07-09-2024, 12:14 PM

Nina
MOE Mark IX
D'accordo rispose Nina, mentre già stava sintetizzando uno stimolante per risvegliare l'ingegnere. Non ci volle molto perché il farmaco iniziasse a fare effetto, i valori indicati dal monitor cominciarono ad oscillare, poi l'uomo mosse leggermente le dita. Prima furono piccoli movimenti ritmici, poi più decisi, finché non sussultò, spalancando gli occhi all'improvviso con un'espressione di panico stampata in volto. Nina si avvicinò, assicurandosi di essere nel campo visivo del bajoriano. Tenente, sono Nina, il medico olografico. annunciò con voce calma, nonostante la sua interfaccia continuasse a sfarfallare ad intervalli irregolari cerchi di respirare a fondo, ho bisogno che si calmi prima di disattivare il campo di contenimento. Ha capito? chiese, lasciandogli un istante per guardarsi attorno.
Il volto del bajoriano si piegò in una smorfia, come se avesse appena mangiato qualcosa di disgustoso, infatti deglutì un paio di volte. Tenente Kentar, come si sente? Riesce a capire quello che dico? provò ancora l'ologramma, sapendo che probabilmente gli sarebbe servito qualche minuto prima di riuscire a focalizzare la situazione, dopo giorni passati preda di uno dei peggiori virus che avessero mai incontrato. Ciò che l'uomo rispose non fu molto rassicurante: fu un verso inintellegibile, grave e aggressivo. Nina scosse la testa, recuperando il tricorder medico per un'ulteriore analisi che confermava ciò che già sapeva: Kentar stava rispondendo alla cura. Le tracce del virus nel suo corpo erano ormai minime. Non rilevava segni di danni irreversibili. Perché, allora, il suo comportamento era rimasto quello degli altri infetti? Non capisco... ammise, trasferendo i dati del tricorder al monitor, in modo che anche Polina potesse vederli al di là del campo di forza. Dovrebbe capire ciò che gli sto dicendo... precisò sconsolata.
Sono... dove sono? biascicò Kentar, quasi non ricordasse più come muovere la propria bocca. Nina si voltò nuovamente verso il paziente, recuperando il suo sorriso cordiale come se l'uomo avesse appena chiesto una pomata per l'orticaria, invece che essersi appena ripreso da una patologia mortale. In infermeria. E' stato contagiato da un virus alieno e ha passato quasi due settimane in stato di incoscienza disse, semplificando la situazione e glissando su uno o due dettagli. Come si sente? chiese, sfarfallando di nuovo. Il tricorder che aveva tra le mani cadde a terra e l'ologramma attese che la sua interfaccia si stabilizzasse un poco prima di raccoglierlo e appoggiarlo su un tavolino.
Che sta succedendo? chiese Kentar, con un'aria un po' più lucida, mentre il suo sguardo passava dal medico olografico alle luci altrettanto instabili dell'infermeria.
Il volto del bajoriano si piegò in una smorfia, come se avesse appena mangiato qualcosa di disgustoso, infatti deglutì un paio di volte. Tenente Kentar, come si sente? Riesce a capire quello che dico? provò ancora l'ologramma, sapendo che probabilmente gli sarebbe servito qualche minuto prima di riuscire a focalizzare la situazione, dopo giorni passati preda di uno dei peggiori virus che avessero mai incontrato. Ciò che l'uomo rispose non fu molto rassicurante: fu un verso inintellegibile, grave e aggressivo. Nina scosse la testa, recuperando il tricorder medico per un'ulteriore analisi che confermava ciò che già sapeva: Kentar stava rispondendo alla cura. Le tracce del virus nel suo corpo erano ormai minime. Non rilevava segni di danni irreversibili. Perché, allora, il suo comportamento era rimasto quello degli altri infetti? Non capisco... ammise, trasferendo i dati del tricorder al monitor, in modo che anche Polina potesse vederli al di là del campo di forza. Dovrebbe capire ciò che gli sto dicendo... precisò sconsolata.
Sono... dove sono? biascicò Kentar, quasi non ricordasse più come muovere la propria bocca. Nina si voltò nuovamente verso il paziente, recuperando il suo sorriso cordiale come se l'uomo avesse appena chiesto una pomata per l'orticaria, invece che essersi appena ripreso da una patologia mortale. In infermeria. E' stato contagiato da un virus alieno e ha passato quasi due settimane in stato di incoscienza disse, semplificando la situazione e glissando su uno o due dettagli. Come si sente? chiese, sfarfallando di nuovo. Il tricorder che aveva tra le mani cadde a terra e l'ologramma attese che la sua interfaccia si stabilizzasse un poco prima di raccoglierlo e appoggiarlo su un tavolino.
Che sta succedendo? chiese Kentar, con un'aria un po' più lucida, mentre il suo sguardo passava dal medico olografico alle luci altrettanto instabili dell'infermeria.