06-04-2024, 08:11 PM
Evitiamo di sperare che le cose vadano per il meglio, perché fin troppe volte, il meglio non accade.
Alexander Jansen Umano/Q
Mentre Haru si dedicava alla sua meditazione, profondamente assorto nella costruzione con i blocchi e completamente isolato dal mondo esterno, io decisi di eseguire ancora qualche esercizio di Pilates, cercando di approfittare di quel momento di tranquillità. Ciascun movimento era meditato, un tentativo di allineare mente e corpo, ma mi resi conto che la mia mente era in tumulto, simile a una pallina impazzita che rimbalza senza sosta. Nonostante il mio sforzo per rilassarmi, la pace sembrava sfuggirmi.
Dopo un po', mi fermai, accettando che forse era meglio per me rientrare. La mia testa continuava a lavorare a pieno ritmo, rendendomi difficile trovare la serenità che cercavo. Mi voltai verso Haru, che era ancora immerso nella sua meditazione, e gli dissi, quando ebbi l'impressione di non disturbarlo «Ti ringrazio davvero per aver condiviso con me questo spazio e la tua meditazione. Apprezzo molto la tua compagnia e l'opportunità di condividere questo momento di pace, anche se la mia mente sembra avere altri piani»
Gli offrii un sorriso, sperando di non disturbarlo troppo con la mia partenza. «Penso che per me sia meglio rientrare ora. La mia testa sta lavorando come una pallina impazzita, e forse ho bisogno di un diverso tipo di rilassamento... prima che torni Lily e tutti i miei piani saltino.»
Salutai Haru con un gesto del capo, pieno di gratitudine per la sua comprensione e la sua amicizia. Poi, mi diressi verso l'arco della simulazione, quel confine invisibile che separava il mondo virtuale da quello reale. Con un ultimo sguardo alla spiaggia olografica, ricca di ricordi e momenti di riflessione, attraversai l'arco, lasciandomi alle spalle il suono del mare e la tranquillità di quella spiaggia virtuale, ma portando con me il senso di connessione e l'apprezzamento per il tempo condiviso con Haru.
Dopo un po', mi fermai, accettando che forse era meglio per me rientrare. La mia testa continuava a lavorare a pieno ritmo, rendendomi difficile trovare la serenità che cercavo. Mi voltai verso Haru, che era ancora immerso nella sua meditazione, e gli dissi, quando ebbi l'impressione di non disturbarlo «Ti ringrazio davvero per aver condiviso con me questo spazio e la tua meditazione. Apprezzo molto la tua compagnia e l'opportunità di condividere questo momento di pace, anche se la mia mente sembra avere altri piani»
Gli offrii un sorriso, sperando di non disturbarlo troppo con la mia partenza. «Penso che per me sia meglio rientrare ora. La mia testa sta lavorando come una pallina impazzita, e forse ho bisogno di un diverso tipo di rilassamento... prima che torni Lily e tutti i miei piani saltino.»
Salutai Haru con un gesto del capo, pieno di gratitudine per la sua comprensione e la sua amicizia. Poi, mi diressi verso l'arco della simulazione, quel confine invisibile che separava il mondo virtuale da quello reale. Con un ultimo sguardo alla spiaggia olografica, ricca di ricordi e momenti di riflessione, attraversai l'arco, lasciandomi alle spalle il suono del mare e la tranquillità di quella spiaggia virtuale, ma portando con me il senso di connessione e l'apprezzamento per il tempo condiviso con Haru.