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TFB [2263] The Never-Ending Sacrifice
#1

Ho trovato questo racconto in una cartella del mio computer e non ho retto alla tentazione di postarlo in quanto copre alcuni anni della vita della mia pg in cui... beh... non l'ho usata nel gdr. Laugh Pian piano che lo sistemo lo posto in questa discussione. Quindi, sorry, ma questa è una role autoconlcusiva. Nessuno può unirsi. Tongue

For a joined Trill, nothing is more important than to protect the life of the symbiont. Nothing.

Elina Milayn Dax | Joined Trill

Leran Manev (Trillius Prime)
Data Stellare: 226303.28

Due navette monoposto volteggiavano nei cieli di Leran Manev, la città capitale di Trillius Prime. All’interno di uno dei due velivoli era presente una donna di circa trent’anni. Vestita con una tuta da volo, la donna teneva i lunghi capelli castani legati in una coda bassa, mettendo così ben in vista le macchie cutanee caratteristiche dei trill che le coprivano la zona laterale di volto e collo.

Erano trascorsi ormai tre anni da quando Elina Milayn Dax era stata assegnata alla USS Constellation. Doveva ammettere quei tre anni erano stati il periodo peggiore che aveva passato da quando si era unita alla Flotta Stellare. Il 2258 era stato un anno caotico, con la minaccia di Nero e la distruzione di Vulcano, ma quantomeno l’atmosfera della USS Enterprise era stata vivibile. I due anni passati sulla USS Seshen erano stati piuttosto tranquilli, per quanto i suoi compiti fossero consistiti quasi esclusivamente nel pilotare le navette di sbarco e attendere il ritorno dei colleghi dall’esplorazione di strani nuovi mondi. Anche il periodo passato da Tobin Dax, il suo predecessore, sulla USS Pioneer era stato nulla in confronto a quello che lei aveva passato sulla Constellation.

La situazione sulla nave era sicuramente migliorata da quando il facente funzione di capitano Afon Sayer aveva sostituito l’ammiraglio Sheppard al comando. Quella modifica al vertice era bastata per cambiare lo scopo stesso della Constellation, in quanto si era trasformata da nave della Sezione 31 ad una normale nave scientifica della flotta. In quel periodo diversi membri dell’equipaggio avevano lasciato la nave e Leena aveva il vago sospetto che il capitano Sayer avesse messo all’opera una vera e propria epurazione. Per quanto sulla nave ci fossero molti che, come lei, non avevano mai sentito parlare della Sezione 31 prima dei fatti del 2261, Leena non riusciva a credere che sulla nave non fossero presenti agenti di quel bureau. Non avrebbe avuto semplicemente senso.

Mentre la navetta su cui si trovava volteggiava nel cielo con movimenti eleganti, Leena era completamente concentrata su quello che stava facendo. Le preoccupazioni che la tormentavano sin dall’incidente sulla Luna e i dubbi sul suo futuro nella flotta stellare si erano finalmente placati, per quanto temporaneamente. La trill si sentiva completamente a suo agio, immersa nel suo elemento. Volare era qualcosa che aveva da sempre amato, sin da prima dell’unione con Dax. L’emozione che provava mentre volteggiava nella zona area che apparteneva al campo di volo da cui aveva noleggiato la navetta era qualcosa di suo, una novità che aveva introdotto nelle esperienze di vita del suo simbionte. Quando fosse giunto l’ultimo momento della sua vita e Dax avesse trovato un nuovo ospite, quell’esperienza sarebbe rimasta nel suo bagagliaio di conoscenze. Come lei aveva ereditato da Tobin Dax la passione per la botanica, il suo successore avrebbe ereditato da lei la sua passione per il volo. Quella consapevolezza in parte la sollevava, in quanto era certa che, una volta che non ci fosse stata più, una parte di lei sarebbe rimasta in Dax.
#2

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Elina Milayn Dax | Joined Trill

Virò, seguita immediatamente dalla seconda navetta. Quando era giunta al campo, ancora non c’era nessuno. Una decina di minuti dopo che lei aveva preso il volo, però, era giunto un secondo cliente. Lo staff l’aveva subito contattata, chiedendole se era interessata ad un’esercitazione a coppia. Avrebbe potuto dir di no e ognuno avrebbe volato per conto proprio in un diverso settore ma, dopo un attimo di indecisione, aveva deciso di accettare l’offerta.

Essendo arrivata per prima, il pilota dell’altra navetta l’aveva accettata senza indugio come leader e aveva assunto il ruolo di wingman, di gregario. Era quindi lei a decidere quali acrobazie compiere e stava usando quel privilegio per testare il suo ignaro compagno di volo, aumentando pian piano la difficoltà degli esercizi. Doveva ammettere che era rimasta sorpresa dall’abilità dell’altro pilota. Non era ancora convinta che lui fosse al suo livello ma sicuramente era bravo abbastanza per stuzzicare la sua curiosità.

Chi era? Le navette monoposto del campo non erano attrezzate con un buon sistema di comunicazione, così non aveva potuto vedere il suo volto ma si era limitata a sentire la sua voce. Era di certo un uomo e, per quanto conoscesse molto bene la lingua trill, non sembrava essere un membro della sua specie. Se lo fosse stato, non avrebbe avuto quel forte accento straniero.

Ti va di provare un looping? Provò a domandargli, scacciando quei pensieri dalla sua mente. Chi fosse lo avrebbe scoperto presto, una volta che fossero scesi a terra.

Certo. Obbedisco, leader! Fu l’immediata risposta. Dal tono di voce dell’uomo, Leena si rese conto che si stava divertendo.

Perfetto, allora. Iniziamo! Esclamò la trill, acquistando immediatamente quota. Appena raggiunse l’altezza desiderata, ruotò la navetta di 180°, entrando in volo rovesciato. Poi scese, rallentando un poco e facendo compiere un cerchio alla sua navetta, e ritornò alla sua quota iniziale, completando con successo il giro della morte. Il suo gregario la completò un attimo dopo di lei, a qualche metro di distanza, in modo altrettanto brillante, tanto che Elina non poté fare a meno di dire: Bravo!

Bravo!? Quindi… mi merito un premio?

Dipende da che premio stai pensando.

Andiamo a prendere qualcosa? C’è un bar, qui vicino, che non è male. Ovviamente, offro io.

Le parole dell’uomo la fecero sorridere. Che ci stesse provando con lei? Ebbe qualche attimo di esitazione ma alla fine prese la sua decisione.

Ok, ok. Borbottò, iniziando a prepararsi per la manovra di atterraggio.
#3

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Elina Milayn Dax | Joined Trill

Un mezzo sorriso le increspò le labbra, mentre la navetta monoposto su cui si trovava toccava delicatamente il terreno. Forse andare al bar avrebbe potuto risultare utile. Era tornata su Trillius Prime per staccare un po’ dal suo lavoro sulla Constellation e, soprattutto, dalle preoccupazioni ad esso correlate. Per quanto avrebbe potuto passare del tempo con Lyrrin, la sua sorella gemella, aveva deciso di rifugiarsi al campo di volo proprio per assicurarsi di riuscire a liberarsi da quei pensieri che la stavano torturando. Qualcosa di nuovo come andare al bar con un perfetto sconosciuto avrebbe potuto darle la scossa che le serviva. Sarebbe potuto risultare pericoloso ma, con le conoscenze pregresse di Dax e il suo addestramento nella flotta stellare, Leena riteneva di potersela cavare.

Spenti i motori, la giovane aprì lo sportello e scese dalla navetta. I suoi stivali avevano appena toccato terra quando una seconda navetta monoposto atterrò poco distante. Incuriosita dall’identità del suo gregario, si avvicinò al mezzo, lo sguardo fisso sullo sportello ancora chiuso.

Non sapeva cosa si era aspettata ma, quando vide in volto il suo compagno di esercitazione, Leena si ritrovò a trattenere il respiro per qualche istante, tanto forte era lo stupore. Aveva compreso da tempo che l’uomo non era un trill ed era preparata psicologicamente ad incontrare un alieno, ma non si sarebbe di certo aspettata che lui appartenesse ad una specie extra-federale!

L’uomo doveva avere circa la sua età. I suoi capelli erano lisci, neri come l’ebano, ed erano tagliati in un elegante caschetto. I suoi occhi erano grigio-azzurrastri e la sua pelle aveva una tonalità grigio-verdastra ed era decorata da alcune file di squame. Era evidentemente un cardassiano.

Quella non era la prima occasione in cui incontrava un individuo appartenente ad una specie esterna alla Federazione ma quello che la stupiva era il luogo. Quello era Trillius Prime, non lo spazio profondo! L’Unione Cardassiana e la Federazione dei Pianeti Uniti non erano in buoni rapporti, quindi la trill non riusciva a comprendere un civile cardassiano avesse deciso di farsi un giro per Leran Manev.

Veçok edikouv… mi chiamo Elim Sakal Akleen. Si presentò l’uomo, mentre un sorriso divertito gli compariva sul volto. Sono l’ambasciatore cardassiano su Trill. È stato un piacere volare con te.

Il sorriso di Elim diede alla trill la sensazione di essere un libro aperto. Lo stupore che aveva provato quando aveva visto l’uomo era stato così evidente? O, semplicemente, lui era abituato alla reazione dei trill in sua presenza? Qualunque fosse il motivo, Leena non poteva fare a meno di sentirsi imbarazzata.

Elina Milayn Dax, flotta stellare. Si presentò, decidendo di non celare il suo lavoro. Magari farlo avrebbe reso più facile conversare con Elim ma non le sembrava corretto. Per quanto lo avesse fatto per spiegarle il motivo della sua permanenza sul pianeta, il cardassiano le aveva rivelato il suo. È un piacere fare la tua conoscenza, ambasciatore.

Normalmente avrebbe dato del Lei ad un diplomatico di un altro pianeta o, come in questo caso, di un’altra potenza, ma sarebbe stato assurdo farlo con una persona a cui aveva dato del Tu fino a qualche momento prima.
#4

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Elina Milayn Dax | Joined Trill

Elina… è la prima volta che sento di una trill chiamata così. Che origine ha il tuo nome? Sempre che non si tratti di qualcosa di troppo personale, ovviamente.

Alla domanda del cardassiano, un lieve sorriso spuntò sulle labbra di Leena. Era la prima volta che qualcuno che non fosse della sua specie le faceva quella domanda. La cosa un poco la disturbava… non per la domanda in sé ma per i ricordi che essa aveva riportato alla sua mente. Dopotutto, passare l’infanzia a Leran Manev e avere un nome alieno non era proprio raccomandabile. Si era sentita dire di tutto, battute che solo un bullo avrebbe trovato divertenti.

È un nome terrestre. Rispose, attenta a non esternare i suoi pensieri. È una variante di Helen. Ammetto di non sapere perché mia madre abbia deciso di chiamarmi così. Sia i miei fratelli che mia sorella hanno un nome trill. Sono l’unica eccezione in famiglia. Beh… il mio secondo nome è trill. Questo dovrebbe consolarmi.

Un nome straniero può risultare particolarmente interessante agli occhi di un genitore, Elina. Quando si vive in una società multiculturale come quella della Federazione, è abbastanza comune dare ai propri figli nomi provenienti da altri pianeti. Su Cardassia questo non succede, ma solo perché la nostra è una società piuttosto chiusa in sé stessa.

Per provenire da una società chiusa, quest’uomo è di certo parecchio aperto. Fu l’assurdo pensiero che attraversò la mente della ragazza.

Le parole di Elim l’avevano decisamente presa alla sprovvista. Era sconcertata dal fatto che un cardassiano fosse in grado di parlare in quel modo della sua società. Ok, non aveva detto nulla di male ma quell’affermazione avrebbe potuto essere considerata come una critica, per quanto leggera. In ogni caso, Leena fu ben attenta a non pronunciare a voce alta quelle sue considerazioni. Se lo avesse fatto, infatti, avrebbe rischiato di mettere a disagio l’uomo… se non involontariamente insultarlo.

Questo è vero. Si limitò quindi a considerare. Ma se avessi un figlio credo che gli darei un nome trill.

E perché non cardassiano… non sono mica male. Ailam sarebbe un nome perfetto per un maschio, mentre Nal sarebbe perfetto per una femmina.

Ah ah ah, vedrò di tenerli presenti… quando e se mai avrò un bambino. Commentò Leena, tra le risate.

Chi aveva detto che i cardassiani non erano divertenti? La trill doveva ammettere di non conoscere molto di quella specie, anche considerando le sparute informazioni provenienti dalle memorie di Lela, la prima ospite di Dax. Ma Lela era stata una politica, non una diplomatica: non aveva mai avuto la possibilità di relazionarsi con un cardassiano e, di conseguenza, i suoi ricordi non potevano aiutarla in quel momento. Leena poteva solo sperare che sarebbe stato sufficiente comportarsi normalmente. Non le sarebbe di certo piaciuto provocare involontariamente un incidente diplomatico.

Vado a cambiarmi, è meglio. Non possiamo certo entrare in un bar in tuta di volo.
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