03-06-2024, 08:00 AM
Nina
MOE Mark IX
Nina registrò silenziosamente la notizia di un'infezione come la probabile causa del decesso di Reid e la ragione per la presenza del campo di forza. Altri cinque pazienti occupavano il resto dei bioletti nell'infermeria: soffrivano anche loro della stessa malattia? Dov'è l'ufficiale medico capo? si informò ancora, realizzando che quella situazione era assai strana. Un calo di tensione fece sfarfallare per un istante le luci dell'infermeria e Nina si guardò attorno: una reazione programmata per imitare il comportamento umano più che realmente necessaria. Era, in fondo, solo un'interfaccia che le consentiva di interagire con i pazienti in modo più naturale, ma il suo programma si trovava nella banca dati del computer e poteva interfacciarsi con un certo numero di altri programmi per ottenere quelle stesse informazioni che un essere umano avrebbe trovato guardandosi attorno.
Fu solo quando la dottoressa sbloccò i diari e Nina poté finalmente accedere a quanto accaduto nelle settimane precedenti che la complessità della situazione si dispiegò in un istante. Non solo era già stata attivata nel corso di quell'emergenza, ma aveva lavorato attivamente per cercare una cura. Consiglio di non disattivarmi nuovamente prima del termine dell'emergenza in corso. Sembra che i problemi di accesso al database centrale stiano interferendo con la mia capacità di salvare e recuperare informazioni rilevanti. fece notare a Polina che, probabilmente, era già giunta da sola alla stessa conclusione. Questo creava, tuttavia, un nuovo problema: teletrasportare il corpo di Reid all'obitorio non sarebbe stato difficile, ma non potendosi muovere all'interno della nave, l'unico modo per poter operare lì era che fosse spenta e riattivata nell'altra stanza. Non posso raggiungere l'obitorio. Sembra che dovrà spegnermi e riattivarmi di nuovo. fu costretta ad ammettere. Peccato che, con la dottoressa Saff sul pianeta, tra i presenti a bordo solo l'ufficiale medico capo avrebbe potuto darle l'accesso ai diari di cui avrebbe avuto bisogno per conoscere la situazione ed operare... e Kaz non era probabilmente nelle condizioni di darle alcunché.
Fu solo quando la dottoressa sbloccò i diari e Nina poté finalmente accedere a quanto accaduto nelle settimane precedenti che la complessità della situazione si dispiegò in un istante. Non solo era già stata attivata nel corso di quell'emergenza, ma aveva lavorato attivamente per cercare una cura. Consiglio di non disattivarmi nuovamente prima del termine dell'emergenza in corso. Sembra che i problemi di accesso al database centrale stiano interferendo con la mia capacità di salvare e recuperare informazioni rilevanti. fece notare a Polina che, probabilmente, era già giunta da sola alla stessa conclusione. Questo creava, tuttavia, un nuovo problema: teletrasportare il corpo di Reid all'obitorio non sarebbe stato difficile, ma non potendosi muovere all'interno della nave, l'unico modo per poter operare lì era che fosse spenta e riattivata nell'altra stanza. Non posso raggiungere l'obitorio. Sembra che dovrà spegnermi e riattivarmi di nuovo. fu costretta ad ammettere. Peccato che, con la dottoressa Saff sul pianeta, tra i presenti a bordo solo l'ufficiale medico capo avrebbe potuto darle l'accesso ai diari di cui avrebbe avuto bisogno per conoscere la situazione ed operare... e Kaz non era probabilmente nelle condizioni di darle alcunché.
Thomas Eugene Paris
Umano
La sala teletrasporto era paricolarmente silenziosa e la voce pacata della dottoressa non aiutò molto ad alleviare l'aria greve che vi si respirava. Tom per primo non si sentiva particolarmente entusiasta all'idea di quella missione e sapeva che tutti loro stavano correndo un rischio non indifferente, che c'erano diverse vite in gioco, che l'intero equipaggio contava su di loro, su quello che erano mandati a cercare e sul fatto che riuscissero effettivamente a trovare qualcosa. Erano giorni ormai che la situazione a bordo non faceva che peggiorare ed erano tutti molto vicini al punto di rottura. Fortunatamente, o forse no, Tom era abbastanza esperto da esserne consapevole, come era consapevole che il successo di quella missione dipendeva in parte dal caso, in parte dalla sua abilità di motivare la squadra, così cercò di fare buon viso a cattivo gioco, sigillò la tuta, diede un'ultima controllata al suo fucile phaser e salì sulla pedana del teletrasporto, assicurandosi che tutti gli altri fossero pronti prima di dare al tecnico l'ordine di dare energia.
Il luogo in cui si rimaterializzarono era più freddo di una decina di gradi rispetto a quanto fosse piacevole per degli esseri umani, ma con le tute la temperatura non era un problema, né lo era la fastidiosa umidità presente nell'aria. La luce del sole riusciva a malapena a filtrare attraverso la densa atmosfera del pianeta, dando a quel luogo un aspetto notturno. Sotto di loro il terreno era fangoso e rendeva il cammino particolarmente difficile occhio a dove mettete i piedi. Procediamo lentamente! avvertì la squadra. Le piante tropicali, dalle forme e dai colori alieni, li circondavano costringendoli ad avanzare a zig-zag. Aprirsi la via con i phaser avrebbe velocizzato il cammino, ma rischiava di spaventare la fauna locale. Rilevo diverse forme di vita qui attorno disse il comandante, studiando i risultati del proprio tricorder: si trattava di animali per lo più di piccole dimensioni, alcuni nascosti tra le piante più alte, altri nel terreno fangoso sotto di loro, altri ancora si muovevano rapidamente in qua e in là. Ognuna di esse poteva nascondere ciò che cercavano per la cura. O forse le piante avrebbero fornito la soluzione a quel mistero o, ancora, qualche microorganismo nascosto nel terreno. Chissà... dottoressa, è lei l'esperta: che campioni le servono? si informò, pronto ad aiutarla nel procedere con la raccolta per potersene andare da lì il prima possibile. Quel posto metteva sinceramente i brividi e non sarebbe stato del tutto sorpreso di veder comparire, da un momento all'altro, qualche creatura colpita dal virus e pronta ad attaccarli.
Il luogo in cui si rimaterializzarono era più freddo di una decina di gradi rispetto a quanto fosse piacevole per degli esseri umani, ma con le tute la temperatura non era un problema, né lo era la fastidiosa umidità presente nell'aria. La luce del sole riusciva a malapena a filtrare attraverso la densa atmosfera del pianeta, dando a quel luogo un aspetto notturno. Sotto di loro il terreno era fangoso e rendeva il cammino particolarmente difficile occhio a dove mettete i piedi. Procediamo lentamente! avvertì la squadra. Le piante tropicali, dalle forme e dai colori alieni, li circondavano costringendoli ad avanzare a zig-zag. Aprirsi la via con i phaser avrebbe velocizzato il cammino, ma rischiava di spaventare la fauna locale. Rilevo diverse forme di vita qui attorno disse il comandante, studiando i risultati del proprio tricorder: si trattava di animali per lo più di piccole dimensioni, alcuni nascosti tra le piante più alte, altri nel terreno fangoso sotto di loro, altri ancora si muovevano rapidamente in qua e in là. Ognuna di esse poteva nascondere ciò che cercavano per la cura. O forse le piante avrebbero fornito la soluzione a quel mistero o, ancora, qualche microorganismo nascosto nel terreno. Chissà... dottoressa, è lei l'esperta: che campioni le servono? si informò, pronto ad aiutarla nel procedere con la raccolta per potersene andare da lì il prima possibile. Quel posto metteva sinceramente i brividi e non sarebbe stato del tutto sorpreso di veder comparire, da un momento all'altro, qualche creatura colpita dal virus e pronta ad attaccarli.