07-05-2011, 12:50 AM
T'Eleijha Hilda Usher
Human/Romulan
Abbassai lo sguardo, il sorrisetto sempre in volto. Iniziavo a trovare sinceramente interessante la situazione, per quanto fossi consapevole della mia mancanza di professionalità. In effetti, era l'unica cosa che mi frenava dal trarre un po' più di divertimento dal tutto... Quanto mi sentivo contraddittoria, a volte.
-Io sono superba, dottore, mi viene rinfacciato molto spesso- rispondo, stavolta facendo sparire il sorriso, ma senza mutare il mio atteggiamento. Alternavo lo sguardo tra lo schermo del PADD che avevo in mano e un punto indefinito della parete, ma quando parlavo, guardavo il dottore in volto. Subito percepii la sua intenzione di sfida, come se volesse mettermi in guardia, ma non intendesse farlo sul serio... Di nuovo, un sorrisetto compiaciuto mi increspò le labbra, mentre mi appoggiavo distrattamente alla scrivania, guardando di lato ed evitando, stavolta, il suo sguardo.
Quella vicinanza mi soddisfaceva, e insieme mi infastidiva. Ero sicura che mi stesse dando corda per il gusto di farlo, ma non riuscii a capire fino a che punto dissimulasse... Dal canto mio, non ricordavo quanto tempo fosse passato da quando mi ero interessata vagamente a qualcuno, sempre inteso come cervello; avevo sempre trovato affascinante l'intelligenza e la saggezza, e questo mi aveva portato a...interazioni con qualche mio insegnante, in passato. Era la detenzione del potere, ne ero sicura: ricercavo cervello e potere. Ma non per una mera relazione, come mi accusavano molti, né per ottenere favoritismi. La mia era una ricerca mentale, di confronto intellettuale... trovavo l'intelligenza estremamente afrodisiaca. E per intelligenza, non intendevo solo il conoscere molte cose, ma il saper dialogare con mente aperta, la disponibilità al dialogo stesso... Ma sentivo che rischiavo di perdermi nei miei pensieri.
-Quando arriverà quel momento, allora- ripresi, schiarendomi delicatamente la voce, tenuta sempre in tono altrettanto basso, -la chiamerò ad assistere alla mia perfezione-.
Una delle mie mani giocherellava con lo stilo del PADD, e l'altra mi sosteneva alla scrivania, mentre, apparentemente seria, mascheravo la curiosità che la situazione aveva scaturito in me.
-Io sono superba, dottore, mi viene rinfacciato molto spesso- rispondo, stavolta facendo sparire il sorriso, ma senza mutare il mio atteggiamento. Alternavo lo sguardo tra lo schermo del PADD che avevo in mano e un punto indefinito della parete, ma quando parlavo, guardavo il dottore in volto. Subito percepii la sua intenzione di sfida, come se volesse mettermi in guardia, ma non intendesse farlo sul serio... Di nuovo, un sorrisetto compiaciuto mi increspò le labbra, mentre mi appoggiavo distrattamente alla scrivania, guardando di lato ed evitando, stavolta, il suo sguardo.
Quella vicinanza mi soddisfaceva, e insieme mi infastidiva. Ero sicura che mi stesse dando corda per il gusto di farlo, ma non riuscii a capire fino a che punto dissimulasse... Dal canto mio, non ricordavo quanto tempo fosse passato da quando mi ero interessata vagamente a qualcuno, sempre inteso come cervello; avevo sempre trovato affascinante l'intelligenza e la saggezza, e questo mi aveva portato a...interazioni con qualche mio insegnante, in passato. Era la detenzione del potere, ne ero sicura: ricercavo cervello e potere. Ma non per una mera relazione, come mi accusavano molti, né per ottenere favoritismi. La mia era una ricerca mentale, di confronto intellettuale... trovavo l'intelligenza estremamente afrodisiaca. E per intelligenza, non intendevo solo il conoscere molte cose, ma il saper dialogare con mente aperta, la disponibilità al dialogo stesso... Ma sentivo che rischiavo di perdermi nei miei pensieri.
-Quando arriverà quel momento, allora- ripresi, schiarendomi delicatamente la voce, tenuta sempre in tono altrettanto basso, -la chiamerò ad assistere alla mia perfezione-.
Una delle mie mani giocherellava con lo stilo del PADD, e l'altra mi sosteneva alla scrivania, mentre, apparentemente seria, mascheravo la curiosità che la situazione aveva scaturito in me.