05-04-2017, 06:50 PM
Joanna McCoy
Human
Joanna fece un altro cenno con la testa in risposta a Min, la osservò sparire tra le scaffalature e solo in quel momento distolse lo sguardo. Nell'attesa si mise a sedere sulla sedia più vicina e iniziò a sfogliare distrattamente uno dei libri che aveva preso.
Biochimica era sicuramente una materia interessante, Joanna però preferiva anatomia o genetica e le differenze tra gli organismi dei vari pianeti. Non sapeva se era stato il trasferimento su Centaurus a far nascere la sua passione per tutte le creature o se erano state le sue letture. Era certa però che voleva viaggiare per poter scoprire nuovi organismi e studiarli, non le bastava conoscere l'universo attraverso i libri, voleva vederlo con i propri occhi. Per questo aveva deciso di iscriversi all'Accademia, sperava un giorno di lavorare dentro un'astronave come faceva suo padre. Perché non riusciva a capirla? Credeva forse che sua figlia non era in grado di fare quel lavoro?
Sospirò chiudendo gli occhi per un momento, si portò una mano sul volto e poggiò il gomito sul tavolo. Aveva passato alcune notti insonni continuando a chiedersi se davvero era portata per fare l’infermiera. A volte arrivava a convincersi che lo era, altre che forse stava sbagliando tutto, alcune notti finiva con l'addormentarsi senza una risposta.
I suoi voti erano ottimi, ma Joanna era consapevole che questo non bastava, non era solo lo studio a rendere un'infermiera o un medico competente. C'erano tanti altri fattori da considerare, non sapeva se possedeva tutte le caratteristiche necessarie.
Posò la fronte sul libro dandosi un leggerlo colpo di testa come per scacciare i pensieri, sapeva che non avrebbe funzionato eppure l'aveva fatto.
Devo smetterla di deconcentrarmi per pensare a queste cose, farmi prendere dall'ansia non mi aiuterà ad ottenere quello che voglio.
Alzò il viso dal libro con decisione prendendo un bel respiro, perdere tempo con quei pensieri era inutile e dannoso per i suoi studi, che senso aveva fasciarsi la testa prima del dovuto? Non poteva rispondere a quei dubbi in quel momento, solo l'esperienza sul campo l'avrebbe aiutata a capire.
Chiuse il libro che aveva davanti e si voltò verso gli scaffali dove la vulcaniana era sparita poco prima, sentiva i passi con più chiarezza, forse Min aveva trovato quello che cercava e stava tornando.
È'questa la maledizione dell'essere me.Èe
Sapere che il libero arbitrio è una barzelletta e io sono la battuta finale. (Layla Rose Miller/X-Factor)