14-04-2024, 04:29 PM
It's nice to have a family.
Carol Marcus Umana
Mentre Jim rideva alla mia battuta, ero soddisfatta di avergli strappato almeno un momento di leggerezza. Gli stavo già rispondendo quando lui disse che avrebbe preferito iniziare prima a lavorare per liberarsi prima del lavoro rimasto. Capivo la sua mentalità, la sua determinazione nel voler completare i compiti prima di concedersi un momento di relax, così annuii.
Dopo avergli detto «a dopo!» , vidi la porta chiudersi automaticamente alle sue spalle e mi ritrovai nuovamente sola nel mio alloggio con il PADD in mano che non avevo nemmeno più voglia di contemplare, immersa nei pensieri che il breve incontro aveva suscitato. Per quanto la sua visita fosse stata inaspettata e mi avesse scombinato i piani, decisi di sfruttare al meglio l'ora a disposizione prima della cena, concentrandomi su alcune delle mie attività preferite che mi permettevano di ricaricare le energie.
Prima di tutto, mi dedicai a un breve esercizio di stretching, un'abitudine che avevo sviluppato per mantenere il corpo attivo dopo essere rimasta ferma a lungo. L'elasticità dei muscoli, il ritmo calmo e concentrato della respirazione, tutto contribuiva a centrarmi di nuovo su me stessa, una necessità in un ambiente così dinamico e a volte opprimente come l'Enterprise.
Terminato l'esercizio, mi replicai una tazza di the e mi sforzai almeno di leggere ancora qualcosa del libro sulla maternità. Quando l'orologio segnalò che l'ora stava per scadere, lasciai il PADD di lato e puntuale, mi avviai verso l'alloggio di Jim, il cuore leggermente accelerato per l'anticipazione. Mentre camminavo lungo i corridoi dell'Enterprise, riflettevo su quanto fosse strano che, in un universo così vasto e pieno di meraviglie, le piccole cose come una cena con una persona cara potessero diventare il centro del proprio mondo, anche solo per una sera.
Suonai alla porta di Jim con un misto di nervosismo ed eccitazione.
Dopo avergli detto «a dopo!» , vidi la porta chiudersi automaticamente alle sue spalle e mi ritrovai nuovamente sola nel mio alloggio con il PADD in mano che non avevo nemmeno più voglia di contemplare, immersa nei pensieri che il breve incontro aveva suscitato. Per quanto la sua visita fosse stata inaspettata e mi avesse scombinato i piani, decisi di sfruttare al meglio l'ora a disposizione prima della cena, concentrandomi su alcune delle mie attività preferite che mi permettevano di ricaricare le energie.
Prima di tutto, mi dedicai a un breve esercizio di stretching, un'abitudine che avevo sviluppato per mantenere il corpo attivo dopo essere rimasta ferma a lungo. L'elasticità dei muscoli, il ritmo calmo e concentrato della respirazione, tutto contribuiva a centrarmi di nuovo su me stessa, una necessità in un ambiente così dinamico e a volte opprimente come l'Enterprise.
Terminato l'esercizio, mi replicai una tazza di the e mi sforzai almeno di leggere ancora qualcosa del libro sulla maternità. Quando l'orologio segnalò che l'ora stava per scadere, lasciai il PADD di lato e puntuale, mi avviai verso l'alloggio di Jim, il cuore leggermente accelerato per l'anticipazione. Mentre camminavo lungo i corridoi dell'Enterprise, riflettevo su quanto fosse strano che, in un universo così vasto e pieno di meraviglie, le piccole cose come una cena con una persona cara potessero diventare il centro del proprio mondo, anche solo per una sera.
Suonai alla porta di Jim con un misto di nervosismo ed eccitazione.