13-08-2024, 07:14 PM
It's nice to have a family.
Carol Marcus Umana
Sorrisi divertita quando Jim mi offrì il libro con un gesto affettuoso, una generosità che mi fece sentire incredibilmente fortunata. Mentre parlava di Utopia Planitia e della sua libreria, non potei fare a meno di ridere, ricordando quando mi raccontò di quella volta che aveva scoperto una piccola libreria lì mentre cercava un bar. L'immagine di Jim che torna a bordo con una pila di libri anziché un caffè mi fece sorridere di nuovo.
«Non so se sperare che tu distrugga la nave di nuovo, solo per vedere cosa riesci a trovare la prossima volta!», dissi ridacchiando, mentre ammiccavo e accettavo il libro.
«Va bene, lo prenderò in prestito, e prometto di trattarlo con cura. Sai, non voglio essere responsabile della distruzione di una rarità di carta.» dissi e anche se era una battuta, sapevo che c'era un fondo di verità: con Jim, la possibilità che un'avventura si trasformasse in disastro non era mai del tutto remota.
Quando gli chiesi se stesse bene, notai che si stiracchiò un sorriso, forse per nascondere un pensiero che lo aveva colpito più di quanto volesse ammettere. Jim mi rassicurò con un sorriso un po' stirato, dicendo che erano stati due giorni intensi e che gli sarebbe passato. Non ero del tutto convinta, ma decisi di non insistere. Sapevo che anche Jim aveva bisogno del suo spazio, e avevo imparato a rispettarlo, anche se non potevo fare a meno di chiedermi cosa lo turbasse.
Mentre il dramma si svolgeva davanti a noi, mi accorsi di quanto fosse diverso sentire quelle parole declamate ad alta voce, piuttosto che leggerle in solitudine. Le emozioni che trasparivano dalle scene erano più intense di quanto ricordassi, e mi ritrovai immersa nella storia in un modo che non avevo previsto. Quando dopo aver preso i popcorn mi sedetti di nuovo accanto a Jim, mettendo la ciotola tra noi, e Jim, con un’allegria che mi fece sorridere, mi ringraziò e approfittò dell’occasione per rubarmi un bacio; cogliendomi di sorpresa. «Ehi!» protestai ridendo, ricambiando il bacio dandogliene uno sulla guancia, ma il calore del suo gesto mi fece sentire più vicina a lui in quel momento.
Annuii quando mi chiese di Dickens e stavo per dirgli della mia idea quando notai che stava trattenendo uno sbadiglio, chiedendo se potevamo parlarne l'indomani, capii che era il momento di rimandare ulteriori discussioni.
Lo presi con un sorriso, apprezzando il momento di complicità tra di noi. «D'accordo, ne parleremo con calma domani allora» risposi, accarezzando con affetto la copertina del libro. «E grazie per questo, davvero. Ci penserò su e magari mi verrà un’idea geniale, migliore di quella che ho attualmente, per una scena da recitare insieme.. ma per ora, è meglio che riposiamo. Ci vediamo domani?» chiesi per sicurezza.
«Non so se sperare che tu distrugga la nave di nuovo, solo per vedere cosa riesci a trovare la prossima volta!», dissi ridacchiando, mentre ammiccavo e accettavo il libro.
«Va bene, lo prenderò in prestito, e prometto di trattarlo con cura. Sai, non voglio essere responsabile della distruzione di una rarità di carta.» dissi e anche se era una battuta, sapevo che c'era un fondo di verità: con Jim, la possibilità che un'avventura si trasformasse in disastro non era mai del tutto remota.
Quando gli chiesi se stesse bene, notai che si stiracchiò un sorriso, forse per nascondere un pensiero che lo aveva colpito più di quanto volesse ammettere. Jim mi rassicurò con un sorriso un po' stirato, dicendo che erano stati due giorni intensi e che gli sarebbe passato. Non ero del tutto convinta, ma decisi di non insistere. Sapevo che anche Jim aveva bisogno del suo spazio, e avevo imparato a rispettarlo, anche se non potevo fare a meno di chiedermi cosa lo turbasse.
Mentre il dramma si svolgeva davanti a noi, mi accorsi di quanto fosse diverso sentire quelle parole declamate ad alta voce, piuttosto che leggerle in solitudine. Le emozioni che trasparivano dalle scene erano più intense di quanto ricordassi, e mi ritrovai immersa nella storia in un modo che non avevo previsto. Quando dopo aver preso i popcorn mi sedetti di nuovo accanto a Jim, mettendo la ciotola tra noi, e Jim, con un’allegria che mi fece sorridere, mi ringraziò e approfittò dell’occasione per rubarmi un bacio; cogliendomi di sorpresa. «Ehi!» protestai ridendo, ricambiando il bacio dandogliene uno sulla guancia, ma il calore del suo gesto mi fece sentire più vicina a lui in quel momento.
Annuii quando mi chiese di Dickens e stavo per dirgli della mia idea quando notai che stava trattenendo uno sbadiglio, chiedendo se potevamo parlarne l'indomani, capii che era il momento di rimandare ulteriori discussioni.
Lo presi con un sorriso, apprezzando il momento di complicità tra di noi. «D'accordo, ne parleremo con calma domani allora» risposi, accarezzando con affetto la copertina del libro. «E grazie per questo, davvero. Ci penserò su e magari mi verrà un’idea geniale, migliore di quella che ho attualmente, per una scena da recitare insieme.. ma per ora, è meglio che riposiamo. Ci vediamo domani?» chiesi per sicurezza.