10-09-2023, 03:36 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-09-2023, 03:36 PM da T'Dal.)
It's nice to have a family.
Carol Marcus Umana
Jim si fece da parte, consentendomi di prendere i comandi. Ero concentrata, guidando la navetta mentre cercavo di allontanarci da quell'orribile creatura che ci inseguiva; ma il comunicatore cominciò a suonare con insistenza e dall'altra parte il guardiamarina Potter sosteneva che le analisi erano terminate. Era una buona notizia e significava che potevamo fare ritorno all'Enterprise una volta che avessimo superato questa... minaccia? Jim chiuse la comunicazione, ma il problema della creatura che ci inseguiva non era ancora risolto. Era sempre lì, aggrappata al portellone, cercando un modo per entrarvi. Jim fece un tentativo per scagliare il piatto contro di essa, ma non riuscì a colpirla; poi, cercando di chiudere il portellone, inavvertitamente la aiutò a entrare, ma per fortuna Jim impugnò un phaser e aprì il fuoco contro la creatura. Sparò ripetutamente fino a farla collassare a terra. Era un momento di intensa tensione, io non mi resi nemmeno conto che ricominciai a tremare forse più di prima, ma finalmente sembrava che l'avessimo scongiurata.
Jim si avvicinò con cautela alla creatura per assicurarsi che fosse priva di sensi, poi si girò verso di me, chiedendomi se stavo bene e annuii, cercando di calmare il mio battito accelerato. Decisi di rassicurarlo: stavo bene, ero solo un po' scossa e non amavo pilotare, di per sé, poi in condizioni critiche... ancora meno. «Sì, sto bene» risposi con voce tremante, ma cercando di essere quanto più convincente possibile. Era evidente che avevo bisogno di un momento per recuperare la calma, ma sapevo che dovevamo anche riprendere il controllo della navetta per tornare in salvo all'Enterprise.
«Prendi tu i comandi, per favore.» dissi a Jim, rendendomi conto che era meglio lasciare la guida a lui e mi alzai. Era un'esperienza che non avrei dimenticato presto.
Jim si avvicinò con cautela alla creatura per assicurarsi che fosse priva di sensi, poi si girò verso di me, chiedendomi se stavo bene e annuii, cercando di calmare il mio battito accelerato. Decisi di rassicurarlo: stavo bene, ero solo un po' scossa e non amavo pilotare, di per sé, poi in condizioni critiche... ancora meno. «Sì, sto bene» risposi con voce tremante, ma cercando di essere quanto più convincente possibile. Era evidente che avevo bisogno di un momento per recuperare la calma, ma sapevo che dovevamo anche riprendere il controllo della navetta per tornare in salvo all'Enterprise.
«Prendi tu i comandi, per favore.» dissi a Jim, rendendomi conto che era meglio lasciare la guida a lui e mi alzai. Era un'esperienza che non avrei dimenticato presto.