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TSE "Fino a quel punto misera e partita"
#1

Dreams don't work unless you do

Clementia Adelina Monroe | Human Hybrid-Augment


Andiamo, non può essere così stupido - pensò mentre guardava un umano maneggiare delle fiale per Hypospray. Doveva essere semplice routine, farmaci base, in quanto non c'era nessuna emergenza a bordo in quel momento. Eccezion fatta per lei e quell'altro infermiere l'infermeria era vuota al momento.

"No, capo!" si impose lei, appellandosi al grado che il ragazzo portava sul colletto dell'uniforme. Le sue mani si fermarono di scatto, come se fossero state trattenute da qualcosa, eppure lei era ad un metro di distanza da lui. Quando si accorse di che cosa aveva fatto fece un sorriso beffardo e alzò lo sguardo dalla fialetta verso i suoi occhi.
Telecinesi: il pg è in grado di agire sull'ambiente che lo circonda, manipolando oggetti inanimati, attraverso il pensiero. Il pg è in grado di muovere con la sola forza del pensiero oggetti di media grandezza, per un massimo di tre turni. Non è in grado di deviare attacchi energetici o di volare.

"Ha sbagliato la dose" commentò semplicemente, spiegandosi a fronte dello sguardo interrogativo appena ricevuto. "Se crede che mi stia sbagliando provi ad iniettarlo al capitano la prossima volta che si presenterà qui con un bel mal di testa" sorrise appena, ma la velata supponenza di prima non era scomparsa. Lo guardò ancora un attimo, lui sbuffò appena e ricominciò da capo. "Se ha bisogno sono di là a completare una cartella clinica..." e mentre diceva queste parole si era già allontanata per andare verso l'ufficio. Aveva i pugni serrati, se qualcuno l'avesse vista avrebbe pensato ad una reazione esagerata. In fondo era solo una provetta, si poteva rimediare tranquillamente.

Lei però era agitata per altro, più che arrabbiata con il capo era infuriata con sé stessa. Aveva commesso un errore che non avrebbe dovuto fare. Cercò di riprendere la concentrazione e la calma occupando la mente con il lavoro, dunque si sedette e iniziò a lavorare al terminale.

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#2

I'm a perfectionist, so my bossiness definitely comes out.

Saff | Zaldan

Ero stata contattata da uno degli esaminatori della federazione per sapere se fossi stata disponibile ad aiutare agli esami di ammissione all'Accademia della Flotta Stellare, in quanto ero una dei pochi Zaldan della federazione e una delle poche Zaldan di sesso femminile. Accettai di buon grado, la persona con cui avevo parlato sapeva come rivolgersi ad uno Zaldan ed era evidente, ma tremavo già al pensiero di dover aiutare ad esaminare un essere umano. Insomma, gli umani erano dannatamente e schifosamente cortesi, possibile che non riuscissero a dominare quel loro lato caratteriale? Mi diedi la risposta da sola: no, era nella loro natura, come nella mia era quella di odiare quella forma di falsa cortesia che si scambiavano ogni volta possibile. Eppure me l'ero andata a cercare io di arruolarmi nella Federazione, dove molti erano come umani e molte altre specie non andavano affatto d'accordo con gli Zaldan per vecchi rancori, ma avevo sempre pensato che per quanto possibile dovevo fare buon viso a cattivo gioco. Da quando ero sulla Voyager per fortuna non avevo avuto molto modo di arrabbiarmi con i miei colleghi, alcuni già li conoscevo, altri no e a quanto pare bastavano le mie mani per cercare un approccio meno.. falsamente cortese nel senso umano del termine.

Arrivai in infermeria, il capo stava preparando dei farmaci e quando mi delegò una parte del suo lavoro lo feci senza dire granché, alla fine andava benissimo così, lavorare non era una cosa che mi dispiacesse fare. 
Non avevo visto i miei colleghi, perciò appena finito quello che stavo facendo, parlai con l'infermiere e venni a scoprire che Clementia, doveva essersi arrabbiata con il capo per delle dosi di routine. Tendenzialmente non ero una persona che andava a parlare con le persone se erano di cattivo umore, ma Clem era sempre stata una delle poche persone con cui ero andata d'accordo da subito e non mi sembrava un tipo che si arrabbiasse facilmente. 
Raggiunsi così la saletta dove c'era il terminale, per cercare di capire che cosa fosse successo. 
«Mi hanno detto di là che c'è stata un po' di tensione per via delle fialette. Il capo mi sembrava un po' distratto, mi ha chiesto di aiutarlo a finire. Va tutto bene?» chiesi guardandola seriamente. Non era una domanda ironica o sarcastica, erano parti del comportamento umano che non comprendevo, qualcuno diceva che in questo eravamo molto simili ai Vulcaniani, non riuscivo proprio a capire dove fosse il problema.

#3

Dreams don't work unless you do

Clementia Adelina Monroe | Human Hybrid-Augment

Aveva funzionato. Il lavoro era ancora riuscita a calmare i suoi bollenti spiriti. Non era la prima volta che le succedeva, infatti fu sicura da subito che sarebbe stata una bella decisione. Anche all'accademia faceva così quando i professori la tartassavano di cose da fare. Al posto di arrabbiarsi per il fatto che era presa di mira lei, molto semplicemente, faceva faceva faceva. E questo la teneva lontano da istinti violenti portandola allo stesso tempo ad ottimi risultati.
Quando Saff entrò in infermeria lei era ancora al lavoro, si limitò a spostare lo sguardo verso la porta d'ingresso e osservarla per qualche frazione di secondo attraverso il finestrone divisorio, poi continuò a lavorare. Nonostante potesse farlo, e in passato più di una volta era successo, evitò di origliare cosa stessero dicendo lei e il sottufficiale; certa era che lui aveva chiesto aiuto per le fialette di medicinale. Forse era stata troppo dura. Era un suo difetto proiettare l'odio verso quella parte di sé sugli altri. Il punto è che certamente era più facile fare così che piangersi addosso. Con tutte le sue forze sperò che Saff non entrasse a chiederle di quanto successo, non voleva mentirle, sapeva che agli Zaldan dava un fastidio tremendo. Che poteva fare però? La verità non poteva dirla, anche se al pensiero di vedere la faccia sconvolta dell'amica aveva sorriso divertita. Ed infatti è con quell'espressione che alzò la testa verso di lei quando face capolino in ufficio e le chiese, appunto, di quanto accaduto.

Ci mise un attimo a rendersi conto della domanda tanto era immersa nei suoi pensieri e nel file medico a cui stava lavorando.
"Sì, forse ho esagerato..." sospirò e alla fine disse una mezza verità per sentirsi più a posto con la sua coscienza e con la Zaldan. "E' che non ci si può permettere di essere distratti su una nave stellare, mi capisci, no?" cercò di deviare la conversazione con questa domanda, di rigirare la frittata "comunque, sì. Ora va tutto bene... Mi scuserò più tardi con il capo" alla fine era riuscita a dire una frase veritiera. Non aveva mentito perché in effetti ora si sentiva molto meglio.

"Ti hanno spostato il turno?" chiese, rendendosi conto che era strano vederla in infermeria in quel momento. E' vero, erano entrambi medici, ma proprio per questo motivo se non c'era un emergenza erano quasi sempre in turni separati, incastrati in modo che l'infermeria non fosse lasciata senza un medico in nessun momento.

#4

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Saff | Zaldan

La guardai con aria seria, leggermente stordita quando mi fissò con uno sguardo strano, forse era divertito?, non riuscivo a capire bene se era la mia presenza fosse fuori luogo o la cartella aveva qualcosa che non andava. Nessun corso mi avrebbe aiutato a capire l'ironia umana, ma me ne ero fatta una ragione, ma se iniziavo a riconoscerlo sul volto della mia amica era già un passo in avanti. Dopo qualche istante mi rispose che forse aveva esagerato e sorrisi.

Assolutamente, a volte capita anche ai migliori perdere le staffe. L'importante è riconoscerlo e fare la cosa giusta dissi con un'alzata di spalle in un primo momento, facendo riferimento poi al fatto che doveva scusarsi, cosa che poi riconobbe lei stessa. Non sapevo nemmeno io da dove mi uscivano certe "perle di saggezza" da persona navigata, forse era l'esperienza che avevo acquisito da quando facevo parte della Federazione. Io stessa tendevo a perdere le staffe in fretta su quella stessa nave, ma cercavo di tenere un profilo basso con i superiori, alla fine ero ancora e soltanto un guardiamarina, la classica ultima ruota e forse ero direttamente quella di scorta. Ebbi la possibilità di diventare un tenente mentre aiutavo in accademia, ma non mi interessava di migliorare la mia posizione avanzando di grado, sentivo che avevo ancora bisogno di imparare e quella di rapportarmi con i superiori era una delle mie priorità. C'erano dei momenti in cui avrei mandato tutti al diavolo, prima di tutti proprio quel sottoufficiale che era nell'altra stanza dato che aveva un caratteraccio, ma cercavo di trattenermi nel limiti del possibile. 

La domanda mi sorprese, ma era totalmente da Clem, con altre persone avrebbe fatto una scenata. Questo è vero. Soprattutto con delle responsabilità come le nostre, non era niente di particolarmente grave, ma comunque sono degne di nota. Considerando che se fosse stato con un altro farmaco potevamo mandarli al creatore, diciamo così. ammisi con tranquillità. Non ero una persona credente, di sicuro non ero come i Bajoriani che loro erano così credenti da risultarmi talvolta un po' fissati. Quando mi chiese se mi avevano spostato il turno annuii.

Si, stamattina ho fatto una lunga chiacchierata con uno degli esaminatori della federazione per sapere se fossi stata disponibile ad aiutare agli esami di ammissione all'Accademia, sai per il fatto che sono una Zaldan. Credo che abbiano dato per scontato che i maschi li abbiano già incontrati tutti e magari una femmina potrebbe confonderli. Dato che accadrà nelle prossime settimane mi hanno chiesto se ero d'accordo nel recuperare subito il turno che perderò prossimamente, anche se non c'è nessuna emergenza particolare, così da aiutare se c'era qualche problema di qualsivoglia natura. Non mi dispiacendomi lavorare, eccomi qui! risposi pacatamente per poi guardare sopra la sua spalla e guardare la cartella clinica che stava finendo di aggiornare. Come va l'aggiornamento? Hai bisogno di una mano? Così magari ti prendi cinque minuti di pausa. 
#5

Dreams don't work unless you do

Clementia Adelina Monroe | Human Hybrid-Augment


"Ah, si capisco..." la guardò negli occhi, scrutando le iridi Zaldan della sua neo amica. Si conoscevano da poco, ma era una delle persone con la quale aveva legato di più a bordo, nonostante fosse una Zaldan. Forse era proprio questa la caratteristica che più le piaceva di Saff, il suo essere una maledetta Zaldan alla ricerca del senso dell'umanità. La cosa, in un certo senso le legava in um modo che Saff non poteva immaginare neanche. Era un legame con una sola direzione, in quanto Saff ne era ovviamente ignara, ma anche lei era alla costante ricerca della sua umanità e del "senso" della sua stessa natura.

"Quei cadetti ti odieranno" commentò lei sarcasticamente, poi aggiunse. "Io odiavo quei tipi di test all'accademia" aggiunse una risatina. "Comunque hai fatto bene a dare la disponibilità, sono utili. Odiosi ma utili."

Girò poi la testa verso il terminale "sei un tesoro" disse osservando lo schermo con aria svogliata "stavo caricando gli ultimi esami che ho fatto sul Capitano e alcune visite che ho fatto stamattina sui relativi file medici del database, sicura che non sia un problema?" chiese, in fondo non voleva sfruttare la disponibilità di Saff.

Si lasciò poi andare sulla poltroncina, passandosi entrambe le mani sul viso e stronfinandosi un po' gli occhi. La pausa in effetti ci voleva proprio, pensò.

#6

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Saff | Zaldan

La guardai con attenzione e le sorrisi, annuendo e ritornando con i ricordi al momento del mio esame. Da quanto sapevo però non molti capivano la differenza tra un essere umano e uno Zaldan, semplicemente perché la struttura è praticamente identica e di solito non guardavano le mani. 

Ne sono consapevole. Credo di aver odiato io stessa quella parte di esame, ma toccava per forza. Dovevo capire come fare a relazionarmi con gli altri, superando forse il troppo servilismo di altre specie ed è terribile. La cosa migliore è che potrò essere semplicemente me stessa e mi hanno chiamato proprio per quello, perciò mi rifarò nel caso. dissi gentilmente per poi aggiungere divertita credimi li ho odiati anche io, credo che sia stato un miracolo se sono riuscita ad entrare. Tra l'altro c'era un romulano che mi dava i nervi, c'era il rischio che lo prendessi a parole, ancora non so come io sia riuscita a trattenermi. Comunque ti ringrazio molto dissi con un sorriso divertito.


Ascoltai le sue parole riguardo quello che stava facendo e risposi prima con un cenno di diniego con la testa, sedendomi sulla poltroncina libera e continuare la cartella del capitano. Clem era già andata piuttosto avanti da sola, ma comunque non mi dispiaceva aiutarla. Forse lavoravo troppo.
 
No, assolutamente nessun problema. Sicurissima mi fa piacere aiutarti e sai che adoro il nostro lavoro, non è affatto un peso. Poi hai già fatto molto tu, perciò un attimo di riposo te lo sei guadagnato.  

Riflettei guardando Clementia che lei era forse una delle uniche amiche che avevo nella federazione, non avevo mai avuto modo di legare con nessuno veramente a parte qualche scambio di convenevoli. Era una nave molto grande, spesso si incontravano persone che erano lì da sempre e magari non ci si era mai incontrati, ma se capitava di non incontrarsi in infermeria voleva dire che la salute era buona ed era quella la cosa più importante. Da una parte potevo dire che non mi ero "arruolata" - si diceva così? - nella Federazione per farmi degli amici ma per lavorare, ma dall'altra parte avevo sempre l'impressione di essere "sola", ma forse era proprio il fattore di essere una Zaldan dava quel senso di malessere.

Posso farti una domanda Clem? Niente di troppo personale promesso le chiesi guardandola con la coda dell'occhio 
 
 
#7

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Clementia Adelina Monroe | Human Hybrid-Augment


"Esatto!" - Annuii nel guardarla, dunque feci il log out dal terminale e mi alzai con un sorriso sul volto. Ormai ero completamente serena.
"Sii te stessa e vedrai che non sbaglierai... Un romulano?" - chiese poi, ridacchiando. Ma che ci faceva un Romulano laggiù? Poco male, scrollò impercettibilmente e incosciamente le spalle e si limitò a ridacchiare ancora un po'.

Ci fu poi un momento di silenzio nel quale lei era rimasta in piedi e l'amica si era già seduta. Odiava quel tipo di situazioni nella qualche non si sa mai bene cosa fare. Rimanere lì? Aspettare una parola da parte di Saff che ravvivi il discorso? Oppure fare finta di fare qualcosa? No... Era un'opzione inaccettabile considerando l'essere Zaldan dell'altra donna. Eppure non c'era molto da fare, se non andare a scusarsi con quell'infermiere dall'altra parte del vetro, che nel frattempo stava ancora lavorando e lanciando qualche occhiataccia verso di lei. Sbuffò, ma grazie al cielo Saff disse qualcosa.

All'inizio non capì bene che cosa, poi realizzò che si trattava di una domanda e al comprenderla le si irrigidirono tutti i muscoli, ci volle qualche frazione di secondo in più affinché rispondesse con un tono che desse la parvenza di essere tranquillo: "Ma certo, chiedi pure..." - furono le uniche parole che riuscì a dire, temeva il peggio, sì. Una cosa completamente irrazionale, si sentiva stupida per questo.

#8

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Saff | Zaldan

Abbozzai un sorriso guardando Clem ridacchiare. 

Essere me stessa.. La cosa più facile e più difficile presso la federazione. Alle volte mi chiedo se smetterò mai di saltare alla gola al primo che mi fa uno sgarro. Pensa che una volta stavo per dirgliene quattro ad una persona che mi venne addosso, poi scoprii che era il primo ufficiale, mi fermai in tempo ammisi guardandola per poi annuire riguardo al romulano Già. Non ho ancora capito il motivo del sua presenza lì, ma all'epoca preferii non fare domande. sorrisi guardando Clem, quando arrivai all'accademia cercavo di tenere un "basso profilo", volevo far bene e cercavo di tenere la testa bassa, così per mostrare che mi impegnavo. Una parte di me era curiosa e lo era ancora dall'altra, la curiosità che non fu mai sanata ogni tanto tornava a tormentarmi.

Notai che si era irrigidita quando le chiesi se potevo farle una domanda personale, aveva per caso qualcosa da nascondere? "Beh, anche se fosse non sono fatti miei, soprattutto perché non sono nella posizione per fare domande o giudicare" pensai per un istante, per poi porre la domanda che mi frullava in testa da un po'. Adoravo Clem, ma mi sembrava sempre sprecata in quel piccolo ufficio.

Perché ti sei arruolata? Sei giovane, una famiglia da creare e.. invece sei qui, in questa stanza con una Zaldan a tratti insopportabile, non credere che non sappia che ho un carattere complicato. Insomma, voi umani avete un ventaglio di meravigliose possibilità sulla Terra e mi sembri una ragazza piena di risorse. Non voglio metterti a disagio, ma a volte vi invidio dissi con un sorriso guardandola. 
#9

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Clementia Adelina Monroe | Human Hybrid-Augment


Immagino fosse un romulano speciale, aggiunsi, la flotta non lo terrebbe in accademia senza un buon motivo. Scrollai di nuovo le spalle, sebbene fossi perplessa lo stesso circa la permanenza di un romulano all'accademia. Non era razzismo, in fondo non me ne importava nulla però era strano per un Romulano... si insomma direi che si è capito abbastanza il punto.

Continuai a sudare freddo fino a quando lei non scoccò la freccia e il mondo riprese a girare, tirai un sospiro di sollievo e la osservai inclinando il capo e aggrottando le sopracciglia e tutta la fronte. La domanda in effetti era lecita, ma del tutto inaspettata. Nessuno gliel'aveva mai chiesto o se n'era mai uscito con qualcosa del genere. Hai ragione, ma... Non sono mai stata un tipetto da mettere su famiglia, non so... Capisci che intendo? Sono più un'anima libera, diciamo le parole doveva tirarsele fuori da sola con il cucchiaino, si vedeva che anche per lei la risposta non era esattamente chiara e limpida.
Però riguardo a come la Terra offra un ventaglio di possibilità non indifferente, hai ragione ammise con una leggera amarezza di fondo nel tono. E tu? Perché ti sei arrouolata? chiesi poi curiosa, avvicinandomi di nuovo alla scrivania e poggiando i palmi delle mani sulla scrivania, con i polsi rivolti verso di me e un sorriso appena accennato sul volto, ma molto curioso.
#10

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Saff | Zaldan

Si penso anche io lo fosse dissi annuendo con un mezzo sorriso. All'epoca ero una persona molto discreta, come cadetto avevo la sana abitudine di farmi i fatti miei che ad alcune specie non era una qualità che avevano ereditato dai genitori, ma non era il momento pre fare una disquisizione del genere, tuttavia un romulano nella federazione era sempre stato un evento piuttosto raro. 

Ascoltando le sue parole, annuii comprensiva. Si, lo capisco. Probabilmente riderai, ma più il tempo passa più mi rendo conto di essere una di quei Zaldan anomali. Insomma, hai visto quanti Zaldan ci sono nella federazione? Per di più donne? Si contano sulle dita di una mano, forse due. Nemmeno io sono una persona canonica, casa, famiglia e lavoro, non del tutto. Ho un marito e due gemelle, ma più il tempo passa e più penso che non sarei riuscita a rimanere su Zalda un minuto di più. Tuttavia, sarei una bugiarda se non ammettessi che vorrei la mia famiglia qui con me, ma non era possibile ammisi con un mezzo sorriso. Mi mancavano terribilmente, non avere la mia famiglia con me era una momento di enorme sconforto, insomma vedevo le gemelle crescere lontano da me, ma facevo sempre il possibile per ritagliarmi più tempo possibile per parlare con loro.

Mi hai chiesto perché mi sono arruolata e posso dire che non ne ho idea dissi con tono scherzoso per poi aggiungere guardandola sto scherzando, tutto si può racchiudere nel fatto che Zalda obiettivamente è un luogo in cui se sei un'anima libera ti senti in una gabbia dorata. Amo il mio pianeta, infatti iniziai a studiare medicina veterinaria, Zalda e la fauna sono due cose molto correlate dato che il mio pianeta è composto dalla maggior parte di acqua. In ogni caso più il tempo passava e meno mi piaceva quello che stavo studiando, avevo vent'anni e mi sentivo come bloccata lì, su un pianeta che non mi offriva nulla. Un giorno incontrai alcune persone che erano venuti a Dimdar per conto della ferazione, non ricordo i gradi, ma ero persa nei discorsi che facevano. Tornai a casa e parlai con la mia famiglia e partii, il resto eccomi qui. E ancora mi chiedo come io abbia fatto a trovare un uomo che abbia voluto sposarmi, a parte che lo avevo letteralmente travolto il giorno che lasciai l'università, ti lascio immaginare com'è andata. ridacchiai ripensando a quando lo incontrai, per poi aggiungere Ho parlato troppo, spero di non averti annoiata


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