17-03-2024, 09:27 PM
Evitiamo di sperare che le cose vadano per il meglio, perché fin troppe volte, il meglio non accade.
Alexander Jansen Umano/Q
Ascoltai Haru mentre confermava le sue radici familiari e parlava delle sfide che aveva dovuto affrontare a causa del suo cognome. Era interessante e in qualche modo rassicurante vedere che anche qualcuno con un'eredità tanto illustre come la sua avesse dovuto percorrere un cammino simile al mio nel trovare la propria strada. Avrei voluto fargli un sacco di domande, chiedergli che tipo fossero i suoi bisnonni, o i suoi genitori, ma se c'era una cosa che mi dava fastidio era.. proprio quella, dover rispondere sempre alle domande riguardo mio padre, quando io non ero lui e alla fine, ero praticamente scappato di casa. Pensai che per lui potesse essere una cosa simile.
«Capisco bene il significato del tuo cognome e le sfide che comporta... Da un lato ci si sente orgogliosi di essere membri di una certa famiglia, dall'altro le aspettative possono gravare pesantemente; ma è evidente che tu hai saputo dimostrare il tuo valore per quello che sei e non solo per il nome che porti, il che è davvero ammirevole.» dissi ad Haru, condividendo la sua esperienza.
Poi, decidendo di lasciare spazio a Haru per la sua meditazione, scelsi di concentrarmi sul mio allenamento di pilates, così dissi: «In ogni caso, sono d'accordo, sarebbe ottimo continuare questa conversazione in un altro momento»
Dopo un breve riscaldamento, iniziai un esercizio di bilanciamento, con la palla posizionata sotto i miei piedi mentre le mie mani erano a terra, in posizione di plank. Il mio obiettivo era mantenere la stabilità, tuttavia, proprio mentre sentivo di avere un buon controllo, un pensiero fugace mi distrasse - chissà cosa stavano combinando mia figlia e il cane - e in un attimo, la palla mi sfuggì, rotolando via. Sbuffai leggermente, frustrato dalla mia distrazione, ma poi raccolsi la palla e mi rimisi in posizione, determinato a non lasciare che un piccolo errore mi scoraggiasse.
Successivamente, mi preparai per l'esercizio chiamato "The Hundred", una parte cruciale del Pilates. Disteso sulla schiena, alzai le gambe in posizione a tavola e sollevai la testa e le spalle dal suolo, iniziando a muovere le braccia con energia, respirando in maniera ritmica. Il movimento richiedeva ogni fibra di concentrazione e controllo, coinvolgendo ogni parte del mio corpo.
Terminato "The Hundred", mi sentii più stanco del previsto e non avevo finito tutti gli esercizi che mi ero previsto. La fatica si manifestò non solo nei muscoli, ma anche nella mia respirazione. Mi concedetti un momento per riposare, disteso sulla mia schiena, e mi girai verso il mare, osservando le onde che si infrangevano dolcemente sulla spiaggia virtuale. La vista del mare olografico era calmante, un contrasto piacevole all'intensità dell'esercizio che avevo appena completato.
Mentre osservavo le onde, la tranquillità del luogo mi avvolse. Mi sentii gratificato per la possibilità di condividere questo spazio con Haru, riconoscendo l'importanza di bilanciare il dialogo e l'ascolto con il tempo dedicato al silenzio e alla riflessione personale. Era davvero meraviglioso, mi dissi che potevo tranquillamente riposare ancora un attimo.
«Capisco bene il significato del tuo cognome e le sfide che comporta... Da un lato ci si sente orgogliosi di essere membri di una certa famiglia, dall'altro le aspettative possono gravare pesantemente; ma è evidente che tu hai saputo dimostrare il tuo valore per quello che sei e non solo per il nome che porti, il che è davvero ammirevole.» dissi ad Haru, condividendo la sua esperienza.
Poi, decidendo di lasciare spazio a Haru per la sua meditazione, scelsi di concentrarmi sul mio allenamento di pilates, così dissi: «In ogni caso, sono d'accordo, sarebbe ottimo continuare questa conversazione in un altro momento»
Dopo un breve riscaldamento, iniziai un esercizio di bilanciamento, con la palla posizionata sotto i miei piedi mentre le mie mani erano a terra, in posizione di plank. Il mio obiettivo era mantenere la stabilità, tuttavia, proprio mentre sentivo di avere un buon controllo, un pensiero fugace mi distrasse - chissà cosa stavano combinando mia figlia e il cane - e in un attimo, la palla mi sfuggì, rotolando via. Sbuffai leggermente, frustrato dalla mia distrazione, ma poi raccolsi la palla e mi rimisi in posizione, determinato a non lasciare che un piccolo errore mi scoraggiasse.
Successivamente, mi preparai per l'esercizio chiamato "The Hundred", una parte cruciale del Pilates. Disteso sulla schiena, alzai le gambe in posizione a tavola e sollevai la testa e le spalle dal suolo, iniziando a muovere le braccia con energia, respirando in maniera ritmica. Il movimento richiedeva ogni fibra di concentrazione e controllo, coinvolgendo ogni parte del mio corpo.
Terminato "The Hundred", mi sentii più stanco del previsto e non avevo finito tutti gli esercizi che mi ero previsto. La fatica si manifestò non solo nei muscoli, ma anche nella mia respirazione. Mi concedetti un momento per riposare, disteso sulla mia schiena, e mi girai verso il mare, osservando le onde che si infrangevano dolcemente sulla spiaggia virtuale. La vista del mare olografico era calmante, un contrasto piacevole all'intensità dell'esercizio che avevo appena completato.
Mentre osservavo le onde, la tranquillità del luogo mi avvolse. Mi sentii gratificato per la possibilità di condividere questo spazio con Haru, riconoscendo l'importanza di bilanciare il dialogo e l'ascolto con il tempo dedicato al silenzio e alla riflessione personale. Era davvero meraviglioso, mi dissi che potevo tranquillamente riposare ancora un attimo.