20-05-2024, 02:41 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-05-2024, 02:41 PM da T'Dal.)
I'm a perfectionist, so my bossiness definitely comes out.
Saff Zaldan
Quando Nina spense gli strumenti di Reid e propose di occuparsi personalmente dell'autopsia, mi soffermai un momento a riflettere sulle implicazioni. La sua preoccupazione per la mia sicurezza era palpabile e logica, data la pericolosità di un possibile contagio. Tuttavia, il rischio di compromettere dati cruciali per la nostra ricerca era altrettanto grave. «Procedi, usa tutte le precauzioni necessarie senza ricorrere all'agente sterilizzante. Dobbiamo preservare ogni possibile indizio che Reid potrebbe offrirci» concordai, dopo aver valutato la situazione. Mentre osservavo Nina spegnere gli strumenti di Reid e disattivare il campo di forza che lo bloccava al bioletto, una profonda malinconia mi pervase. La realtà di perdere un paziente non diventa mai più facile, non importa quante volte si verifichi. L'intervento di Nina sull'autopsia e le precauzioni necessarie per evitare la contaminazione erano logicamente impeccabili, eppure ogni parola aggiungeva peso al già gravoso fardello emotivo di quelle ore.
Fu in quel momento che la porta dell'infermeria si aprì bruscamente, rivelando la figura del dottor Kaz. La sua presenza era inaspettata, dato il suo recente congedo medico per influenza iktariana, una malattia nota per i suoi sintomi debilitanti e talvolta deliranti. Guardandolo in volto, notavo i segni evidenti di una malattia ancora in corso, evidenziati dalla sua pallidezza e dal suo sguardo leggermente vitreo. L'influenza, da cui era affetto, era nota per i suoi sintomi debilitanti e, occasionalmente, per le allucinazioni o i deliri che potevano confondere anche il più lucido degli individui.
«Comandante Kaz, dovreste davvero riposare» dissi, con un tono di voce che cercava di mascherare la mia preoccupazione per la sua salute. Nonostante la sua condizione, il suo interesse per la situazione era evidente. «Le cose sono complesse al momento» continuai, cercando di riassumere la situazione senza sovraccaricare il suo stato già fragile. «Abbiamo avuto alcuni progressi con la cura, ma non è risolutiva per tutti. Reid, purtroppo, non ce l'ha fatta»
Prima che potessi aggiungere altro, Kaz disattivò Nina con un comando secco e mi chiese di seguirlo alla riunione con gli altri ufficiali superiori, ma anche se non era una buona idea, decisi di seguirlo. Mentre camminavamo verso la sala mensa, riflettevo su quanto fosse critica la nostra situazione. La proposta di spostare i civili proposta da Tom Paris in sala mensa risuonava con senso pratico, data la crescente minaccia dei contagiati che mostravano capacità sempre più sofisticate. Alzai le sopracciglia ascoltando la discussione in corso.
Fu in quel momento che la porta dell'infermeria si aprì bruscamente, rivelando la figura del dottor Kaz. La sua presenza era inaspettata, dato il suo recente congedo medico per influenza iktariana, una malattia nota per i suoi sintomi debilitanti e talvolta deliranti. Guardandolo in volto, notavo i segni evidenti di una malattia ancora in corso, evidenziati dalla sua pallidezza e dal suo sguardo leggermente vitreo. L'influenza, da cui era affetto, era nota per i suoi sintomi debilitanti e, occasionalmente, per le allucinazioni o i deliri che potevano confondere anche il più lucido degli individui.
«Comandante Kaz, dovreste davvero riposare» dissi, con un tono di voce che cercava di mascherare la mia preoccupazione per la sua salute. Nonostante la sua condizione, il suo interesse per la situazione era evidente. «Le cose sono complesse al momento» continuai, cercando di riassumere la situazione senza sovraccaricare il suo stato già fragile. «Abbiamo avuto alcuni progressi con la cura, ma non è risolutiva per tutti. Reid, purtroppo, non ce l'ha fatta»
Prima che potessi aggiungere altro, Kaz disattivò Nina con un comando secco e mi chiese di seguirlo alla riunione con gli altri ufficiali superiori, ma anche se non era una buona idea, decisi di seguirlo. Mentre camminavamo verso la sala mensa, riflettevo su quanto fosse critica la nostra situazione. La proposta di spostare i civili proposta da Tom Paris in sala mensa risuonava con senso pratico, data la crescente minaccia dei contagiati che mostravano capacità sempre più sofisticate. Alzai le sopracciglia ascoltando la discussione in corso.