10-05-2017, 05:03 PM
Let's make a deal: I'll spare you the 'ends justify the means'-speech and you spare me the 'we must do what's right'-speech. You and I are not going to see eye to eye on this subject, so I suggest we stop discussing it.
Sai Fujiwara | Human
Ai sensi del regolamento federale numero 47 Epsilon!? Questa sì che è bella! Si ritrovò a pensare Sai, alle parole del tellarite. Un sorriso increspò per un istante le sue labbra, ma riuscì quantomeno ad evitare di scoppiare a ridere.
In ogni caso, la pazza idea di Rekon aveva avuto un esito perfetto, visto che il capitano aveva ceduto con evidente sollievo il comando. A Sai sarebbe piaciuto sapere se il risiano si era accorto o meno dell'inganno, ma non si trattava di una domanda che avrebbe potuto fare e, vista la situazione, non c'era la possibilità di indagare su questioni di poco conto. Che fosse a conoscenza o meno che il regolamento 47 Epsilon non riguardava l'assunzione del comando in caso di emergenza, il capitano ne era uscito - più o meno - a testa alta. L'azione di Rekon era stata più di quanto Sai si sarebbe degnato di fare: perché un agente della Sezione 31 avrebbe dovuto preoccuparsi dell'orgoglio e del futuro lavorativo di un comandante civile?
Dopo che il capitano ebbe lasciato la lancia, praticamente ubbidendo all'ordine poco cortese del tellarite, quest'ultimo si rivolse a Sai, approvando la sua proposta di prendere tempo.
Un antropologo sulla poltrona del capitano? Interessante... Non poté fare a meno di commentare il ragazzo, ignorando volutamente il nomignolo affibbiatogli da Rekon. Situazione di emergenza o meno, Sai semplicemente non poteva ignorare l'ironia della situazione. Magari non era un comportamento corretto, ma per Sai il sarcasmo e l'ironia erano qualcosa di dannatamente utile in situazioni come quella: gli permettevano di allontanare la paura e concentrarsi su quello che andava fatto.
Senza aspettare un'eventuale replica, Sai si diresse fino alla poltrona e si ci sedette sopra con apparente naturalezza. Per quanto fosse la prima volta che si trovava seduto sul simbolo stesso del comando (anche se si trattava solo della poltrona del capitano di un trasporto passeggeri), era ben consapevole del fatto che quel posto da solo non significasse niente e che, in quel momento, era Rekon al comando. Cosa di cui Sai era decisamente grato.
Ok, direi che è ora di rispondere al messaggio dei nostri amici là fuori. Commentò, rivolto a nessuno in particolare. Aprire un canale di comunicazione con l'astronave cardassiana. Il tono e il contenuto della frase sembrò alle sue stesse orecchie troppo 'professionale', o quantomeno poco adatto alla sua attuale copertura, di conseguenza si ritrovò ad aggiungere, con tutta la naturalezza possibile: Ho sempre desiderato dirlo, ah ah.
Canale aperto. Rispose l'addetto alle comunicazioni, tralasciando volutamente - come notò Sai divertito - il "signore" che normalmente veniva aggiunto alla frase.
Kiba'avzayn1. Iniziò a parlare. Non aveva ben chiaro dove andare a parare, ma per il momento si sarebbe limitato a tentare di iniziare una comunicazione bidirezionale con la nave nemica. Veçok edikouv2 Kyo Ishikawa, sono il capitano del trasporto passeggeri U.S. Hari Seldon. Chiedo il permesso di parlare col vostro capitano.
Note:
In ogni caso, la pazza idea di Rekon aveva avuto un esito perfetto, visto che il capitano aveva ceduto con evidente sollievo il comando. A Sai sarebbe piaciuto sapere se il risiano si era accorto o meno dell'inganno, ma non si trattava di una domanda che avrebbe potuto fare e, vista la situazione, non c'era la possibilità di indagare su questioni di poco conto. Che fosse a conoscenza o meno che il regolamento 47 Epsilon non riguardava l'assunzione del comando in caso di emergenza, il capitano ne era uscito - più o meno - a testa alta. L'azione di Rekon era stata più di quanto Sai si sarebbe degnato di fare: perché un agente della Sezione 31 avrebbe dovuto preoccuparsi dell'orgoglio e del futuro lavorativo di un comandante civile?
Dopo che il capitano ebbe lasciato la lancia, praticamente ubbidendo all'ordine poco cortese del tellarite, quest'ultimo si rivolse a Sai, approvando la sua proposta di prendere tempo.
Un antropologo sulla poltrona del capitano? Interessante... Non poté fare a meno di commentare il ragazzo, ignorando volutamente il nomignolo affibbiatogli da Rekon. Situazione di emergenza o meno, Sai semplicemente non poteva ignorare l'ironia della situazione. Magari non era un comportamento corretto, ma per Sai il sarcasmo e l'ironia erano qualcosa di dannatamente utile in situazioni come quella: gli permettevano di allontanare la paura e concentrarsi su quello che andava fatto.
Senza aspettare un'eventuale replica, Sai si diresse fino alla poltrona e si ci sedette sopra con apparente naturalezza. Per quanto fosse la prima volta che si trovava seduto sul simbolo stesso del comando (anche se si trattava solo della poltrona del capitano di un trasporto passeggeri), era ben consapevole del fatto che quel posto da solo non significasse niente e che, in quel momento, era Rekon al comando. Cosa di cui Sai era decisamente grato.
Ok, direi che è ora di rispondere al messaggio dei nostri amici là fuori. Commentò, rivolto a nessuno in particolare. Aprire un canale di comunicazione con l'astronave cardassiana. Il tono e il contenuto della frase sembrò alle sue stesse orecchie troppo 'professionale', o quantomeno poco adatto alla sua attuale copertura, di conseguenza si ritrovò ad aggiungere, con tutta la naturalezza possibile: Ho sempre desiderato dirlo, ah ah.
Canale aperto. Rispose l'addetto alle comunicazioni, tralasciando volutamente - come notò Sai divertito - il "signore" che normalmente veniva aggiunto alla frase.
Kiba'avzayn1. Iniziò a parlare. Non aveva ben chiaro dove andare a parare, ma per il momento si sarebbe limitato a tentare di iniziare una comunicazione bidirezionale con la nave nemica. Veçok edikouv2 Kyo Ishikawa, sono il capitano del trasporto passeggeri U.S. Hari Seldon. Chiedo il permesso di parlare col vostro capitano.
Note:
- Kiba'avzayn: Saluto generico cardassiano. Letteralmente significa "buone notizie".
- Veçok edikouv...: Mi chiamo.../Il mio nome è...