02-08-2017, 10:42 AM
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus | Vulcan
La guardai, quando mi disse che era difficile darmi del tu, annuii nella sua direzione comprensiva. La capivo, il rispetto verso i ruoli era qualcosa che veniva automatico, ancora prima che imposto dall’accademia era qualcosa che ci veniva insegnato da bambini e poi “rincarato” quando entravi in accademia, un formalismo che era giusto, ma in quel momento non richiesto.
Ovviamente questo accadeva anche su Vulcano, in maniera diversa sicuramente da quanto potessero fare gli umani o altre specie, ma non volevo davvero che il formalismo impedisse di fare una chiacchierata vera e propria. Già essendo una vulcaniana ero già diversa di mio, in confronto ad una specie.. emotiva, come poteva essere quella umana, in quel frangente bastava già quello tutto sommato.
Piacere Joanna. Ti si addicono sia il nome sia il nomignolo. Il mio nome, T’Dal non ha un diminutivo come la maggioranza dei nomi vulcaniani. Tuttavia, il mio Ko-kugalsu ha un nome meno.. impegnativo dissi con tranquillità, facendo riferimento (e quindi ripensando istantaneamente) a Mestral. C’erano momenti in cui mi sfiorava l’idea di lasciare tutto e trasferirmi su New Vulcano in pianta stabile, ma non sarebbe stato giusto per me. C’era il punto più logico della questione: Mestral non mise mai paletti, anzi, cercava sempre di comprendere i miei desideri, la prima cosa che fece era il capire il motivo per cui io mi ero arruolata e perché avevo il desiderio di guidare una nave stellare per una missione quinquennale. Si era dispiaciuto in quanto non poteva seguirmi, ma non glielo avrei permesso: aveva la sua cattedra nell’accademia delle scienze vulcaniane, era qualcosa che aveva sempre segretamente desiderato ma non aveva potuto avere fino all’arrivo su New Vulcano, il docente precedente era un luminare e non lo avrebbe mai sostituito in quanto logicamente lui era più anziano e saggio. Le nuove circostanze, imposero al docente e gli altri tre professori rimasti, gli unici a conoscere bene la tradizione delle scienze vulcaniane a ricostruire e fondare la nuova accademia. Scelsero i migliori docenti, quali appunto Mestral.
Non avevo pensato mai a lui in maniera romantica per anni, ma il sentimento che era nato, era qualcosa che mi aveva turbato in un primo momento: fino a qualche tempo prima, io non ero minimamente interessata a lui o al nostro legame, ma dopo la prima volta in cui parlammo a lungo, non smettemmo mai di farlo. Lui era interessato al mio punto di vista sul qualche insegnamento che aveva intenzione o meno di spiegare ai suoi allievi, io ero interessata al suo su quanto stavo facendo.
Quando scoprii di essermene innamorata, ma soprattutto ricambiata, mi sentii in qualche modo sollevata. Da qui erano derivati le pacate e logiche discussioni su cosa sarebbe stato logico ovviamente attuare. Alla fine decidemmo di perseguire le nostre carriere, lui all’accademia, io impegnata a fare il mio dovere, con dei gradi tutti nuovi. Ogni sette anni ci saremmo rivisti per i cosiddetti “impegni coniugali” ma avremmo fatto il possibile per comunicare spesso e vederci più volte che una soltanto raramente. Logicamente non si poteva fare progetti a lungo termine, ma era comunque un rapporto, un legame che non volevo perdere.
Molto bene, Jo. Ti seguo dissi pacatamente, io all’accademia facevo sempre troppo aiutando compagni di corso e tardando costantemente in alcuni laboratori, per capire meglio, per studiare meglio qualcosa senza il chiacchiericcio dei miei colleghi. Capitava talvolta, che qualcosa totalmente nuovo, richiamasse la mia attenzione e così mi ritrovavo a studiare ad oltranza, volevo capire, tanto che ero arrivata ad interessarmi di meccanica e di scienza in maniera trasversale. Venivo utilizzata per due sezioni insieme, a rotazione se e quando serviva, dovevo saperne di più in tutto. Volevo capire perché non dovevo, o meglio non volevo, sbagliare.
Iniziai a seguire la ragazza, vedevo molti sguardi puntarsi su di noi, ma forse era meglio dire su di me. Come era successo con Joanna prima, molti erano sorpresi di vedere un capitano in accademia.. che si aggirava con un cadetto. Joanna avrebbe avuto una bella storia da raccontare ai suoi amici - a chiunque fosse un po’ curioso - nei giorni successivi. Ascoltata la sua risposta, pensai che fosse logico, in quanto il suo modo di fare mi suggerivano o un consigliere, o un medico. Non mi sbagliai di tanto allora.
Il percorso medico deve essere molto impegnativo, considerando che senza di voi, tutti noi non potremmo svolgere serenamente il nostro lavoro. Per quanto mi riguarda non saprei cosa fare a parte un primo soccorso, sono decisamente più ferrata con le armi da fuoco le dissi guardandola. I Vulcaniani poi avevano una struttura diversa, che faceva in modo di autocurarsi con i suoi tempi, ma i medici erano comunque necessari.
Nonostante io avessi scelto il percorso che mi aveva portato al comando, quello che era stato più ovvio per quanto mi riguardava. Ognuno delle persone che lavorava nella flotta stellare - mi ritrovai a pensare - era grazie alle persone come Joanna se aveva la possibilità di andare ad esplorare cosa c’era là fuori per lasciare qualcosa alle nuove generazioni. Il mio nome sarebbe stato dimenticato, ma non era importante.
Ovviamente questo accadeva anche su Vulcano, in maniera diversa sicuramente da quanto potessero fare gli umani o altre specie, ma non volevo davvero che il formalismo impedisse di fare una chiacchierata vera e propria. Già essendo una vulcaniana ero già diversa di mio, in confronto ad una specie.. emotiva, come poteva essere quella umana, in quel frangente bastava già quello tutto sommato.
Piacere Joanna. Ti si addicono sia il nome sia il nomignolo. Il mio nome, T’Dal non ha un diminutivo come la maggioranza dei nomi vulcaniani. Tuttavia, il mio Ko-kugalsu ha un nome meno.. impegnativo dissi con tranquillità, facendo riferimento (e quindi ripensando istantaneamente) a Mestral. C’erano momenti in cui mi sfiorava l’idea di lasciare tutto e trasferirmi su New Vulcano in pianta stabile, ma non sarebbe stato giusto per me. C’era il punto più logico della questione: Mestral non mise mai paletti, anzi, cercava sempre di comprendere i miei desideri, la prima cosa che fece era il capire il motivo per cui io mi ero arruolata e perché avevo il desiderio di guidare una nave stellare per una missione quinquennale. Si era dispiaciuto in quanto non poteva seguirmi, ma non glielo avrei permesso: aveva la sua cattedra nell’accademia delle scienze vulcaniane, era qualcosa che aveva sempre segretamente desiderato ma non aveva potuto avere fino all’arrivo su New Vulcano, il docente precedente era un luminare e non lo avrebbe mai sostituito in quanto logicamente lui era più anziano e saggio. Le nuove circostanze, imposero al docente e gli altri tre professori rimasti, gli unici a conoscere bene la tradizione delle scienze vulcaniane a ricostruire e fondare la nuova accademia. Scelsero i migliori docenti, quali appunto Mestral.
Non avevo pensato mai a lui in maniera romantica per anni, ma il sentimento che era nato, era qualcosa che mi aveva turbato in un primo momento: fino a qualche tempo prima, io non ero minimamente interessata a lui o al nostro legame, ma dopo la prima volta in cui parlammo a lungo, non smettemmo mai di farlo. Lui era interessato al mio punto di vista sul qualche insegnamento che aveva intenzione o meno di spiegare ai suoi allievi, io ero interessata al suo su quanto stavo facendo.
Quando scoprii di essermene innamorata, ma soprattutto ricambiata, mi sentii in qualche modo sollevata. Da qui erano derivati le pacate e logiche discussioni su cosa sarebbe stato logico ovviamente attuare. Alla fine decidemmo di perseguire le nostre carriere, lui all’accademia, io impegnata a fare il mio dovere, con dei gradi tutti nuovi. Ogni sette anni ci saremmo rivisti per i cosiddetti “impegni coniugali” ma avremmo fatto il possibile per comunicare spesso e vederci più volte che una soltanto raramente. Logicamente non si poteva fare progetti a lungo termine, ma era comunque un rapporto, un legame che non volevo perdere.
Molto bene, Jo. Ti seguo dissi pacatamente, io all’accademia facevo sempre troppo aiutando compagni di corso e tardando costantemente in alcuni laboratori, per capire meglio, per studiare meglio qualcosa senza il chiacchiericcio dei miei colleghi. Capitava talvolta, che qualcosa totalmente nuovo, richiamasse la mia attenzione e così mi ritrovavo a studiare ad oltranza, volevo capire, tanto che ero arrivata ad interessarmi di meccanica e di scienza in maniera trasversale. Venivo utilizzata per due sezioni insieme, a rotazione se e quando serviva, dovevo saperne di più in tutto. Volevo capire perché non dovevo, o meglio non volevo, sbagliare.
Iniziai a seguire la ragazza, vedevo molti sguardi puntarsi su di noi, ma forse era meglio dire su di me. Come era successo con Joanna prima, molti erano sorpresi di vedere un capitano in accademia.. che si aggirava con un cadetto. Joanna avrebbe avuto una bella storia da raccontare ai suoi amici - a chiunque fosse un po’ curioso - nei giorni successivi. Ascoltata la sua risposta, pensai che fosse logico, in quanto il suo modo di fare mi suggerivano o un consigliere, o un medico. Non mi sbagliai di tanto allora.
Il percorso medico deve essere molto impegnativo, considerando che senza di voi, tutti noi non potremmo svolgere serenamente il nostro lavoro. Per quanto mi riguarda non saprei cosa fare a parte un primo soccorso, sono decisamente più ferrata con le armi da fuoco le dissi guardandola. I Vulcaniani poi avevano una struttura diversa, che faceva in modo di autocurarsi con i suoi tempi, ma i medici erano comunque necessari.
Nonostante io avessi scelto il percorso che mi aveva portato al comando, quello che era stato più ovvio per quanto mi riguardava. Ognuno delle persone che lavorava nella flotta stellare - mi ritrovai a pensare - era grazie alle persone come Joanna se aveva la possibilità di andare ad esplorare cosa c’era là fuori per lasciare qualcosa alle nuove generazioni. Il mio nome sarebbe stato dimenticato, ma non era importante.