02-06-2024, 04:26 PM
I'm a perfectionist, so my bossiness definitely comes out.
Saff Zaldan
Ascoltai le parole del capitano e annuii. «Capitano, predispongo subito tutto il necessario per la raccolta dei campioni. Grazie per la fiducia» risposi con determinazione, consapevole dell'importanza della missione. Mentre uscivo dalla sala mensa, il dottor Kaz mi fermò, visibilmente più pallido e affaticato rispetto a pochi minuti prima. Le sue condizioni erano peggiorate, segno che l'influenza iktariana stava riprendendo il sopravvento.
«Dottore, capisco la sua preoccupazione. La accompagnerò al suo alloggio e mi assicurerò che ci sia qualcuno ad occuparsi dell'infermeria. La sua salute è fondamentale, non solo per lei ma per tutto l'equipaggio» dissi, cercando di mantenere un tono calmo e rassicurante. Mentre lo aiutavo a percorrere i corridoi, sempre più confusi a causa delle deviazioni imposte dai campi di forza e dalle squadre di sicurezza, il dottor Kaz si iniettò un altro hypospray nel tentativo di mantenere la lucidità. Vedevo la fatica nei suoi occhi, il lottare contro i sintomi che gli offuscavano la mente.
Arrivati al suo alloggio, lo aiutai a sistemarsi. «Deve riposare e recuperare le forze. L'infermiera Polina Riker e il MOE si occuperanno dell'infermeria in mia assenza, ma la contatti se ne sente la necessità. » gli dissi, sperando che queste parole lo rassicurassero. Lasciandolo nelle mani di Polina - sperando segretamente che non gli servissero - , mi diressi verso la sala teletrasporto, pronta per la missione su Praxion VI.
«Dottore, capisco la sua preoccupazione. La accompagnerò al suo alloggio e mi assicurerò che ci sia qualcuno ad occuparsi dell'infermeria. La sua salute è fondamentale, non solo per lei ma per tutto l'equipaggio» dissi, cercando di mantenere un tono calmo e rassicurante. Mentre lo aiutavo a percorrere i corridoi, sempre più confusi a causa delle deviazioni imposte dai campi di forza e dalle squadre di sicurezza, il dottor Kaz si iniettò un altro hypospray nel tentativo di mantenere la lucidità. Vedevo la fatica nei suoi occhi, il lottare contro i sintomi che gli offuscavano la mente.
Arrivati al suo alloggio, lo aiutai a sistemarsi. «Deve riposare e recuperare le forze. L'infermiera Polina Riker e il MOE si occuperanno dell'infermeria in mia assenza, ma la contatti se ne sente la necessità. » gli dissi, sperando che queste parole lo rassicurassero. Lasciandolo nelle mani di Polina - sperando segretamente che non gli servissero - , mi diressi verso la sala teletrasporto, pronta per la missione su Praxion VI.
Dio forse esiste, Clary, o forse no, ma non credo che abbia importanza. In ogni caso ce la dobbiamo cavare da soli.
Polina Troi-Riker Mezza betazoide
In infermeria, Nina si fermò improvvisamente davanti al campo di forza che divideva la stanza. La sua espressione di confusione era quasi palpabile, nonostante fosse un ologramma. Si voltò verso di me, chiaramente perplessa dalla situazione.
«È una misura di sicurezza, Nina. Abbiamo avuto diverse fughe di infetti e il campo di forza è stato installato per prevenire ulteriori incidenti. Ora, chiedo immediatamente l'autorizzazione alla dottoressa Saff per farti accedere ai diari clinici.» spiegai con calma.
Attivai il comunicatore e contattai Saff. «Dottoressa Saff, qui è l'infermiera Riker. Nina ha bisogno dell'accesso ai diari clinici per procedere con l'autopsia del signor Reid. Può concederle l'autorizzazione?» dissi. Non sapevo perché non utilizzassi il mio cognome completo, ma forse era meglio così.
La risposta di Saff arrivò rapida e decisa.
«QAutorizzo l'accesso di Nina ai diari clinici. Procedete con l'autopsia del signor Reid e raccogliete tutte le informazioni possibili. Avremo bisogno di ogni dettaglio per capire meglio il virus e sviluppare una cura efficace.» rispose Saff mentre si dirigeva verso l'infermeria, decisa di controllare che tutto fosse ok, prima di andare nella mia stanza, per prepararmi alla discesa. «E... Polly, assicurati che tutto sia in ordine per quando arriverò.»
«Certo dottoressa, la ringrazio» dissi pacatamente in risposta.
«È una misura di sicurezza, Nina. Abbiamo avuto diverse fughe di infetti e il campo di forza è stato installato per prevenire ulteriori incidenti. Ora, chiedo immediatamente l'autorizzazione alla dottoressa Saff per farti accedere ai diari clinici.» spiegai con calma.
Attivai il comunicatore e contattai Saff. «Dottoressa Saff, qui è l'infermiera Riker. Nina ha bisogno dell'accesso ai diari clinici per procedere con l'autopsia del signor Reid. Può concederle l'autorizzazione?» dissi. Non sapevo perché non utilizzassi il mio cognome completo, ma forse era meglio così.
La risposta di Saff arrivò rapida e decisa.
«QAutorizzo l'accesso di Nina ai diari clinici. Procedete con l'autopsia del signor Reid e raccogliete tutte le informazioni possibili. Avremo bisogno di ogni dettaglio per capire meglio il virus e sviluppare una cura efficace.» rispose Saff mentre si dirigeva verso l'infermeria, decisa di controllare che tutto fosse ok, prima di andare nella mia stanza, per prepararmi alla discesa. «E... Polly, assicurati che tutto sia in ordine per quando arriverò.»
«Certo dottoressa, la ringrazio» dissi pacatamente in risposta.
I'm a perfectionist, so my bossiness definitely comes out.
Saff Zaldan
Quando arrivai alla sala teletrasporto, trovai Tom Paris già pronto, con la sua tuta EVA indossata e un'espressione seria sul volto. Gli uomini della sicurezza, un giovane bajoriano e un vulcaniano di mezza età, erano altrettanto silenziosi e concentrati.
«Scusate il ritardo.» dissi pacatamente, poi infilai la mia tuta EVA, sentii il peso della responsabilità gravare su di me. Non potevamo permetterci errori. L'atmosfera era carica di tensione, ma anche di una determinazione silenziosa. Sapevamo che la probabilità di successo era incerta, ma eravamo pronti a dare tutto per la nostra missione. Ogni passo che compievamo era un passo verso la speranza, e nonostante la paura e l'ansia, sapevo che avremmo fatto tutto il possibile per salvare l'equipaggio della Voyager.
«Scusate il ritardo.» dissi pacatamente, poi infilai la mia tuta EVA, sentii il peso della responsabilità gravare su di me. Non potevamo permetterci errori. L'atmosfera era carica di tensione, ma anche di una determinazione silenziosa. Sapevamo che la probabilità di successo era incerta, ma eravamo pronti a dare tutto per la nostra missione. Ogni passo che compievamo era un passo verso la speranza, e nonostante la paura e l'ansia, sapevo che avremmo fatto tutto il possibile per salvare l'equipaggio della Voyager.