25-04-2017, 10:34 AM
Let's make a deal: I'll spare you the 'ends justify the means'-speech and you spare me the 'we must do what's right'-speech. You and I are not going to see eye to eye on this subject, so I suggest we stop discussing it.
Sai Fujiwara | Human
Le sue parole sembravano aver con successo stuzzicato Rekon: non era sicuramente quello il motivo per cui le aveva pronunciate, ma non era nemmeno un risultato che avrebbe voluto evitare. In qualche modo quel tellarite lo affascinava, e una parte di lui desiderava testarsi in una vera e propria discussione con un membro di quella specie. Se durante la missione per Trentuno aveva dovuto evitarlo, portandosi immediatamente in situazione di vantaggio per ottenere quanto gli era stato richiesto, ora aveva la possibilità di rilassarsi un poco e scoprire qualcosa in più su una cultura complessa come quella tellarite. Sempre che la missione di salvataggio si svolgesse come doveva e non mandasse tutto in malora. E, purtroppo, il suo istinto gli stava urlando che il trasporto su cui si trovava si stava per cacciare in una marea di guai. Poteva solo sperare che si trattasse solo di una deformazione professionale che gli faceva guardare tutto con sospetto e che la Margot fosse veramente incappata in una 'semplice' cavitazione.
Al commento del tellarite sul capitano, Sai non poté fare a meno di lanciare un'occhiata al risiano, che sembrava sul punto di esplodere. Essere chiamato pulce da un'intruso che era entrato in plancia senza permesso e che aveva praticamente assunto il comando era decisamente snervante. In un certo senso Sai lo ammirava per essere ancora in grado di controllarsi. Il capitano aveva ingoiato il suo orgoglio permettendo a Rekon, evidentemente più esperto, di aiutarli. Ma facendolo aveva anche messo a rischio il suo ruolo e le sue competenze: quell'individuo meritava di essere l'ufficiale comandante di una nave, per quanto civile? Sai non ne era per niente convinto.
Ascoltò Rekon in silenzio, riportando lo sguardo sullo schermo visore. Non avendo conoscenze ingegneristiche non era in grado di analizzare in modo corretto quello che stava vedendo, di conseguenza si ritrovava costretto a basarsi sulle parole del tellarite che stava minuziosamente analizzando i danni della nave. Ad un certo punto l'autocontrollo di Rekon sembrò incrinarsi, mostrando la sua agitazione al resto della plancia, ma Sai quasi non se ne accorse in quanto le parole del tellarite l'avevano fatto quasi raggelare. Mentre il capitano ripeteva l'ordine di invertire la rotta evidentemente allarmato, nella mente di Sai si susseguirono una sfilza di maledizioni in diverse lingue, che però fu ben attento a non portare a voce. Se si fosse messo ad esclamare insulti in klingon e romulano non era sicuro di come il personale già allarmato avrebbe potuto reagire.
Afferrando il sostegno più vicino nell'eventualità che qualcosa fosse andato storto e la gravità artificiale non fosse riuscita a correggere qualche pericoloso scossone, Sai rimase in silenzio ad osservare le manovre dell'equipaggio, mentre rifletteva sulla ormai estremamente probabile trappola. Chi stava usando la Margot come esca? E quali erano i suoi obiettivi?
Al commento del tellarite sul capitano, Sai non poté fare a meno di lanciare un'occhiata al risiano, che sembrava sul punto di esplodere. Essere chiamato pulce da un'intruso che era entrato in plancia senza permesso e che aveva praticamente assunto il comando era decisamente snervante. In un certo senso Sai lo ammirava per essere ancora in grado di controllarsi. Il capitano aveva ingoiato il suo orgoglio permettendo a Rekon, evidentemente più esperto, di aiutarli. Ma facendolo aveva anche messo a rischio il suo ruolo e le sue competenze: quell'individuo meritava di essere l'ufficiale comandante di una nave, per quanto civile? Sai non ne era per niente convinto.
Ascoltò Rekon in silenzio, riportando lo sguardo sullo schermo visore. Non avendo conoscenze ingegneristiche non era in grado di analizzare in modo corretto quello che stava vedendo, di conseguenza si ritrovava costretto a basarsi sulle parole del tellarite che stava minuziosamente analizzando i danni della nave. Ad un certo punto l'autocontrollo di Rekon sembrò incrinarsi, mostrando la sua agitazione al resto della plancia, ma Sai quasi non se ne accorse in quanto le parole del tellarite l'avevano fatto quasi raggelare. Mentre il capitano ripeteva l'ordine di invertire la rotta evidentemente allarmato, nella mente di Sai si susseguirono una sfilza di maledizioni in diverse lingue, che però fu ben attento a non portare a voce. Se si fosse messo ad esclamare insulti in klingon e romulano non era sicuro di come il personale già allarmato avrebbe potuto reagire.
Afferrando il sostegno più vicino nell'eventualità che qualcosa fosse andato storto e la gravità artificiale non fosse riuscita a correggere qualche pericoloso scossone, Sai rimase in silenzio ad osservare le manovre dell'equipaggio, mentre rifletteva sulla ormai estremamente probabile trappola. Chi stava usando la Margot come esca? E quali erano i suoi obiettivi?