06-11-2023, 01:52 PM
Sarah Mendel
Augmented Human
"Regina." rispose semplicemente la donna, specificando in tal modo come voleva essere chiamata.
La donna ascoltò poi con curiosità la storia di Tom, non dicendo nulla fino alla fine, quando scoppiò in una risata divertita - ma educata, ancorché decisamente poco Borg - che subito soppresse mettendo una mano guantata di metallo davanti alla bocca "Perdonami, Tom, ma la tua scusa è invero puerile."
Dopo il rimprovero sollevò la Delta della Flotta Stellare e gliela mise davanti agli occhi, spiegando "Tu puoi anche non avere più di mille anni, ma io conosco questa."
Poggiò il comunicatore e voltò quindi un monitor, affinché e trasse nel campo visivo del Primo Ufficiale della Voyager. Quindi digitò una serie di comandi e richiamò una immagine che Tom ben conosceva, che aveva visto centinaia di volte: quella della prima Voyager, vista dall'esterno.
Con alcuni tocchi ampliò una delle sezioni dello scafo secondario, per la precisione la zona del collettore di Bussard della Gondola di Dritta, fino a mostrare la Delta della Flotta Stellare lì presente "Come vedi, saremo anche arretrati secondo i tuoi standard, Piaga, ma non siamo degli stupidi. Troveremo il modo di impiegare la tecnologia della tua nave e tra.ite essa ridaremo vita a questo Santuario. Dopodiché potremo raggiungere i nostri Dei ed essere tutti parte di una grande Collettività!"
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La comunicazione di Philips raggiunse Sarah nell'oscurità della navetta in cui si era introdotta ma - nonostante la gravità della situazione - non la colse minimamente di sorpresa.
La ragazza si era infatti subito accorta di un allarme di prossimità inserito nella navetta - probabilmente finalizzato ad evitare il furto della stessa - ma non aveva potuto fare niente per evitarlo.
Tutta la sua - inverò notevole - concentrazione era infatti rivolta alla violazione dei sistemi informatici della base aliena: se da un lato il firewall di quella gente era ridicolmente semplice da penetrare, infatti, l'arretratezza della componente tecnologica presente a bordo del veicolo lo rendeva comunque una sfida notevole!
La prima cosa che la rossa aveva fatto, appena scattato l'allarme, era stato isolare e penetrare le comunicazioni dell'intero hangar, intercettando le richieste di istruzioni dei piloti dei Mech e ordinando loro di investigare senza che il loro controllo sapesse nulla dell'accaduto. Adesso stava penetrando nel computer principale della struttura tramite la connessione della navetta, con l'intento di rendere i due mezzi inoffensivi.
La.voce di Philips dal Delta Flyer la richiamò nuovamente, attirando la sua attenzione sul fatto che i colossi di metallo verde erano a meno di trenta metri dalla sua posizione quando l'ultimo firewall cadde e la rossa si trovò - magicamente - a controllare ogni singolo sistema della base esattamente come se fosse stata seduta sul ponte di comando di quel posto, sempre che ne avesse uno.
Le ci vollero circa dieci secondi per individuare la frequenza di disturbo che veniva usata per impedire le loro comunicazioni ed attivare - usando il comunicatore - un segnale pulito verso il Delta Flyer "Ora dovresti avere letture chiare, sto spegnendo tutto, riportami a bordo."
Il teletrasporto la raggiunse proprio mentre - con prudenza e fucile in mano - uno dei due piloti usciva dal proprio robot ed entrava nel veicolo, trovandolo vuoto e spento così come doveva essere.
I piloti diedero quindi comunicazione di un falso allarme - forse un contatto - e ricevettero (sempre da Sarah, che nel frattempo aveva riguadagnato la sua solita postazione) l'ordine di tornare ai loro posti.
Sistemata la questione, l'ingegnere informatico cacciò dalla cassa toracica un gran sospirone e disse ai due compagni di sventura "Siamo nella loro rete dati, credo di poter interrompere da qui la loro energia principale. Però, per il supermagnete che ci blocca, la faccenda è diversa: andrà spento manualmente, perché i controlli non sono collegati ai sistemi cui ho accesso."
Philips annuì, spiegando che ci sarebbero voluti circa trenta minuti per spurgare manualmente i collettori senza dare nell'occhio poi, prima che potesse aggiungere altro Miral - che chissà quando si era impadronita di un phaser - chiese "Va bene, quindi dove dobbiamo andare per spegnere quell'aggeggio? E dove tengono mio padre?"
I due ufficiali si guardarono un momento, chiedendosi come avrebbero fatto a tenere buona la mezza-Klingon, dopodiché Sarah decise che tanto valeva risponderle "Il generatore è da qualche parte sotto di noi, circa cinquecento metri sotto, probabilmente circondato di roccia lunare. Non riusciremo ad arrivare così in profondità col teletrasporto, quanto al Comandante..."
Digitò una serie di comandi, richiamando gli esiti di una ricerca parametrizzata che aveva lanciato appena tornata a bordo, mentre spiegava "Purtroppo non possiamo accendere i nostri sensori senza tradirci, ma ho fatto una analisi delle telecamere. La sola zona in cui è stata aumentata notevolmente la sicurezza, oltre a questo hangar, sono dei laboratori posizionati qui..."
E sullo schermo comparvero dei diagrammi, che rapidamente diventato o una mappa "Questa l'ho estrapolata ricostruendo una planimetria dalle telecamere di sorveglianza. Fuori ci sono una dozzina di guardie armate, quindi potrebbe essere un buon posto dove cercare, quando riaccenderemo tutto..."
"E a quel punto potremo prendere mio padre col teletrasporto?" domandò giustamente Miral, sulla cui fronte le creste Klingon sembravano accentuate dalla penombra della cabina, dandole un'aria particolarmente minacciosa "non ci sono gli stessi problemi che a raggiungere il magnete, giusto?"
"Teoricamente no, la zona non si trova in profondità nella roccia lunare, ma alla base di una delle torri esterne…" rispose Philips, studiando le piantine che Sarah era riuscita ad elaborare "Il problema è se nel frattempo lo spostano. Ci sono sicuramente molte navi in orbita e avremo pochi secondi per trovarlo, teletrasportarlo ed entrare in Curvatura prima che ci risparino contro quella robaccia…"
"E allora dobbiamo trovarlo e liberarlo prima di partire…" sentenziò decisa l’undicenne, che in quel momento sembrava troppo su di giri perché le cose non si complicassero ulteriormente "Mentre Sarah disattiva la morsa e tu pulisci I collettori, io potrei andare a prenderlo. Basterebbe una granata stordente per far fuori le guardie e…"
”Piano, piano, piano!” esclamò Sarah, piuttosto allarmata dopo aver sentito la ragazzina parlare di granate ”Qui nessuno lancer granate a nessuno, ok? Stiamo cercando di minimizzare I danni dell’involontario Primo Contatto con una razza aliena, non di farci dei nemici nuovi nel Quadrante Delta. Facciamo così…io vado a spegnere il magnete e, quando sarò lì, entrerò nella rete dei sistemi di sicurezza per scoprire l’esatta posizione del Comandante Paris, così potremo teletrasportarlo a colpo sicuro…va bene?”
"Sta bene, noi invece prepareremo la nave al decollo…" confermò Philips, sottintendendo – non senza un minimo di irritazione -che lui l’avrebbe preparate mentre trovava un modo di tenere impegnata la ragazzina evitando che si mettesse a lanciare Siluri Fotonici a destra e a manca "Ma come pensi di fare a passare inosservata in mezzo a questa gente? La base sembra piuttosto piena di persone, a giudicare dai video…"
Sarah ci pensò un minuto, quindi disse ”Potrei replicare una di queste strane tute simil Borg…con il casco non si dovrebbe notare il mio essere aliena, no?”
Dieci minuti dopo, il Teletrasporto depositava una esile [i]Finta Borg[/b] armata di fucile phaser contraffatto per sembrare un mitragliatore ad una intersezione deserta di un corridoio, quindici metri più in basso rispetto all’hangar dove il Delta Flyer era trattenuto. La prima cosa che Sarah fece, una volta rimaterializzatasi e dopo essersi accertata non vi fosse nessuno nelle vicinanze (il sistema delle telecamere era già sotto il controllo di Cippy, il quale stava provvedendo con perizia a rimandare in loop precedenti spezzoni di registrazione per non far notare il passaggio della sua padrona), fu cercare di allargare il tessuto nella zona delle gambe e della vita, brontolando irritata su quanto quelle uniformi fossero scomode, eccessivamente aderenti ed inutilmente pesanti.