23-10-2023, 07:37 PM
Thomas Eugene Paris
Umano
La prima cosa che Tom percepì, quando riprese i sensi, fu il caldo opprimente, che rendeva difficile respirare. Ancora intontito dal colpo che aveva ricevuto cercò di rimettersi in piedi e gli ci volle qualche secondo per realizzare che non ci sarebbe riuscito: qualcosa stringeva i suoi polsi in una posizione decisamente scomoda e non impiegò molto a capire che anche le sue gambe erano bloccate. Lentamente si sforzò di guardarsi attorno e studiare l'ambiente circostante, ma subito si pentì di averlo fatto: quella stanza aveva tutta l'aria di essere una cella e ricordava fin troppo da vicino l'interno di un cubo Borg, nella versione partorita dalla mente di uno scrittore di oloromanzi di serie Z. Fu allora che una porta si aprì. L'umanoide che ne entrò era avvolto in quella che doveva essere un'uniforme, ma chiunque fosse lo stilista sembrava aver deciso di ispirarsi a sua volta ai Borg per quella stagione autunno-inverno, dando l'aria di una ridicola quanto inquietante pagliacciata. Tom osservò stranito l'alieno, mentre cercava rapidamente di ricollegare tutti gli eventi che lo avevano portato a quell'assurda situazione.
Ehi...! Ehi! esclamò, cercando di attirare l'attenzione del nuovo arrivato, ma quello sussultò, colto alla sprovvista va tutto bene... non voglio farti del male. Voglio solo parlare... tentò in tono più conciliante, ma dalla risposta dell'alieno furono subito evidenti due cose: la prima era che non aveva capito una sola parola di quanto aveva detto, la seconda è che non si era affatto tranquillizzato, perché gli puntava contro uno strano strumento con fare nervoso e da come si era irrigidito sembrava pronto a riservargli la stessa cortesia del collega che doveva averlo portato fin lì. Mi chiamo Tom provò ancora, cercando di evitare che la frustrazione per quell'assurda situazione trasparisse nel suo tono di voce. Tom... provò a ripetere molto lentamente, maledicendo silenziosamente chiunque avesse avuto l'idea di legarlo come un salame. Se avesse avuto le mani libere avrebbe quantomeno potuto provare a spiegarsi a gesti, ma in quelle condizioni era fuori discussione. Doveva concedere all'alieno che stava facendo la sua parte, cercando di comunicare in qualche modo, peccato che tutto quello che usciva dalla sua bocca fosse un'accozzaglia di suoni senza senso. Non capisco cosa stai dicendo... cercò di spiegargli senza successo, ma prima che potesse aggiungere altro, l'umanoide dalla bizzarra uniforme decise di prendere le proprie cose e piantarlo lì in asso. Ehi! No! Aspetta...! lo richiamò il comandante. Per un istante ebbe la speranza che l'altro avesse capito, ma l'alieno si fermò un solo istante, il tempo per biascicare qualcosa nella sua strana lingua, poi chiuse nuovamente la porta dietro di sé.
Tom sbuffò frustrato: non aveva la minima idea di quanto a lungo fosse rimasto privo di sensi e aveva tutta l'intenzione di tornare al Flyer il prima possibile, se solo fosse riuscito a liberarsi. Con tutta la loro passione per i Borg, quei folli non potevano semplicemente rinchiuderlo dietro un campo di forza facile da disattivare, come avrebbe fatto qualunque popolazione civile? Apparentemente no. Il comandante stava ancora cercando un modo per liberarsi quando l'alieno ricomparve assieme a una donna della sua stessa specie. Da come era agghindata, oltre ad avere il suo stesso pessimo gusto in fatto di stile, dava l'impressione di essere qualcuno di molto importante. A differenza dei suoi connazionali la donna non sembrava spaventata dalla sua presenza e sostenne il suo sguardo per un lungo istante prima di rivolgersi al suo compagno in federale standard. Per una frazione di secondo Tom si chiese se non stesse cominciando anche ad avere le allucinazioni, ma in quello stesso istante, tra le mani di lei, scorse il proprio comunicatore.
Forse rimanersene in silenzio ad ascoltarli sarebbe stata una buona idea, almeno finché non fosse stato sicuro che non avessero cattive intenzioni... ma arrivato a quel punto non ne aveva sinceramente la pazienza: Ora posso capirvi li informò, sperando che il traduttore fosse riuscito ad analizzare la lingua aliena abbastanza a lungo da tradurre le sue parole in frasi di senso compiuto e non in qualche offesa mortale. Considerando la fortuna che si ritrovava non era del tutto da escludere che potesse accadere. L'oggetto che tiene tra le mani è un traduttore simultaneo. Mi permette di comprendere la vostra lingua. si affrettò a spiegare, decidendo di ignorare per il momento il fatto che quella donna aveva appena dato all'altro del drone. Mi chiamo Tom... e di qualunque cosa io sia accusato, vi assicuro che non era mia intenzione farvi del male! precisò, contorcendosi per riuscire a tenere sott'occhio i due ehm... vi dispiacerebbe liberarmi? azzardò.
Ehi...! Ehi! esclamò, cercando di attirare l'attenzione del nuovo arrivato, ma quello sussultò, colto alla sprovvista va tutto bene... non voglio farti del male. Voglio solo parlare... tentò in tono più conciliante, ma dalla risposta dell'alieno furono subito evidenti due cose: la prima era che non aveva capito una sola parola di quanto aveva detto, la seconda è che non si era affatto tranquillizzato, perché gli puntava contro uno strano strumento con fare nervoso e da come si era irrigidito sembrava pronto a riservargli la stessa cortesia del collega che doveva averlo portato fin lì. Mi chiamo Tom provò ancora, cercando di evitare che la frustrazione per quell'assurda situazione trasparisse nel suo tono di voce. Tom... provò a ripetere molto lentamente, maledicendo silenziosamente chiunque avesse avuto l'idea di legarlo come un salame. Se avesse avuto le mani libere avrebbe quantomeno potuto provare a spiegarsi a gesti, ma in quelle condizioni era fuori discussione. Doveva concedere all'alieno che stava facendo la sua parte, cercando di comunicare in qualche modo, peccato che tutto quello che usciva dalla sua bocca fosse un'accozzaglia di suoni senza senso. Non capisco cosa stai dicendo... cercò di spiegargli senza successo, ma prima che potesse aggiungere altro, l'umanoide dalla bizzarra uniforme decise di prendere le proprie cose e piantarlo lì in asso. Ehi! No! Aspetta...! lo richiamò il comandante. Per un istante ebbe la speranza che l'altro avesse capito, ma l'alieno si fermò un solo istante, il tempo per biascicare qualcosa nella sua strana lingua, poi chiuse nuovamente la porta dietro di sé.
Tom sbuffò frustrato: non aveva la minima idea di quanto a lungo fosse rimasto privo di sensi e aveva tutta l'intenzione di tornare al Flyer il prima possibile, se solo fosse riuscito a liberarsi. Con tutta la loro passione per i Borg, quei folli non potevano semplicemente rinchiuderlo dietro un campo di forza facile da disattivare, come avrebbe fatto qualunque popolazione civile? Apparentemente no. Il comandante stava ancora cercando un modo per liberarsi quando l'alieno ricomparve assieme a una donna della sua stessa specie. Da come era agghindata, oltre ad avere il suo stesso pessimo gusto in fatto di stile, dava l'impressione di essere qualcuno di molto importante. A differenza dei suoi connazionali la donna non sembrava spaventata dalla sua presenza e sostenne il suo sguardo per un lungo istante prima di rivolgersi al suo compagno in federale standard. Per una frazione di secondo Tom si chiese se non stesse cominciando anche ad avere le allucinazioni, ma in quello stesso istante, tra le mani di lei, scorse il proprio comunicatore.
Forse rimanersene in silenzio ad ascoltarli sarebbe stata una buona idea, almeno finché non fosse stato sicuro che non avessero cattive intenzioni... ma arrivato a quel punto non ne aveva sinceramente la pazienza: Ora posso capirvi li informò, sperando che il traduttore fosse riuscito ad analizzare la lingua aliena abbastanza a lungo da tradurre le sue parole in frasi di senso compiuto e non in qualche offesa mortale. Considerando la fortuna che si ritrovava non era del tutto da escludere che potesse accadere. L'oggetto che tiene tra le mani è un traduttore simultaneo. Mi permette di comprendere la vostra lingua. si affrettò a spiegare, decidendo di ignorare per il momento il fatto che quella donna aveva appena dato all'altro del drone. Mi chiamo Tom... e di qualunque cosa io sia accusato, vi assicuro che non era mia intenzione farvi del male! precisò, contorcendosi per riuscire a tenere sott'occhio i due ehm... vi dispiacerebbe liberarmi? azzardò.