13-05-2023, 07:09 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 13-05-2023, 07:24 PM da T'Dal.)
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus | Vulcan
Ascoltai le parole di Korinna e feci un cenno di assenso. //Hai fatto bene a fermarti.// dissi pacatamente, pensai che l'ultima spiaggia sarebbe stata la fusione mentale: se non era in condizioni di parlare, forse quella mia abilità poteva aiutarci. Non era una cosa che facevo a cuor leggero, ma non era un'eventualità che volevo scartare.
Ascoltai le parole di Seeth e annuii.
«Questo mi dà da pensare, grazie mille.» dissi pacatamente e alla sua domanda, riguardo se avessimo novità, riflettei un istante per poi mettere «La situazione è delicata, la mente sembra eccezionalmente molto protetta.»
Osservai Seeth per un momento, cercando di leggere le sue emozioni attraverso le sottili espressioni del viso, ma non riuscii a capire se la klingon avesse o meno capito che tra me e il dottore c'era del tenero. Non ero Korinna, perciò la mia era una supposizione. Quando Dakona mi chiese se volessi ballare con lui, sollevai un sopracciglio, considerando la sua offerta. Non era una pratica comune tra i vulcaniani partecipare a balli sociali, ma il mio interesse per la cultura umana mi aveva insegnato le basi del ballo di coppia.
«Mi piacerebbe molto.» risposi con una leggera inclinazione del capo, riconoscendo che la situazione attuale richiedeva di abbassare le proprie barriere emotive e di mostrare una certa apertura nei confronti degli altri membri dell'equipaggio, ma con Dakona mi risultava facile per ovvi motivi. Con un leggero gesto del capo, mi diressi verso la pista da ballo.
C'era una curiosità che avevo, facendo talvolta dei sogni ad occhi aperti o pensavo a Dakona, mi chiesi se in qualche modo non gli fossero arrivati ed eventualmente se fosse confuso avrei dovuto dargli una spiegazione. In realtà io stessa ricevevo dei sogni ad occhi aperti, ma mi chiesi se non fosse Mestral. Se avevamo creato un legame sul pianeta come pensavo, i miei pensieri dovevano arrivargli, se no... non avevo altre spiegazioni da dargli. Decisi così di provare a comunicare con Dakona, credevo avessimo creato un legame sul pianeta, ma volevo tentare e decisi di parlargli mentre stavamo ballando.
//Ehi, dottore. Sto facendo un tentativo, non so se mi senti i miei pensieri. Se accade, credo dovrei darti una spiegazione. Non avrei mai pensato di ballare con qualcuno e sono felice che sia tu. Sono contenta di averti qui.// dissi usando il nomignolo che avevo affibbiato a Dakona molto tempo prima e che illogicamente continuavo ad usare; cercando di nascondere la mia ansia - sperando che dal legame non trasparisse - e speravo che le mie guance non diventassero color verde, per poi sentire la voce di Korinna che lo chiamava.
La mia ansia svanì ed ebbi due sentimenti distinti: la prima era la delusione di dovermi staccare da Dakona e quel senso di normalità che avevo assaggiato dopo molto tempo, mentre la seconda ebbe quasi subito la meglio sulla prima: la preoccupazione per Erulen e per la sua salute, venivano prima di me e del mio desiderio di vita normale. Questo secondo sentimento portò con sé un certo senso di colpa, ma lo ignorai: non era il momento adatto per sentirsi in colpa.
«Computer, fine programma. Lo portiamo in infermeria, lascialo a me Korinna.» dissi raggiungendo la mia amica e prendendo Erulen in braccio. Non volevo chiedere aiuto a Seeth e avevo bisogno che Dakona avesse le mani libere. Non mi pesava portarlo di peso fino alla nostra destinazione.
«Dottore, se mi dai l'ok, potrei provare con la fusione mentale: prima mi disse di essere confuso e ora è collassato, magari riesco ad entrare in contatto con la sua mente.» chiesi, era pur sempre il mio primo ufficiale e prima di procedere volevo un parere medico.
Alle parole di Korinna, alzai un sopracciglio in segno di curiosità. Consideravo curioso il fatto che Korinna non riuscisse a percepire correttamente la mente di un individuo, ma non era del tutto impossibile. Cercai di analizzare razionalmente la situazione.
//Capisco... Dovremmo prestare attenzione alle sue condizioni e cercare di capire la causa del suo malore, ma ho l'impressione che la richiesta della madre di sentirlo più spesso, unito ai klingon di prima, abbia scatenato un'onda di stress emotivo incontrollabile...//
Ascoltai le parole di Seeth e annuii.
«Questo mi dà da pensare, grazie mille.» dissi pacatamente e alla sua domanda, riguardo se avessimo novità, riflettei un istante per poi mettere «La situazione è delicata, la mente sembra eccezionalmente molto protetta.»
Osservai Seeth per un momento, cercando di leggere le sue emozioni attraverso le sottili espressioni del viso, ma non riuscii a capire se la klingon avesse o meno capito che tra me e il dottore c'era del tenero. Non ero Korinna, perciò la mia era una supposizione. Quando Dakona mi chiese se volessi ballare con lui, sollevai un sopracciglio, considerando la sua offerta. Non era una pratica comune tra i vulcaniani partecipare a balli sociali, ma il mio interesse per la cultura umana mi aveva insegnato le basi del ballo di coppia.
«Mi piacerebbe molto.» risposi con una leggera inclinazione del capo, riconoscendo che la situazione attuale richiedeva di abbassare le proprie barriere emotive e di mostrare una certa apertura nei confronti degli altri membri dell'equipaggio, ma con Dakona mi risultava facile per ovvi motivi. Con un leggero gesto del capo, mi diressi verso la pista da ballo.
C'era una curiosità che avevo, facendo talvolta dei sogni ad occhi aperti o pensavo a Dakona, mi chiesi se in qualche modo non gli fossero arrivati ed eventualmente se fosse confuso avrei dovuto dargli una spiegazione. In realtà io stessa ricevevo dei sogni ad occhi aperti, ma mi chiesi se non fosse Mestral. Se avevamo creato un legame sul pianeta come pensavo, i miei pensieri dovevano arrivargli, se no... non avevo altre spiegazioni da dargli. Decisi così di provare a comunicare con Dakona, credevo avessimo creato un legame sul pianeta, ma volevo tentare e decisi di parlargli mentre stavamo ballando.
//Ehi, dottore. Sto facendo un tentativo, non so se mi senti i miei pensieri. Se accade, credo dovrei darti una spiegazione. Non avrei mai pensato di ballare con qualcuno e sono felice che sia tu. Sono contenta di averti qui.// dissi usando il nomignolo che avevo affibbiato a Dakona molto tempo prima e che illogicamente continuavo ad usare; cercando di nascondere la mia ansia - sperando che dal legame non trasparisse - e speravo che le mie guance non diventassero color verde, per poi sentire la voce di Korinna che lo chiamava.
La mia ansia svanì ed ebbi due sentimenti distinti: la prima era la delusione di dovermi staccare da Dakona e quel senso di normalità che avevo assaggiato dopo molto tempo, mentre la seconda ebbe quasi subito la meglio sulla prima: la preoccupazione per Erulen e per la sua salute, venivano prima di me e del mio desiderio di vita normale. Questo secondo sentimento portò con sé un certo senso di colpa, ma lo ignorai: non era il momento adatto per sentirsi in colpa.
«Computer, fine programma. Lo portiamo in infermeria, lascialo a me Korinna.» dissi raggiungendo la mia amica e prendendo Erulen in braccio. Non volevo chiedere aiuto a Seeth e avevo bisogno che Dakona avesse le mani libere. Non mi pesava portarlo di peso fino alla nostra destinazione.
«Dottore, se mi dai l'ok, potrei provare con la fusione mentale: prima mi disse di essere confuso e ora è collassato, magari riesco ad entrare in contatto con la sua mente.» chiesi, era pur sempre il mio primo ufficiale e prima di procedere volevo un parere medico.
Alle parole di Korinna, alzai un sopracciglio in segno di curiosità. Consideravo curioso il fatto che Korinna non riuscisse a percepire correttamente la mente di un individuo, ma non era del tutto impossibile. Cercai di analizzare razionalmente la situazione.
//Capisco... Dovremmo prestare attenzione alle sue condizioni e cercare di capire la causa del suo malore, ma ho l'impressione che la richiesta della madre di sentirlo più spesso, unito ai klingon di prima, abbia scatenato un'onda di stress emotivo incontrollabile...//