01-10-2023, 02:14 PM
I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!
Leonard McCoy Umano
Lasciai Haruka in buone mani, quelle di Jim, per iniziare a portarmi avanti con alcune incombenze, così mi diressi verso il mio ufficio. Non che amassi scrivere rapporti, tutt'altro! Se avessi potuto delegare qualcun altro lo avrei fatto più che volentieri, ma sapevo che dovevo farlo e fino a che sembrava tutto sotto controllo - e non c'erano altre emergenze e/o altri pazienti sul momento - era bene portarsi avanti.
Mi alzai dalla mia scrivania, per replicarmi una tazza di caffè bollente: normalmente in giornate complicate, avrei bevuto un bicchierino di qualche liquore della mia fornitura "segreta", che tanto segreta non era soprattutto considerando che i miei due migliori amici "dei piani alti" sapevano benissimo che tenevo da parte alcool vero per le emergenze, ma considerando quella giornata aveva portato con sé sfide ben più complesse di un semplice check-up... era meglio mantenersi svegli e lucidi.
Mentre scrivevo il mio rapporto, pensavo a Rekon e Haruka che entrambi avevano avuto per motivi diversi, una giornata difficile. Avevo l'impressione però che se Rekon doveva tornare a casa, non solo per i suoi doveri di ufficiale ma probabilmente per raggiungere la sua famiglia, la giovane ufficiale che si trovava nel mezzo di una situazione intricata: una situazione che coinvolgeva una scelta difficile, una lotta interna tra il dovere e il desiderio, la fiducia e il rischio. Era una situazione che richiedeva più di una semplice diagnosi medica; richiedeva una guida, un ascolto attento e un sostegno emotivo. Non sapevo se voleva però essere aiutata, ma mentre completavo il mio rapporto, sapevo che ero pronto a offrire il mio aiuto a Haruka; non solo come medico, ma anche come confidente e amico. La salute mentale era altrettanto importante quanto quella fisica, e sapevo che Haruka aveva bisogno di qualcuno con cui condividere i suoi pensieri e dubbi. Tornai a sedermi alla scrivania per continuare a scrivere il mio rapporto, chiedendomi se tornare al bioletto e chiedere direttamente ad Haruka se voleva fare due chiacchiere con il sottoscritto o lasciare che fosse lei a rivolgersi a me: decisi per la seconda, era meno diretto.
Mi alzai dalla mia scrivania, per replicarmi una tazza di caffè bollente: normalmente in giornate complicate, avrei bevuto un bicchierino di qualche liquore della mia fornitura "segreta", che tanto segreta non era soprattutto considerando che i miei due migliori amici "dei piani alti" sapevano benissimo che tenevo da parte alcool vero per le emergenze, ma considerando quella giornata aveva portato con sé sfide ben più complesse di un semplice check-up... era meglio mantenersi svegli e lucidi.
Mentre scrivevo il mio rapporto, pensavo a Rekon e Haruka che entrambi avevano avuto per motivi diversi, una giornata difficile. Avevo l'impressione però che se Rekon doveva tornare a casa, non solo per i suoi doveri di ufficiale ma probabilmente per raggiungere la sua famiglia, la giovane ufficiale che si trovava nel mezzo di una situazione intricata: una situazione che coinvolgeva una scelta difficile, una lotta interna tra il dovere e il desiderio, la fiducia e il rischio. Era una situazione che richiedeva più di una semplice diagnosi medica; richiedeva una guida, un ascolto attento e un sostegno emotivo. Non sapevo se voleva però essere aiutata, ma mentre completavo il mio rapporto, sapevo che ero pronto a offrire il mio aiuto a Haruka; non solo come medico, ma anche come confidente e amico. La salute mentale era altrettanto importante quanto quella fisica, e sapevo che Haruka aveva bisogno di qualcuno con cui condividere i suoi pensieri e dubbi. Tornai a sedermi alla scrivania per continuare a scrivere il mio rapporto, chiedendomi se tornare al bioletto e chiedere direttamente ad Haruka se voleva fare due chiacchiere con il sottoscritto o lasciare che fosse lei a rivolgersi a me: decisi per la seconda, era meno diretto.
Proviamo io e Bones, nel caso chiederò assistenza