma di vita artificiale poteva avere... che non esisteva niente del genere.
Nina fece un passo indietro e la porta si richiuse, poi si guardò attorno e, per la prima volta da quanto era stata attivata, si rese conto che non aveva la minima idea di come occupare il tempo. Si riscoprì a divagare, chiedendosi cosa facessero gli esseri biologici quando non avevano nulla da fare... e si rese conto di non averne la minima idea.
Nina fece un passo indietro e la porta si richiuse, poi si guardò attorno e, per la prima volta da quanto era stata attivata, si rese conto che non aveva la minima idea di come occupare il tempo. Si riscoprì a divagare, chiedendosi cosa facessero gli esseri biologici quando non avevano nulla da fare... e si rese conto di non averne la minima idea.