10-03-2024, 09:53 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-03-2024, 09:53 PM da T'Dal.)
I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano
Mentre Joanna si avvicinava a noi con l'antinfiammatorio a lento rilascio, potevo vedere la dedizione e la cura che metteva nel suo lavoro, nonostante fosse solo il suo primo giorno sull'Enterprise. La sua osservazione sulla guardiamarina Potter e la sua frequente presenza in infermeria era acuta, rivelando quella combinazione di intuito e attenzione ai dettagli che la rendeva un'ottima infermiera.
«Grazie» dissi con un sorriso, accettando l'antinfiammatorio che mi porgeva, per poi rivolgermi di nuovo alla guardiamarina «E con questo dovresti essere come nuova in pochissimo tempo» , per poi somministrarle l'antinfiammatorio.
Quando Joanna esprimeva il suo entusiasmo per lavorare con me, sentivo un misto di orgoglio e un pizzico di sorpresa. «E io sono onorato di avere un'infermiera così competente e appassionata al mio fianco» le risposi, sorridendo alla sua dichiarazione. Era evidente che il nostro legame andava oltre quello di una normale relazione padre-figlia; c'era un profondo rispetto professionale reciproco.
La sua riflessione sulla frequentazione della guardiamarina Potter dell'infermeria mi fece riflettere. «Sì, abbiamo alcuni... 'clienti abituali', ma è anche vero che l'Enterprise è un terreno fertile per le situazioni imprevedibili. Alcuni degli incidenti sono davvero fuori dal comune.» risposi con un sorriso divertito.
Osservando l'interazione tra Joanna e la guardiamarina Potter, riflettevo su come, a bordo dell'Enterprise, le relazioni tra i membri dell'equipaggio potessero diventare complesse e sfaccettate. C'era sempre qualcosa di nuovo da imparare, sia nella medicina che nelle dinamiche umane. Joanna, nel frattempo, sembrava aver colto qualcosa nell'atteggiamento della guardiamarina che le suscitava curiosità. C'era un'acutezza nella sua osservazione che non passava inosservata. "Jo ha un occhio attento, sia per la medicina che per le persone. Forse avrò bisogno di discutere con lei di questa situazione, in un momento più opportuno." mi ritrovai a pensare.
Con un sorriso, Joanna guardava sia me che la guardiamarina, chiaramente divertita dalla situazione. «Beh, Joanna, in infermeria non c'è mai un momento noioso, questo è certo,» conclusi, mentre terminavo la cura della guardiamarina Potter. «E chi lo sa, magari tu stessa diventerai un punto di riferimento per alcuni dei nostri... clienti abituali. Per quanto riguarda la frequenza delle tue visite, guardiamarina, mi auguro che in futuro le nostre interazioni possano essere meno... dolorose. E magari un po' più focalizzate sulla botanica.» aggiunsi, rivolgendomi a Potter con un sorriso amichevole.
«Grazie» dissi con un sorriso, accettando l'antinfiammatorio che mi porgeva, per poi rivolgermi di nuovo alla guardiamarina «E con questo dovresti essere come nuova in pochissimo tempo» , per poi somministrarle l'antinfiammatorio.
Quando Joanna esprimeva il suo entusiasmo per lavorare con me, sentivo un misto di orgoglio e un pizzico di sorpresa. «E io sono onorato di avere un'infermiera così competente e appassionata al mio fianco» le risposi, sorridendo alla sua dichiarazione. Era evidente che il nostro legame andava oltre quello di una normale relazione padre-figlia; c'era un profondo rispetto professionale reciproco.
La sua riflessione sulla frequentazione della guardiamarina Potter dell'infermeria mi fece riflettere. «Sì, abbiamo alcuni... 'clienti abituali', ma è anche vero che l'Enterprise è un terreno fertile per le situazioni imprevedibili. Alcuni degli incidenti sono davvero fuori dal comune.» risposi con un sorriso divertito.
Osservando l'interazione tra Joanna e la guardiamarina Potter, riflettevo su come, a bordo dell'Enterprise, le relazioni tra i membri dell'equipaggio potessero diventare complesse e sfaccettate. C'era sempre qualcosa di nuovo da imparare, sia nella medicina che nelle dinamiche umane. Joanna, nel frattempo, sembrava aver colto qualcosa nell'atteggiamento della guardiamarina che le suscitava curiosità. C'era un'acutezza nella sua osservazione che non passava inosservata. "Jo ha un occhio attento, sia per la medicina che per le persone. Forse avrò bisogno di discutere con lei di questa situazione, in un momento più opportuno." mi ritrovai a pensare.
Con un sorriso, Joanna guardava sia me che la guardiamarina, chiaramente divertita dalla situazione. «Beh, Joanna, in infermeria non c'è mai un momento noioso, questo è certo,» conclusi, mentre terminavo la cura della guardiamarina Potter. «E chi lo sa, magari tu stessa diventerai un punto di riferimento per alcuni dei nostri... clienti abituali. Per quanto riguarda la frequenza delle tue visite, guardiamarina, mi auguro che in futuro le nostre interazioni possano essere meno... dolorose. E magari un po' più focalizzate sulla botanica.» aggiunsi, rivolgendomi a Potter con un sorriso amichevole.
La botanica non è solo una scienza. È un linguaggio che connette ogni forma di vita.

Eleanor Potter Umana
Mentre Joanna parlava del suo desiderio di lavorare con suo padre e si domandava sul mio frequente apparire in infermeria, non potei fare a meno di sorridere, un po' imbarazzata. La sua osservazione sul mio essere "cliente abituale" mi aveva colpito, ed era chiaro che aveva capito che la mia sarebbe stata una presenza ricorrente.
«Sì, sembra proprio che io abbia una sorta di talento per finire qui» risposi, cercando di mantenere un tono leggero e un sorriso sulle labbra. «Ma, onestamente, non è sempre per sbadataggine. A volte è pura sfortuna o, forse, un'attrazione insolita per questa infermeria e per essere chiara, non è sempre colpa delle piante. Lavorare con specie aliene porta sempre delle sorprese» dissi, cercando di mostrare un po' della mia passione per la botanica, lanciando uno sguardo scherzoso al Dottor McCoy, speravo che il mio umorismo fosse evidente.
Rivolgendomi a Joanna, aggiunsi: «È davvero speciale che tu possa lavorare con tuo padre. Non tutti possono vantare un'opportunità così e sembra che tu sia già una parte importante di questo posto. In ogni caso, sono davvero grata per l'aiuto che mi date qui. E magari un giorno potrò ricambiare, non credo io possa offrirvi qualcosa alla fine del turno.» sorrisi a entrambi, poi, pensando a un modo per aggiungere un po' di leggerezza, aggiunsi: «E, onestamente, non sarebbe il peggior modo per passare il tempo sull'Enterprise. Credo che il peggio sia dover sopportare un mio collega un po' troppo... invadente.» ammisi con un risolino, speravo che il mio commento potesse essere preso per quello che era: un tentativo di condividere un lato più umoristico e personale di me.
«Beh, vi ringrazio entrambi per la cura e per la chiacchierata» conclusi, preparandomi a lasciare l'infermeria. «E spero di non dover tornare troppo presto, per motivi di salute almeno. Magari possiamo incontrarci in un contesto meno... medico la prossima volta.» Con un sorriso e un cenno di ringraziamento, mi allontanai, lasciando padre e figlia dietro di me, sperando di aver lasciato una buona impressione e di aver aperto la porta a future interazioni più amichevoli e meno dolorose.
«Sì, sembra proprio che io abbia una sorta di talento per finire qui» risposi, cercando di mantenere un tono leggero e un sorriso sulle labbra. «Ma, onestamente, non è sempre per sbadataggine. A volte è pura sfortuna o, forse, un'attrazione insolita per questa infermeria e per essere chiara, non è sempre colpa delle piante. Lavorare con specie aliene porta sempre delle sorprese» dissi, cercando di mostrare un po' della mia passione per la botanica, lanciando uno sguardo scherzoso al Dottor McCoy, speravo che il mio umorismo fosse evidente.
Rivolgendomi a Joanna, aggiunsi: «È davvero speciale che tu possa lavorare con tuo padre. Non tutti possono vantare un'opportunità così e sembra che tu sia già una parte importante di questo posto. In ogni caso, sono davvero grata per l'aiuto che mi date qui. E magari un giorno potrò ricambiare, non credo io possa offrirvi qualcosa alla fine del turno.» sorrisi a entrambi, poi, pensando a un modo per aggiungere un po' di leggerezza, aggiunsi: «E, onestamente, non sarebbe il peggior modo per passare il tempo sull'Enterprise. Credo che il peggio sia dover sopportare un mio collega un po' troppo... invadente.» ammisi con un risolino, speravo che il mio commento potesse essere preso per quello che era: un tentativo di condividere un lato più umoristico e personale di me.
«Beh, vi ringrazio entrambi per la cura e per la chiacchierata» conclusi, preparandomi a lasciare l'infermeria. «E spero di non dover tornare troppo presto, per motivi di salute almeno. Magari possiamo incontrarci in un contesto meno... medico la prossima volta.» Con un sorriso e un cenno di ringraziamento, mi allontanai, lasciando padre e figlia dietro di me, sperando di aver lasciato una buona impressione e di aver aperto la porta a future interazioni più amichevoli e meno dolorose.