23-07-2018, 02:38 PM
Let's make a deal: I'll spare you the 'ends justify the means'-speech and you spare me the 'we must do what's right'-speech. You and I are not going to see eye to eye on this subject, so I suggest we stop discussing it.
Sai Fujiwara | Human
Arrivato in plancia, non gli fu difficile trovare un comunicatore. Era un modello ben diverso da quello in uso nella flotta stellare ma, lavorando per la Sezione 31, Sai ne aveva visti di tutti i tipi. Mettendoselo al polso, però, non lo attivò immediatamente, preferendo dare un'occhiata a quanto stava succedendo nella zona di spazio che li attorniava. Solo dopo aver controllato i sensori ed essersi assicurato che la nave romulana non li avesse ancora localizzati, il giovane contattò il tellarite.
Quando la voce di Rekon fuoriuscì dal comunicatore, un lieve sorriso gli spuntò sulle labbra. Sorriso che, però, non durò a lungo. Erano semplicemente troppi i pensieri che si agitavano nella sua mente.
Non ancora. Rispose. Però stanno sondando uno ad uno i pianeti di questo sistema. Non ci vorrà ancora molto prima che ci localizzino, purtroppo. Ma dovrei aver scoperto l'identità del nostro 'pericoloso terrorista cardassiano'. Sto per andare a... arrestarlo? Comunque sia, non so se avremo il tempo di interrogarlo. Tu a che punto sei?
Mentre parlava, Sai si diresse verso l'uscita della plancia. Fermandosi un attimo davanti alle porte che conducevano al resto della nave, si girò verso gli ufficiali presenti nel locale e diede l'ordine di contattarlo quando l'astronave nemica fosse giunta nelle vicinanze. Poi attraversò la porta con passo deciso, senza preoccuparsi che la conversazione appena iniziata con Rekon potesse essere sentita da qualche passeggero. D'altronde, il capitano della nave aveva già dato da lungo tempo l'ordine ai passeggeri di recarsi nei loro alloggi fino a nuovo comando. Questo non significava che Sai non rischiava di incontrare nessuna persona lungo il suo tragitto, ma rendeva quella probabilità estremamente bassa.
La sua destinazione, ovviamente, era l'alloggio di Jhon Kaine. Non sapeva se il centuriano avesse seguito gli ordini e vi si fosse rifugiato ma era di certo il punto migliore dove iniziare a cercare. Lo disturbava dover andare personalmente, soprattutto quando il nemico era alle porte e Rekon non si trovava in plancia, ma non sapeva di chi altro fidarsi per quell'incarico. Forse la sua naturale diffidenza era un po' eccessiva ma, come agente della Sezione 31, aveva imparato da tempo a fidarsi solo di sé stesso.
Quando la voce di Rekon fuoriuscì dal comunicatore, un lieve sorriso gli spuntò sulle labbra. Sorriso che, però, non durò a lungo. Erano semplicemente troppi i pensieri che si agitavano nella sua mente.
Non ancora. Rispose. Però stanno sondando uno ad uno i pianeti di questo sistema. Non ci vorrà ancora molto prima che ci localizzino, purtroppo. Ma dovrei aver scoperto l'identità del nostro 'pericoloso terrorista cardassiano'. Sto per andare a... arrestarlo? Comunque sia, non so se avremo il tempo di interrogarlo. Tu a che punto sei?
Mentre parlava, Sai si diresse verso l'uscita della plancia. Fermandosi un attimo davanti alle porte che conducevano al resto della nave, si girò verso gli ufficiali presenti nel locale e diede l'ordine di contattarlo quando l'astronave nemica fosse giunta nelle vicinanze. Poi attraversò la porta con passo deciso, senza preoccuparsi che la conversazione appena iniziata con Rekon potesse essere sentita da qualche passeggero. D'altronde, il capitano della nave aveva già dato da lungo tempo l'ordine ai passeggeri di recarsi nei loro alloggi fino a nuovo comando. Questo non significava che Sai non rischiava di incontrare nessuna persona lungo il suo tragitto, ma rendeva quella probabilità estremamente bassa.
La sua destinazione, ovviamente, era l'alloggio di Jhon Kaine. Non sapeva se il centuriano avesse seguito gli ordini e vi si fosse rifugiato ma era di certo il punto migliore dove iniziare a cercare. Lo disturbava dover andare personalmente, soprattutto quando il nemico era alle porte e Rekon non si trovava in plancia, ma non sapeva di chi altro fidarsi per quell'incarico. Forse la sua naturale diffidenza era un po' eccessiva ma, come agente della Sezione 31, aveva imparato da tempo a fidarsi solo di sé stesso.