30-04-2012, 11:59 AM
Tan-Kantlya Heparel
Human/Betazoid
Avvicinarsi e dire “un penny per i tuoi pensieri” (antico modo di dire terrestre per sapere cosa l’altro stia pensando in quel momento) non è esattamente il modo migliore per approcciare con un vulcaniano. Chi non ci ha mai avuto a che fare non può sapere cosa realmente passi per la testa di questi campioni di emotività. Tan-Kantlya però aveva avuto la fortuna di conoscerne uno, e vederlo esprimere la sua sorpresa con quella atona inflessione della voce la faceva divertire, soprattutto quando era accompagnata da un’alzata di sopracciglio, unico segno rivelatore che il vulcaniano non era rimasto del tutto indifferente alla situazione che aveva d’avanti. Si affretta a rispondere al saluto della giovane Trill facendo un cordiale, ma appena accennato inchino <<lieta di conoscerla signorina Dax. A dire il vero sono ben lieta di fare la conoscenza di chiunque che, come me, sta per affrontare il suo primo imbarco. Non posso fare a meno di osservare il suo giovane aspetto. Deduco quindi che per lei sia la prima volta, o forse mi sbaglio?>> Una spiegazione accettabile per non lasciar trapelare il suo interesse da etnologa nell’esaminare una razza ricca di elementi ancora oscuri agli studiosi, pensa. Avrebbe così tante domande da farle. Aveva letto un paio di saggi sul modo di vivere dei Trill, ma finché si tratta solo di teoria, non si è mai certi al cento percento delle conoscenze che si acquisiscono finché non si ha l’occasione di parlare con l’oggetto dei propri studi. Tuttavia, farla sentire come una cavia da laboratorio sarebbe irrispettoso nei confronti della ragazza e imbarazzarla è l’ultimo dei suoi pensieri .
L’immagine dell’etnologo è stato già abbastanza demonizzato grazie al gentile contributo della professoressa Yeerum, anche lei xeno antropologa e maga nell’instillare il terrore negli studenti non umani. Anche Tan-Kantlya non era stata risparmiata nonostante si occupasse della stessa branca di etnologia. Se non avesse avuto suo padre come modello, avrebbe di sicuro cambiato indirizzo di studi. Anche la Mayfair aveva i suoi momenti, ma a differenza della prima, Tan-Kantlya attribuiva i suoi sbalzi d’umore ad un probabile esaurimento nervoso. La Yeerum invece …. Averle dedicato una canzone dal titolo “se l’inferno esistesse, saresti satana” ai tempi della band è un chiaro segno di ciò che pensa di lei.
Lo sguardo ora è di nuovo rivolto a Salkar <<si, infatti. Sto per imbarcarmi sulla U.S.S. Eternity. E lei signor Salkar? A quale nave è stato assegnato?>> Incrocia le braccia e tende leggermente la testa in avanti in attesa della risposta del suo vecchio collega d’accademia. Gli occhi cadono accidentalmente sulle mani affusolate, coperte da uno strato di stoffa bianca<<mio dio, indossa ancora quei guanti.>> pensa tra se. <<beh, si. Effettivamente potrebbe cambiarli di colore ogni tanto. Neri sarebbero fighi.>> interviene la voce maschile. <<ma a che diavolo pensi? Non intendevo questo. Ha ancora paura del contatto con gli altri. Mi domando come agirà ora che sarà costretto a interagire con nuovi pianeti e nuove razze.>> risponde lei in tono preoccupato, ma la voce fuori campo la interrompe subito <<io mi preoccuperei più di me stessa che di lui. Devo ricordarti la tua vita sociale all’accademia? Non preoccuparti, è Salkar. Se la caverà egregiamente.>>
L’immagine dell’etnologo è stato già abbastanza demonizzato grazie al gentile contributo della professoressa Yeerum, anche lei xeno antropologa e maga nell’instillare il terrore negli studenti non umani. Anche Tan-Kantlya non era stata risparmiata nonostante si occupasse della stessa branca di etnologia. Se non avesse avuto suo padre come modello, avrebbe di sicuro cambiato indirizzo di studi. Anche la Mayfair aveva i suoi momenti, ma a differenza della prima, Tan-Kantlya attribuiva i suoi sbalzi d’umore ad un probabile esaurimento nervoso. La Yeerum invece …. Averle dedicato una canzone dal titolo “se l’inferno esistesse, saresti satana” ai tempi della band è un chiaro segno di ciò che pensa di lei.
Lo sguardo ora è di nuovo rivolto a Salkar <<si, infatti. Sto per imbarcarmi sulla U.S.S. Eternity. E lei signor Salkar? A quale nave è stato assegnato?>> Incrocia le braccia e tende leggermente la testa in avanti in attesa della risposta del suo vecchio collega d’accademia. Gli occhi cadono accidentalmente sulle mani affusolate, coperte da uno strato di stoffa bianca<<mio dio, indossa ancora quei guanti.>> pensa tra se. <<beh, si. Effettivamente potrebbe cambiarli di colore ogni tanto. Neri sarebbero fighi.>> interviene la voce maschile. <<ma a che diavolo pensi? Non intendevo questo. Ha ancora paura del contatto con gli altri. Mi domando come agirà ora che sarà costretto a interagire con nuovi pianeti e nuove razze.>> risponde lei in tono preoccupato, ma la voce fuori campo la interrompe subito <<io mi preoccuperei più di me stessa che di lui. Devo ricordarti la tua vita sociale all’accademia? Non preoccuparti, è Salkar. Se la caverà egregiamente.>>