20-06-2024, 10:59 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-06-2024, 11:11 AM da Neris.)
It is worthwhile studying other peoples, because every understanding of another culture is an experiment with our own.
Haruka Abe Umana
Haruka si era arruolata nella flotta non per motivi ideologici o per garantirsi un futuro, ma per missioni come quella. L'artefatto rinvenuto nel sistema di Pygoria aveva tenuto lei e il resto dello staff A&A occupato nelle ultime due settimane. Non era stato semplice comparare stile artistico e simbologia con quelli delle civiltà della zona, ma il processo era stato particolarmente stimolante. Si era concentrata così tanto nella ricerca che la sua fervente passione per antropologia e archeologia aveva scacciato le ultime ombre di dubbio rimaste nella sua mente dall'incidente con Vaurek. Per mesi era stata tentata di abbandonare la flotta, insicura se fosse veramente la strada adatta a lei, ma i colloqui con McCoy e missioni come quella l'avevano aiutata a recuperare lucidità e passione. Studiare culture aliene ancora sconosciute era il suo sogno, e non l'avrebbe abbandonato per nulla al mondo. E un giorno chissà, magari sarebbe riuscita a trovare un punto d'incontro tra la cultura federale e quella romulana.
Entrata in sala teletrasporto, il suo sguardo cadde su Kirk. Ormai si era riabituata ad avere a che fare con lui, tanto che averlo come capo della squadra di sbarco non era un problema, ma non poteva dire di non provare ancora un lieve risentimento nei suoi confronti. Sapeva che quella del capitano era stata la scelta corretta, che fare altrimenti avrebbe causato una catastrofe, ma era dura non sapere nemmeno se Vaurek fosse morto o fosse sopravvissuto. Distolto lo sguardo dal suo superiore, si assicurò per l'ennesima volta di avere tutto il necessario (dal kit da antropologia al phaser) con sé per poi mettersi in posizione.
Questa è la volta buona, me lo sento. Al commento di Kirk, un lieve sorriso spuntò sulla labbra di Haruka. Il capitano aveva un buon istinto, non poteva negarlo, ma in combattimento. Difficile dire se valesse anche per le questioni artistiche. In ogni caso, la giapponese non vedeva l'ora di essere sul pianeta. Che fosse la volta buona o meno, valeva sempre la pena di analizzare rovine di un'antica civiltà. Sempre che il commento del capitano non ci porti male e non ci sia alcuna rovina... Pensò divertita.
Non ci volle molto perché l'intera squadra si riunisse e Kirk desse l'ordine di attivare il teletrasporto. Il mondo attorno a lei mutò, e un'imprecazione le sfuggì dalle labbra. Acqua! L'acqua le arrivava quasi fino alle ginocchia. Chi diamine ha avuto la brillante idea di teletrasportarci in un fiume? Esclamò, stizzita. La sua affermazione non era del tutto veritiera, in quanto solo parte della squadra era stata teletrasportata in acqua e nessuno sembrava rischiare di venir trascinato via dalla corrente. Maledicendo silenziosamente l'addetto al teletrasporto, Haruka si diresse verso la sponda più vicina (e i colleghi più fortunati), lanciando un'occhiata incuriosita alla vegetazione che circondava il fiume. Sicuramente erano arrivati con successo nella giungla, ma dove si trovavano? Non vedeva nulla che indicasse la presenza di rovine in zona e non si ricordava della presenza di un fiume nelle vicinanze del loro punto di destinazione. Dove erano finiti?
Entrata in sala teletrasporto, il suo sguardo cadde su Kirk. Ormai si era riabituata ad avere a che fare con lui, tanto che averlo come capo della squadra di sbarco non era un problema, ma non poteva dire di non provare ancora un lieve risentimento nei suoi confronti. Sapeva che quella del capitano era stata la scelta corretta, che fare altrimenti avrebbe causato una catastrofe, ma era dura non sapere nemmeno se Vaurek fosse morto o fosse sopravvissuto. Distolto lo sguardo dal suo superiore, si assicurò per l'ennesima volta di avere tutto il necessario (dal kit da antropologia al phaser) con sé per poi mettersi in posizione.
Questa è la volta buona, me lo sento. Al commento di Kirk, un lieve sorriso spuntò sulla labbra di Haruka. Il capitano aveva un buon istinto, non poteva negarlo, ma in combattimento. Difficile dire se valesse anche per le questioni artistiche. In ogni caso, la giapponese non vedeva l'ora di essere sul pianeta. Che fosse la volta buona o meno, valeva sempre la pena di analizzare rovine di un'antica civiltà. Sempre che il commento del capitano non ci porti male e non ci sia alcuna rovina... Pensò divertita.
Non ci volle molto perché l'intera squadra si riunisse e Kirk desse l'ordine di attivare il teletrasporto. Il mondo attorno a lei mutò, e un'imprecazione le sfuggì dalle labbra. Acqua! L'acqua le arrivava quasi fino alle ginocchia. Chi diamine ha avuto la brillante idea di teletrasportarci in un fiume? Esclamò, stizzita. La sua affermazione non era del tutto veritiera, in quanto solo parte della squadra era stata teletrasportata in acqua e nessuno sembrava rischiare di venir trascinato via dalla corrente. Maledicendo silenziosamente l'addetto al teletrasporto, Haruka si diresse verso la sponda più vicina (e i colleghi più fortunati), lanciando un'occhiata incuriosita alla vegetazione che circondava il fiume. Sicuramente erano arrivati con successo nella giungla, ma dove si trovavano? Non vedeva nulla che indicasse la presenza di rovine in zona e non si ricordava della presenza di un fiume nelle vicinanze del loro punto di destinazione. Dove erano finiti?