30-05-2024, 08:26 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 30-05-2024, 08:27 PM da T'Dal.)
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Mentre Dakona parlava e mi guidava lungo il perimetro del Monastero di Gol, i miei occhi si posavano con attenzione su ogni dettaglio architettonico. Studiavo i contorni delle strutture, la tessitura delle pietre che si ergevano solide e silenziose davanti a noi. Ogni angolo, ogni incisione sulla roccia, sembrava raccontare una storia, un'eco del mio mondo perduto che ancora viveva in questi simulacri.
Non potevo accedere ai luoghi più sacri del monastero tramite il programma olografico, ma ciò che riuscivo a vedere era sufficiente per suscitare in me un mix di nostalgia e curiosità. «Quali insegnamenti si tramandano qui?» chiesi a Dakona, cercando di mantenere la compostezza tipica della mia cultura vulcaniana, nonostante l'emozione sottostante. «Come viene vissuta la filosofia di Surak in un luogo così lontano da Vulcano? Se viene fatto, ovviamente.»
Era passato molto tempo da quando avevo considerato casa non solo come un luogo di perdita, ma come una fonte di sapere e scoperta. L'idea che parti del mio mondo potessero ancora vivere, diffuse attraverso la galassia, mi riempiva di una curiosità inaspettata, spingendomi a voler scoprire di più, a connettermi con quelle radici in modi che non avevo mai considerato possibili.
«Mio fratello Elieth sarebbe certamente interessato a questo luogo» riflettei ad alta voce, immaginando la mancanza di entusiasmo dovuta al Kolinahr, il suo quieto entusiasmo. «Non sono sicura se abbia già visitato questo monastero nei suoi viaggi, ma so che apprezzerebbe profondamente.»
Ascoltai Dakona mentre continuava a descrivere come, nonostante l'isolamento di Romulus, Rigel era rimasto aperto all'influenza di Vulcano e alla sua logica. «È rassicurante sapere che la sapienza vulcaniana continua a essere tramandata, non solo su New Vulcano ma anche in luoghi forse meno conosciuti tra le stelle» risposi, contemplando le implicazioni di quella sopravvivenza culturale dal punto di vista vulcaniano, dove la logica e la disciplina mentale sono fondamentali.
La distruzione di Vulcano aveva segnato una fine, ma anche un nuovo inizio, come Dakona aveva sottolineato. «Non era la fine, ma un nuovo capitolo per tutti noi. E forse, questo è un promemoria che, nonostante le tragedie, la nostra cultura e la nostra filosofia continuano a vivere, a influenzare, a insegnare»
La menzione di Nero e delle sue azioni che indirettamente avevano prevenuto una tragedia simile su Romulus mi fece riflettere sulla complessità degli eventi storici, su come il dolore e la perdita potessero talvolta portare a conseguenze impreviste e significative. «È una triste ironia» commentai, ancora mantenendo il tono misurato, «ma anche un promemoria della resilienza e dell'adattabilità del nostro popolo. Continuiamo a guardare avanti, a costruire, a imparare»
Il mio cuore si sentiva più pesante, ma anche più pieno, mentre camminavo al fianco di Dakona in quel deserto olografico, ogni passo un ricordo, ogni vista un pezzo di Vulcano che continuava a vivere lontano dalla sua origine stellare.
Non potevo accedere ai luoghi più sacri del monastero tramite il programma olografico, ma ciò che riuscivo a vedere era sufficiente per suscitare in me un mix di nostalgia e curiosità. «Quali insegnamenti si tramandano qui?» chiesi a Dakona, cercando di mantenere la compostezza tipica della mia cultura vulcaniana, nonostante l'emozione sottostante. «Come viene vissuta la filosofia di Surak in un luogo così lontano da Vulcano? Se viene fatto, ovviamente.»
Era passato molto tempo da quando avevo considerato casa non solo come un luogo di perdita, ma come una fonte di sapere e scoperta. L'idea che parti del mio mondo potessero ancora vivere, diffuse attraverso la galassia, mi riempiva di una curiosità inaspettata, spingendomi a voler scoprire di più, a connettermi con quelle radici in modi che non avevo mai considerato possibili.
«Mio fratello Elieth sarebbe certamente interessato a questo luogo» riflettei ad alta voce, immaginando la mancanza di entusiasmo dovuta al Kolinahr, il suo quieto entusiasmo. «Non sono sicura se abbia già visitato questo monastero nei suoi viaggi, ma so che apprezzerebbe profondamente.»
Ascoltai Dakona mentre continuava a descrivere come, nonostante l'isolamento di Romulus, Rigel era rimasto aperto all'influenza di Vulcano e alla sua logica. «È rassicurante sapere che la sapienza vulcaniana continua a essere tramandata, non solo su New Vulcano ma anche in luoghi forse meno conosciuti tra le stelle» risposi, contemplando le implicazioni di quella sopravvivenza culturale dal punto di vista vulcaniano, dove la logica e la disciplina mentale sono fondamentali.
La distruzione di Vulcano aveva segnato una fine, ma anche un nuovo inizio, come Dakona aveva sottolineato. «Non era la fine, ma un nuovo capitolo per tutti noi. E forse, questo è un promemoria che, nonostante le tragedie, la nostra cultura e la nostra filosofia continuano a vivere, a influenzare, a insegnare»
La menzione di Nero e delle sue azioni che indirettamente avevano prevenuto una tragedia simile su Romulus mi fece riflettere sulla complessità degli eventi storici, su come il dolore e la perdita potessero talvolta portare a conseguenze impreviste e significative. «È una triste ironia» commentai, ancora mantenendo il tono misurato, «ma anche un promemoria della resilienza e dell'adattabilità del nostro popolo. Continuiamo a guardare avanti, a costruire, a imparare»
Il mio cuore si sentiva più pesante, ma anche più pieno, mentre camminavo al fianco di Dakona in quel deserto olografico, ogni passo un ricordo, ogni vista un pezzo di Vulcano che continuava a vivere lontano dalla sua origine stellare.