TFB Gli esploratori dell'Arca Perduta
#21

Where I come from, if someone saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk Umano

A me quello con i funghi fece eco Davies, facendosi passare un tramezzino dalla collega ... comunque prendetevi tutto il tempo che vi serve per terminare qui. Se queste rovine risalgono davvero al periodo che immaginiamo, non scapperanno di certo nei prossimi giorni scherzò Jim, al quale non era sfuggito il bagliore negli occhi della giapponese. Anche se quella era un'escursione quasi troppo lenta rispetto ai ritmi cui erano abituati a bordo, non gli era dispiaciuto passeggiare tra gli antichi arbusti in cerca di qualche reperto che, per una volta, non minacciava di innescare la distruzione dell'universo intero. L'entusiasmo dei ricercatori alla vista di quelle rovine, non era in fondo così diverso da quello che conosceva bene, al pensiero di poter curiosare in qualche angolo ancora ignoto della galassia.

Liepmann nel frattempo aveva posato i propri strumenti e raggiunto a propria volta il cestino da pic-nic, studiando accuratamente le varie opzioni e soppesando chissà cosa per qualche istante prima di decidersi per uno dei tramezzini al prosciutto. Intanto Jim era riuscito a liberare il tramezzino dal tovagliolo che lo avvolgeva e stava per addentarlo quando il suo comunicatore trillò all'improvviso Kirk... si annunciò, facendo scattare l'apertura con una mano e assaggiando il tramezzino nell'altra mentre attendeva una risposta. Capitano, stiamo rilevando un segnale insolito sui sensori gravimetrici da posizione 195.76. Sembra essere compatibile con la presenza di un satellite artificiale o una piccola nave. I dati dei sensori biometrici sono inconcludenti, abbiamo lanciato una sonda, ma abbiamo appena perso il contatto. annunciò la voce di Spock, anticipando la successiva richiesta di informazioni.

Jim fece un rapido calcolo, realizzando che la posizione indicata corrispondeva al lato opposto del pianeta rispetto alla posizione dell'Enterprise. Se qualcuno avesse voluto nascondersi, di certo era un buon modo per riuscirci Izar chiamò, facendo segno a uno degli ufficiali della sicurezza di passargli il suo tricorder, pur sapendo che sarebbe stato assai improbabile riuscire, dalla superficie del pianeta, a rilevare qualcosa in grado di eludere i sensori dell'Enterprise. Non fu quindi sorpreso quando sullo schermo dello strtumento non apparve niente degno di nota. Lo sguardo di Liepmann si fece preoccupato: quella era una missione di grande rilevanza storica e culturale e il timore che il capitano decidesse di interromperla per qualcosa di frivolo come un segnale non identificato si faceva più concreta ad ogni parola. Fortunatamente per lui, Jim era d'accordo: se ad ogni minimo segnale fuori dall'ordinario avessero annullato ogni missione, difficilmente l'Enterprise sarebbe mai riuscita a lasciare il sistema solare terrestre.

Qui non registriamo niente di anomalo. Mi aggiorni non appena riuscirà a scoprire qualcosa di più. rispose il capitano, certo che Spock fosse più che competente per risolvere quel mistero anche senza il suo aiuto. Per quanto riguardava la squadra sul pianeta sarebbe stato sufficiente tenere gli occhi aperti. Con quel pensiero in mente chiuse la comunicazione e tornò a concentrarsi sul proprio tramezzino.

Goditi pure il panettone, non farei entrare in scena gli alieni finché non troviamo qualche reperto importante e gli abbiamo pure rovinato l'effetto sorpresa. Cerco di non sfasciare l'Enterprise già a Capodanno. U_u
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#22

It is worthwhile studying other peoples, because every understanding of another culture is an experiment with our own.

Haruka Abe Umana

Le scappò un sorriso al commento del capitano. Era vero, le rovine non sarebbero scappate. Haruka lo sapeva bene ma ciò non diminuiva il suo desiderio di fiondarvici dentro. L'archeologia poteva non essere il suo campo principale, ma faceva comunque parte della sua grande passione: scoprire culture sconosciute. Personalmente preferiva le culture vive, ma interagire con le persone non era l'unico modo per scoprire qualcosa su una comunità. L'evoluzione di una società era basata sul suo passato: l'esplorazione di quelle rovine avrebbe potuto fornirle indizi preziosi per comprendere meglio le popolazioni di quel sistema solare.

Passò un tramezzino ai funghi a Davies, per poi dare un morso al proprio. Una delizia. Il tramezzino poteva essere semplice, ma aveva il gusto di casa. Per quanto Haruka amasse assaggiare cibi esotici, i cibi giapponesi rimanevano i suoi preferiti. C'erano delle eccezioni, ovviamente. Ad esempio, era in astinenza da birra romulana dal suo ritorno da Omicron Gruis. Il sakè era delizioso, ma semplicemente non poteva batterla. Purtroppo non era legale importarla nella Federazione e Haruka non aveva i contatti per ottenerla in via illegale. Se avesse mantenuto i contatti con Vaurek, magari... Al pensiero del romulano, Haruka sospirò. A quanto sembrava, non le sarebbe stato facile superare quanto era successo nella base romulana. Ancora oggi faceva fatica a considerare quel Vaurek e il Vaurek del suo lavoro sul campo come la stessa persona. Durante le sessioni con McCoy e altri consiglieri, aveva fatto grandi passi avanti ma c'erano momenti come quello in cui innocenti pensieri la conducevano a pensare a lui. E a come lei aveva reagito (o non reagito) durante il loro ultimo incontro.

Il trillo di un comunicatore la distolse dalla sua autocommiserazione. Ascoltò la conversazione tra Spock e il capitano in silenzio, un po' preoccupata dalle possibili ripercussioni che la presenza di una nave sconosciuta in orbita avrebbe avuto sulla loro missione. C'era ancora la possibilità che si trattasse di un qualche fenomeno naturale, ma Haruka aveva tutta l'intenzione di tenere gli occhi ben aperti. Considerando la notizia, capitano, c'è qualche accorgimento che dobbiamo tener presente? Domandò. Non avrebbe avuto senso far finta di non aver ascoltato la conversazione, visto che erano tutti seduti assieme su un telo da picnic.
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#23

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James T. Kirk Umano

Jim rivolse ad Haruka un sorriso cordiale non allontanatevi senza avvertire e fate attenzione a dove mettete mani e piedi scherzò, certo che anche la giapponese sapesse che quello era il normale protocollo per ogni missione sul campo ... noi tre siamo qui per assicurarci che possiate fare il vostro lavoro senza preoccuparvi d'altro. precisò indicando se stesso e i due ufficiali con le uniformi rosse della sezione sicurezza ... beh, oltre che per la scampagnata. Quando la situazione è tranquilla a bordo, tutte le sezioni iniziano a voler fare revisioni dei sistemi e la mia scrivania si riempie di moduli da firmare. Finché sono qui arrivano al comandante Spock... spero non li stia mettendo da parte per quando torneremo a bordo. aggiunse con una nota di ironia, mimando la dimensione del plico di documenti che si era trovato sulla scrivania quella mattina stessa.

A proposito, si può sapere cosa stavano facendo stamattina sul ponte 10? interloquì Morozov quando siamo scesi in armeria abbiamo dovuto fare slalom tra i tecnici, avevano praticamente sventrato il corridoio si informò uno dei due uomini in uniforme rossa. E' opera del capo ingegnere Scott, sta creando un nuovo sistema di backup della rete energetica, ne avranno per un paio di giorni. spiegò Jim, terminando l'ultimo morso del proprio tramezzino e raggiungendo il cestino per cercarne un altro.

Liepmann, nel frattempo, si era seduto in un angolo del telo, reggendo il suo tramezzino in una mano e l'olocamera nell'altra e stava studiando con attenzione le immagini, annotando una serie di dati su un supporto elettronico che aveva lì vicino. Nel tornare al proprio posto, Jim allungò l'occhio sui dati, senza realmente capire cosa avesse attirato così tanto l'attenzione dell'uomo.

Io torno al lavoro, vado a controllare il perimetro decise Izar, afferrando una fetta di panettone prima di alzarsi. Controlli anche l'area verso ovest, poi ci sposteremo in quella direzione: non dovrebbe essere troppo difficile seguire le mie tracce, ho dovuto aprire una via tra gli arbusti. si raccomandò Jim, contorcendosi per seguire con lo sguardo l'uomo che si allontanava.

skippa pure avanti se vuoi
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#24

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Haruka Abe Umana

Un sorriso comparve sul volto di Haruka alla risposta del capitano. Le solite raccomandazioni, quindi. Una parte di lei era quasi tentata di ribattere che anche lui avrebbe dovuto fare lo stesso, considerando che era sparito nel bosco per mezza mattinata, ma si trattenne. Sarebbe stato poco professionale - l'uomo era li per proteggerli, era ovvio che perlustrasse il perimetro - e Haruka non era sicura che il rapporto tra loro fosse sufficientemente personale per uno scambio di battute di quel genere. Sembra parecchio lavoro. Disse invece, comprensiva. Pensavo fosse un periodo più tranquillo per lei, considerando che le missioni in corso sono di natura archeologica, ma vedo che la burocrazia non si ferma mai. Fare il capitano sembrava un lavoraccio. Non solo le responsabilità non erano da poco, ma c'erano anche innumerevoli problemi da risolvere e questioni da considerare. Anche moduli da compilare, a quanto sembrava.

Tornò a mangiare, finendo il suo tramezzino mentre ascoltava la conversazione attorno a lei. Trovò piacevole avere una risposta al mistero del ponte 10, e soprattutto una data di fine dei lavori. Quello era uno dei corridoi più utilizzati, così il suo 'sventramento' causava problemi un po' a tutti. Haruka recuperò una fetta di panettone, lasciandosi trascinare dall'atmosfera di quel picnic improvvisato. Tutti erano intenti a rilassarsi, tranne Liepmann: l'archeologo sembrava deciso a lavorare anche durante la pausa pranzo, e ad Haruka ci volle uno sforzo di autocontrollo per non unirsi a lui. Non poteva negarlo, era curiosa. Era possibile che la scoperta del capitano non portasse molto avanti la loro ricerca, ma poteva anche dimostrarsi la chiave per decifrare i simboli. Una parte di lei non vedeva l'ora di tornare al lavoro per scoprirlo.

L'alzarsi di Izar sancì la fine della pausa pranzo. Il gruppo finì di mangiare con la dovuta calma ma, pian piano, ognuno si alzò per tornare al lavoro. Anche Haruka fece lo stesso, infilandosi in bocca un ultimo pezzo di albicocca. La aiuto a recuperare l'attrezzatura. Disse a Liepmann, decisa ad entrare nel nuovo edificio a costo di auto-invitarsi. Le teorie di Davies sui simboli erano interessanti, ma dimostravano anche che non avevano sufficiente materiale per restringere il campo. Voleva sperare che la nuova esplorazione li avrebbe aiutati a farlo.
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#25

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James T. Kirk Umano

Jim prese una fetta di dolce osservando, senza realmente prestare grande attenzione, gli archeologi che tornavano al lavoro. Liepmann recuperò gli strumenti che aveva utilizzato per misurare i resti del ponte, mentre l'attenzione di Davies pareva concentrata su qualcosa dall'altra parte del dirupo. Per quanto lo riguardava, Jim avrebbe preferito rimanere ancora un poco a godersi quella tranquilla giornata di sole, ma poteva capire la frenesia di quei tre: ultimamente l'Enterprise era stata coinvolta in tante di quelle missioni di interesse militare che dovevano aver perso le speranze che alla Flotta Stellare interessasse ancora la ricerca scientifica!

Ad ogni modo la temperatura sul pianeta era insolitamente piacevole e non avendo niente di impellente da fare, il capitano si attardò ad indugiare con lo sguardo su un cespuglio di fiori colorati poco distante, combattuto tra il pensiero di cosa gli avrebbe fatto l'ufficiale medico capo se si fosse messo a raccogliere piante ignote (quindi potenzialmente pericolose nella mente paranoica del medico) e l'idea di tornare a bordo con una sorpresa per Carol. Izar dice che l'area è sicura, possiamo procedere lo informò Morozov, suggerendo implicitamente che stavano aspettando solo lui. Il capitano allontanò i propri pensieri, si cacciò in bocca l'ultimo morso di dolce, si stiracchiò un poco e si mise nuovamente in piedi. Poi raccolse il telo, lo ripiegò ordinatamente e lo posò sopra il cestino, infine chiamò la sala teletrasporto affinché lo riportassero a bordo, facendo sparire ogni segno del loro passaggio in quell'area. Gli archeologi, nel frattempo, sembravano aver terminato i loro preparativi e Jim non poté fare a meno di sorridere nel notare che sembravano anche avere una certa fretta di proseguire, tanto che Davies, nella foga di ripartire, per poco non si lasciò sfuggire il tricorder di mano mentre inciampava su un'irregolarità del terreno.

Signori... da questa parte! annunciò allora, inoltrandosi nella boscaglia con gli scienziati al seguito. Morozov chiudeva seriosamente la fila, concentrato nel proprio compito. Forse era l'unico, al momento, ad avere ancora in mente l'avvertimento riguardo alle anomalie rilevate dai sensori dell'Enterprise, e se le stava immaginando comparire, in veste di malintenzionati aggressori, dietro ad ogni arbusto. Infatti l'uomo sembrava essere diventato più nervoso da quando avevano ripreso ad addentrarsi nella boscaglia, scattando di tanto in tanto in risposta a qualche fruscio tra gli arbusti, molto probabilmente causato da qualche animale.

… comunque non c'è mai un periodo del tutto tranquillo a bordo interloquì Jim, con un misto tra rassegnazione e divertimento nella voce mentre riprendeva la conversazione con Haruka … ma siamo una buona squadra. Come lei aiuta Liepmann e Davies, anch'io ho chi mi supporta… e mi costringe a fermarmi quando ne ho bisogno. aggiunse con una nota di finto biasimo nel ripensare all'ultima volta che Spock e Bones si erano messi in combutta per allontanarlo dal suo lavoro.
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#26

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Haruka Abe Umana

Si rimisero al lavoro di buona lena. Recuperare l'attrezzatura significava anche assicurarsi di non dimenticare in giro utensili come pennelli e specilli. Quel tipo di strumentazione poteva essere replicata, quindi era facilmente sostituibile, ma ciò non rendeva più accettabile abbandonarla in un'area incontaminata come quella. Haruka si costrinse quindi a fare un ultimo giro delle rovine, nonostante il forte desiderio di partire immediatamente all'esplorazione. Solo una volta che si fu assicurata non avessero dimenticato nulla, l'antropologa si riunì al gruppo. Giusto in tempo per sentire l'annuncio del capitano.

Un sorriso sulle labbra, Haruka si inoltrò nella vegetazione al seguito di Kirk. Era ora di esplorare il nuovo edificio! La sua mente era concentrata su congetture di ciò che vi avrebbe potuto trovare, così fu presa parzialmente alla sprovvista quando Kirk riprese la loro conversazione. Mi fa piacere sentirlo, capitano. Rispose. Tutti abbiamo bisogno di una rete di supporto di tanto in tanto. Avere qualcuno pronto a fermarci quando serve è importante. E le sono grata di essere stata quella persona quando è servito a me. Si riferiva alla vicenda di Vaurek. Se il capitano quel giorno non l'avesse fermata, rimuovendola dall'incarico, lei si sarebbe soltanto fatta del male.

Per quanto mi riguarda, questi ultimi giorni sono stati sufficientemente tranquilli. Aggiunse poi. C'è tanto lavoro ma, per una volta, non stiamo lottando per evitare la distruzione della galassia. In un certo senso è rilassante, non trova? Concluse con ironia. La sua era stata un'esagerazione. ma era indubbio che l'Enterprise si ritrovava spesso ad affrontare catastrofi e minacce di vario tipo. La missione in corso era un buon modo per staccare la spina. Magari era per quello che il capitano li aveva seguiti sul pianeta?
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#27

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James T. Kirk Umano

Le parole della giapponese colpirono Jim forse più di quanto avrebbero dovuto. Non era stata una decisione difficile o particolarmente sofferta: lei era evidentemente compromessa dopo l'incontro con i romulani e vista la situazione aveva preferito non correre rischi inutili inserendo una variabile potenzialmente pericolosa nella missione. Il fine ultimo era stato garantire la vittoria che avevano poi ottenuto, almeno sulla carta. Ma il costo era stato rinunciare a una fonte potenzialmente valida di informazioni e soprattutto non permetterle di affrontare direttamente quella situazione che poi aveva trascinato per mesi con i consiglieri di bordo. Se da un lato gli faceva piacere sapere che quella sua decisione era stata perdonata e probabilmente era anche la cosa più sensata che potesse fare data la situazione, parte di lui sapeva che se i ruoli fossero stati invertiti non l'avrebbe presa altrettanto bene. Anzi. Con buona probabilità avrebbe trovato il modo per infiltrarsi comunque in quella missione da cui era stato estromesso, certo di poter fare la differenza. "Le sono grato che lei non sia me" avrebbe voluto risponderle, ma si limitò ad un cordiale cenno di assenso Quando siamo qui fuori, spesso lontani da ogni forma di civiltà per come la conosciamo, il migliore modo che abbiamo per tenere la giusta strada è affidarci l'uno all'altro. Ai ponti inferiori la gente va e viene e non arrivo sempre a conoscere tutti, ma mi piace pensare che il principio valga per tutti a bordo confessò, fermandosi un attimo per piegare i rami di un arbusto che ostruiva la via, in modo che chi lo seguiva potesse proseguire più agevolmente. Attenzione... avvertì Haruka prima di rilasciare i rami, per evitare che la frustassero a tradimento.

L'affermazione sul non dover salvare la galassia strappò al capitano una risata divertita shht! Non parli prima che la missione sia conclusa, con la fortuna che mi ritrovo rischiamo che ci sia in agguato qualche essere semidivino pronto a distruggere la nave, una tecnologia aliena decisa ad ucciderci o segni di qualche complotto intergalattico in grado di causare la fine dell'umanità... disse cercando Morozov con lo sguardo. Per tutta risposta l'ufficiale della sicurezza si strinse nelle spalle: non sembrava aver niente in grado di smentire il fatto che quello, davvero, sembrava un pianeta idilliaco. In fondo alla comunicazione dell'Enterprise riguardo alle anomalie nei sensori non era poi seguito alcun ulteriore avvertimento. Chissà. Magari poteva essere la volta buona… Meglio così! rispose all'uomo, che sembrava quasi dispiaciuto di non aver potuto fornire cattive notizie.

Non mi ha ancora raccontato come è iniziata la sua passione per l'antropologia riprese, più interessato a fare quattro chiacchiere con Haruka che a potenziali minacce in agguato. In fondo, se lì fuori ci fosse stato qualcosa, prima o poi si sarebbe comunque presentata. Perché non godersi la passeggiata, nel frattempo? Liepmann era talmente concentrato su ciò che aveva scoperto e sul pensiero di ciò che a breve avrebbero trovato, che non sembrava nemmeno ascoltare la conversazione. Davies, al contrario, sembrava non aver considerato fino a quel momento i potenziali rischi di un pianeta sconosciuto e dopo quelle parole cominciò a guardarsi attorno con fare circospetto: era la prima volta che usciva dal territorio federale e sebbene l'ultima frontiera fosse una fonte inesauribile di scoperte e il desiderio di prendere parte a qualche impresa che potesse entrare nella storia era forte… si rese improvvisamente conto che, forse, fino a quel momento aveva avuto un'idea fin troppo romantica della cosa. Il capitano comunque sembrava tranquillo, come se quella non fosse null'altro che ordinaria amministrazione. Forse si stava solo divertendo a spaventarli: quell'uomo gli dava la netta impressione di essere uno di quelli che non trovano di meglio da fare che raccontare storie di fantasmi di fronte a qualche antico maniero…
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#28

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Haruka Abe Umana

Il conflitto interiore che le sue parole suscitarono nel capitano non era poi così diverso da quello che ancor oggi la tormentava. Venir esclusa dalla missione aveva salvato Haruka dal dover affrontare (e magari uccidere) una persona a lei cara, ma le aveva tolto ogni possibilità di chiusura. Non sapeva quale fosse stato il fato del romulano, ma molto probabilmente era morto su quel pianeta. E, con lui, era morta ogni possibilità di risposta. Non avrebbe mai scoperto chi era il vero Vaurek: l'antropologo che l'aveva incantata, o lo spietato soldato. Non avrebbe mai saputo se l'aveva veramente amata o solo usata. Di fronte a tutto ciò, era stato facile prendersela col capitano. Erano state le sessioni coi consiglieri a farla giungere, passo dopo passo, alla consapevolezza opposta: Kirk l'aveva salvata. Accettarlo non era semplice, nemmeno oggi, ma era la verità. Se il capitano non l'avesse rimossa dall'incarico, Haruka aveva paura della decisione che avrebbe potuto prendere. Considerando il suo stato mentale di allora, non poteva nemmeno escludere l'ammutinamento. Ringraziarlo era stata la cosa giusta da fare e, sorprendentemente, era risultata più facile del previsto. Che la loro chiacchierata avesse aiutato?

All'avvertimento, frenò con la mano i rami prima che la frustassero. Superò l'arbusto, usando la stessa accortezza col collega che la seguiva, poi scoppiò in una risata. Non era mia intenzione annunciare una death flag, capitano. Il suo tono era vagamente ironico, poiché non credeva in quelle cose, ma fu si sentì comunque rassicurata dal gesto di Morozov alla domanda inespressa di Kirk. Yep, niente fine dell'universo.

Mio padre è professore di sociologia all'Università di Osaka. Rispose poi. Quando ero bambina, mi raccontava le - perdonatemi il termine - stranezze culturali che incappava nei suoi studi sociali. Credo di essere arrivata ad apprezzarle più delle favole che mi leggeva mia madre. Una volta cresciuta ho voluto approfondire, capire perché certe credenze venissero a formarsi... e mi sono appassionata di antropologia culturale. Una storia come molte altre, immaginava. Non era raro che le passioni venissero trasmesse di padre in figlio, per quanto con piccole differenze. Da lì alla xenoantropologia è stato solo un passo. Perché fermarsi a studiare gli umani, quando c'è una galassia piena di culture da scoprire?

Non poté fare a meno di ripensare alla sua prima ricerca sul campo. Era ironico, nonostante avesse fatto quella esperienza, era finita per sorprendersi quando Vaurek si era dimostrato diverso dall'idea che si era fatta di lui. Non vorrei essere indiscreta, ma non le ho mai chiesto come è finito a capitanare l'Enterprise durante l'incidente della Narada. Definirlo 'incidente' le lasciava l'amaro in bocca, ma l'altro possibile termine era 'genocidio'. Perché di un genocidio si era trattato. Haruka aveva letto le documentazioni disponibili sull'incidente, ma non si era mai capacitata di come un gruppo di cadetti fosse riuscito a salvare tante vite. Vulcano poteva essere stato comunque distrutto, ma l'intervento dell'Enterprise aveva permesso a molte navi di lasciare in tempo il pianeta. Compresa la sua.
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#29

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James T. Kirk Umano

So cosa intende! convenne Jim quando Haruka iniziò a parlare degli studi del padre … scoprire nuovi modi di pensare, mettere in discussione le norme stabilite arbitrariamente dalla propria cultura, il fascino dell'esotico… ho avuto anch'io una passione per l'antropologia culturale ai tempi dell'Accademia raccontò, mentre la sua mente indugiava per qualche istante su una delle numerose conquiste dell'epoca di cui non riusciva a ricordare il nome. Shathrina? Shathrissa? Qualcosa del genere, ma no. Una bellezza conturbante, anche se a volte aveva avuto l'impressione che volesse ucciderlo. Difficile da dimenticare... chissà che fine aveva fatto. Jim allontanò rapidamente quel pensiero mentre Haruka spiegava come fosse poi passata dall'antropologia alla xenoantropologia. Ci è riuscita? chiese in risposta … a scoprire qualche nuova cultura, intendo precisò. Da quando era a bordo dell'Enterprise, Haruka non aveva avuto modo di partecipare a molte missioni sul campo. Certo, di tanto in tanto avevano ospitato ambasciatori e visitatori alieni, ma si trattava per lo più di specie che già facevano parte della Federazione e probabilmente anche del curriculum di studi della giovane. A parte la missione in cui erano coinvolti in quel momento… la Abe aveva mai davvero messo le mani sul suo oggetto di studio? Non ne era affatto sicuro. Ad ogni modo era ancora in tempo per rimediare. Ora che Bones gli aveva garantito che era nuovamente idonea al servizio, forse poteva fare qualcosa per aiutarla a seguire la sua passione. In un certo senso sentiva di doverglielo...

Beh... rispose incerto, quando lei cambiò argomento per chiedergli come fosse arrivato al comando. La verità è che nemmeno lui aveva ben chiaro come, nel giro di poche ore, fosse passato dall'essere sospeso a comandare l'ammiraglia della Flotta. C'era sicuramente gente più esperta di lui a bordo della nave, ma contro ogni aspettativa, Pike aveva deciso di nominarlo Primo Ufficiale. … più di una persona ha deciso di darmi un'occasione rispose: se Bones non avesse aggirato il regolamento per lui, non sarebbe nemmeno stato a bordo della nave. Se Pike non lo avesse nominato Primo Ufficiale non sarebbe mai stato in linea di comando, se Spock non si fosse fatto da parte non sarebbe mai diventato Facente Funzione di Capitano e se l'equipaggio non fosse stato disposto a seguirlo contravvenendo all'ordine di riunirsi alla Flotta, il suo comando sarebbe stato assai breve. Avevano creduto in lui, quella era la vera ragione per cui aveva potuto prendere il comando. Certo, anche lui aveva fatto la sua parte… … fui io ad intuire che su Vulcano ci attendeva un'imboscata. L'ammiraglio Pike ascoltò i miei avvertimenti e fummo l'unica nave ad uscire dalla curvatura con i deflettori alzati, impedendo al nemico di colpirci a tradimento. Credo sia per questo che l'ammiraglio mi nominò Primo Ufficiale quando fu costretto a consegnarsi al nemico decise, ripensando con un certo imbarazzo a quanto era seguito Spock era al comando ed era intenzionato a seguire l'ordine di ricongiungersi al resto della Flotta per riorganizzare le nostre difese. In circostanze normali sarebbe stata la scelta migliore, ma i Romulani stavano puntando in direzione della Terra, non saremmo mai riusciti a raggiungerli in tempo per evitare che distruggessero il pianeta. Penso lo sapessero tutti. Ho dovuto forzare la mano a Spock per fare in modo che mi cedesse il comando... e per il resto ho avuto fortuna. ammise, perfettamente consapevole che la strategia che aveva messo insieme su due piedi non era nemmeno una vera strategia ci siamo letteralmente lanciati all'inseguimento di una nave che aveva appena messo in ginocchio la Flotta senza armi in grado di contrastarla e con un manipolo di cadetti. Se suona folle è perché lo è stato. disse concedendosi un sorriso.
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