30-04-2011, 10:27 PM
T'Eleijha Hilda Usher
Human/Romulan
Mi venne spontaneo mordermi il labbro inferiore, rendendomi conto di essere stata, ancora una volta, troppo aggressiva.
-Non deve scusarsi... Ho scelto le parole sbagliate- feci, abbassando il capo, quasi in segno di umiltà e resa, sentendomi avvampare. Di nuovo, la passionalità di cui tanto parlavo, mi aveva messo in imbarazzo, mi aveva impedito di distinguere la situazione con razionalità. E quel termine, "selvaggia"... Che cosa sciocca. Mi domandai cosa mi fosse saltato in mente, mi maledissi per non aver riflettuto prima di rispondere. Fortuna che avevo deciso di farmi notare in positivo...
-Non intendevo certo dire che ritengo lei mi consideri una sorta di barbara. Mi sono lasciata coinvolgere troppo, mi perdoni-.
Diavolo... Mi sentivo davvero stupida. La mia intenzione era quella di dimostrare di essere all'altezza del mio lavoro, non di apparire come una ragazzina che si lascia prendere dalla foga del discorso.
Le parole successive del mio interloclutore, però, mi rassicurarono. A quanto pare, non avevo dato una così cattiva impressione. Anzi, mi sentii appena elogiare e, devo ammetterlo, ne fui molto sorpresa. Era in casi come quello che ero soddisfatta della mia scelta di specializzarmi in Psichiatria: la mente umana era un luogo davvero affascinante. La mia prima di tutto. E, sì, lo pensavo con una punta di superbia.
-La ringrazio per l'ammirazione, ma non si tratta interamente di una decisione mia- proseguii, spostando un altro paio di fogli. Mi chiesi, dannazione, cosa ci facessero dei documenti cartacei su una nave come quella. Mi era capitato raramente di avere a che fare con cose del genere: erano antiquati, poco pratici, e soprattutto creavano una confusione non necessaria in infermeria. -Come probabilmente saprà, emozioni enormemente profonde sono insite nella mia razza, tanto da risultare quasi ingestibili anche per me, che sono di sangue misto. E ora le sto parlando da romulana-.
-Non deve scusarsi... Ho scelto le parole sbagliate- feci, abbassando il capo, quasi in segno di umiltà e resa, sentendomi avvampare. Di nuovo, la passionalità di cui tanto parlavo, mi aveva messo in imbarazzo, mi aveva impedito di distinguere la situazione con razionalità. E quel termine, "selvaggia"... Che cosa sciocca. Mi domandai cosa mi fosse saltato in mente, mi maledissi per non aver riflettuto prima di rispondere. Fortuna che avevo deciso di farmi notare in positivo...
-Non intendevo certo dire che ritengo lei mi consideri una sorta di barbara. Mi sono lasciata coinvolgere troppo, mi perdoni-.
Diavolo... Mi sentivo davvero stupida. La mia intenzione era quella di dimostrare di essere all'altezza del mio lavoro, non di apparire come una ragazzina che si lascia prendere dalla foga del discorso.
Le parole successive del mio interloclutore, però, mi rassicurarono. A quanto pare, non avevo dato una così cattiva impressione. Anzi, mi sentii appena elogiare e, devo ammetterlo, ne fui molto sorpresa. Era in casi come quello che ero soddisfatta della mia scelta di specializzarmi in Psichiatria: la mente umana era un luogo davvero affascinante. La mia prima di tutto. E, sì, lo pensavo con una punta di superbia.
-La ringrazio per l'ammirazione, ma non si tratta interamente di una decisione mia- proseguii, spostando un altro paio di fogli. Mi chiesi, dannazione, cosa ci facessero dei documenti cartacei su una nave come quella. Mi era capitato raramente di avere a che fare con cose del genere: erano antiquati, poco pratici, e soprattutto creavano una confusione non necessaria in infermeria. -Come probabilmente saprà, emozioni enormemente profonde sono insite nella mia razza, tanto da risultare quasi ingestibili anche per me, che sono di sangue misto. E ora le sto parlando da romulana-.