25-04-2024, 12:56 PM
Nina
MOE Mark IX
Il lavoro delle squadre di ingegneria e sicurezza si faceva di giorno in giorno più impegnativo. Negli ultimi giorni i continui tentativi degl infetti di prendere il controllo della nave avevano causato il contagio di una decina di persone tra civili e ufficiali e la situazione si faceva di ora in ora più stringente. La rotta della Voyager era stata invertita ed ora puntava nuovamente in direzione del pianeta su cui era stata inizialmente contratta l'infezione: se la cura che stavano cercando di sviluppare non avesse avuto successo, la speranza era che qualcosa, sul pianeta, avesse sviluppato una sorta di immunità naturale e che potesse essere utilizzata per sintetizzare una cura. La situazione a bordo si faceva sempre più tesa: ogni minimo rumore poteva indicare una falla nella sicurezza, diverse persone avevano amici o parenti tra i contagiati e oltre alla propria incolumità temevano per loro. La plancia era stata al momento risparmiata e nessuno degli ufficiali superiori era stato infettato, ma non c'era alcuna garanzia che la situazione sarebbe andata avanti in quel modo ancora a lungo.
La situazione in infermeria era tesa: Tom osservava i pazienti bloccati nei bioletti dimenarsi nel tentativo di liberarsi. Un secondo campo di forza aggiuntivo era stato attivato attorno a loro per scongiurare al massimo il rischio di contagio. Procediamo. disse il comandante, muovendo un cenno di assenso in direzione della dottoressa. Le simulazioni al computer avevano dato riscontri positivi e le percentuali sembravano suggerire che avevano finalmente trovato la cura che da giorni stavano cercando... ma quello sarebbe stato il primo test su degli esseri umani. Erano stati scelti sei ufficiali, uomini e donne, di specie ed età diverse, la cui patologia era progredita a livelli diversi... con un po' di fortuna, quello era l'inizio della fine di un incubo... ma era altrettanto possibile che quella cura non funzionasse.
Ancora una volta Nina attraversò il campo di forza che separava lo staff medico dagli infetti e raggiunse l'armadio dove era custodito il flacone con la cura. ... ore 17:56, ci apprestiamo alla prima inoculazione del preparato #72... annunciò per il diario medico, mentre caricava il primo hypospray per poi avvicinarsi al primo dei pazienti. Il tempo parve fermarsi mentre uno dopo l'altro ripeteva la stessa procedura con tutti e sei i pazienti, registrandone meticolosamente i dati anagrafici e i sintomi, oltre a dose e orario di somministrazione. Quando ebbe terminato, si ritirò silenziosamente in un angolo dell'infermeria, rimanendo in attesa.
Quando sapremo se la cura ha effetto? si informò il comandante, studiando con sguardo sospettoso i pazienti che ancora cercavano di liberarsi dai bioletti. Vederli in quello stato era tutto tranne che piacevole, specialmente da un punto di vista umano.
La situazione in infermeria era tesa: Tom osservava i pazienti bloccati nei bioletti dimenarsi nel tentativo di liberarsi. Un secondo campo di forza aggiuntivo era stato attivato attorno a loro per scongiurare al massimo il rischio di contagio. Procediamo. disse il comandante, muovendo un cenno di assenso in direzione della dottoressa. Le simulazioni al computer avevano dato riscontri positivi e le percentuali sembravano suggerire che avevano finalmente trovato la cura che da giorni stavano cercando... ma quello sarebbe stato il primo test su degli esseri umani. Erano stati scelti sei ufficiali, uomini e donne, di specie ed età diverse, la cui patologia era progredita a livelli diversi... con un po' di fortuna, quello era l'inizio della fine di un incubo... ma era altrettanto possibile che quella cura non funzionasse.
Ancora una volta Nina attraversò il campo di forza che separava lo staff medico dagli infetti e raggiunse l'armadio dove era custodito il flacone con la cura. ... ore 17:56, ci apprestiamo alla prima inoculazione del preparato #72... annunciò per il diario medico, mentre caricava il primo hypospray per poi avvicinarsi al primo dei pazienti. Il tempo parve fermarsi mentre uno dopo l'altro ripeteva la stessa procedura con tutti e sei i pazienti, registrandone meticolosamente i dati anagrafici e i sintomi, oltre a dose e orario di somministrazione. Quando ebbe terminato, si ritirò silenziosamente in un angolo dell'infermeria, rimanendo in attesa.
Quando sapremo se la cura ha effetto? si informò il comandante, studiando con sguardo sospettoso i pazienti che ancora cercavano di liberarsi dai bioletti. Vederli in quello stato era tutto tranne che piacevole, specialmente da un punto di vista umano.