27-04-2024, 01:49 PM
It's nice to have a family.
Carol Marcus Umana
Sorrisi felice a Jim. «Sì, esatto, sei ormai la mia cavia da laboratorio preferita, ma non so se sai che è un posto molto ambito! Potrebbe essere utile per un mio prossimo rapporto sulle abitudini alimentari interspaziali! Non lo sto scrivendo, ma chissà se a qualcuno potrebbe essere d'aiuto. In ogni caso, credo che assaggerò sicuramente il dolce di cui parlavi.» risposi ridacchiando, apprezzando il suo senso dell'umorismo mentre osservavo con curiosità il vivace assortimento di cibi sul nostro tavolo.
La conversazione si fece più seria quando Jim condivise i dettagli della sua giornata con gli Elkariani. Ascoltai attentamente, immaginando la tensione di quelle negoziazioni. «Suona come una giornata estenuante, davvero e posso capire perché non invidi il lavoro dell'ambasciatore. Sembra che i Vulcaniani siano l'unica scelta per gestire tali... personalità complesse... Forse sono gli unici poco inclini a farsi venire mal di testa su questi argomenti, tu sei stato fin troppo paziente, io sarei esplosa molto prima. Non so se sono gli ormoni della gravidanza, o sono io, ma li avrei mandati al diavolo con estrema facilità.» ammisi con un sorriso divertito.
Quando Jim menzionò il mio lavoro e il dottor McCoy, il suo tono di sincera preoccupazione mi riscaldò il cuore. Era sempre stato attento alle mie necessità, specialmente in questo periodo. «Grazie per la tua preoccupazione, per ora sto facendo attenzione a non strafare, e ti assicuro che se dovessi sentirmi troppo stanca o se la situazione dovesse diventare troppo gravosa, sarai il primo a saperlo», gli dissi, sorridendogli con affetto e apprezzando la sua offerta di adattare i miei turni di servizio se necessario. «Per ora, però, sto bene. Il lavoro è impegnativo, ma mi aiuta a restare concentrata e motivata. Avere il tuo supporto rende tutto più facile e... no, non c'è bisogno di mandare il dottor McCoy a controllarmi, sto gestendo bene il mio carico di lavoro. Del resto, il dottor McCoy è già abbastanza occupato con tutte le mie continue domande su tutto e niente, probabilmente è stanco di vedermi così spesso!», scherzai, riflettendo su quanto fossi diventata ipervigile su ogni minimo segnale del mio corpo ultimamente.
«In effetti, avere qualcuno come McCoy e sua figlia Joanna che rispondono a tutte le mie preoccupazioni, per quanto banali possano essere, è davvero rassicurante e in teoria non li sto esaurendo... almeno spero...» conclusi con un'altra risata, mentre assaggiavo cautamente il cibo nel mio piatto, preparandomi a scoprire se avrebbe incontrato il mio gusto così come le interessanti e complesse sfide diplomatiche di Jim avevano messo alla prova la sua pazienza durante la giornata.
La conversazione si fece più seria quando Jim condivise i dettagli della sua giornata con gli Elkariani. Ascoltai attentamente, immaginando la tensione di quelle negoziazioni. «Suona come una giornata estenuante, davvero e posso capire perché non invidi il lavoro dell'ambasciatore. Sembra che i Vulcaniani siano l'unica scelta per gestire tali... personalità complesse... Forse sono gli unici poco inclini a farsi venire mal di testa su questi argomenti, tu sei stato fin troppo paziente, io sarei esplosa molto prima. Non so se sono gli ormoni della gravidanza, o sono io, ma li avrei mandati al diavolo con estrema facilità.» ammisi con un sorriso divertito.
Quando Jim menzionò il mio lavoro e il dottor McCoy, il suo tono di sincera preoccupazione mi riscaldò il cuore. Era sempre stato attento alle mie necessità, specialmente in questo periodo. «Grazie per la tua preoccupazione, per ora sto facendo attenzione a non strafare, e ti assicuro che se dovessi sentirmi troppo stanca o se la situazione dovesse diventare troppo gravosa, sarai il primo a saperlo», gli dissi, sorridendogli con affetto e apprezzando la sua offerta di adattare i miei turni di servizio se necessario. «Per ora, però, sto bene. Il lavoro è impegnativo, ma mi aiuta a restare concentrata e motivata. Avere il tuo supporto rende tutto più facile e... no, non c'è bisogno di mandare il dottor McCoy a controllarmi, sto gestendo bene il mio carico di lavoro. Del resto, il dottor McCoy è già abbastanza occupato con tutte le mie continue domande su tutto e niente, probabilmente è stanco di vedermi così spesso!», scherzai, riflettendo su quanto fossi diventata ipervigile su ogni minimo segnale del mio corpo ultimamente.
«In effetti, avere qualcuno come McCoy e sua figlia Joanna che rispondono a tutte le mie preoccupazioni, per quanto banali possano essere, è davvero rassicurante e in teoria non li sto esaurendo... almeno spero...» conclusi con un'altra risata, mentre assaggiavo cautamente il cibo nel mio piatto, preparandomi a scoprire se avrebbe incontrato il mio gusto così come le interessanti e complesse sfide diplomatiche di Jim avevano messo alla prova la sua pazienza durante la giornata.